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Autore: DiNozzo323    11/09/2017    0 recensioni
Fanfiction ambientata nel film X Men - First Class.
Cosa sarebbe stato diverso se un nuovo mutante si fosse unito al gruppo che dava la caccia a Shaw?
Quando Charles usa Cerbero per individuare altri mutanti da poter addestrare per evitare la guerra fra Russia e USA, individua una persona che vive a Washington, una ragazza scappata di casa che vive per lo più per strada. I suoi due poteri sono molto particolari, specie quello che usa meno. D'altronde alla ragazza sembra che non sia altro che un segno beffardo del destino che il suo cognome sia Tearpain...
La storia è una Xavier x Nuovo Personaggio.
La storia è inoltre già conclusa e in pochi giorni la pubblicherò tutta.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Nuovo personaggio, Raven Darkholme/Mystica, Sebastian Shaw
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci con il penultimo capitolo! Chiedo scusa per il ritardo ma, essendo in partenza, sono quasi sempre impegnata a salutare amici e parenti. Domani, martedì al più tardi, pubblicherò l'ultimo capitolo. Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qui e Odette. Un abbraccio a tutti




Il sole era ormai tramontato, Charles e Sam erano chiusi nella stanza da un bel po', abbracciati l'uno all'altra...

-Forse è il caso che usciamo di qui, non credi? Gli altri si potrebbero chiedere che stiamo facendo.-

-Raven sicuro lo immagina, Erik è abbastanza sicuro di cosa sia successo e gli altri non ci stanno pensando.- La informò Charles dopo essersi concentrato un attimo.

-Però forse hai ragione...- Continuò lui prima di baciarla.

-Hmmm...- Mugolò Sam. - Se fai così non ci muoviamo più da qui, e la cosa sarebbe da irresponsabili, visto il poco tempo che abbiamo.- Disse lei prima di dargli un ultimo bacio. Poi si alzò e si vestì. Charles la osservò qualche minuto e poi la imitò.

-Sai, un po' ti invidio... Tu qui sei l'unico che non si deve allenare... L'unico che sa controllare al meglio i suoi poteri e li ha sviluppati al massimo. Io invece ho molta strada da fare ancora.- Disse raccogliendo i suoi ricci in una coda alta.

-Sono certo che ce la farai.- Disse lui baciandole il collo mentre Sam girava la chiave nella toppa e apriva la porta. Charles si alzò d'improvviso, dopo meno di due secondi apparve Erik.

-Bene... Vi siete decisi a uscire, finalmente.- Disse facendo un sorriso divertito e anche un po' perverso.

-So che ti sono mancata, ma adesso sono tutta tua.- Rispose Sam prendendolo sotto-braccio, in contropiede, e avanzando verso il salotto. Charles dietro di loro se la rideva.

Non erano nemmeno entrati nella stanza che Raven balzò addosso a Sam, che la prese al volo, allontanandosi dai due.

-Posso sapere che stavi facendo? Sono ore che ti aspetto.- Le chiese l'amica facendola arrossire.

-Sam stava allenando i suoi poteri con me, per questo non era in giro e per questo ci abbiamo messo tanto.- Disse Charles, intervenendo e fornendo quella spiegazione.

-Charles, domani mattina possiamo provare con Sean. Dovrei aver concluso.- Lo informò Hank.

-Perfetto.-

Erik e Charles si misero a giocare a scacchi, mentre Moira leggeva un libro. Sean, Alex e Hank giocavano a scarabeo. Raven e Sam invece se ne andarono in cucina a chiacchierare e cucinare, visto che era quasi ora di cena.

-Io opterei per una cosa veloce da mangiare, magari fresca, che ne dici? Pensavo a una bella insalata di riso. Mia nonna me la preparava sempre...- disse Sam

-Poi possiamo anche preparare un dolce... Tipo i biscotti o meglio ancora i muffin... Così li mangiamo anche a colazione, no?-

-Si, dai! Iniziamo con l'insalata, visto che dobbiamo cuocere il riso ci vorrà un po'.- Mentre Raven prendeva una pentola e la metteva sul fuoco, assieme le uova a fare sode mentre Sam prese il riso.

-Secondo te quanto dobbiamo buttarne? Siamo 8, però dobbiamo condirlo il riso...-

-Buttiamone mezzo chilo... A meno che tu e Charles non vi siate stancati tanto oggi da prenderne doppia porzione.- Disse sorridendo la bionda.

