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Autore: Figlie della Luna    18/06/2009    7 recensioni
– Fanfictions!– esclamò, perplessa ma felicissima, – Marco mi ha fatto scoprire un sito in più... grandioso! Quando ero ragazzina leggevo sempre le storie sui miei anime preferiti –sussurrò, scuotendo allegra i lunghi capelli neri e setosi...
– Eh?– sussultò Tuomas. – Ah, sì, sì... fanfictions! Sai, ne ho scritte un mucchio intorno ai quindici anni… –
– Davvero? – chiese lei, affascinata, sbattendo le ciglia nere. – Su cosa? –
– Ehm, ecco... – balbettò, mentre la distanza tra i loro volti si riduceva pericolosamente, – non ricordo... leggiamo, dai! – esclamò, avvitandosi all'improvviso sulla sedia.
Tarja, piuttosto imbronciata, si rivolse nuovamente al monitor.

Surreale parodia semiseria che, come tutte le parodie, ha un fondo di verità. Perchè Tarja e Tuomas si amano, innegabilmente.
Genere: Romantico, Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trattasi di delirio puro, signore e signori.

In termine tecnico, fangirlaggio.

Tutto è nato grazie ad un’umana invenzione denominata MSN, con cui le sottoscritte Ely & Ely possono comunicare ogni giorno pur abitando in due città diverse e non esattamente vicine.

Più precisamente, tutto è nato da qui:

 

*Cerridwen* [Ocean Soul] scrive:

Chissà se sanno che in giro per il mondo ci sono dei fanatici che scrivono fanfictions su di loro… XD

§ Ely § scrive:

Io credo di sì… avranno qualcuno che gira in rete…

*Cerridwen* [Ocean Soul] scrive:

Pensa… scrivere una fanfiction su di loro che leggono le fic di EFP! XD

§ Ely § scrive:

Noooooo XD Dobbiamo scriverla insieme!

*Cerridwen* [Ocean Soul] scrive:

Sìììììììì! *_*

 

Ecco cosa succede, dunque, quando una fanatica [leggasi Cerridwen] decide di diffondere il verbo e iniziare un’amica [leggasi Ely] al culto dei Nightwish, e del pairing Tuomas/Tarja.

 

Alcune precisazioni:

 

~ Non possiediamo alcun diritto sui Nightwish, su Tarja Turunen o su Marcelo Cabuli, e questa fanfiction non è scritta a scopo di lucro.

~ Tra le fanfictions citate, solo Crownless ed Ever Dream esistono davvero, e sono state scritte rispettivamente da Cerridwen e da Ely. Tutte le altre sono state inventate da noi per non rischiare nessun disguido con le questioni di copyright.

~ Sappiamo che le fanfictions sui Nightwish presenti su EFP sono intorno alla ventina e non centottantasette come diciamo qui, ma concedeteci la licenza poetica.

~ A proposito di licenza poetica, fingete che esista una versione Finlandese – o perlomeno Inglese – di EFP.

~ Ely ringrazia di cuore J.K. Rowling per l’ispirazione nel soprannome di Marcelo.

~ Sappiamo che l'idea di far leggere a due celebri innamorati le fanfictions riguardanti loro è un'idea già utilizzata. Tuttavia non vogliamo plagiare nessuno: abbiamo scritto per puro divertimento, tra tante risate, esclamazioni di commozione [AWWWW!] e specialmente tanta, tantissima autoironia.

 

Buon divertimento e grazie a chiunque legga!

 

Nightwishmaniac Fantasia
Surreale parodia semiseria che, come tutte le parodie, ha un fondo di verità. Perchè Tarja e Tuomas si amano, innegabilmente.


Luglio 2008

 

– Allora, Tarja, ci vediamo stasera? Ti prego, non dirmi di no... ho parlato anche con gli altri, e nessuno di noi sopporta più di tacerti alcuni dettagli che Tuomas non ha inserito nella lettera... –

– NON-PARLARMI-DI-LUI! – strillò Tarja nel cellulare. – Smettila di nominarlo continuamente o ti riattacco in faccia! –

– D'accordo, d'accordo, – replicò Marco, tentando di nascondere un sorrisetto che stava invadendo inevitabile la sua voce. – Però ci si vede, vero? –

– Mh – sbuffò lei, incapace di resistere al suo amico.

