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Autore: midori_ninjin    09/09/2017    0 recensioni
Era un martedì come tanti altri… un normalissimo martedì sera.
Mi ero messo d’accordo con i soliti amici per vederci a casa mia, data l'aria condizionata e l'assenza dei miei genitori per quei giorni… una tranquilla serata in casa con pochi amici.
Non avrei mai creduto che una bottiglia vuota… un ripostiglio… ed il mio migliore amico avrebbero rivoluzionato la serata… e la mia vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Per si e no tre minuti sentii solo il battito del mio cuore pulsarmi nel petto e quella fastidiosa vocina nelle orecchie, forse la mia coscienza, che ci teneva a farmi sapere quanto io fossi stato stupido… poi…
 
-O… ok- Balbettò Alberto.
 
-S… si… ok- Ripeté Giacomo.
 
-Loquaci- Esclamai scompigliandomi i capelli.
 
-È stato facile- Sorrise Michele.
 
-M… ma- Balbettò Giacomo forse riuscendo finalmente a connettere le idee.
 
-Ah… ecco le domande scomode- Sorrisi vagamente preoccupato.
 
-E te le becchi tutte tu- Rise sadico Michele guardando l'orologio al suo polso qualche istante prima che suonasse la campanella.
 
****
 
-Quindi chi lo ficca in chi?- Domando Giacomo senza preoccuparsi minimamente del tono di voce, infatti per le tre ore successive avevo appreso che il fatto che loro non potessero scappare sottintendeva anche che io non sarei potuto fuggire a tutte le loro domande.
 
-Obbiezione- Biascicai con la fronte sul banco, desiderando solo poter recuperare qualche ora di sonno.
 
-Su che basi?- Mi chiese Alberto tamburellando con la penna sul suo banco.
 
-Sulla base del fatto che a te quando ti sei messo con Sara non ti hanno mai chiesto chi lo ficca in chi- Alzai la testa per piantare in miei occhi nei suoi prima che lui concedesse.
 
-Accolta… l'accusa si limiti a fare domande riguardanti il rapporto e non concernenti la parte sessuale della cosa-
 
-Non ho capito manco la meta di quello che hai detto- Rise Giacomo per poi aggiungere -Da domani basta “Low and Order”-
 
****
 
Certo tutt’e due ci riempirono di domande in ogni occasione possibile… eppure quella reazione così pacata e positiva dei due smosse qualcosa in Michele… una sicurezza di cui forse in seguito si sarebbe pentito.
 
Eravamo sul divano nel seminterrato di casa mia, così da accorgerci se mia madre o mio padre stessero scendendo le scale in tempo per allontanarci, io in un qualche modo ero riuscito a far ripartire un televisore a tubo catodico e un lettore di videocassette così da poter mettere il mio film preferito “Beetlejuice”.
 
-Coming out- Disse Michele che evidentemente non stava seguendo un solo secondo del film seduto sul divano affianco a me.
 
-Coming che?- Domandai confuso bloccando la riproduzione.
 
-Quando si va dai parenti e si dice “raga mi scopo un ragazzo”- Mi spiegò prendendo una manciata di patatine dalla ciotola che avevo fra le gambe incrociate.
 
-Perché non lo chiamano semplicemente “la più grande cazzata che si possa fare”?- Domandai appoggiando la testa alla sua spalla -A parte che tanto noi non siamo gay… quindi il problema non si pone… no?-
 
-A parte il fatto che io sono gay… per quanto riguarda te... Hai intenzione di lasciarmi?- Mi chiese.
 
-No… non nell'immediato futuro- Mi corressi.
 
-Allora il problema si pone-
 
-No… non vorrai mica farlo davvero…?! Vero?-
 
-Perché no?! Tu a Giacomo e Alberto l'hai voluto dire- Mi ricordò lui guardandomi.
 
-Quella era un'altra cosa… loro sono nostri amici… nel caso avessero reagito male fotte sega… ma attualmente mi piace la mia condizione… condizione in cui ho un tetto sulla testa e tre pasti caldi al giorno… tu ci tieni tanto a diventare un senza tetto?!- Esclamai sarcastico.
 
