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Autore: Red S i n n e r    18/06/2009    2 recensioni
Non si voltò, non lo salutò non lo degnò nemmeno di uno sguardo, quel maledetto sole, quando passò accanto al divano e al suo occupante.
Gettò semplicemente una stecca di cioccolato sul tavolo, accanto alle sigarette.
Il rumore di passi che proseguivano nell'appartamento, e lo sbattere iroso di una porta, attestarono l'uscita di scena di Mello.
Matt chiuse gli occhi, massagiandosi le tempie con entrambe le mani.
Il suo sole capriccioso aveva nuovamente deciso di nascondersi dietro una nuovola passeggera.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Capricious Sun.




I raggi del sole ti illuminano i capelli, ti scaldano.
Sembra quasi ti accarezzino con quell'energiche folate fatte di calore... almeno loro, ti viene da pensare.
Anche se il sole illumina, quello che ti ostini a chiamare appartamento, non riesce a scaldare, veramente, te e il tuo mondo.
Quel sole non ti ama, è capriccioso, vuole essere amato e idolatrato per il calore che regala ma , egoisticamente, si ritira dietro ad una nuovola paseggera proprio quando più ne hai bisogno.
Proprio come in questo momento.
Ti chiedi, fuggevolmente, se anche i suoi capelli sono fatti di sole.
Questo spiegherebbe, almeno in parte, quel suo carattere egoistico ed egocentrico. Perchè tutto deve girare intorno a quei capelli intessuti di fili dorati.
Il mondo intero è obligato a  piegarsi ai suoi voleri e ai suoi capricci, e tutti dovrebbero piangere e disperarsi, appena quei capelli dorati avessero deciso di nascondersi, capricciosi, dietro ad una nuvola.
Ma non era il mondo a piegarsi ai suoi voleri e non era il mondo a disperarsi per le sue lunghe e prolungate assenze.
Era solo lui, semplicemente e solo lui.
Forse non bastava... Ovviamente, non sarebbe bastato per uno come lui.
Ma, in quel sole capriccioso, segnato nel corpo e nell'anima dalla folle rivalità, non credeva nessuno.
E come si può amare qualcosa di capriccioso e instabile, inaffidabile e infantile?
Non si può, concluse il ragazzo dalla strana sfumatura di capelli.
Era sdraiato sul divano, quello stesso ragazzo, e aspettava il ritorno del suo sole capriccioso.
Incapace di fare altro, si costrinse scioccamente a pensare ad altro, convincendosi , con scarsi rusultati, che la sua attenzione non era focalizata sul biondo bensì sul sole.
Sì, il sole che ora lo accarezzava.
Ma non era quel sole che era in grado di scaldarlo e lui continuava, stupidamente, ad aspettare il suo sole personale che, suo, forse non lo sarebbe mai stato.
Il sole , però, sapeva bene che il suo unico suddito era proprio quel ragazzo sdraiato, e lo usava come più lo aggradava.
 Forse la decisione del ragazzo di stragli accanto comunque, divertiva il sole che, oltre ad amare se stesso, amava giocare con i suoi fili dorati spargendoli ovunque e non sempre su quello sciocco ragazzo.
Sadicamente, osservava in disparte il ragazzo annichilirsi e ranicchairsi in un angolo, alla ricerca di calore, del suo calore, e gliene concedeva un poco.
Giusto un minuscolo assaggio e poi, con una risata divertita, gli toglieva anche quello.
Giocava, quel sole capriccioso amava giocare. e giocare con il suo suddito così devoto e fedele tingeva di nuovi e brillanti colori quel suo folle gioco.
Che volesse primeggiare con lui per dimostare, e dimostrarsi, di arrivare finalmente primo in qualcosa?
Forse, ma chi può dirlo con certezza?
All'esterno, il sole splende di gloria e fierezza ma, all'interno, continua lentamente a bruciare e Mello, il fuoco, l'aveva già sperimentato.
L'aveva odiato e ora lo temeva.

Il rumore  del chiavistello della porta ruppe il filo dei pensieri di Matt.
Pensieri piuttosto contorti a dirla tutta, intessuti di fili dorati che sapevano di carezze, e dal ricordo di un sole che non scaldava mai abbastanza.
Il rumore di passi attestò la sua presenza e la comparsa di una chioma dorata fugò ogni dubbio. Era tornato.
Non si voltò, non lo salutò non lo degnò nemmeno di uno sguardo, quel maledetto sole, quando passò accanto al divano e al suo occupante.
Gettò semplicemente una stecca di cioccolato sul tavolo, accanto alle sigarette.
Il rumore di passi che proseguivano nell'appartamento, e lo sbattere iroso di una porta attestarono l'uscita di scena di Mello.
Matt chiuse gli occhi, massagiandosi le tempie con entrambe le mani.
Il suo sole cappriccioso aveva nuovamente deciso di nascondersi dietro una nuovola passeggera.   
***  

