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Autore: LadyMaeve    18/06/2009    1 recensioni
Una "tipica" giornata nella vita di Beth, ambientata dopo l'ultimo episodio e quindi incentrata sul suo lavoro come Investigatrice per il procuratore Ben Talbot. Un ringraziamento speciale ai ragazzi dei miei forum su moonlight: http://moonightitalianforum.forumcommunity.net e http://moonlightitaliangdr.forumcommunity.net ^_^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Qui è Beth Turner, per Buzzwire"
Ridacchio e poso la spazzola che ho preso per fingere il microfono sulla mensola.
Guardo il mio riflesso per un momento, una veloce occhiata alle salviettine struccanti poi le afferro e le mostro allo specchio "Beth Turner, dell'ufficio del procuratore"
Scoppio a ridere.
"Sto diventando pazza" scuoto la testa e torno in salone, infilo i sandali e mi volto sui tacchi per guardarmi allo specchio.
"Beh, non mi sembra che sia poi così male, tu che ne dici?"
Travis per tutta risposta miagola e mi passa fra le gambe, è irresistibile e io mi chino ad accarezzarlo sorridendo alle sue fusa leggere.
Poi scappa a gambe levate sotto al mio letto e io sospiro, chiudendogli la porta.
Dopo esattamente tre secondi, bussano alla porta, non ho bisogno di guardare attraverso lo spioncino.
Apro la porta con un sorriso solo per vedere Mick accigliarsi.
Il mio sorriso svanisce e sbuffo "Cosa c'è?"
"Beth sei sotto sorveglianza! Non hai nemmeno chiesto chi è!"
Un gesto di esasperazione mi fa sbattere le mani sui fianchi "Mick, per favore! Ci sono tre agenti sul pianerottolo, uno dei quali è stato nel mio salotto per tutta la notte, altri due appostati in macchina e poi sapevo che eri tu"
Lo guardo scocciata poi metto su il broncio "Non mi hai nemmeno salutata" dico guardandolo con gli occhioni da cerbiatta e mi godo il momento.
E' qualcosa di indescrivibile, vedo tutto nei suoi occhi, vorrebbe continuare a rimproverarmi ma non ce la fa a farmi rimanere imbronciata, mi sembra quasi di leggere i suoi pensieri "Si, no, si, no, si, no, si" e quando poi mi guarda io sono già tesa su di lui in attesa del bacio che non tarda ad arrivare, dolce come sempre, ora si che la giornata andrà bene.
"Allora, andiamo?" chiedo sistemandomi la borsa sulla giacca color crema del tailleur, lui si guarda intorno e annuisce "Andiamo" mi ripete infilandosi gli occhiali da sole e prendendomi per mano mi porta giù scortato dagli agenti che Ben ha insistito per mettermi alle calcagna.
Menomale che oggi finisce tutto..
Penso distrattamente mentre salgo nella mercedes di Mick e aspetto che lui faccia il giro della vettura per salire.
"Non hai nemmeno un pò di paura, vero?" mi chiede preoccupato guardandomi, anche attraverso le lenti scure vedo l'inquietudine nei suoi occhi "No, Mick...perchè dovrei? Con me ci sei tu e come se non fosse abbastanza ho cinque agenti della polizia di scorta e Carl e Ben che mi hanno chiamata a intervalli regolari di un ora praticamente per otto giorni. E' solo una testimonianza, non è la prima e non sarà l'ultima. E' il mio lavoro"
Lui mi guarda per un momento e poi si volta verso la strada, sospirando, anche se più che altro è uno sbuffo mascherato da sospiro.
E' il mio turno ad arrendermi...
Gli prendo una mano e gliela accarezzo dolcemente "Mick, è vero hanno provato ad uccidermi, ma non è la prima volta...potrei prometterti di smetterla, di aprirmi una pasticceria e smettere di ficcarmi nei guai e lo farei...ma Mick...mi ameresti lo stesso se diventassi qualcosa che non sono?"
Un momento di silenzio poi si volta e mi sorride "No, certo che no... non potrei sopportare di vederti infelice perchè non stai facendo quello che senti di fare."