-Sei esagerato… mica ci caccerebbero-
 
-Perché ne sei tanto sicuro?- Chiesi alzando un sopracciglio.
 
-Perché sono i nostri genitori e ci vogliono bene- Ipotizzò lui stringendosi fra le spalle.
 
-Questo è tutto da vedere!-
 
-Giacomo e Alberto… l'hanno presa bene- Insistette testardo come suo solito.
 
-Esatto quindi perché vuoi sfidare la sorte con i nostri genitori?-
 
-Perché gli dobbiamo un po’di sincerità- Affermò con convinzione piantando il suo sguardo serio nel mio.
 
-Ok… ma glielo diciamo da ubriachi… non voglio ricordare questa cazzata- Capitolai incrociando le braccia sul petto infastidito.
 
-Affare fatto…- Esclamo felice avvolgendomi da dietro e posando il viso nell'incavo fra la mia spalla e il mio collo.
 
-Quindi Coming out… esatto?- Cambiai argomento in fretta pensieroso.
 
-Si perché?- Chiese ingenuo.
 
-Venire fuori…- Tradussi.
 
-Si… a che stai pensando?- Mi domandò sollevando la testa con un espressione evidentemente preoccupata.
 
-Non niente mi era venuta in mente una battuta sconcia… sul significato letterale della parola e i gay- Ridacchiai infantilmente.
 
-Che peccato… Guarda che ore si sono fatte… ora devo proprio andare- Sorrise impassibile mentre io sbuffavo e mi alzavo per andare a spegnere il televisore.
 
Salimmo al piano terra e passammo di fronte alla porta della cucina
 
-Michele se ne va- Informai i miei genitori intenti a lavare i piatti.
 
-Buona serata- Saluto lui educato.
 
-Ciao Micky- Esclamo mio padre insieme ad un gesto della mano senza voltarsi.
 
-Tesoro fai attenzione tornando a casa… e salutami tua madre- Si assicurò mia madre con un sorriso.
 
Ci avvicinammo al portone ed io uscii con lui accostandomi la porta alle spalle.
 
-Ti adorano- Sorrisi divertito per come si fossero riabituati in fretta alla sua presenza
 
-Ancora per poco- Rise lui spostandomi una ciocca di capelli da davanti agli occhi.
 
-Questo tipo di scene nei film mi hanno sempre dato sui nervi- Affermai scompigliandomi i capelli.
 
-Menomale che non siamo in un film- Sorrise avvicinandomisi prima di far unire le nostre labbra.
 
Afferrai il lembo della sua maglietta in un gesto involontario prima di sentire la porta spalancarsi e una voce che iniziava.
 
-Ale poi…- Si interruppe mentre io mi voltavo di scatto con gli occhi sgranati.
 
Osservai l'espressione a dir poco allibita di mio padre prima che lui richiudesse la porta di scatto.
 
-D… devo rientrare- Esclamai in fretta.
 
-Devo venire con te?- Mi chiese Michele guardandomi preoccupato.
 
-No… tranquillo… ci vediamo domani a scuola- Provai a tranquillizzarlo, non riuscendoci, prima di rientrare.
 
Mio padre era tornato di fronte al lavandino e stava di nuovo lavando i piatti, cercai di fare finta di niente e di respirare nonostante quello strano blocco che mi sentivo in petto e di andare in camera mia ma la sua voce mi interruppe.
 
-Ale… prenditi il tuo tempo… ma vedi di parlarcene-
 
-Eh parlarcene? perché? Di cosa?- Chiese lei guardando mio padre.
 
-Niente non ti preoccupare- Sorrise sfilandosi un guanto e scompigliandogli i capelli come fosse una bambina.
 
-Grazie- Sorrisi correndo verso camera mia prima di inviare un sms a Michele.
 
-Il mio coming out è stato facile! Ora tocca a te!-
 
***
 
-Sei sicuro che non vuoi che ci sia anch'io- Chiesi per l'ennesima volta a Michele dall'altro lato della cornetta.
Lui infatti quella sera stessa verso le sette mi aveva chiamato per informarmi che a fine cena aveva deciso di dire tutto hai suoi.
 
