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Autore: Due Di Picche    17/09/2017    2 recensioni
// SCALIA ♥
I due si fissarono per un lungo istante, l’uno negli occhi dell’altra, c’era ancora quell'odore strano intorno a loro, qualcosa di animale che entrambi percepivano molto bene. Malia lo leggeva negli occhi di Scott, pure lui sentiva quell'istinto, quel qualcosa di animale che poteva prendere il sopravvento in ogni momento e portarli a strapparsi i vestiti di dosso a vicenda.
[...]
«Scott.» sussurrò Malia quando iniziò il lento successivo. Continuarono a ballare.
«Si?» rispose lui. Il suo respiro caldo le arrivò all’orecchio.
«Lo senti anche tu, non è vero?»
«Si.» un si di resa.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Malia Hale, Scott McCall
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
Desiderio

 
Perché faceva così caldo? Mentre Malia e Scott attraversavano i corridoi della scuola per raggiungere la palestra, un silenzio imbarazzante dominava la scena. Quel contatto in moto non aveva fatto bene a nessuno dei due e lo sguardo sconcertato di Stiles e Lydia non fece che peggiorare la situazione. Qualcosa non andava, ed era evidente non solo ai loro occhi ma anche a quelli degli altri.
«Cosa vi è successo?» chiese Stiles guardando sorpreso le condizioni in cui erano i suoi amici: Scott aveva la cravatta allentata e i primi bottini della camicia slacciati; Malia, i capelli tutti spettinati e la gonna del vestito spiegazzata.
Lydia dietro di lui, avvolta in un sfavillante abito argento, simulò due colpi di tosse per poi prendere  parola «Non dirmi Scott che l’hai portata in moto? Sai quanto tempo ci ho messo per acconciarle i capelli?»
«Non avevo alternative.» si giustificò l’alfa cercando di darsi una sistemata, un contegno, allontanandosi di qualche passo da Malia.
«Potevi avvertirci, in jeep ci si stava tutti e quattro.»
«Lydia, non è un problema.» Malia cercò di sistemarsi i capelli da sola prima che l’amica le scacciasse le mani per intervenire.
«Si che è un problema, e anche le tue scarpe sono un problema. Che fine hanno fatto i tacchi?»
«Ho deciso di non metterli.»
«Non vi si può lasciare soli un momento voi due.» li ammonì entrambi la banshee corrugando la fronte.
Meno male che Stiles intervenne per calmarla. Il suo ragazzo la allontanò da Malia e le appoggiò le mani sulle spalle. «Ora tranquillizzati. Non mi sembra tragica la situazione, abbiamo visto di peggio.»
«Ma sono i nostri ultimi giorni di scuola. È il nostro ultimo Ballo di fine anno. Beacon Hills è tranquilla. Vorrei solo che tutto fosse perfetto.» mugugnò Lydia perdendosi nel suo sguardo, tra il sollievo e la sicurezza che solo Stiles sapeva trasmetterle.
Lui le schioccò un bacio sulla guancia. «È tutto perfetto. Io sono con te di nuovo al Ballo, tu sei bellissima e siamo insieme ai nostri migliori amici. Poi, quando mai Scott ha usato la macchina? Ha sempre sfruttato quella degli altri. E Malia piuttosto che tacchi sarebbe più a suo agio scalza, quindi è tutto fin  troppo normale.»
Alla fine la ragazza dai boccoli rossi sospirò e si calmò. Voltandosi verso i suoi amici disse «Divertiamoci, questo e il nostro ultimo Ballo.» ma due ciuffi troppo ribelli di Malia la obbligarono a intervenire solo un attimo, giusto il tempo di sistemale qualche forcina.
Stiles di soppiatto si avvicinò a Scott scoccandogli un’occhiata confusa. «Tutto bene?»
L’alfa non capiva il perché di quella domanda ma annuì. Il suo migliore amico poi abbassò la voce e gli sussurrò «Mi sono un attimo sorpreso a vedervi arrivare in quelle condizioni, sembravate due che si sono appena appartati per fare certe cose.»