Nonostante tutto, le mancava da morire.

– Va bene –.

– Magnifico – rispose lui allegro, – E ricordati... tavolo 13! –

Speriamo non porti sfortuna davvero... pensò lei mentre riattaccava, non sapendo se sentirsi più sollevata o più depressa.

 

– Pronto...? – rispose una voce funerea dall'altra parte del telefono.

– Ehi, Tuom... come stai? – cinguettò Marco anche se conosceva già la risposta.

– Secondo te? – borbottò il tastierista. – Mai stato meglio in vita mia... –

– Dai, amico, non puoi passare la tua vita a deprimerti! – replicò lui in tono un po' compassionevole un po' ironico. – Perché non vieni con me all'Internet Point? Beviamo una birretta e ci facciamo quattro risate... ti farà bene! –

– Umpf... va be' – rispose Tuomas sfinito, guardando l'orologio con aria annoiata. – A che ora? –

– Alle sette e mezza, al tavolo 13 – disse Marco tesissimo. – Dai... ho già prenotato! –

– Ok – bofonchiò l'altro, – A stasera –.

Nel preciso istante in cui Marco percorreva la strada di casa a salti di gioia, Tuomas si gettava di nuovo sul divano.

Ma come diamine fa ad essere sempre così allegro?

 

*

 

Tarja si sedette distratta al tavolo, guardandosi intorno con apprensione.

Marco non si vedeva da nessuna parte.

– Sempre in ritardo… – sbuffò, infastidita, tamburellando nervosamente con le dita sul legno sbreccato.

– Ehm… mi scusi, signorina… –

La voce che l’aveva chiamata aveva una nota familiare, ma Tarja non riuscì a riconoscerla.

– Sì? – si voltò si scatto, e le parole le morirono in gola.

Silenzio di gelo.

– TU! – urlarono all'unisono, sconvolti, e Tarja, il volto infuocato, iniziò a strillare prima che Tuomas potesse aprir bocca.

– TU, tu cosa ci fai qui?! Doveva venire Marco! Come hai potuto ingannarmi così? –

– TU, cosa ci fai qui! Marco mi aveva invitato per tirarmi su di morale e invece trovo te che mi fai stare ancora peggio! –

– NO! Marco ha invitato ME per parlare di qualcosa che tu non hai scritto in quella maledetta lettera! –

– No, no e no! Marco ha invitato me, sette e mezza tavolo 13! QUI! –

– Ripeto che ha invitato me, e ti dirò di più: io non volevo, ma lui mi ha convinta! E adesso… e adesso scopro che è stata tutta una tua idea!  Non ti credevo capace di tanto! –

– E non gridare, ci stanno guardando tutti! – bisbigliò Tuomas, fuori di sé, – Hai perso il senno ultimamente, o sbaglio? –

– E hai anche il coraggio di fingere così… altro che timido e dolce come vuoi far credere! Lo sei solo quando scrivi le tue stupide canzoncine! –

– Stupide canzoncine le MIE?! –

– Sì, proprio così! Romantic only on the paper… TI ODIO! – urlò, scossa dai singhiozzi, mentre colpiva debolmente il petto dell'uomo, i pugni chiusi e lo sguardo velato di lacrime.

Tuomas le afferrò i polsi con forza, attirandola a sé: – Shhh... non fare così... – mormorò con voce più dolce; non aveva mai sopportato di vederla piangere.

– T-Tuomas... non è vero che ti odio... non è vero... – sussurrò, la voce spezzata, liberando le braccia dalla sua stretta e abbracciandolo con impeto.

Per alcuni minuti lui non riuscì a fare altro che stringerla, finché si accorse che tutto il pub aveva gli occhi fissi su di loro. Terrorizzato, la prese per mano e scappò nell'angolo più buio che trovò, vicino ad un computer spento.

