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Autore: Mel_mel98    13/09/2017    5 recensioni
Aspettando la 6x18 | Mason | Theo | accenni Thiam, obviously
Mi piace il fatto che quelle “coppie irrealizzabili” di inizio anno adesso siano shippate persino dagli stessi attori.
«Mason si tirò su a fatica dal pavimento lurido delle fognature. Gli faceva male ogni muscolo della parte sinistra del corpo, sulla quale era atterrato, spinto da una forza sovrannaturale. Quella di Theo Raeken. E mentre si malediceva mentalmente per aver accettato di andare a cercare Aaron con la chimera, anzi, per la precisione, per aver precedentemente concordato con ciò che la chimera stava dicendo, Mason notò che qualcosa lì attorno non andava.
C’era silenzio.»
Mi piace scrivere, un po’ meno pubblicare. Siate gentili, siate felici.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Liam Dunbar, Mason, Theo Raeken
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Deep Impact



Mason si tirò su a fatica dal pavimento lurido delle fognature. Gli faceva male ogni muscolo della parte sinistra del corpo, sulla quale era atterrato, spinto da una forza sovrannaturale. Quella di Theo Raeken. E mentre si malediceva mentalmente per aver accettato di andare a cercare Aaron con la chimera, anzi, per la precisione, per aver precedentemente concordato con ciò che la chimera stava dicendo, Mason notò che qualcosa lì attorno non andava.

C’era silenzio. Eppure avrebbe giurato di aver visto pochi secondi prima un cacciatore (uno o più di uno? Non ne era così certo al momento) venire nella loro direzione. Theo lo aveva immediatamente spinto di lato, sgarbatamente e con un po’ troppa forza per i suoi muscoli umani. Mason aveva sbattuto la testa, aveva chiuso gli occhi ma era sicuro di non aver mai perso conoscenza.

Saranno passati nemmeno cinque minuti, pensò, dove sono finiti?

Per quanto Theo potesse essere forte, o per quanto i suoi aggressori potessero essere armati, sembrava improbabile che lo scontro si fosse già concluso e soprattutto, che nessuno dei coinvolti avesse lasciato traccia di sé.

“Theo?” si decise alla fine a chiamare Mason, con quel filo di voce che riusciva a produrre.

Nessuna risposta. Il ragazzo non aveva il coraggio di muoversi, adesso era in piedi ma il tremore delle gambe rischiava di farlo crollare a terra nuovamente. Ne aveva veramente abbastanza di tutta quella situazione. La sua unica arma di difesa -una mazza di metallo- era stata distrutta e la sua unica speranza rimasta era Theo Raeken, che sembrava essersi volatilizzato.

“Theo, dove sei?” sussurrò di nuovo, con il cuore che batteva all’impazzata nel petto, e non era sicuro di poter attribuire tutta la colpa all’Anuk-Ite. Forse era semplicemente lui ad essere un codardo, dopotutto.

Poi, un rantolo giunse alle sue orecchie e il suddetto cuore gli finì in gola. Non poteva dire se quel respiro appartenesse a Theo piuttosto che ad uno dei cacciatori.

Mason chiamò a raccolta tutte le sue forze interiori. Se ci fosse stato Liam, lui sarebbe andato subito a controllare. Liam agiva d’impulso il 90% delle volte, e nonostante si trattasse di Theo, e non di un santo, anche in questo caso si sarebbe precipitato in una corsa folle attraverso quei viscidi tunnel. Liam non sarebbe scappato, ma lui aveva anche zanne e artigli per difendersi.

Si dette un’occhiata intorno. Niente gli assicurava di riuscire a tornare in superficie da solo, in ogni caso. Restare fermo immobile sembrava l’unica scelta possibile, ma anche la meno produttiva.