-Raven! Ma cosa dici?!-

-Oh, andiamo... E io dovrei credere che tu e Charles siete rimasti ore chiusi in camera tua allenandovi solamente?- Raven abbracciò l'amica che era rimasta in silenzio.

-Avanti adesso, prendiamo i condimenti.- Continuò dopo essersi staccata.

Presero pomodori, tonno, mais, olive, peperoncini verdi, sottilette, wurstel e il basilico per condire il tutto. Tagliarono i pomodori e i peperoncini e poi aspettarono che il riso e le uova si facessero. Raven invece aveva pensato di preparare la mayonese fatta in casa.

-E' così evidente?-

-No, non molto. Diciamo che sapendo di te io ho fatto due più due, ma non credo che gli altri lo sappiano.-

-Erik si.-

-Quell'uomo è proprio strano. Compare sempre all'improvviso e ogni volta mi consiglia di assumere la mia vera forma...-

-Ti intriga, non è così? Andiamo, è un bell'uomo, carismatico, che si diverte a fare battute... Non mi dire che non hai pensato a lui in quel senso perché non ci credo.-

-Non credi a cosa, Sam?- Chiese Hank, appena entrato in cucina con Alex e Sean.

-Che ancora non vi eravate fatti vedere per mangiare.- Disse lei scolando il riso e mettendolo sotto l'acqua fredda per farlo raffreddare.

-Già, proprio così.- Le diede corda Raven che stava finendo di sgusciare le uova, ormai fredde.

-Hmmm... Ma come siete sexy con i grembiuli addosso... Dovreste indossarli più spesso...- Disse Sean prendendole in giro.

-Perché non lo indossi tu? Ti starebbe certo meglio.- disse Raven infilandogli il suo grembiule, facendo ridere gli altri. Finirono di condire l'insalata e poi, aiutate dai ragazzi che presero piatti e posate, andarono in salotto.

-Elegante...- Disse Erik quando vide Sean col grembiule addosso.

-Spero che abbiate fame, altrimenti io e Sam ci offendiamo moltissimo.- Disse Raven, iniziando a riempire i piatti. Alex e Sean andarono a prendere delle birre. Tutti presero da mangiare e si sedettero chi sui divani, chi sulle sedie, a chiacchierare e parlare un po' degli addestramenti. Hank si perse a spiegare le modifiche che stava apportando a dei costumi per poter aiutare Alex e Sean a sviluppare i loro poteri mentre Erik e Charles stavano finendo la partita.

Una volta finito di mangiare Raven e Sam andarono in cucina a preparare i muffin che cucinarono in meno di 20 minuti. Alcuni con la cioccolata e altri normali, mentre altri con le carote. Moira e Hank riportarono indietro i piatti quando ebbero finito. Ci avrebbero pensato più tardi a lavarli.

Quando Raven e Sam aprirono il forno per vedere se i dolci fossero pronti, le stanze si riempirono di un profumo terribilmente invitante e mentre posavano i muffin su un piatto grande Sam ebbe una visione.

-Ma è mai possibile che pensiate solo a mangiare?- Disse alzando la voce, rivolta a Alex e Sean, che erano ancora nell'altra stanza. Ovviamente nessuno poteva capire di preciso cosa aveva spinto la ragazza a parlare così, forse solo Charles, ma quando le due entrarono in salotto trovarono due ragazzi che sorridevano imbarazzati.

-Perché, Sam, avevi qualche dubbio in proposito?- Disse Erik che non poteva perdersi un'occasione simile. A un tratto il suo viso si illuminò e prima che potesse fare nulla Sam parlò.

-Scacco matto, Charles. Mi dispiace.- Disse lei, con un muffin in mano e una birra sul tavolino, seduta su un divano da sola.

-Bella partita, Erik.- Disse Charles all'amico prima di andarsi a sedere affianco alla ragazza che si appoggiò con la schiena sulla spalla di lui.

-Assaggia. È buono.- Gli disse portando il muffin che teneva in mano vicino alla bocca dell'uomo, che lo morse.

-Ahahahah. Come sei buffo! Ti sei sporcato di cioccolato.- Disse Sam ridendo, prendendo un fazzoletto per pulirlo. Charles però mise un dito sul dolce e poi lo fece scivolare sulla guancia della ragazza, sporcando anche lei.