La fece sedere accanto a sé e le prese le mani fra le sue: – Tarja, renditi conto... Marco mi ha chiamato davvero! –

– Ma ha chiamato anche me! –

Tacquero e si fissarono, indecisi se scoppiare a ridere o infuriarsi.

– Quell’idiota me la pagherà, Tarja, te lo prometto! –

– E io lo prometto a te! Perché avrebbe voluto farci soffrire così? – domandò, il tono drammatico in chiaro contrasto con i sorrisi che splendevano sui loro volti.

Buttò per aria la sua borsetta alla ricerca del cellulare. Non appena lo trovò, digitò furiosa il numero di Marco e attese.

I segnali acustici si spensero e lasciarono posto a un lungo fruscio.

– Brutto disgraziato che non sei altro, cosa ti è venuto in mente?! Ti sembrano gli scherzi da fare a due amici in questa situazione? Se potessi venire da te ti stritolerei con le mie mani! Razza di idiota! Adesso ti passo Tuomas e te la vedi con lui! –

– Ah – rispose d’un tratto Marco, fingendo sorpresa, – Tuomas è con te? –

Tarja sentì le guance diventarle incandescenti. – Ehm... sì... –

– Passamelo – una risata gorgogliò al di là del cellulare, e Tarja riattaccò.

Entrambi erano diventati rossi come il fuoco.

– Scemo... – mormorò Tuomas, atono.

L'imbarazzo occupò di nuovo la distanza tra di loro, ma il silenzio fu rotto dal cellulare di Tuomas.

– Un messaggio di... Marco? Oddio... non sono sicuro di voler sapere cosa ci abbia

scritto... –

Comunque sbuffò e lo aprì.

– "www.efpfanfic.net" – lesse ad alta voce – "Fate un giro qui, ragazzi. Spero che potrete perdonarmi... dopo. Marco" –.

– Che buffonata! – sbottò Tarja – perchè vorrebbe farci navigare in Internet?! Io non ho tempo, Marcelo mi aspetta a casa... –

Ancora gelo. E il viso di Tuomas iniziò ad assumere una preoccupante tonalità di verde pallido.

– Ehm... comunque... tu ti fideresti? – riprese la cantante, un po' stridula.

Non so – rispose lui, con voce sorda. – Proviamo. –
Improvvisamente, un terribile presentimento invase la mente di Tarja. Forse ad inquetarla era il fatto che probabilmente il marito la aspettava a casa con un randello di legno? Che con la massima probabilità lo stava per tradire? No... ecco!

  Accidenti, non abbiamo la password! Dobbiamo comprarla! –

– E adesso come facciamo?– esclamò Tuomas – Non posso mica andare dal padrone a chiedergli un'ora di Internet... ci riconoscerebbe subito e chissà cosa succederebbe dopo... – aggiunse. Tarja già tremava al solo pensiero di Marcelo che le sbraitava in faccia... ma non si perse d'animo.

– Scusami – disse rivolgendosi a un ragazzino sui dieci anni che passava di lì – scusami, potresti farmi un favore? – chiese sfoderando il suo sorriso più brillante e facendogli scivolare in mano qualche euro. – Potresti andare dal barista e comprare per noi un'ora di Internet? –

Il bambino la squadrò sospettoso per qualche minuto.

– D'accordo, signora – acconsentì infine ed entrambi tirarono un sospiro di sollievo.

– Speriamo bene – sussurrò Tuomas mentre tornava.

Il ragazzino, paziente, consegnò il resto e lo scontrino con la password a Tarja, sempre continuando ad osservarla.

– Grazie mille – fece lei sorridendo raggiante. Ma lui non se ne andava.

– Caro, c'è qualcosa che non va? –
– Mi scusi... – balbettò timido lui – ma lei è Tarja Turunen? –

Il sorriso smagliante di lei rimase congelato.

– Sa, mia madre è una sua grande fan... del suo gruppo... –
– Oh, no, caro – mentì lei con una risatina, mentre Tuomas nascondeva il proprio volto con il fitto cespuglio di capelli. – Me lo chiedono sempre tutti... non sono io, è solo che le somiglio tanto! –

– Ah, capisco... scusi– mormorò deluso e trotterellò via.
– Uff... che spavento! – sospirò Tuomas imbarazzato, asciugandosi la fronte imperlata di sudore.