Riuscì a muoversi soltanto quando vide una pistola brillare poco lontana da lui, probabilmente caduta al cacciatore durante il corpo a corpo. Mosse qualche passo, si chinò velocemente ad afferrarla, e in quel momento decise che doveva davvero fare qualcosa di utile. Ovviamente non aveva mai sparato un colpo in vita sua, ma stringere quell’arma tra le dita gli dava forza. Sperava di non aver bisogno di imparare ad usarla in quel frangente, in ogni caso.

 


Mason camminò nella penombra finché non udì nuovamente quel rantolo, che non prometteva niente di buono. Si immobilizzò, schiacciandosi contro la parete. Non sapeva neppure perché lo stesse facendo. Semplicemente, pregava che tutti quei film d’azione guardati la domenica pomeriggio con i suoi dessero i loro frutti.

“Theo?” emise a malapena un suono, ma sapeva che la chimera lo avrebbe sentito.

Infatti, era sicuro fosse proprio di Theo quel sussurro che ebbe in risposta. “M-Mmm...”

Cercando di tenere a freno il tremore, Mason riprese a camminare. Doveva semplicemente arrivare alla fine di quel tunnel e guardare a destra e a sinistra. Theo non poteva essere lontano.

“Sto arrivando” mormorò, come fosse davvero in un film di spionaggio.

Quando effettivamente arrivò alla fine del tunnel e voltò la testa, la scena che gli si presentò davanti non poteva definirsi delle più piacevoli. Tre corpi giacevano a terra in posizioni scomposte, e uno di

questi era quello di Theo. L’unico dei quali, tra l’altro, ad essere scosso da prepotenti scossoni.

 


“Theo!” esclamò Mason, scioccato. Nonostante l’idea che la chimera fosse ferita -e che per questo non fosse tornata a riprenderlo, dopo averlo spinto e messo ko gli altri uomini- gli fosse balenata per la testa per qualche secondo, non c’aveva mai creduto davvero mentre si avvicinava alla scena del crimine.

“M-Mmmm...”

Theo mugolava sommessamente, e quando Mason si chinò su di lui, capì che da un film d’azione stava per finire dritto in una puntata di Grey’s Anatomy. La chimera aveva una profonda ferita alla base del collo, una gamba decisamente rotta e probabilmente anche una pallottola nell’addome, a giudicare dal sangue che stava macchiando i suoi vestiti.

“Oddio… oddio… o-” Mason si interruppe quando la mano di Theo si strinse attorno al suo polso. Lo guardò negli occhi, e per quanto non riuscisse ancora a dimenticare tutto quello che la chimera aveva fatto in passato, in quel momento riuscì a leggervi semplicemente una parola.

Aiuto.

“Sì, sì, ok, tranquillo… adesso ci penso io.”

Parlò velocemente, per la disperazione più che per l’effettiva fretta di passare a fare altro. Infatti, Mason non aveva idea di come comportarsi. Lui era solo un umano con una pistola, e non sarebbe mai riuscito a portare fuori da lì una chimera semi cosciente.

Per la seconda volta nell’arco di dieci minuti, desiderò essere Liam. Theo lo scosse, e nonostante il suo volto fosse contratto in una smorfia di dolore, Mason capì cosa gli volesse dire. La sua mano indicava la tasca dei pantaloni dove teneva il cellulare.

E così, grazie a Theo Raeken, Mason si ricordò che non aveva senso desiderare di essere Liam quando Liam è il tuo migliore amico.

“Ok, d’accordo, d’accordo… ehm, chiamo Liam, ok?”

Theo annuì debolmente, deglutendo per poi sputare sangue.

“Sì, gli dico di fare veloce, andrà tutto bene.”

 

“Liam, grazie al cielo hai risposto!”

“Mason, che succede? Che ha fatto Theo?”

“Ehm che hanno fatto a Theo, credo sia meglio dire.”

“Cosa? Dove… dove siete?”

“Nelle fognature, ti mando la posizione. Corri, per favore.”

“Sto arrivando.”

 

“Sta arrivando, tranquillo, Liam ci aiuterà.”