Gli sorrido di rimando e stringo la mano che ho sulla sua, lasciandola dov'è per tutto il tempo che impiegammo ad arrivare in tribunale.
Ben e Carl sono già lì che aspettano insieme ad altri cinque agenti che danno il cambio a quei cinque che ci hanno seguito fino a lì.
Guardo il mio capo e sbuffo salendo i gradini che portano all'interno dei corridoi di marmo "Nemmeno il presidente ha tutta questa scorta" lui ridacchia e ignorandomi saluta Mick con un cenno del capo, che viene subito ricambiato dal vampiro.
Grandioso...i maschi che coalizzano...Voglio Marissa!
Senza aspettarli mi dirigo lungo il corridoio e poi agli ascensori ridacchiando nel sentire i poliziotti e i miei "tre uomini di scorta" che imprecando corrono per raggiungermi.
"Beth..."
Il tono di Ben è irritato ma viene interrotto dal DING delle porte dell'ascensore che si aprono e dal rumore dei miei tacchi che dal marmo passano al legno della cabina, mi volto sorridente e devo trattenermi a forza per non ridere alle loro facce sconvolte "Beh?" chiedo "Entrate o ci vado da sola?"
Le porte dell'ascensore fanno per chiudersi, ma Mick le blocca con una mano ed entra, seguito a ruota dagli altri due.
Ben è visibilmente irritato e io faccio una fatica tremenda per non ridacchiare divertita, mi sento come una bambina dispettosa, ma se lo meritano, tutti e tre, detesto sentirmi in gabbia così e loro lo sanno.
Quando finalmente arriviamo al terzo piano le porte dell'ascensore si aprono con l'ennesimo DING io alzo il viso aspettando che Carl e Ben si decidano a passare oltre, ma i due uomini non si muovono e Mick mi si para davanti impedendomi di vedere.
oh-oh
Penso mentre sento una voce maschile che non conosco ridacchiare e vedo tutti indietreggiare.
Sono costretta a spingermi fino a fondo cabina mi schiaccio contro la parete specchiata e dopo qualche secondo l'ascensore ricomincia a salire fino a che non si ferma e le luci di emergenza si accendono
GRANDIOSO!
Penso rabbiosa mentre non riesco a spiegarmi per quale dannato motivo nessuno dei tre uomini armati e pericolosi che dovrebbe difendermi si è mosso per fare niente.
Poi lo sento e capisco.
"Lasciami....lasciamiii"
"Sta zitta! Lei dov'è?"
Una bambina...questo grandissimo bastardo ha preso in ostaggio una bambina...quello che vuole fare è chiaro come il sole, vuole scambiarmi con lei.
Quello che non mi è chiaro è come pensa di farlo in un ascensore.
"Spostatevi o la uccido!"
Sento Carl e Ben spostarsi, senza dire niente, so che hanno paura di farlo arrabbiare con una battuta di troppo e quindi preferiscono il silenzio, quello che non mi è chiaro è il silezio di Mick.
Poi quando anche lui si sposta e la visuale è finalmente libera capisco anche il suo silenzio. Argento.
Il ragazzo che ora ho di fronte ha più o meno la mia età, gli occhi spiritati un vestito elegante ma una collana da rapper in argento grande quanto il cerchione di una macchina.
Lui lo sa
Penso sgomenta, nessuno al mondo potrebbe mai accostare un vestito elegante ad un monile del genere, deve essere per forza fatto apposta.
Mi faccio avanti nonostante le deboli proteste di Mick, sento la sua rabbia, detesta essere impotente.
"Ok, adesso sta calmo, lascia andare la piccola"
Dico piano mettendo le mani avanti cercando di calmarlo, la bambina che non ha più di otto anni mi guarda terrorizzata e io cerco di rassicurarla con un sorriso, al diavolo siamo in quattro e lui è uno solo!
"Tu adesso vieni con me o lei muore!"
Urla avvicinandole il coltello alla gola.
"No!" il mio è quasi un urlo "Vengo con te...tu però lascia andare lei, se hai me, lei non ti serve"
Lui ride "No, tu vieni con me e basta...sono io che detto le regole qui"
"Va bene" annuisco e mi avvicino, senza paura "Andiamo" lui lascia andare la bambina in malo modo, mi afferra un braccio e mi volta con la schiena verso di lui immobilizzandomi con una sola mano, ho le braccia inutilizzabili è davvero forte, ma ho ancora le gambe e sono armata....sono armata con dieci centimetri di tacco a spillo.