– Ed ora – disse Tarja – vediamo cosa vuole Marco da noi. –

 

*

 

Quando il caricamento finì apparve loro una pagina bianca e azzurra, decorata con immagini esotiche di un mare il cui chiarissimo blu si rifletteva negli occhi di Tuomas... Tarja si riscosse e diede un'occhiata alla home.

– Fanfictions!– esclamò, perplessa ma felicissima, – Marco mi ha fatto scoprire un sito in più... grandioso! Quando ero ragazzina leggevo sempre le storie sui miei anime preferiti –sussurrò, scuotendo allegra i lunghi capelli neri e setosi...

– Eh?– sussultò Tuomas. – Ah, sì, sì... fanfictions! Sai, ne ho scritte un mucchio intorno ai quindici anni… –

– Davvero? – chiese lei, affascinata, sbattendo le ciglia nere. – Su cosa? –

– Ehm, ecco... – balbettò, mentre la distanza tra i loro volti si riduceva pericolosamente,

– non ricordo... leggiamo, dai! – esclamò, avvitandosi all'improvviso sulla sedia.

Tarja, piuttosto imbronciata, si rivolse nuovamente al monitor.

– Cosa leggiamo? – chiese, eccitata come una bambina, mentre lui scorreva le categorie:

 – Anime e Manga… Crossover… Drama… Naruto… Fanfic su attori… fanfic su CANTANTI! – esultò, ma Tarja lo fermò prima che potesse muovere ancora il mouse.

– Dai, Anime e Manga... sono adorabili! – sussurrò accarezzandogli la guancia.

– M-ma ci impiegheremo ore ed ore... – rispose lui, piuttosto intontito, – Meglio

cantanti... –

– Cantanti? – mormorò Tarja fra i suoi capelli, aspirandone l’inebriante profumo. Non riusciva più a separarsi da lui. – Perché cantanti? Secondo te c’è qualcuno che scrive sui Nightwish? – lo provocò, sorridendo appena.

– Per favore… – replicò lui flebilmente.

– Ma poi leggiamo anche Anime e Manga, vero? – ribatté con la sua voce più seducente, e gli sfiorò il collo con le labbra. Dio, quanto le era mancato… Sperò ardentemente che lui stesse al gioco e non la allontanasse, anche se sapeva di non riuscire a resistere ancora a lungo. Il desiderio sopito per troppo tempo le infuocò le gote.

– C-certo, c-come vuoi! – si arrese, la voce sempre più bassa e roca. Con mano tremante, guidò il mouse fino alla scritta “Fanfic su cantanti” e attese che si caricasse la pagina, mentre il cuore palpitava sempre più rapido.

Attirò Tarja ancora più vicina, accarezzandole lievemente la schiena. Avrebbe voluto che quell’istante non finisse mai.

Il computer catturò nuovamente la loro attenzione. Una miriade di altre sotto-sezioni apparve davanti ai loro occhi, ma gli sguardi di entrambi caddero immediatamente su una: Nightwish.

– Ci sono davvero! – strillò Tarja, incredula, allontanandosi leggermente per poter leggere.

– E chi sono quei pazzi che scriverebbero su di noi? – ridacchiò Tuomas; il sorriso però gli si cancellò dal volto non appena lesse il numero di storie.

– Cento... centottantasette?! –

Cliccarono sbalorditi sul nome del gruppo. Ma, se erano rimasti di sasso al numero delle storie, quando lessero le introduzioni quasi caddero dalla sedia.

I due si separarono, leggendo increduli mentre le scorrevano: Tuomas/Tarja… Tuomas/Tarja… Tuomas/Tarja…

Erano costellate da quelle due parole, ancora, ancora e ancora.

– Ehm... Tuom... temo che ci abbiano scoperti... –

Il tastierista abbassò lo sguardo, ancora più rosso in volto.