“Mh-”

Mason non poté fare a meno di notare che il colorito di Theo iniziava a peggiorare. Doveva tenerlo vivo fino all’arrivo di Liam, e adesso che ci pensava non era certo fosse una cosa poi così facile da fare.

“Dobbiamo… dobbiamo fare in modo che tu non perda troppo sangue, ok? Cerco di fasciare queste ferite.”

“… ‘k.” soffiò Theo in risposta, mentre lasciava lentamente la presa dal braccio di Mason.

Il ragazzo si tolse giacca e camicia, prese la manica di quest’ultima, la tirò con i denti e la pose attorno al collo della chimera come bendaggio di fortuna.

“Non penso ti abbia preso le corde vocali, ma nel dubbio cerca di non parlare, ok? Potresti peggiorare la situazione.”

Dopodiché scostò la giacca di Theo e con il resto della camicia tamponò la ferita all’addome, causando versi di disapprovazione da parte della chimera.

“Mi dispiace… il proiettile è ancora dentro, ma non credo di essere in grado di...”

“To… ilo” fu la risposta di Theo. Mason guardò disperato il colpo d’arma da fuoco e si sentì mancare. Non aveva la stoffa per fare il dottore, lui.

Ma se il proiettile fosse stato d’argento? Theo era diverso dai normali lupi mannari, ma Mason non era sicuro fosse immune alle proprietà di quell’elemento. Forse era per questo che gli aveva pregato di toglierlo.

“Potrei ucciderti, potresti morire dissanguato, potrei fare peggio che meglio, io...” il cuore di Mason aveva cominciato a battere a velocità troppo elevata.

Non era pronto a sentirsi responsabile per la morte di qualcuno. Neanche quella di Theo Raeken.

Per tutta risposta, Theo gli prese la mano e l’appoggiò sul proprio addome. Lo guardò per quello che a Mason sembrò un istante eterno, e poi annuì con la testa.

“Non… non voglio ucciderti.”

“E io… no- vogl-… mo-ire” rispose l’altro a singhiozzi.

 


Mason accese la torcia del telefono, per cercare tra tutto quel sangue il punto in cui effettivamente il proiettile aveva colpito Theo.

“Ok, ok, ho trovato il sito d’entrata… Adesso cercherò il proiettile, d’accordo?”

Ma Theo non rispondeva più. Aveva reclinato la testa all’indietro e respirava affannosamente.

Mason si spostò leggermente verso la testa del ferito, gli posò una mano sulla spalla e scrutò nell’ombra, alla ricerca dei suoi occhi.

“Theo, ascoltami, non devi mollare, ok? Non la faccio questa cosa se ti addormenti, capito?”

“… ‘k.”

“Ok, bene. Resisti per carità” implorò Mason, passandosi una mano sugli occhi.

 


Accadde tutto molto velocemente. Mason poggiò la mano sull’addome della chimera, tastando leggermente per trovare il corpo estraneo. Quando fu certo di averlo trovato, inserì le dita all’interno della ferita -ed era certo di non averlo mai visto fare in nessuna serie tv con ambientazione ospedaliera, ma non aveva altri mezzi a disposizione), e due attimi dopo teneva il proiettile davanti ai suoi occhi.
Theo cacciò un urlo, anzi, un ruggito, che probabilmente tutta Beacon Hill aveva sentito. Proprio in quel momento, dall’altra parte del tunnel comparvero Scott e Liam, e Mason tirò un sospiro di sollievo. Theo era vivo e i rinforzi erano arrivati, grazie al cielo.

“Che succede qui?” chiese Scott quando fu abbastanza vicino.

“Stavamo cercando Aaron, ma deve averci teso una trappola, ci ha portato qua dove c’erano quei due cacciatori armati fino ai denti ad aspettarci.”

“Tu stai bene Mason?” domandò l’Alpha.

“Sì, io sì, non ho visto praticamente niente, ha fatto tutto Theo, infatti non sta messo...”

“Oh cazzo!”

