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Autore: voiceOFsoul    20/09/2017    1 recensioni
Ram aveva ormai raggiunto un equilibrio ma adesso si ritrova senza lavoro, convive con Diego in una situazione imbarazzante e non vede Alex e Vale da troppo tempo. Da qui deve ricominciare da capo. Il suo percorso la porterà a incrociare nuove vite, tra cui quella di Tommaso che ha appena imparato a sue spese che la perfezione a cui tanto Ram aspirava non esiste.
Si può essere felici anche se si è imperfetti?
[Seguito di "Volevo fossi tu" e "Ancora Tu", viene integrata e proseguita l'opera incompleta "Open your wings and fly"].
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Scegliere i quattro pezzi per questa serata non è stato per nulla facile. Ognuno di noi aveva la propria idea sulla linea da seguire: c’era chi voleva basarsi solo su quello che ci piaceva suonare, chi spingeva per suonare i pezzi su cui ci siamo esercitati di più, chi quelli più impegnativi per dimostrare le nostre capacità. Dopo ore siamo arrivati a trovare un giusto compromesso tra canzoni che mettessero in risalto le nostre capacità, che ci piacesse suonare, che sapessimo eseguire davvero alla perfezione e che, da non sottovalutare trattandosi di una serata tra pubblico nuovo, fossero abbastanza conosciute da non lasciare l’intera sala in silenzio.
Come avremmo potuto iniziare se non con uno dei riff più conosciuti e riconoscibili dell’intero universo musicale? Anche se qualcuno di noi propendeva per inserirla come chicca finale, io ho sempre adorato suonarla in fase di avvio. Non esiste pubblico che possa rimanere impassibile all’intro di Sweet Child O' Mine. E oggi, alla strofa iniziale, non posso far a meno di cercare Ram in mezzo alla folla.

She's got a smile it seems to me
Reminds me of childhood memories
Where everything
Was as fresh as the bright blue sky
Now and then when I see her face
She takes me away to that special place

Al riff di Slash interpretato da Giacomo, sento la sala scoppiare. Sarò anche di parte, ma non ho mai sentito nessun altro riuscire ad accostarsi così tanto all’originale.
L’applauso che scaturisce al termine della canzone, ci gasa all’inverosimile. Diamo appena il tempo ad Emma di tirare via il giubbino di pelle - cosa che contribuisce al continuo dell’ovazione, specialmente dalla percentuale maschile dei presenti - che attacchiamo il secondo pezzo: You Could Be Mine, leggermente fuori periodo perché del ‘91, ma Giorgio ha insistito fino allo sfinimento per averlo perché colonna sonora di Terminator 2. Io non la amo moltissimo, anche perché ogni volta che la sento o la eseguo mi tornano in mente le immagini del video con Axl in pantaloncini bianchi attillati e la cosa mi fa rabbrividire parecchio. Visto il risultato, però, devo ammettere che si è rivelata una buona scelta.
Per il terzo brano siamo tornati ampiamente sul sicuro con Knockin' On Heaven's Door. Lo abbiamo scelto come “brano lento” della serata perché nessuno di noi voleva scadere in una delle scontate canzoni romantiche rischiando, testuali parole di Giacomo, “che scoppino a piangere e allaghino la stanza”. In realtà so che ha insistito così tanto solo perché non voleva correre il rischio che fossi io a bloccarmi. L’ho ringraziato silenziosamente per questo. Anche se vedendo oscillare la fiamma di qualche accendino, l’emozione ha rischiato di prendermi ugualmente.
Per finire abbiamo scelto uno dei brani che è considerato una pietra miliare del rock e in generale tra le migliori canzoni di tutti i tempi, una di quelle che non riesci a star fermo neanche se hai gambe e braccia legate. Un’iniezione di adrenalina che parte diretta dalle corde della chitarra. Welcome to the Jungle. Il testo descrive la giungla della metropoli, ma io l’ho sempre vista come una metafora della vita: una giungla piena di gente che vorrebbe vederti sanguinare e che devi affrontare giorno per giorno.

You know where you are?
You're in the jungle baby, you gonna die
 
Abbiamo suonato per circa mezz’ora, se non meno, eppure finiamo esausti più di una normale serata portata a termine per intero. Abbiamo dato tutto quello che potevamo e l’entusiasmo del pubblico ci ripaga più di qualsiasi contratto. Per questo istante siamo vere rockstar.
Cerco tra il pubblico di nuovo Ram. Si trova ad un lato della stanza, accanto a quella che suppongo essere la sua collega che sta saltando come una forsennata urlando in preda all’euforia. Lei, invece, applaude in modo composto e mi guarda sorridente.