Scott lo fisso stupito. Davvero avevano dato quell’impressione così esplicita? «Non è successo niente. Ma ti pare? Io e Malia?» si giustificò immediatamente ridacchiando al solo pensarci. Anche se non c’era molto da ridere.
«Bene, meglio così. E che avevi la camicia un po’ aperta, lei spettinata, tutti e due accaldati e con il fiatone ... »
«Stiles.» lo richiamò Scott facendo il modo che smettesse di parlare. Non aveva intenzione si sentire le fantasie che il suo migliore amico si stava facendo su di loro, gli bastavano quelle che si era fatto su Malia durante tutto il viaggio in moto.
Stiles capì l’antifona «Va bene, la smetto.»

 
Quando tutti e quattro varcarono la soglia della palestra, si ritrovarono catapultati in un’atmosfera scintillante, fatta di luci soffuse, stelle filanti e palloncini bianchi e rossi ovunque. Era magico quell’ultimo Ballo. Lydia trascinò subito il gruppo verso il set fotografico per immortalare quel momento, era quella più elettrizzata per la festa, di un’allegria contagiosa.
Com’era prevedibile Stiles invitò Lydia a ballare, e lei non se lo fece ripetere due volte a gettarsi nella mischia, a crearsi un indelebile ricordo degli ultimi giorni di scuola con il ragazzo che amava.
Malia per non pensare ad altro, si buttò sul buffet per poi sedersi ad un tavolo a gustarsi il bottino e la bella atmosfera che la circondava. Non era esattamente l’ambiente adatto a lei, ma vedere a scuola di Beacon Hills così tranquilla le faceva piacere, la metteva di buon umore.
La musica che suonava la band dal vivo cambiò più volte ritmo, fino a quanto si fece particolarmente lenta. Molte coppie si precipitavano in pista avvinghiate l’un l’altra dondolando sul posto.
Una mano si tese davanti a lei, e quando Malia alzò gli occhi incrociò quelli scuri e profondi di Scott accompagnati da un sorriso gentile. «Vuoi ballare?» la invitò.
Voleva accettare, lo voleva fare davvero. Cercò di trattenersi. «Non so ballare.»
«Dai, un lento lo sanno ballare tutti. E poi è il tuo unico Ballo quindi devi per forza ballare.»
«Oppure devi per forza farmi ballare sennò Lydia ti ucciderà?»
«Non centra Lydia. Voglio che ti diverta e che balli, sennò che cavaliere sarei.» e Scott era il cavaliere che ogni ragazza sognava e non avrebbe mai lasciato la sua dama ad annoiarsi al tavolo.
«Non penso che sia una buona idea ballare insieme.» puntualizzò Malia alzandosi ma senza afferrargli la mano. Era sicura che l’alfa avrebbe compreso il significato di quella frase, perché era certa che sentisse pure lui quell’impulso, quella voglia, quel desiderio.
Scott la prese per mano invitandola a camminare verso la pista da ballo. «Non lo so nemmeno io, ma facciamo un test.» e già quel contatto, palmo contro palmo, poteva confermare che il test era superato.
Si ritrovarono così ai lati della pista da ballo, l’uno di fronte all’altra. Malia si guardava attorno, per capire cosa fare, come muoversi e dove mettere le mani. Avrebbe messo le mani ovunque addosso a Scott.
L’alfa fece la prima mossa, le appoggiò le mani sui fianchi avvicinandola un po’ a se. Malia fu sorpresa da quel contatto, da quelle mani salde appoggiate in una zona così intima, ma non disse niente e seguì le istruzioni di lui quando la invitò a mettergli le braccia attorno al collo.
Lei gli mise le mani sulle spalle senza avvinarsi troppo. «Così?»
«Magari un po’ più vicini.» la incitò il ragazzo lupo. E lei non se lo fece ripete due volte. Le bastò un passo più lungo e si ritrovarono corpo contro corpo, Scott ad avvolgerle la vita e Malia ben aggrappata al suo collo. «Così è anche troppo, Malia.» sussurrò lui quasi senza fiato per quel contatto.
