Ringrazio
anche solo chi legge.
Tony
è un mio Oc.
INSIEME
AL BALLO
Tony
deglutì rumorosamente e si avvicinò
a Takeshi, passandosi la mano tra i capelli. Si scompigliò
le ciocche azzurre e
sospirò rumorosamente.
“S-sai…”.
Iniziò a dire.
“Yo,
che bello vederti. Tu sei il
migliore amico di Genkishi, vero?” domandò.
Tony
arrossì e annuì.
“E-esatto.
Sai, essendo stato un anno in
coma…”. Iniziò.
“Ti
ha risvegliato Byakuran, vero? The,
deve essere stato terribile” sussurrò Yamamoto.
Piegò di lato il capo. “Sei
pallido, sicuro di esserti rimesso?” domandò
Takeshi, con tono gentile.
“…
ho perso un anno. Quindi avrò
quest’anno il ballo di fine anno. E volevo
chiederti…” biascicò Tony.
“Casa
mia, alle otto. Però sappi che mi
vestirò da dama” lo interruppe Takeshi, dandogli
un bacio sulla guancia.
Tony
ridacchiò, se la massaggiò e si
mordicchiò
il labbro.
“E
cosa ne pensa la tua ragazza?!”
gridò.
Takeshi
alzò una mano e dimenò le dita,
salutandolo.
“Che
posso avere come amanti tutti i
‘cosini piccoli e carini che voglio’, basta che non
li schiaccio” rispose,
allontanandosi.
Anthony
regolò il respiro.
<
Ci sono riuscito! L’ho invitato!
Non vedo l’ora di dirlo a sorellina Blueball, anche se credo
che ometterò com'é
andata precisamente > pensò. Un rivolo di sudore gli
solcò la guancia.
********
In
piedi davanti allo specchio, Takeshi
lisciava con gesti nervosi le pieghe della gonna del vestito, passando
le dita
tra la stoffa di varie tonalità di blu, bianco e azzurro che
gli ricadevano
come onde sulle gambe. Fece mezzo giro su se stesso osservando il
corpetto
bianco stringergli i fianchi, mentre la parte superiore del vestito, di
un blu
intenso, gli fasciava il petto stretto in modo da sembrare un seno.
Takeshi
passò il dito nel solco formato dai pettorali stretti tra
loso, si ravvivò i
capelli neri e ticchettò sulle lenti a contatto blu persico
che facevano
risaltare i grandi occhi contornati di leggero trucco azzurro.
<
Non che Tony mi prenderebbe in
giro, ma io fossi in lui lo farei > si disse.
Sentì
un paio di colpi di tosse alle sue
spalle. La figura di suo padre su rifletteva nello specchio dietro la
sua
immagine.
Takeshi
sobbalzò, sorrise ampiamente
voltandosi con una mezza giravolta verso di lui.
"Tony
è già alla porta?"
chiese.
"È
sotto. Gli ho offerto del
sushi" rispose Tsuyoshi.
Takeshi
ridacchiò, scosse il capo e si
mordicchiò il labbro, sentendo sotto la lingua il sapore del
rossetto chiaro.
"Che
dici, papà? Mi dona?"
chiese.
Passò
le mani sui fianchi del vestito,
dove il bianco blu del corpetto sfumava nel bianco della parte centrale.
"Divertiti,
ma non esagerare"
rispose Tsuyoshi, uscendo dalla camera.
Takeshi
sorrise, si lasciò nuovamente le
pieghe multicolore del vestito. Uscì dalla stanza e scese le
scale, muovendosi
piano sui tacchi delle scarpe che indossava. Raggiunse il locale,
vedendo Tony,
e sorrise arrossendo appena.
<
Andiamo, è solo un gioco > si
incoraggiò.
Avanzò
tenendo leggermente sollevata la
gonna, raggiunse il ragazzo e sorrise.
"Eccomi"
disse.
Tony
si alzò in piedi di scatto, era
rosso in viso e deglutiva rumorosamente.
"Ho...
ho affittato una
limousine" esalò. Si lisciò le pieghe della
giacca nera del suo completo.