Mason fu interrotto da Liam, che con un certo sgomento osservava la chimera stesa a terra.

“Theo ma che…?” mormorò, chinandosi a terra, vicino al suo volto.

La chimera aveva gli occhi chiusi, ma accennò un sorriso quando sentì la voce di Liam.

“Cia-o” disse con voce fioca.

Liam passò istintivamente una mano sulla fronte madida di sudore di Theo. E in quel momento, si accorse che la chimera stava silenziosamente piangendo.

“Ehi, ehi...” sussurrò mentre cercava con la mano quella dell’altro “Va tutto bene, va tutto bene. È finita. Sei stato… bravo. Ora basta, è tutto finito.”

Liam strinse la mano di Theo nella sua e si morse la lingua mentre le sue vene si tingevano di nero.

“Andiamo all’ospedale, Scott” disse il giovane licantropo, quando ebbe finito, accompagnato da un sospiro di sollievo del ferito.

“Sì, andiamo” disse chinandosi a raccogliere Theo.

“Attenti!” schizzò al quel punto Mason “Ha una gamba rotta.”

 

 

Mason tornò il giorno seguente all’ospedale. Avrebbe avuto altre mille cose urgenti da fare, ma non gli importava. Non sapeva dire effettivamente per quale motivo, ma sentiva il bisogno di parlare con Theo.
Per le scale aveva incontrato il patrigno di Liam, che gli aveva assicurato che lo avrebbe trovato sveglio nella sua stanza -i sedativi non sembravano avere molto effetto su di lui- anche se, come tutti i pazienti era di umore variabile.

“Ma sta bene, Mason, non ti preoccupare. Liam ha cercato di spiegarmi come ha fatto a ridursi così, ma sinceramente non ho capito niente. Tu sai darmi una spiegazione più semplice?”

“Oh, beh, sa signor Dunbar, non credo ci sia un modo semplice per spiegarlo. Non ha visto quello che succede qua fuori ultimamente?”

“Ad essere sincero, non metto fuori il naso da questo ospedale da un po’, faccio sempre più straordinari. Devo preoccuparmi?”

“No, come ha detto lei, Theo sta bene, e anche noi, come può vedere.”

“Bene, mi fa piacere sentirtelo dire.”

 

“Posso?”

Mason scostò un po’ la porta della stanza di Theo, bisbigliando appena quella richiesta. Dall’esperienza nelle fognature, non riusciva più a perdere quella abitudine.

Fortunatamente, anche Theo sembrava non aver perso l’orecchio.

“Entra” gli disse, e Mason spinse la porta.

“Strano vederti qui” fece la chimera, quando il ragazzo gli fu vicino, seduto sulla poltrona vicino al suo letto.

“Ti aspettavi qualcun altro?”

“Non mi aspettavo nessuno. Come dice Liam, potrei salvare anche la regina d’Inghilterra e Scott non mi vorrebbe comunque nel vostro branco.”

“Ma non hai salvato la regina, hai salvato me” mormorò Mason, respirando forte e abbassando lo sguardo. Non avrebbe saputo dire perché, ma stava arrossendo. Forse, si vergognava di essersi fatto salvare da quello che fino a pochi giorni prima considerava un bastardo senza cuore.

“Già. Ma ad essere sinceri, credo si possa dire che ci siamo salvati a vicenda. Non sarei arrivato vivo all’ospedale con quel proiettile in pancia.”

Mason alzò la testa, per incontrare gli occhi di Theo, quelli che nemmeno 24 ore prima lo avevano implorato di aiutarlo. Come potevano, carnefice e salvatore, convivere dentro quegli occhi?

“Io… sono felice di non averti ucciso.”

Suonava maledettamente egoista la frase che aveva pronunciato, della serie Sono felice di non essermi macchiato la coscienza, menomale non sei morto.
Ma la chimera sembrava non essere in grado di prendersela, al momento. Un sorriso pieno di sarcasmo gli si dipinse sul volto, ma quando parlò non riuscì ad usare neppure un terzo di tutta la sua vena satirica.