«Ah, scusa.» si ricompose facendo mezzo passo indietro.
«Non importa. Ora ondeggia e in qualche modo ti guido io.»
«In qualche modo?»
«Non ho mai detto di essere un ballerino esperto, ma non è difficile condurre un lento.» e Malia si lasciò cullare dai movimenti di Scott. Anche se erano movimenti lievi e lenti, per Malia era sempre il primo ballo di coppia della sua vita, quindi fu inevitabile calpestargli qualche volta i piedi. Piano piano però entrarono in sintonia e il tutto diventò piacevole, mentre loro sempre più vicini, e sempre più avvinghiati.
«Scott.» sussurrò Malia quando iniziò il lento successivo. Continuarono a ballare.
«Si?» rispose lui. Il suo respiro caldo le arrivò all’orecchio.
«Lo senti anche tu, non è vero?»
«Si.» un sì che dichiarava resa.
«Sai, lo vorrei davvero tanto. Il mio corpo lo vuole tanto.»
«Anche il mio, anche in questo momento.» era sottointeso cosa.
«Ma è meglio di no, giusto?»
«No, meglio di no.»
«Potremmo rovinare tante cose per uno stupido istinto.»
«Può darsi.» ipotesi. Non negò.
«Odio il mio lato animale in questo momento. Non sai cosa ti farei.»
«E meglio che non immagini cosa ti farei io.» non la aiutava.
«Scott. Sto arrivando al limite, possiamo uscire a prendere una boccata d’aria?» ansimò Malia in modo quasi esasperato, un lamento tra il dolore e il piacere. Le bruciavano i fianchi, le bruciava il ventre, le bruciava chissà quale altra parte del corpo. Ballare un lento era stata una pessima idea, come andare al Ballo insieme d’altronde. 
Fecero un passo indietro, presero le distanze, sciolsero ogni forma di contatto e si guardarono negli occhi. Occhi blu per lei. Occhi rossi per lui. Pregarono entrambi che nessuno notasse quel dettaglio.
Malia sospirò e per poco un ringhio frustrato non le uscì dalla bocca, si morse un labbro per trattenerlo. Scott si rese conto dello stato pericoloso in cui era la ragazza coyote, non che lui fosse messo meglio, ma lei era più istintiva in tutto quello che faceva e quindi più incontrollabile di lui in quella situazione. L’alfa la afferrò per un polso e la trascinò fuori dalla palestra, via dal Ballo. Concesse solo quel contatto tra loro, era necessario per portare entrambi via da quella situazione.
 

Corsero vero l’esterno della scuola, verso il campo di lacrosse, poi oltre, verso il bosco. Il più lontano possibile da occhi indiscreti e da qualsiasi umano. Scott si chiese se avessero sbagliato a isolarsi da soli in mezzo al nulla. Era più facile controllare gli istinti con altre persone attorno, e stare da solo con Malia non era esattamente la soluzione migliore. Né per lui né per lei. Avrebbe voluto slacciarsi i pantaloni del completo, si erano fatti decisamente stretti, ma alla fine decise di allentarsi la cravatta.
La ragazza coyote, appoggiata contro un albero percepì quel movimento, capì cosa stava per fare e lo fermò. «Non toglierti la cravatta. È da tutta la sera che voglio farlo io.»
«Ok, non lo farò se questo può aiutarti a stare tranquilla.»
«Per stare davvero tranquilla dovrei sfogare questo dannato desiderio sessuale che ho nei tuoi confronti.»
«Sono nella tua stessa situazione.»
«Da quanto abbiamo perfino questi effetti collaterali noi mannari?»
«Non lo so, Malia. Va avanti da un po’ e domani con l’arrivo della luna piena sarà molto peggio. Magari passa, magari no.» non era di conforto.
Malia alzò gli occhi al cielo notturno. «Bisogna trovare una soluzione.» fece dei bei respiri profondi facendo entrare l’aria nei polmoni. «Non voglio fare solo sesso con te.»