Il gruppo di Tommaso ha fatto faville, hanno mandato in visibilio l’intero pubblico, sembrava di essere tornati davvero indietro nel tempo. Almeno così mi ha raccontato Rebecca. Il mio corpo era lì accanto a lei, ma era solo un involucro vuoto. Ho sorriso per tutto il tempo e cercato di ondeggiare tenendo un ritmo che in realtà non percepivo. In questo modo, se mi avesse guardato, Tommaso avrebbe visto che mi godevo la sua esibizione, mentre in realtà ero rinchiusa nella mia bolla circondata solo da oscurità, paura e dal replay di quanto accaduto poco fa. Io che esco in giardino, Dario che arriva alle mie spalle poco dopo e mi spinge tra gli alberi, le sue braccia che mi circondano incastrandomi contro il suo petto, io che mi dimeno cercando di sfuggirgli, la sua lingua che mi imbratta il collo, la sua voce che continua a ripetere che stavolta non posso sfuggirgli, che non c’è nessuno a salvarmi, la paura che mi ripropone davanti agli occhi il viso di mio padre che mi bacia la fronte prima di salire in auto quella maledetta sera. A quell’immagine ho iniziato a tremare. Dario se ne è accorto quasi subito e l’eccitazione è stata tale da rigonfiare all’istante i suoi pantaloni attillati. Lì è diventato tutto più chiaro.
Non ero io che lo eccitavo, non era voglia di sesso, non voleva il mio corpo né per desiderio né per ripicca né per dimostrare di poterlo avere. Indosso una maglietta fatta di rete e dei pantaloni che sono poco più di plastica, se mi avesse voluto nuda avrebbe potuto stracciare tutto in meno di tre secondi netti e arrivare dritto al punto. No, il suo scopo non era affatto quello. Ad eccitarlo era farmi paura, il che se possibile mi spaventava ancora di più. Più io mi agitavo, più la sua erezione premeva contro la mia schiena, più cercavo di scappare, più le sue mani si agitavano lungo il mio corpo e il ciclo ricominciava.
Quando ho sentito qualcuno arrivare in giardino, ho cercato di attirare l’attenzione provocando più rumore possibile, sperando si convincesse a lasciarmi andare. Dario, però, ha continuato a tenermi stretta a sé. Ho cercato allora di portarci allo scoperto, spostandoci pian piano verso la zona senza alberi, ma camminare in quelle condizioni non era affatto facile, così siamo finiti a terra dietro alla siepe, lì dove poco dopo Tommaso è arrivato a interrompere la sua follia.
Rebecca mi ha risvegliato dal torpore saltandomi addosso. Quando me la sono sentita arrivare addosso ho avuto paura che fosse di nuovo lui, ma poi i suoi capelli cotonati mi hanno invaso la faccia ed è stato come se di colpo avesse fatto esplodere la bolla attorno a me.
«Dei grandi, porca puttana!» urla.
«Già, sono stati davvero bravi.» Acconsento.
Credo che sia la prima volta che le sento un parlare tanto volgare, devono essere stati proprio mitici. E io me li sono persi. Li guardo scendere dal palco mentre ancora la gente è in visibilio. Il ragazzo che conduce la serata non trova modo di poter ricominciare a parlare.
«Sono delle nostre parti, sai? Suonano spesso in un locale in centro, il Lightinig. Li ho sentiti diverse volte. Ho conosciuto il cantante un po’ di tempo fa.» Quanto tempo fa? In realtà non saprei dirlo. Siamo poco più che estranei ma sento come se ci conoscessimo da una vita. «Se vuoi te li presento.»
«Sarebbe fantastico!» continua a saltellare.
«Reb, questa tua versione un po’ dodicenne un po’ groupie non potrebbe danneggiare la nostra immagine di azienda?» le chiedo, tornando a ridere, finalmente più rilassata.
«Ma chi sene frega! Tu dopo mi presenti a quei tipi lassù, devo assolutamente conoscere quel chitarrista: è uno strafigo!»
«Non vorrei rompere il tuo incanto ma...»
«No, no. Non romperlo se non vuoi romperlo. Tu presentameli, al resto penso io.» Mi fa l’occhiolino. «Vado a fare rifornimento.»
Si allontana verso il bancone del bar ed io, rimasta sola, inizio a guardarmi attorno sperando che Dario sia andato via.