-Adesso siamo in due.- Commentò, prima di aiutarla a pulirla. Gli altri non si fecero sfuggire la scena. Erano tutti tremendamente curiosi, specie i ragazzi. Moira, che stava parlando con Hank delle ricerche di lui, ci rimase un pochino male, e così Alex, ma d'altronde non potevano farci nulla, e così si distrassero pensando a cose diverse dai due innamorati seduti sul divano, stretti l'uno all'altra.

Il salotto si svuotò presto. Erano tutti molto stanchi e il giorno dopo avrebbero dovuto allenarsi nuovamente, per cui non era il caso di stare svegli fino a tarda notte. Samantha dopo aver salutato tutti ed “essersi fatta una doccia” mentre lavava i piatti con Raven a causa di Alex e Sean che erano comparsi all'improvviso, spaventandola, andò in camera sua, dove si cambiò e indossò il suo pigiama, che consisteva in una maglietta di suo padre molto grande che le arrivava quasi fino alle ginocchia. Adorava quel genere di “pigiami”. Spense la luce, si mise a letto e chiuse gli occhi. Era molto stanca e voleva dormire, ma, stranamente, non riusciva a prendere sonno. Si girava e rigirava, cercando una posizione comoda per dormire, non riuscendovi. Dopo quella che le parve un'eternità accese la luce e lesse l'ora. Erano tre quarti d'ora che stava nel letto come un anima in pena. Così decise di scendere di sotto a prendere un po' d'acqua e magari fare una passeggiata fuori.

Una volta bevuta l'acqua uscì dalla porta-finestra della cucina. La luna illuminava il viottolo. Incrociò le braccia e prese a camminare e pensare. Pensò un po' a tutto quello che le era capitato in quegli ultimi giorni, in particolare pensò a Charles. Dopo un po' che camminava avanti e indietro, sempre più abbracciata a se stessa, sbottò.

-Ma chi me l'ha fatto fare di venire qui con questo freddo? Mi sto ibernando...- nemmeno il tempo di finire la frase che sentì della stoffa che veniva poggiata sulle sue spalle. Si girò e vide Charles in pigiama che le sorrideva. Tutta concentrata a pensare al freddo non aveva avuto nessuna visione. Accettò con piacere la vestaglia che le aveva porto e la infilò.

-Si, in effetti ti saresti potuta coprire per uscire. La sera fa freddo.-

-Ho notato...-

-Sai che stanno tutti dormendo tranne te?-

-E te. Cosa ci fai ancora sveglio?-

-Ci metto molto ad addormentarmi, e mentre ero steso ho sentito che intrattenevi un'interessante, e aggiungerei divertente, conversazione con te stessa. Quando hai pensato che avevi freddo ho deciso di scendere. Non riesci a dormire?-

-Esatto. Di solito crollo subito, ma oggi proprio non ci sono riuscita.-

-Che ne dici di entrare? Così puoi dirmi cosa ti impedisce di dormire, al caldo.- Disse porgendole la mano che lei accettò. Mentre salivano le scale Sam ebbe una visione dove vedeva che di lì a poco lei e Charles sarebbero entrati nella stanza di lui e questi lesse nella mente della ragazza la visione che aveva appena avuto, per cui accorciarono tutto e entrarono subito nella stanza. Si misero a letto e si baciarono, poi Charles si allontanò un attimo.

-Ti va di dormire con me?-

-Ne sarei felice.- Rispose lei sorridendo e baciandolo nuovamente.

-Sai... Non ho mai dormito con un'altra persona. Di solito tornavo a casa...-

-Nemmeno io, e prima di oggi io... non avevo mai...- Lei lasciò la frase in sospeso, sapendo che Charles avrebbe saputo tutto facilmente. Lui fu felicissimo e la baciò. Poi si abbracciarono e così si addormentarono felici.


La mattina successiva il primo ad allenarsi fu Sean. Hank aveva sviluppato per lui una tuta dotata di apertura alare che avrebbe dovuto permettergli di volare.

Il ragazzo assieme a Charles e Hank si preparava a provare a battere le leggi della fisica, aiutato dai due a indossare la tuta.

-E sei sicuro che questo funzionerà.- chiese Sean sfiduciato.

-Tutto è possibile. Ho basato il progetto su...-

-Hank, basta parlare. Andiamo.- Charles gli diede una pacca di incoraggiamento.