Scott osservò attentamente l’alzarsi e l’abbassarsi del petto di Malia, avrebbe dovuto distrarsi non pensare perennemente a come toglierle quel vestito, e cosa peggiore sapeva già cosa aspettarsi sotto tutto. «Sarebbe sesso, sarebbe solo sesso. Tutto ciò è solo istinto.»
«Non vorrai …»
«Si, lo vorrei e lo vorresti pure tu. Ma non lo faremo.» il tono di Scott si fece più controllato. «Non rovineremo niente solo per istinto. Abbiamo imparato a controllarci e lo faremmo anche sta volta.»
Malia si lasciò andare contro l’albero, le gambe le cedettero accasciandosi a terra. Le movenze della ragazza coyote come al solito erano tutto tranne che femminili perfino quando si trattava di sedersi. Scott la rimproverò. «Malia, hai un vestito. Io non mi slaccio la cravatta a patto che tu chiuda le gambe.» la ragazza si accigliò e cercò di ricomporsi ma il tulle era particolarmente scomodo e voluminoso e continuava ad alzarsi. Esasperato da quella situazione sempre più critica decise di sfilarsi la giacca e di appoggiarla, come una coperta, sulle lunghe gambe di lei.
«Pensi di aver risolto qualcosa?» chiese Malia sistemandosi meglio la giacca-coperta.
«Ho cercato di eliminare almeno la fantasia dove ti alzo la gonna.»
La ragazza arrossì al solo pensarci, non era difficile da immaginare la scena. Ora che osservava Scott solo con la camicia bianca non era nemmeno difficile immaginare i lineamenti dei suoi muscoli sodi, gli stava decisamente troppo aderente, tesa nei punti giusti e forse anche facile da strappare.
Malia provò a pensare alla sua ancora. Alla voce di Stiles che la aiutava a controllarsi, che le diceva che comportarsi come un animale era sbagliato, perché lei non era quello, lei era una persona. Tutto quel pensare non le attenuò troppo il desiderio ma fece emergere un’altra parte di lei, quella da coyote, quella primordiale. La mente di Malia cominciò a correre nel bosco, a cacciare, a sopravvivere, a trovare rifugio. Immaginarsi in forma animale le diede modo di porre un freno agli istinti sessuali.
Forma animale. Coyote. Tornare ad essere un coyote.
«Forse ho trovato un modo, Scott.»
Il ragazzo lupo si voltò verso di lei piuttosto sorpreso da quella affermazione le si accucciò di fronte interessato. «E quale sarebbe?»
«E se mi trasformassi in un coyote? Solo per tre giorni, solo per la luna piena.» propose Malia con il tono più controllato possibile. Voleva dare una spiegazione sensata e non sembrare la solita ragazza avventata.
«Perché?»
«Potrei far cedere al mio corpo alla mutazione aiutato dall’arrivo della luna piena, così tutti i miei istinti animali importanti prenderebbero il sopravvento su quello dell’accoppiamento.»
«E se incontri un coyote maschio?» e una punta di gelosia lo colse di sorpresa al solo pensare la sua ragazza coyote del suo branco con un altro, umano o animale che sia.
«Io mio istinto vuole il mio alfa, il mio capobranco non altri. Ora come ora sarei disposta perfino a lottare con un’altra ragazza per averti.» ogni volta che Malia parlava di comportamenti animali lo faceva con una disinvoltura ovvia e naturale.
A Scott faceva piacere che quel desiderio di possesso fosse reciproco, ma obbligare Malia a trasformarsi per risolvere la situazione non gli andava a genio. «Non mi piace l’idea che ti trasformi in un coyote. Se ti succedesse qualcosa non potrei fare niente.» Era pur sempre parte del suo branco, una sua responsabilità. La sua ragazza coyote. «Non potrei proteggerti.»
«Ma se continuiamo così non possiamo proteggere noi stessi da questo istinto.»
«E se la trasformazione non cambiasse niente?»
«Al massimo mi trovi nuda nel tuo letto domani.» e a Scott non sarebbe di certo dispiaciuto. «Ma sono abbastanza sicura che funzionerà. L’istinto di sopravvivenza, di caccia, di libertà, prenderà il sopravvento. Tu sei più bravo a controllarti con la luna piena, io no. Tu puoi superarlo, io no.» io non riesco più a resistere. L’odore tra loro stava diventando troppo forte, il desiderio di Malia troppo ardente.