– E io che avevo preso ogni precauzione perché non si accorgessero! –

Cliccarono una storia dal familiare titolo di "Crownless".

– Ehi, ma in quella canzone non c’è alcun riferimento a noi due! – protestò Tuomas, ma Tarja lo interruppe: – Vediamo. –

  Tuomas/Tarja, – lesse, appena la pagina fu visibile, – Perché, dopo aver letto i testi di alcune canzoni – sia scritte da lui che scritte da lei – credo che non ci sia molto altro da aggiungere. Oh. E meno male che avevi preso ogni precauzione… – ridacchiò, incapace di restare seria, e continuò a leggere.

 

Nel buio, lei era lì.

Lei era lì perché quella notte il suo corpo si era rifiutato di abbandonarsi al sonno.

Lei era lì perché quel suo stesso corpo si era alzato alle quattro del mattino per condurla davanti ai cancelli sbarrati del teatro, stringendo fra le dita un biglietto d’ingresso ottenuto per caso dopo una frenetica ricerca che non avrebbe dovuto compiere.

Lei era lì sotto al palco, schiacciata contro le transenne come una qualunque fanatica – ma lei non era una qualunque fanatica.

Lei era Tarja Turunen, ed era lì, e non sapeva perché.

 

In silenzio, mordendosi le labbra per impedirsi di commentare, proseguirono:

 

Cielo e Ghiaccio. Un istante fugace come il battito che il cuore di Tuomas perse nel vedere quelle iridi argentee scintillare fra il pubblico.

Gli parve di non udire più null’altro che la sua voce – come se il tempo non fosse mai trascorso.

 

– Ma questa è pazza… – commentò Tuomas, perplesso.

– No, perché? Chi ti dice che io non abbia voluto venire a vedete quel concerto? –

– COSA?! –

Tarja sbiancò. Perché non imparava a mordersi la lingua e tacere?

– Scherzavo, Tuom. Era per prendere in giro questa fan in preda a preoccupanti deliri… –

Già. Come no.

Lui le lanciò un’occhiata scettica, riportando l’attenzione sul racconto: – Mh. Andiamo avanti, che forse è meglio… –

 

Tutto il dolore che era cresciuto in lei in quei mesi, strisciante e sinuoso, esplose nel suo cuore all’improvviso come un feroce fendente di una gelida lama, e scorci di ricordi la accecarono – lancinanti lampi di luce livida.

 

La voce di Tarja si fece più flebile.

 

Marcelo, le sue braccia che la stringevano avide e invadenti, la sua voce prima ammaliante, poi furiosa e gracchiante d’ira al telefono, il sospetto nei suoi occhi quando rientrava in casa e lo trovava seduto nell’ingresso ad aspettarla…

Tuomas, le sue mani che le accarezzavano il volto, frementi di passione, la sua voce tremante quando le leggeva per la prima volta il testo di qualche canzone, l’ardente dolcezza del suo sguardo quando posava le sue iridi splendenti su di lei…

 

Con uno scatto, si voltò. Certi fan erano maledettamente intelligenti.

Pregava Tuomas di cambiare storia, ma lui andava avanti imperterrito:

 

Era un incantesimo, illusione fugace di una felicità ritrovata.

Ed entrambi sapevano che non poteva esserci nulla di più dolce di un’illusione.

Perché il quel momento erano insieme. E non chiedevano altro.

Tarja non seppe mai quanto tempo trascorse ancora, né quanto urlò, trascinata dal pubblco in delirio, né quante canzoni cantò a squarciagola fino a perdere la voce – lei, che era la regina di quell’arte.

Nei suoi ricordi sarebbe rimasto, impresso a fuoco, il pulsare nuovamente vivo del sangue nelle sue vene, mentre si lasciava trascinare da quel fiume di emozioni fino a rimanere sospesa fra lucidità e incoscienza.