“Sono felice che tu non ti sia fatto uccidere, là sotto.”

“Perché tu mi hai spinto di lato, e li hai affrontati da solo. Lo hai fatto anche con i cacciatori fantasma, vero?”

Theo sospirò. “Te lo ha detto Liam, dico bene?”

“Sì. Lo fai davvero per riconquistare la fiducia di Scott?”

“No. Non mi interessa da un pezzo, la fiducia di Scott.”

Theo strinse la mano, premette le unghie sul palmo. E allora Mason, non ebbe più dubbi.

“Liam si fida di te. Forse non gli piace ammetterlo, ma si fida. Altrimenti… beh mi piace pensare che non mi avrebbe lasciato venire con te a cercare Aaron.”

La chimera sorrise, di un sorriso diverso, forse un po’ stanco, forse sollevato.

“No, suppongo non ti avrebbe lasciato venire. Ha quasi ucciso Gabe quando ha saputo che eri rimasto ferito nella sparatoria a casa di Scott.”

Mason aggrottò le sopracciglia. “Davvero lo ha quasi ucciso?”

“Sì. Ma io l’ho convinto che bastava fargli soltanto molto male.”

Dopo alcuni secondi di silenzio, Mason decise di averne abbastanza di quella imbarazzante conversazione. Si alzò di scatto, dette le spalle al letto e solo in quel momento si rese conto di aver contravvenuto a tutte le regole di bon ton che sua madre gli aveva insegnato.
Era in una stanza d’ospedale, davanti ad una persona che aveva visto in fin di vita con i suoi stessi occhi e non aveva idea di quali fossero le sue condizioni adesso.
Preso dai suoi dubbi, si era dimenticato l’educazione, a quanto sembrava. Anche se, trovandosi di fronte a Theo Raeken, dubitava di averlo realemente offeso, dimenticandosi di rivolgergli le solite domande di circostanza.

Posò la mano sulla maniglia, ma prima di riuscire ad aprire la porta, la sua coscienza gli impose di porre quella fatidica domanda: “Come stai adesso, Theo?”

Lo sentì ridere debolmente. Rideva di lui, della sua ingenuità, ma a Mason non importava più.

“E tu come stai?”

Quanta scortesia, rispondere ad una domanda con una domanda. Cosa cercava di fare, prendere tempo? Mason continuava a fissare la porta con insistenza, come bloccato dalle parole di Theo.

“Io sto bene” disse alla fine, quasi come un’ammissione dolorosa.

“Certo che stai bene” commentò la chimera alle sue spalle “Perché quello fisico, è il genere di dolore che passa. Starò bene, grazie per l’interessamento.”

Mason spinse la maniglia, graffiato da quelle parole senza sapere il perché.

Lo spero davvero” fu l’ultimo bisbiglio di Theo che udì quel giorno, mentre si chiudeva la porta alle spalle, con delicatezza.

 

Quando Mason uscì da quella stanza di ospedale, non avrebbe saputo dire come si sentiva. Probabilmente, pensò, si sentiva esattamente come Liam chiuso dentro quell’ascensore, il vuoto dentro, i Ghosts Riders e Theo fuori.

“Mason!”

Il ragazzo girò di lato la testa, e vide Liam, seduto su una sedia nella zona d’aspetto poco lontana.

“Liam, che ci fai qui?”

“Beh… io… lo ammetto, origliavo.”

“Me e Theo? Sai che non ne hai bisogno, te lo avrei detto comunque.”

“Lo so, scusa, è che… ho incontrato il mio patrigno all’ingresso, stava andando in pausa, e mi ha detto di averti visto… Non lo so cosa mi è preso...”

Mason poggiò una mano sulla spalla di Liam. “Ehi amico, tranquillo. Va tutto bene.”

L’altro si passò una mano tra i capelli, lievemente a disagio. Ma non era la situazione ad innervosirlo, bensì i pensieri che gli frullavano per la testa.