«Continua a non piacermi l’idea. Se potessi fare qualcosa per te, qualcosa di diverso … »
«Ma non puoi questa volta, tu sei il mio problema e più ti ho attorno e peggio è, e viceversa. Davvero, voglio liberarmi di questo istinto nei tuoi confronti non voglio complicare le cose.»
«Io nemmeno voglio complicarle, vorrei che tutto tornasse normale tra di noi.»
«Quindi ho prendiamo le distanze e cerchiamo di controllarsi, ognuno a modo suo, oppure facciamo sesso.»
Malia e Scott dopo quell’ultima frase, dopo quell’ultima parola si guardarono in silenzio come se stessero valutando davvero di risolverla nella maniera più comoda e veloce: il sesso. Tutti e due lo volevano, ma entrambi sapevano che non era giusto assecondare tutto ciò. Non ancora.
Fu l’alfa a rompere l’atmosfera avvicinando un po’ il viso verso il suo in modo pericoloso. «Promettimi che non ucciderai nessuno, non ti allontanerai tanto e che tra tre giorni sarai di nuovo qui.»
Lei sorrise, quella frase voleva dire che le lasciava carta bianca. Però anche lei voleva qualcosa da lui. «E tu promettimi che sarai qui ad aspettarmi e che se avrò problemi per mutare forma mi darai una mano.»
«Ci sarò, sono il tuo alfa.» rispose Scott, accettando finalmente l’idea che separarsi fosse la soluzione migliore, doveva fidarsi di Malia.
«E io faccio parte del tuo branco, quindi tornerò.» lo rassicurò lei.
Si alzarono in piedi, consci che quella decisione fosse l’unica soluzione. Non la migliore. L’unica. Stare lontani, reprimere il desiderio sessuale, dovevano farlo per non cambiare le cose. Per non incasinare le cose.
Malia si innumidì le labbra pensierosa continuando a perdersi nello sguardo intenso di Scott. Aveva un’ultima richiesta, una favore per facilitare la mutazione del suo corpo che solo l’alfa lì in quel momento avrebbe potuto esaudire.
Consapevole che tutto ciò avrebbe messo a dura prova il loro desiderio di accoppiamento chiese «Potresti aprirmi il vestito?» sentì immediatamente le guance avvampare e l’espressione di Scott non la aiutò. «Non fare quella faccia, non riesco ad aprirlo da sola e durante la mutazione potrebbe rovinarsi o lacerarsi.»
Quello che Malia non sapeva era che Scott non aveva pensato ad altro per tutta la sera, quindi gli offrirà sul piatto d’argento la sua fantasia e l’alfa pregò con tutto se stesso di trattenersi. Gli occhi gli divennero rossi quando Malia si votò di schiena. Il mistero era risolto: il vestito si slacciava da dietro.
Il ragazzo lupo si avvicinò a lei. Osservò prima la base del collo reclinata leggermente vero avanti, poi le spalle nude ricurve. La pelle. L’odore. Il desiderio. Trovò la cerniera dell’abito e la afferrò con delicatezza tra le dita. Fece un bel respiro profondo che andò a schiantarsi contro la pelle di Malia. Gli occhi della ragazza divennero blu, i denti cominciarono ad allungarsi facendo fuoriuscire un lamento esasperato che invitava il suo alfa a continuare il più in fretta possibile. Ma lui decise di prendersi quell’attimo.
Scott abbassò la zip. Piano. Controllandosi alla vista della schiena sempre più nuda dell’amica. Sempre. Più. Nuda. La zip sembrava non finire mai. Il momento sembrava non finire mai. Né per lui né per lei. Una tortura.
La cerniera arrivò a destinazione e anche gli occhi di Scott. Tutti e due si fermarono in fondo alla schiena e oltre, lasciando intravedere il bordo delle mutande. Un rantolo eccitato gli uscì dalla gola.