 

– Tuom… Tuom, basta, per favore. –

– Sono d’accordo. –

Quando udì il click del mouse Tarja finalmente riprese a respirare ad un ritmo regolare, ma i due trasalirono poco dopo trovando una storia intitolata "Ever Dream".
– Eccola. Era ovvio che queste stupidine l'avrebbero usata – balbettò Tarja. – Non potevi stare un po' più attento, Tuom? –
– Ehm... ecco... –
La cantante lasciò perdere e lesse.

Once Upon a Troubadour? pensò. Ma non era in programma! No... sanno che la detesto!

– Ci ha azzeccato... che furbacchiona! – esclamò lui sardonico. Tarja nascose un sorriso e proseguì. Il sorriso però svanì ben presto, ossia quando iniziò a leggere come, secondo questa ragazzina, si era comportata nel bel mezzo di un concerto.
– Oh, no! Mi giro verso di te!? ... Sbaglio il testo... e.... ehm... –
Si schiarì la voce e andò avanti a leggere.


“Stupidi sogni”  bofonchiò, sdraiandosi di nuovo.

– Stupidi sogni? Stupide fan, casomai... – ringhiò Tuomas furioso, cambiando pagina.

In fondo, quel sogno non era affatto stupido... accidenti, perché era solo un sogno? Queste fangirls...

La sua attenzione venne attirata dall’introduzione di un’altra fanfiction, e il suo cuore mancò un battito.

 

Love me – Ultimo capitolo

La attirò a sé con forza e le mormorò sulle labbra...

Tarja, mi ami?

Tuomas/Tarja. Rating arancione per alcune scene.

 

Tarja scoppiò a ridere e Tuomas sbiancò.

– Non è possibile- disse lei con un sorrisetto. -Vediamo un po'! –

 

Tuomas entrò in punta di piedi nella sua camera. Poteva avvertire il respiro tranquillo di lei nell'oscurità. Si richiuse la porta alle spalle.

 

– No, no, no, Tarja, ti scongiuro! – implorò lui disperato. – Non voglio sapere cosa succede lì dentro! –

Lei ridacchiò e continuò a scorrere la pagina in giù, ma non poteva evitare di impallidire a sua volta man mano che andavano avanti nella lettura.

 

Tarja sorrise nel buio.

“Sì”.

 

Tuomas capì al volo che avrebbe commesso un'enorme sciocchezza: nella storia, ma molto probabilmente anche nella realtà, se non fosse riusciti a interrompere il viaggio del suo viso verso quello di lei...

Voltò la testa di scatto e chiuse la finestra.

– Insomma, non ti vergogni? – bofonchiò.

– Te la sei cercata, tesoro... – commentò, ironica. – Dovevi pensarci due volte a scrivere Nymphomaniac Fantasia! –

Prima che avesse il tempo di replicare, notò un titolo molto preoccupante.

– T-Tarja… e questa? –

 

This bitter farewell – Ultimo capitolo

Aprì la porta e si trovò davanti Tuomas, con un'aria sconvolta e una lettera in mano.

“Tarja... io... devo dirti qualcosa”.

 

I due deglutirono a vuoto. Erano arrivati alla fanfiction che temevano.

– Io provo a leggere–  disse lui coraggioso. La cantante non rispose e rimase ad occhi spalancati.

 

Tarja scorreva le righe della lettera con crescente stupore e tristezza.

“Io... mi dispiace...” sussurrò timidamente lui.

 

Si abbandonò all’indietro sulla sedia, gli occhi che bruciavano.

– È… è solo colpa tua se adesso sto così male! – gli gridò, la voce tremante.Gli occhi di entrambi erano diventati pericolosamente lucidi e la povera Tarja si mordeva le labbra per non iniziare a singhiozzare.
-Su, non fare così...- mormorò Tuomas premuroso, accarezzandola.
-Perché mi hai cacciata via? Come hai potuto? Lo sai che è tutta colpa tua!-

Il tastierista la fulminò con lo sguardo.

– Che cosa?! Adesso sarebbe colpa mia se tu hai sposato Marciotto? –

Si morse la lingua, odiandosi. Aveva scatenato un disastro.
Adesso mi maledirà in eterno... non mi vorrà più vedere...
Invece l'espressione furente sul volto di Tarja svanì a poco a poco per lasciare posto a una risata fragorosa che ben presto lo contagiò.