Loro tre si affacciarono a una finestra al primo piano e aiutarono il ragazzo a sedersi sul bordo, gli altri erano affacciati alla finestra accanto a godersi lo spettacolo.

-Mi raccomando, urla più forte che puoi.- Si raccomandò Charles.

-Le onde sonore devono essere ultrasoniche. Prendile con l'angolazione giusta e dovrebbero trasportarti.-

-Dovrebbero trasportarmi... La cosa mi conforta.-

-Auguri. Ricordati di urlare.- Disse Charles mentre il ragazzo si faceva il segno della croce, pronto a saltare. Aprì le braccia e si gettò, ma il suo urlo isterico non gli permise di volare e lo fece cadere fra i cespugli. Avrebbero dovuto provarci da un posto più alto.


Riguardo l'allenamento di Hank, che consisteva nel gareggiare in corsa assieme a Charles, la svolta la si ebbe quando lui accettò che questa deformazione che aveva, pur non essendo bella da vedersi, poteva essere molto utile, infatti riuscì a doppiare in pochi secondi Charles, compiendo un giro completo del giardino.

A fine settimana tutti furono in grado di controllare i loro poteri al meglio. Di particolare interesse furono il “tentato omicidio di Erik ai danni di Sean”, come lo definiva quest'ultimo, che consisteva nell'aver letteralmente spinto Sean per saltare da un radar altissimo per provare a volare, con sommo disappunto di quest'ultimo e celato divertimento di Charles, e un litigio fra Hank e Raven. Hank aveva apparentemente messo a punto un siero che avrebbe dovuto normalizzare le caratteristiche fisiche sue e di Raven, utilizzando il sangue di quest'ultima, ma lei aveva cambiato idea (contagiata almeno in parte da Erik) e riteneva che dovessero andare fieri dei loro poteri. Quando Hank si allontanò dicendole che lei era bella trasformata e non con la pelle blu, qualcosa in lei si spezzò e andò dall'unica persona che l'avesse mai accettata e incoraggiata ad essere come era: Erik.


-Insomma, quel pazzo di Shaw è convinto che una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti porterebbe l'umanità alla estinzione e aiuterebbe alla nascita di più mutanti?- chiese Sam per conferma a Charles. I due si trovavano in camera del professore, avevano appena fatto l'amore.

-Purtroppo si.- rispose Charles mentre giocava con una ciocca dei capelli di lei.

-Ma non ha senso! A parte che l'unica cosa che porterebbe è a una guerra tra umani e mutanti, ma poi non ci sono prove che noi ci siamo evoluti con l'avvento del nucleare o sbaglio? A me sembra troppo poco tempo per permettere un'evoluzione del genere. Non ci sono prove o testimonianze che ci collochino sulla terra da molto più tempo?-

-No, non esistono prove simili, anche se io credo che tu abbia ragione. È possibile che con il nucleare vi sia stata un incremento di noi mutanti, ma dubito fortemente che sia il centro della nostra creazione.-

-Sono preoccupata per Erik.- Charles resistette alla tentazione di leggere la sua mente per capire cosa volesse dire e attese che lei si spiegasse, incuriosito.

-Erik ha sofferto tantissimo fin da giovane. Non so cosa sia successo di preciso ma dopo aver visto il marchio posso immaginarlo. I discorsi che fa però a volte mi ricordano troppo quelli di Shaw. Quello che ci disse alla sede della CIA. Gli voglio bene e non voglio che faccia qualcosa di sbagliato.-

-Vorresti che lo tenessi sotto controllo, qualora ve ne fosse il bisogno?-

-No, so che non ci riusciresti. Deve fare ciò che sente di fare, anche se spero che sia del bene. Ma purtroppo, anche se io e Rav scherziamo su voi due e il vostro rapporto amoroso, temo che nonostante ciò che vi unisce, alla fine succederà qualcosa di irreparabile.-

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, pensierosi, poi Charles, volendo alleggerire l'atmosfera si girò col corpo verso Sam e iniziò a farle il solletico.

-E così io e Erik saremmo innamorati l'uno dell'altro secondo te e mia sorella?!-

-Ahahahahha, Charles, basta per favore! Stavo scherzando.- si interruppe un attimo quando Charles si fermò. -Cioè, ne parliamo davvero ma non seriamente. Basta! Mi sento male!- disse continuando a ridere quando Charles aveva ripreso a farle il solletico. L'uomo dopo poco si fermò e la baciò con trasporto mentre Sam avvolgeva le braccia attorno al suo collo.