Malia si voltò. Occhi azzurri, zanne e artigli. Il suo controllo stava arrivando alla resa: o il sesso o la mutazione. E il suo corpo stava puntando sulla seconda.
«Grazie.» balbettò la ragazza respirando per l’ultima volta quell’atmosfera, concedendosi per l’ultima volta a quell’odore di maschio alfa.
Scott le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Voleva il contatto. Voleva lei. Decise di affidare tutti i suoi desideri in quell’ultimo gesto. Le regalò il suo sorriso più dolce e rassicurante. «Ti aspetto.» e si voltò.
Malia lasciò andare il vestito, il controllo, Scott. Il coyote che c'era in lei prese forma.
 

Quando l’alfa si voltò Malia non c’era più. Al suo posto un coyote stava cominciando a correre immergendosi nell’oscurità del fitto bosco. Scott finalmente riuscì a respirare, l’atmosfera carica di desiderio sessuale si stava dissolvendo come l’odore di Malia presente solo sui vestiti che aveva lasciato per terra. Per la prima volta dopo anni, Scott si rese conto che stava per perdere il controllo, gli sarebbe bastato davvero poco. Poco. Quante cose ancora c’erano da scoprire sull’essere un lupo mannaro?
Tornando verso la scuola, si accorse della presenza di Lydia e Stiles all’ingresso principale. I due suoi amici si stavano guardando attorno, sicuramente li stavano cercando. Stiles fu il primo a individuare Scott «Si può sapere dove eravate?» poi il suo migliore amico notò gli indumenti che teneva in mano: vestito rosa, scarponcini, mutande. «Hai tutti i vestiti di Malia in mano, ma lei dov’è? Perché è senza mutande?»
Lydia si parò davanti al suo ragazzo e fissò Scott con una certa sicurezza. «Lo avete fatto?»
«Cosa dovevano fare?» Stiles non sapeva, ma la banshee sì, e l’alfa lo intuì dal suo sguardo. Malia doveva averle confidato i problemi.
«Vi siete sfogati?» chiese ancora la ragazza dai boccoli rossi.
Stiles non ci stava capendo niente. «Cosa dovevano sfogare? Qualcuno vuole darmi una spiegazione.»
Scott però si rivolse a Lydia. «Non abbiamo fatto niente. Abbiamo deciso di stare separati per qualche giorno. Malia era allo stremo e ha deciso di prendersi qualche giorno in giro per i boschi.»
«Nuda per i boschi?» chiese ancora Stiles con aria sempre più sconcertata.
Lydia invece intuì il vero significato della frase si Scott, e sembrò soddisfatta della risoluzione della faccenda. Prese dalle mani dell’alfa gli indumenti dell’amica, li avrebbe custoditi lei, poi i suoi occhioni squadrarono per bene i due ragazzi e disse «Ora Scott spiega a Stiles le tue frustrazioni sessuali verso Malia.»
La bocca di Stiles si spalancò incredula da ciò che aveva appena detto la sua ragazza. Gli ci volle un po’ prima di comporre una frase sensata da dire al suo migliore amico. «Che cosa avete fatto tu e Malia?!»




***
2♠
Il capitolo è venuto lungo, decisamente molto lungo, e io sarei andata avanti per ore a scrivere scene Scalia di tensione sessuale e pensieri impuri senza farli arrivare ad una conclusione concreta. Ma il mio scopo era non arrivare alla conclusione concreta perché per quella ci vuole la 6B. E poi non volevo torturarvi ancora tenendovi sulle spine con scenette imbarazzanti che non avrebbe portato a nulla (anche se sarebbero state divertenti!)
Ma la storia è finita? A dire il vero a metà settimana farò uscire l’epilogo, così vediamo se e come questi due hanno superato l’istinto dell’accoppiamento.
Vi ringrazio ancora per essere arrivati fino a qui, e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che vi siate divertiti a leggerla quanto io mi sono divertita a scriverla!
Ho aggiunto anche un piccolo assaggio di Stydia, perché gli Stydia sono d'obbligo ♥
   
 
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