-No… è una cosa che devo fare da solo… non voglio che pensino che la mio omosessualità sia collegata a te- Mi spiegò fingendo tranquillità.
 
-Si… ma sei sicuro di volerlo fare… non lo so a me pare sempre di più una pessima idea- Brontolai distendendomi su di un fianco.
 
-A te è andata bene… e poi non ti preoccupare troppo per me… anche tu questa sera devi parlare con i tuoi… poi verso le undici ti chiamo e mi racconti- Concluse ed io riuscii quasi a vedere il suo classico sorriso storto a metà fra il rassicurante e il terrorizzato.
 
-O… ok… nel caso chiamami… se succede qualcosa… qualsiasi cosa- Ribadii ansioso.
 
-Si… Ora vado che è pronta la cena… Ciao-
 
-Ciao- Salutai riattaccando.
 
****
 
Mi rigirai per l'ennesima volta la forchetta fra le dita… doveva esserci un modo facile per dirglielo.
Un modo meno sconvolgente di.
“Papà mamma sto con Michele”
Infondo sapevo che papà in un qualche modo dopo il bacio l'aveva per forza intuito eppure mi pareva impossibile da dire.
 
-Mamma… Papà- Tentennai guardandoli, erano seduti di fronte a me con ancora le cotolette nel piatto.
 
-Si tesoro?- Mi chiese mia madre spostandosi una ciocca castano chiaro da davanti agli occhi.
 
-Ehm- Mugugnai mentre anche quella poca convinzione che avevo veniva a mancare.
Consideravo l'idea di lasciar perdere e chiedergli del lavoro quando mi tornò alla mente Michele… tutto quello che avevamo passato insieme e il fatto che lui, proprio in quel momento, stava facendo lo stesso con i suoi.
 
-Mamma… papà- Deglutii -Sto con Michele-
 
Bisbigliai in fine.
 
-Che notizia inaspettata- Sorrise sarcastico mio padre cercando di fingersi sorpreso.
 
-A… aspetta state insieme… nel… nel senso che uscite… e che vi amate?- Chiese una conferma mia madre piuttosto sorpresa.
 
-Wow… non correre… usciamo si… ma chi a parlato di amore? Per adesso vediamo come va- Ritrattai io imbarazzato.
 
-Be… se a te sta bene così… ok- Si strinse fra le spalle mia madre sorridendomi tranquilla.
 
Ero felicemente intontito quando vidi il mio cellulare vibrare affianco al piatto mentre sullo schermo compariva la foto di Michele.
-È… è lui- Informai senza un motivo preciso osservandoli.
 
-Vai pure qui ci pensiamo noi- Mi rassicurò mio padre mentre io prendevo il cellulare e uscivo dalla stanza prima di rispondere.
 
-Ehi Miche ho…-
 
-Ale sei tu!?- Esclamò subito una voce femminile che lì per lì non riconobbi, ci misi un po’a capire che era la sorella di Michele.
 
-Ehi Laura tutto bene?- Chiesi preoccupato.
 
-No! Non va bene niente! Qui è un casino Micky e Papà hanno litigato! Gli ha detto che è gay! e poi papà si è chiuso nel suo studio mentre Michele è corso in camera sua… sta facendo le valige dice che se ne va! E mia madre non riesce a far cambiare idea a papà! Non sapevo chi chiamare!- Concluse fra i singhiozzi.
 
-Tre minuti e sono la!- Esclamai all'istante attaccando subito dopo e andando verso il portone.
 
-Prendo il motorino- Urlai hai miei senza aspettare neanche la risposta e uscii.
 
Il cuore mi pulsava nelle orecchie quando salii sulla sella senza neanche preoccuparmi di mettere il casco e corsi verso casa di Michele. Ad ogni incrocio o semaforo  pregavo di arrivare in tempo e mentii se negassi di essere passato con qualche rosso.
 
Parcheggiai sul marciapiede e mi fiondai verso il portone.
Entrai e maledissi l'ascensore rotto mentre mi facevo tutti quei gradini due alla volta.
 
Raggiusi la porta dove Laura già mi aveva aperto e entrai senza dirgli niente per poi correre verso la stanza di Michele.
 