Ti chiedevi tante cose, sdraiato su quel letto ancora caldo. Le domade ti affollavano la testa ma le risposte tardavano ad arrivare.
Ed eri stanco, vero?
Stanco di tutto quel continuo aspettare, stanco di vederlo andarsene via senza la forza di fermarlo e con la paura che, se l'avessi fatto, lui ti avrebbe riso in faccia.
Quanta tristezza è passata in quei tuoi occhi Matt?
Ti chiedi se ne è valsa la pena e non sai trovare la risposta. O forse la conosci ma vuoi far finta di nulla?
Chissà.
Gli hai dato senza indugio ogni cosa: dal tuo copo al tuo portafogli dalla A alla Z. Ti chiedi cosa provi lui, ti chiedi cosa senta per te.
Ma è una domanda troppo difficile e, sarebbe troppo difficile porla a quel sole maledetto, che, probabilmente, si divertirebbe a stuzziacarti, per il semplice gusto di vederti soffrire.
In un attimo ti cade tutto addoso, tutto il peso e il dolore per essere stato l'unico suddito di quel sole capriccioso, ti cade tutto addosso e, quel tutto,  pesa da morire.
E fa male, dannatamente male.
Tutto a un tratto realizzi che, forse, sarebbe stato meglio non incontrarlo.
Sarebe stato più utile, per te, non diventargli amico e non seguirlo ovunque come un fedele cane.
Sarebbe stato meglio se non l'avessi mai aiutato, e, se lo avessi ignorato come il resto del mondo, sarebbe stato ancora meglio.

Perchè nulla può placare l'ira di un sole ignorato e tu lo sai.  




E se non fosse mai esistito?   
Se non fosse mai esistito non avresti mai avuto dolori e problemi.
La rivelazione ti naque improvvisa e, figlia della sorpresa, ti fece spalancare gli occhi.    
In un lampo desiderasti intensamente che lui non fosse mai nato, mai esistito, mai vissuto.
Sentisti gli occhi pungere in un disperato tentativo di esternarla, tutta quella tristezza, nascosta in quei tuoi occhi verdi.

Punsero forte e amaramente i suoi occhi, per un attimo vide sfocati i contorni delle cose ma poi tutto cessò.
Le lacrime non caddero, non caddero mai, e si trattenne dal gridare e dal fuggire, perchè lo sapeva.
Sapeva che, anche se quel sole non fosse mai esistito,  avrebbe finito per sentire la sua mancanza.    
Era un sole capriccioso, che non scaldava mai pienamente e che amava giocare con lui, ma nulla come quel sole riempiva le sue giornate.
Per questo le lacrime non caddero mai, per questo rimaneva calmo e tranquillo anche quando tutto il suo essere urlava attenzioni verso quel'egocentrco sole.
Poteva sopportare la tristezza se avesse avuto in cambio la sua presenza, ma non era sicuro di saper affrontare la vita con nel cuore la sua assenza.
E rise, rise piano, mettendosi una mano sul volto.
Maledetto sole capriccioso.
Di nuovo il rumore del chiavistello, di nuovo il rumore di passi.
Di nuovo lui.
Ascoltò i  passi con attenzione, Matt, e li sentì sicuri e sempre più forti. Si stava avvicinando.
Mello spalancò la porta, osservando Matt, sdraito sul letto in modo scomposto, il petto nudo era coperto dal lenzuolo bianco che, a tratti, lasciava scoperte anche le gambe.
Lo sguardo del suo sole era carico di urgenza e Matt sapeva che questa aveva bisogno del suo corpo e accolse la notizia con un sorriso.
Sarebbe stato felice, ogni qual volta il suo sole capriccioso avesse voluto amarlo, anche a costo e a rischio di farsi bruciare, era ugualmente felice.
Tra un bacio e l'altro, pensò improvvisamente che quel pensiero -così melenso- lo faceva assomigliare ad una ragazzaina alle prese con la sua prima cotta. 
Questo gli fece arricciare le labbra subito riacciuffate da un più che affamato Mello.
Il secondo pensiero fu che non gliene importava un emerito cazzo.
Il terzo e, ultimo pensiero, fu dedicato a quella sigaretta accesa che si consumava lentamente vicino alla cioccolata la quale , condividendo appieno la sua lentezza, si scioglieva a poco a poco al sole.
Poi -semplicemente- smise di pensare, lasciandosi trasportare dal colore assuefante del suo ,personale, sole capriccioso.
*



Note della Red: Ahem, sono emozionata. XD E' la prima Fanfiction che scrivo su Mello e Matt ed è anche la mia prima Fanfiction Yaoi/shonen-ai!
Sono tremendamente sconvolta, giuro. .___.
Spero che vi sia piaciuta quest mio primo tentativio di MattxMello. Ci tengo a dire che non conosco quasi affatto il carattere di Matt. Nell'anime non si vede quasi mai [ç__ç] e nel manga non l'ho ancora incontrato. [Sto comprando l'edizione gold ed il 10° non è ancora uscito. >.>]
Grazie a KaDe e a SoRrOw PoEtEsS per aver commentato la mia primissima Fic in questo fandom. *-*
Questa piccola Shot la vorrei dedicare proprio alla cara Isa [SoRrOw PoEtEsS], che mi spiazza sempre con i suoi complimenti.
Una promessa è una promessa, dear! XD

Alla prossima!

Red
   
 
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