La bambina ora è stretta alle gambe  di Ben singhiozando sommessamente, lui la rassicura accarezzandole i capelli castani mentre continua a guardarmi, paura, rimprovero e apprensione nel suo sguardo.
Mick è silenzioso sta il più lontano possibile dal ciondolo del ragazzo ma mi guarda, implorandomi perdono.
Non posso badare a loro ora. Ora devo pensare.
Il ragazzo si sporge per premere un altro pulsante e io lo guardo attraverso lo specchio. E' il momento giusto.
Più veloce che posso, sposto il peso sulla gamba sinistra e prendendo le misure con lo specchio alzo la destra e schiaccio il tacco con tutta la forza che ho nell'inguine del mio rapitore.
Sono due secondi assurdi, lui urla mentre io sento il tacco sprofondare nella sua pelle e sento il suo sangue sporcarmi la scarpa e il tallone, poi la sua mano armata di pugnale si abbatte con forza nel mio braccio, fa tanto male che non ho la forza di urlare.
Il ciondolo...
Lo afferro con una mano e uso la forza del dolore per farmi cadere verso il basso trascinando la catena con me e strappando a lui un altro urlo.
Sbatto sul pavimento ma sono soddisfatta, Mick e libero di muoversi e infatti lo sento scattare ed è l'ultima cosa che sento prima di perdere i sensi.


Quando mi risveglio sono confusa e con un gran mal di testa.
Sono sdraiata e la mia testa è sui dei cuscini.
Sono in ospedale...
Mi volto ed è quasi il tramonto.
"Ma quanto ho dormito?"
Mi chiedo voltandomi a guardare la fasciatura sento i punti tirare.
Un infermiera si affretta verso di me e si china
"Come si sente signorina?"
"Ho mal di testa"
Rispondo io cercando oltre il vetro qualcuno che possa spiegarmi cosa è successo quando io ho perso i sensi.
"E' normale, abbiamo dovuto metterle 30 punti...e l'abbiamo sedata"
"Trenta?" chiedo scioccata "Non potrò più mettere un vestito a maniche corte"
Mi lamento chiudendo gli occhi pensando alla tremenda cicatrice che avrò sul braccio.
Sbuffo se non amassi tanto il mio lavoro mi aprirei davvero una pasticceria o magari una panetteria.
"Menomale che esiste il trucco"
L'infermiera mi guarda sconvolta e una risata leggera mi strappa un sorriso
"Sei incredibile...sei in ospedale, ferita e ti preoccupi dei vestiti?"
Mick mi si avvicina e mi posa un bacio sulla fronte.
"Mi conosci, sono fatta così, Mick come stai? La bambina? Ben e Carl?"
Lui mi sorride e mi posa un indice sulle labbra "Stiamo tutti bene, grazie a te"
Dice dolcemente poi guarda l'infermiera che mi porge delle pillole "Prenda queste...la faranno dormire"
"Ma non voglio dormire!"
Protesto guardandola lei mi prende una mano e ricambia il mio sguardo "Il sedativo per la suturazione è ancora in circolo, mi creda non vorrà essere sveglia quando il suo effetto terminerà"
Qualcosa mi dice che è meglio ubbidire però...
"Non riesco a muovere le braccia..."
Dico mordendomi il labbro inferiore, è vero, da un lato i punti e dall'altro la flebo, mi sento immobilizzata, lei sta per ribattere ma Mick scuote la testa.
"Ci penso io" dice prendendo le pillole e l'acqua e aiutandomi a mandarle giù.
"Grazie, Amore"
Lui sorride e mi bacia.
"Sei stata coraggiosa..."
Mi sussurra dolcemente prima di sedersi accanto a me e iniziare a coccolarmi.
Non so se è già l'effetto delle pillole o delle coccole di Mick, ma sento gli occhi pesanti, li chiudo e prima che possa rendermene conto, mi addormento.
  
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