D'un tratto ebbe una visione di qualcosa di molto simile che stava avvenendo in un'altra stanza, fra due persone che aveva appena finito di citare. Charles, capendo che aveva visto qualcosa, la guardò con sguardo interrogativo, ma lei sorrise e riprese da dove si erano interrotti. Il giorno dopo avrebbe fatto una bella chiacchierata con Raven.

La mattina successiva sia Sam che Charles si svegliarono molto presto. D'altronde da lì a poche ore avrebbero dovuto trovarsi al largo di Cuba. In giro per casa c'era solo Moira.

-Vado a svegliare Erik, tu chiama Raven, ok?- disse Charles. Sam ebbe una visione per nulla bella e subito si allarmò.

-NO! Vado io a chiamare Erik e Raven, tu chiama i ragazzi, ok? Loro non mi ascoltano mai, di te invece hanno paura.- Sam gli stampò un bacio sulle labbra.

-Hmmm... Va bene...- Charles si allontanò un poco confuso ma decise di non indagare oltre.

Sam senza farsi notare troppo si recò direttamente alla stanza di Erik, dove bussò un paio di volte piano.

-Erik, Raven, siete svegli?- attese un paio di minuti ma nulla, così provò ad entrare. Avevano lasciato anche la porta aperta, incoscienti!

Appena entrata chiuse la porta, ancora non si era girata verso la stanza. Si mise le mani a coprire gli occhi e aprì uno spiraglio piccolissimo, poi si girò.

-Grazie al cielo sono coperti entrambi.- mormorò liberandosi gli occhi. Si avvicinò piano al letto dove si trovava Raven e cercò di svegliarla con delicatezza.

-Raven, devi alzarti, andiamo. Se Charles ti trova qui succede la fine del mondo.- le disse nell'orecchio mentre le accarezzava la guancia. Raven aprì gli occhi e, ancora nel dormiveglia, si spaventò, scattò su con la testa e diede una capata a Sam che, sbilanciandosi, cadde col sedere a terra.

-Ahia. Che botta.-

-Sam, che ci fai qui?- disse Raven coprendosi. Erik si era svegliato e messo a sedere ma visto che non vi era traccia di nemici rimase in silenzio.

-Alzatevi, tutti e due; dobbiamo andare. E fate in fretta che Charles voleva venire lui a svegliarti, Erik. Eviterei drammi in una giornata come questa.- Sam disse arrossendo un poco. Raven si spaventò appena all'idea e Erik ghignò per la reazione della ragazza.

-Io inizio ad andare, fate in fretta.- Sam uscì in fretta e si chiuse la porta alle spalle.

-E anche questa è andata. Adesso dobbiamo solo pensare a Shaw...- mormorò Sam prima di andare dagli altri.

Dopo appena una ventina di minuti erano già tutti pronti, all'appello mancava solo Hank. Al suo posto trovarono un biglietto di istruzioni indirizzato a Charles e una cassa contenente le tute che avrebbero dovuto indossare prima di recarsi all'hangar. Erano gialle e blu, molto “particolari”, ma funzionali. Specie per alcuni di loro che avevano bisogno di una 'mano' per utilizzare al meglio i propri poteri.

Arrivati nell'hangar dove si trovava il jet che Hank aveva costruito per l'occasione ebbero una sorpresa. Il siero che Hank aveva creato utilizzando i geni di Raven non aggrediva le cellule, bensì le espandeva. Il risultato era che il suo aspetto era poco dissimile da un uomo-lupo dal pelo blu e gli occhi gialli.

-Non capisci? È questo che dovevi essere. Questo sei tu. Basta nascondersi.- disse Raven guardando con sguardo amorevole Hank.

-Non sei mai stato più bello.- aggiunse serio Erik, ricevendo però la cattiva risposta di Hank: un tentato strangolamento. Charles convinse Hank a lasciare l'amico mentre Alex gli affibbiò il soprannome 'Bestia', aggiungendo che era davvero forte. Sam non si intromise ma aveva una brutta sensazione che non faceva che peggiorare.

I sette, più Moira, salirono sull'aereo diretti verso Cuba. Dovevano assolutamente impedire la guerra nucleare.

  
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