"Sei
una vi-visione" mormorò.
Takeshi
fece un mezzo inchino, gli si
mise di fianco e sorrise.
"Una
dama dev'essere all'altezza
del cavaliere che l' accompagna" disse.
Tony
fece una risata rauca e gli porse
il braccio.
Takeshi
gli prese il braccio, aveva le
unghie laccate di blu. Lo seguì fuori dal locale e
guardò con gli occhi
sgranati la macchina.
"Pensavo
che solo in America si
facessero queste cose, ammetto" disse.
Tony
si mordicchiò il labbro e gli aprì
la portiera.
"Ho
scelto male?" chiese.
Takeshi
negò, gli sorrise.
"No,
è molto principesco"
disse.
Salì
nella limousine e si sedette.
Tony
salì a sua volta è chiuse la
portiera, l'autista mise in moto.
Takeshi
poggiò le mani sulla gonna,
giocherellando con le pieghe ad onda.
"Chissà
se avrei dovuto portare una
maschera. Sarebbe stato più da dama misteriosa"
scherzò.
"Permettete?"
chiese Tony.
Aprì una scatola nera, dove c'era una bottiglia di spumante
con due calici di
cristallo, trasse da un contenitore d'argento con il ghiaccio: una
mascherina
di seta nera.
"Ecco
a te" disse,
infilandogliela.
Takeshi
sgranò gli occhi, sorrise
ampiamente e le iridi blu persico gli brillarono. Sfiorò la
mascherina, arrossì
e abbassò il capo.
"È
stupenda" sussurrò.
"Tu
lo sei" rispose Tony
posandogli un bacio sulla guancia.
<
È davvero parecchio più giovane di
me, un bocciolo che deve schiudersi >.
Takeshi
si tolse una ciocca mora da
davanti al volto, gli sorrise e gli prese la mano.
"Non
so come tu abbia fatto, ma s'intona
con tutto il resto. Devi essere un mago".
Si
sistemò la maschera, arrossì appena e
guardò dal finestrino.
"Credi
manchi molto? È il primo
ballo che faccio così, sono agitatissimo!".
"Saremo
lì entro una decina di
minuti, traffico permettendo" rispose Tony, appoggiando la schiena
contro
il sedile.
Takeshi
annuì, fece un cenno verso la
scatola con i bicchieri di cristallo e la bottiglia.
"E
quella? Cos'è?".
"Quello
è incluso con la limousine,
ma tu sei minorenne" rispose Anthony.
Takeshi
prese uno dei bicchieri, ne
sfiorò il bordo e sorrise seducente.
"Se
me lo offri, prometto di non
ubriacarmi".
Tony
si grattò la testa.
"Lo
desiderate così tanto?"
chiese.
Takeshi
ridacchiò, scosse il capo e posò
il bicchiere.
"Non
volevo metterti a disagio,
ammetto che sono un po' nervoso e sto cercando di rilassarmi".
Si
passò la mano tra i capelli, sospirò
e sorrise appena.
"Temevo
di sembrare ridicolo,
considerando che sono abbastanza robusto, e di farti fare brutta
figura"
ammise.
"Nessuna
dama sarà degna della
mia" rispose Tony, accarezzandogli il viso.
Takeshi
gli premette la guancia sulla
mano, chiudendo gli occhi.
<
Voglio essere una dama all'altezza
di papà e Squalo, ma sarebbe difficile da spiegare.
Però lui si sta comportando
da vero principe azzurro, mi fa sentire davvero strano. Mi fa venire
voglia di
godermi la serata > si disse.
Socchiuse
gli occhi, sorrise dolce a
Tony.
"E
nessuna dama potrà vantare un
cavaliere migliore" sussurrò.
Si
sporse verso di lui, gli posò un
bacio sulle labbra e gli prese la mano, mentre la limousine
parcheggiava di
fronte l'istituto. Takeshi si scostò da Tony e sorrise.
"Andiamo
a questo ballo, mio
cavaliere dei mari".
Tony
gli aprì la portiera.
"Andiamo".