– Marciotto... – disse lei appena trovò fiato sufficiente per parlare – questa te la potevi risparmiare... –

Allungò una mano per dargli uno schiaffo scherzoso.
Ma il movimento si trasformò presto in una carezza...

 

Tarja alzò gli occhi pieni di lacrime dalla lettera e incontrò il suo sguardo.

“Non ci crederò mai. Perché l'hai fatto? Spiegami veramente il motivo...”

Tuomas, perso in quelle iridi chiarissime, non riuscì a rispondere.

 

Ormai da parecchi minuti lo schermo brillava inutile e il mouse giaceva abbandonato.

Erano davvero smarriti l'uno negli occhi dell'altra e ormai non riuscivano più a fermare la forza magnetica che li attirava, sempre più vicini...

 

Invece, si avvicinò a lei e posò le labbra sulle sue.

 

– Tarja... mi spiace per Marciotto, cioé, Marcelo... e, Tarja, ehm… ci potrebbero

vedere… –

– E tu credi… – mormorò lei, a pochi millimetri dalle sue labbra, – Credi che me ne importi qualcosa? –

Nell’istante in cui le loro labbra si sfiorarono, entrambi temettero che fosse l’ennesimo, effimero sogno.

Per troppe notti avevano desiderato quel tocco.

Per troppe notti avevano sentito quel sapore sulla pelle.

La passione crebbe, sempre più profonda, i loro corpi si strinsero frementi; nessuno dei due seppe quanto tempo trascorsero così, abbracciati, persi l’uno nell’altra come da troppo tempo non accadeva, separandosi solo per respirare per poi tuffarsi ancora in quell’oceano ardente.

Dopo qualche minuto – o forse un’ora, un giorno, una vita – qualcosa li fece trasalire. Intorno a loro, il vociare era cresciuto di secondo in secondo, fino a divenire un brusio incessante: decine e decine di occhi li fissavano, adoranti.

Qualcuno iniziò a battere le mani, e presto l’applauso coinvolse tutte le ragazze che erano accorse ad assistere a quella scena su cui avevano fantasticato per anni.

Il rossore infuocò le guance dei due malcapitati, mentre lentamente si voltavano a fronteggiare il loro estasiato pubblico d’eccezione, che sfoggiava orgoglioso sfolgoranti magliette con l’effigie dei Nightwish.

– Ehm… amore, sei sicura che quel ragazzino ti abbia creduto? –

Tarja non riuscì a rispondere, bloccata dalla vergogna e dal terrore.

Deciso a salvarsi da questa pericolosissima situazione, Tuomas si alzò, accompagnato da gridolini isterici e applausi scroscianti.

– Avanti, ragazze... – disse appena i rumori si furono spenti. – Sapete che se raccontaste ciò che è accaduto qui noi saremmo morti, vero? –

Le ragazzine gridarono terrorizzate – NOOOOO! –
– Molto bene – approvò Tuomas sforzandosi di sorridere. – Attenzione, una sola parola e sarà finita l'era degli autografi! –
Un – NOOOO! –  terrorizzato quasi quanto il primo si levò.
– Se invece state zitte... autografi per tutti –  concluse prima che Tarja potesse fulminarlo con lo sguardo.

Questa volta la folla lanciò un vero e proprio urlo di gioia e si avventò sui poverini.

– Ti rendi conto? Ora trascorreremo le prossime due ore a firmare autografi... ed è colpa tua!– sussurrò la cantante infuriata, cercando di destreggiarsi tra penne, tovaglioli e pezzi di carta.

– Ma... quelle seguenti... le passeremo insieme, vero?– azzardò Tuomas, arrossendo di nuovo.

Tarja non poté impedirsi di sorridere.

– Certo –  mormorò. – Ormai Marciotto mi avrà data per morta –.

– Marciotto?–  ridacchiò una ragazza che le stava porgendo carta e penna. – Forte!–

Tarja, sorridendo, si portò un dito alle labbra.

Tanto mi ucciderà lui...

 

~ FINE ~

  
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