Ringrazio
anche
solo chi legge.
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=LliOnhzqJi4.
★Autore:
Kamy
★Fandom: KHR.
★ Iniziativa:
Questa storia partecipa al Contest
di scrittura “Back to school” a
cura di Fanwriter.it!
★ Numero
Parole: 654.
★ Prompt
Traccia: 42.
“Quello
che succede negli spogliatoi rimane negli spogliatoi”.
Il segreto degli
spogliatoi
Kyoya strinse le
labbra fino a farle sbiancare.
< Lo
morderò a morte. È di nuovo in ritardo >
pensò.
Appoggiò la spada di kendo sulla spalla e si
appoggiò contro la parete, i corti
capelli mori gli ondeggiavano intorno al viso.
“Ehy, Hibari, vai a
recuperare Sasagawa. Non possiamo iniziare senza il
capitano!” si sentì gridare
da Mochida. Sbuffò rumorosamente si staccò dal
muro, si allontanò dirigendosi
verso gli spogliatoi. Aprì la porta con un calcio, la
casacca da prefetto gli
ondeggiava sulle spalle.
La porta si richiuse
sbattendo dietro di lui e raggiunse la
doccia, il rumore dell’acqua rimbombava. Le sue gote esangui
si tinsero di rosa
pallido vedendo il corpo ignudo dell’altro, i muscoli in
tensione, alcune
cicatrici su di esso.
“S-sei in
ritardo…” ringhiò.
“Oh, mi
stavo lavando all’estremo! Un vero uomo deve essere pronto
per gli scontri!” gridò Ryohei.
Kyoya
roteò gli occhi e sbuffò.
“Muoviti”
ringhiò.
Ryohei si
allacciò i capelli in un codino, chiuse l’acqua e
si
affacciò, le gocce d’acqua scivolavano sul suo
corpo e gocciolavano a terra.
“Per caso,
mancavo a qualcuno di là?” domandò.
Hibari gli
sfiorò la guancia con la spada di bambù.
“Questa
è una delle mie ultime lezioni. Perciò vedi di
non farmela
saltare” sibilò.
Ryohei
inarcò un sopracciglio.
“Perché
vuoi mollare anche tu?” chiese.
Kyoya
sgranò gli occhi.
“Anche?”
chiese.
“Beh, io
dovrò farlo per forza. Il sensei
ha intenzione di dare il mio posto a Mochida, perché ritardo
sempre per gli allenamenti di boxe. Mi stavo lavando proprio
perché vengo da lì”
rispose Sasagawa.
<
Così sprecherà un dono. Sarà sempre
mediocre nella boxe, ma
era un portento nel kendo > pensò. Gli
passò le mani tra i corti capelli
grigi, leggermente umidi.
“C-che
fai?” chiese Ryohei, avvampando.
“Ti
starebbero meglio lunghi” borbottò Kyoya.
Ryohei si
scostò, gli passò di fianco e raggiunse la porta
degli
spogliatoi, chiudendola a chiave. Finse di urlare un paio di volte e
ribaltò
una panca.
“C-che
diamine fai?” biascicò Hibari.
“Fingo che
tu mi stia mordendo a morte, cosa abbiamo del tempo per
noi” disse Ryohei.
< Sento puzza
di uno dei suoi giochi perversi. Non è il ragazzo
giusto per me, finiremo per farci entrambi del male, ma non riesco a
separarmi
da lui.
Devo lasciarlo, ma
per oggi, posso anche accontentarlo… >
pensò
Kyoya. Osservò il corpo dell’altro e le proprie
iridi color ametista si tinsero
di riflessi blu scuro.
Ryohei
iniziò ad accarezzarsi il corpo ignudo, ridacchiò
sentendola l’altro deglutire a vuoto e si sporse in avanti,
giocherellando con
un’umida ciocca grigia.
“Mi
chiedevo se ti va davvero di mordermi a morte, Ky’oya”
cantilenò.
Hibari
avanzò con delle ampie falcate, fece cadere a terra la
casacca ed estrasse uno dei suoi tonfa, sbattendo l’altro con
il muro. Gli
premette l’arma contro il collo, mozzandogli il respiro e lo
bacio
appassionatamente. Ryohei strinse gli occhi, il viso pallido e
ricambiò il
bacio dell’altro. Continuarono a baciarsi avidamente, si
staccarono e Ryohei si
morse il labbro a sangue. Kyoya lo prese tra le labbra ed
iniziò a succhiare
rumorosamente, un rivolo di saliva univa le loro bocche.
Kyoya gli
passò la mano libera tra i capelli.
“Se li
avessi lunghi, mi verrebbe un orgasmo ogni volta che ti
guardo” ammise con voce rauca, le pupille dilatate. Gli tolse
il tonfa dal
collo e lo lasciò cadere a terra con un rumore sordo,
passandogli anche l’altra
mano nella capigliatura.
Ryohei
s’inginocchiò davanti a lui.
“Non
abbiamo così tanto tempo, ma almeno
questo…” sussurrò,
slacciandogli i pantaloni del kimono da kendo.
“Vedi di
non fare niente che sia eccessivamente fuori dal
regolamento” sussurrò Kyoya con voce rauca,
rabbrividendo di piacere. L’altro
gli leccò i boxer all’altezza
dell’inguine.
“Certo. E
suppongo che tu non ne farai parola con nessuno”
mormorò
Sasagawa.
“Quello che
succede negli spogliatoi, rimane negli spogliatoi”
rispose Kyoya, mentre l’altro gli abbassava i boxer e gli
prendeva il membro
tra le labbra.