“Come sta Theo?” disse infine, quasi con sofferenza.

Quanto poteva essere difficile ammettere di essere in pensiero per lui? Non aveva chiuso occhio quella notte, tormentato dall’immagine della chimera ferita, e dalla sua voce, flebile a tal punto che Liam credeva -sperava- di essere stato l’unico a sentirla. Grazie, gli aveva sussurrato quando le loro dita si erano separate, e il lupo non avrebbe creduto alle sue orecchie, se non avesse visto le labbra di Theo muoversi.

Non lo aveva mai sentito ringraziare qualcuno: persino con Mason, poco prima, aveva accuratamente evitato questa parola, pur mostrandosi evidentemente riconoscente.

“Direi che sta bene. Ancora un paio di giorni e sarà il solito di sempre.”

“Grazie per averlo salvato, Mason. I-Io lo so che è difficile da credere ma...”

Ma Mason non lo lasciò finire. “Capisco come ti senti. È difficile dimenticare il passato, ma per lui deve essere ancora più difficile, no? Adesso… adesso so perché c’hai visto del buono, in lui.”

I due si abbracciarono, per la prima volta da giorni davvero sollevati.

“Davvero hai quasi ucciso Gabe quando hai saputo della sparatoria?”

“Sì. Stavo impazzendo, ti immaginavo su un letto d’ospedale e immediatamente mi spuntavano gli artigli.”

“E… è vero quello che dice Theo riguardo al come hai fatto a fermarti?”

Liam non rispose, ma si limitò a guardare Mason con lo sguardo corrucciato.

“Lo sai che significa se Theo ha la capacità di farti ritrovare la calma?”

Ed ecco che, all’improvviso, si ritrovava direttamente alla rivelazione scioccante di fine puntata di una puntata di una soap opera che sua madre guardava mentre lavava i piatti in cucina. Il protagonista si rende conto di essere innegabilmente ed inevitabilmente legato a quello che fino ad allora era stato classificato come “il cattivo”.

“Purtroppo credo di sì.”

Mason rise, divertito dall’espressione dell’amico. “Dai, Liam non è mica la fine del mondo!”

“Oh no, hai ragione. Avere Theo Raeken come ancora è molto peggio della fine del mondo!”



Note dell’autrice
Sì beh, come sempre da un mese a questa parte, sto leggermente in fissa. Il che vuol dire che non riesco a pensare/parlare/scrivere di altro se non Teen Wolf. Son problemi seri, anche perché la mia connessione internet lunedì ha deciso per l’appunto di abbandonarmi ed io stavo seriamente entrando in astinenza dalla nuova puntata.
Tralasciando l’altra storia che sto scrivendo che non vede la fine e che forse non pubblicherò mai, oggi mi sono finalmente decisa a rendere pubblica questa… roba, scaturita dalla visione del trailer della prossima puntata. E dalla lettura delle numerose teorie che circolano su tumbrl su Theo e Liam.
Lo confesso, non credo che la Thiam come romance vedrà mai la luce sullo schermo. E sinceramente, per la sottoscritta va bene così. Farei i salti di gioia in ogni caso, ovviamente, sono pur sempre una fangirl dal cuore di panna, ma vedo molto più IC una bromance, almeno nella serie tv.
Detto questo, ringrazio chiunque sia arrivato fin qui, fatemi sapere cosa ne pensate, e ringrazio chiunque abbia pubblicato o pubblicherà una fic su questi personaggi. Se lo avete già fatto, probabilmente vi ho già ringraziato in una recensione (sono impegnata in una battaglia chiamata Recensire tutto quello che non parli di Sterek -non perché non mi piacciano ma perché ce ne sono troppi su questa pagina di EFP, troppi); se avete una mezza idea di farlo, beh, fatelo! Con un po’ di fortuna ci ritroveremo sotto ad una vostra storia se deciderete di pubblicare ;)
Quindi a presto,
Mel

 

 

   
 
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