-Miche sono io- Urlai contro la porta prima che sentissi scattare la serratura.
 
Entrai e vidi Michele, di spalle, che si affrettava a ficcare tutti i suoi vestiti e i suoi averi in una valigia che era evidentemente troppo piccola per contenerli.
 
-Che stai facendo?- Domandai preoccupato e confuso, non sapevo come comportarmi.
 
-Le valige!- Mi rispose senza voltarsi.
 
-E dove andrai?!- Esclamai esasperato, se qualcuno se ne doveva andare allora quello non era lui ma il padre.
 
-I… io non lo so… so solo che non posso restare qui… con quel… quell'essere- Balbettò portandosi il bordo della maglietta ad asciugarsi gli occhi.
 
-Puoi… puoi solo… fermarti un attimo- Dissi avvicinandomici e prendendogli entrambi i polsi per costringerlo a voltarsi verso di me e guardarmi.
 
Aveva gli occhi arrossati, i capelli in disordine e le guance rigate dalle lacrime che aveva cercato di sciugare poco prima.
 
-Pensavo… che sarebbe andata bene- Ammise deglutendo nonostante dalla sua voce rauca trasparisse quanto fosse secca la sua gola.
 
-Lo so- Sospirai abbracciandolo, posando la mia mano sulla sua testa per poi sistemarla nell'incavo fra la mia spalla e il mio collo e passare la mia mano fra i suoi capelli.
 
-Perché non può andare tutto bene?!- Biascicò evidentemente troppo stanco per ricambiare quell'abbraccio, tremava fra le mie braccia e ricordo che mi sembrò incredibilmente piccolo… nonostante fossimo alti praticamente uguale.
 
-Vedrai che andrà tutto bene… devi solo avere un po’ più di pazienza… e se non andrà bene si vedrà cosa fare… puoi stare un po’ da me… poi puoi parlarne con tua madre… comunque vada… qualsiasi cosa accada riusciremo a farla andare bene…- Conclusi mentre lo sentivo smettere di tremare e riprendere a respirare più ritmicamente.
 
-Quindi niente valige?- Mi chiese sollevando il viso.
 
-Niente valige- Confermai Scompigliandogli ancora di più i capelli con entrambe le mani.
 
-Ok… ok devo riprendere il buon umore- Rise cercando di allontanarsi.
 
-Esatto… ora stai qui buono… io vado a scambiare quattro chiacchiere con tuo padre- Sorrisi mentre lui si sedeva sul bordo del letto.
 
-Promettimi che non lo colpisci- Brontolò lui.
 
-Non faccio promesse che non sono certo di poter mantenere- Ridacchiai prima di lasciargli un bacio sulla fronte e andare verso la sala.
 
-Ehi… come sta!?- Esclamò subito Laura appena mi vide.
 
-Bene… l'ho fatto ragionare… posso provare a parlare con vostro padre?- Domandai poi sicuro di me.
 
-Per me puoi fare qualsiasi cosa credi sia utile… ma devi chiedere a mamma… lei sta provando a parlarci- Mi spiegò lei abbozzando un sorriso.
 
-Ok grazie- Sorrisi prima di andare verso lo studio, notai subito la madre di Michele Sandra che stava di fronte alla porta.
 
-Ehi ciao…- Abbozzai imbarazzato.
 
-Ciao- Mi rispose lei stringendosi la coda nera prima di osservarmi stanca, gli occhi cerchiati da leggere occhiaie.
 
-Saputa la novità?- Chiesi imbarazzato.
 
-Novità?- Sorrise prima di continuare -Chi credi abbia cresciuto quel ragazzo?! Una mamma certe cose le sa-
 
-La mia non lo…- Iniziai per poi interrompermi -Comunque ora ci sono cose più importanti… posso provare a parlare con Giovanni?-
 
-Fai pure… a me non vuole neanche aprire la porta- Ammise sconsolata.
 
-Mi inventerò qualcosa- Cercai di rassicurarla mentre lei raggiungeva la figlia.
 
*Il mio angolino*
Il prossimo capitolo è l'ultimo. ㅠ.ㅠ
(Fingetevi dispiaciuti XD)
midori_ninjin
   
 
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