Ancora carichi dell’esibizione appena portata a termine, siamo arrivati nel camerino in preda all’adrenalina. Dentro ci sono i ”ci crediamo i veri Aerosmith” che stanno terminando la loro preparazione in attesa di essere chiamati sul palco. Il frontman mi dà una pesante pacca sulle spalle ringraziandomi di avergli scaldato il pubblico, mi raccomanda di non perdere per niente al mondo la performance migliore della serata perché potrebbe aiutarmi ad imparare qualcosa per il mio futuro per poi tornare dai suoi e uscire insieme a loro in corridoio, pieno di boria così come si è avvicinato.
Guardo in faccia mio fratello, ci fissiamo per qualche attimo con lo stesso sguardo sconvolto. Scoppiamo a ridere nello stesso istante. Mi si avvicina e, saltando, mi prende il collo sotto braccio iniziando a strofinare forte le nocche della mano destra tra i miei capelli.
«Impara qualcosa Tommasino, impara!» ripete continuando a ridere.
«Non uccidere il nostro Axl!» gli urla Emma, venendomi a salvare. «Lascialo stare.» Lo stacca da me e gli salta in braccio iniziando a baciarlo tanto voracemente che rischia di mettermi in imbarazzo.
Da Giorgio come prevedibile scatta l’applauso e l’urlo tipico da arrapato sovreccitato. «Sei forte ragazza. Dacci dentro, forza!»
Emma mette in pausa le sue effusioni per dargli un pugno ben assestato sulla spalla.
«Attenta! Ti ricordo che ci lavoro con questa, io!»
«Allora impara a ingoiare la lingua quando stai per dire una cazzata.» gli assesta un altro pugno, molto meno carico, e torna da Giacomo. Gli dà un nuovo bacio, meno aggressivo ma non meno sensuale.
«Tuo fratello è un uomo fortunato. Emma è una bomba!» commenta Giorgio attento a non farsi sentire da lei.
«Credo sia quella giusta per lui. Gli sa tenere testa.»
«Lo credo anch’io.» E per la prima volta da quando lo conosco, penso che lo stia dicendo senza immaginare un video porno.
Con gli Aereosmith fuori dalla stanza e Madonna e Micheal Jackson già andati a godersi il party dopo le loro esibizioni, siamo rimasti da soli e possiamo festeggiare degnamente. Sì, festeggiare, perché dopo il risultato della nostra esibizione è impossibile che De Blasi ci dica di no! Per una volta almeno nella vita vogliamo essere positivi. Alfredo prende la bottiglia di spumante dal mini frigo, la agita e la stappa  come un motociclista sul podio della Moto GP, inondandoci di schiuma bianca. Beviamo euforici da bicchieri di plastica trasparente, fieri di ciò che siamo riusciti a fare, brindando a un futuro in ascesa verso la vetta.
Bevo, osservando con un pizzico di invidia Emma e mio fratello continuare a baciarsi. Un brivido mi corre lungo la schiena.
«Ragazzi, ci vediamo dopo. Vado a imparare qualcosa dallo Steven Tyler dei poveri.» Svuoto il bicchiere d’un fiato e lo appoggio sul tavolino.
«Come se non l’avessi vista!» dice mio fratello.
«Chi?» gli chiede Emma.
«Nessuno.» dice mentre fa l’occhiolino.
«A dopo ragazzi. Se voleste andar via, chiamatemi sul cellulare.»  
Attraverso il corridoio quasi correndo e mi catapulto all’interno del salone ancora gremito di gente. Il conduttore della serata è ancora sul palco, intravedo la band dietro le quinte: sembrano molto più tesi, la spocchia devono averla sprecata tutta con noi e adesso sono rimasti a secco.
Cerco Ram tra la folla, ma le luci sono troppo basse, perciò decido di andare dove l’ho vista da sopra il palco, sperando che non si sia spostata. Mentre mi avvicino, cerco di individuare la sua sagoma. I suoi capelli solitamente sarebbero un buon indizio, ma purtroppo non stasera in mezzo a tutti questi finti cotonati. I suoi capelli! Mi sembra di sentirli ancora sotto le dita, così morbidi da sembrare pezzi di nuvola tinti di rosso.
Finalmente la intravedo, proprio mentre la band sale sul palco e inizia la sua esibizione con uno dei pezzi più iconici degli Aereosmith, Dream On. Ram è poco distante da me. Mentre la sua collega si lascia di nuovo trasportare dal rock, lei è appoggiata con una spalla al muro, sorseggia piano da una cannuccia il suo drink con un lieve sorriso stampato in viso e lo sguardo rivolto al palco. Avvicinandomi, però, noto che il suo sguardo è spento. Anche quando la raggiungo non si accorge di me, come se non stesse in realtà accorgendosi di cosa succeda intorno a lei. Le arrivo alle spalle e poggio delicatamente una mano sul suo fianco.
Ram sussulta, si volta di scatto e fa cadere il bicchiere che teneva in mano. I suoi occhi adesso sono accesi, ma non della loro solita bella luce.
«Ram, calma. Sono solo io!»
«Scusa, mi hai fatto spaventare.»
«No, scusami tu. Sono stato uno stupido ad arrivare così all’improvviso dopo quello che... Perdonami ti prego.» Stupido è un eufemismo, sono stato un coglione.
Mi sorride, piano la paura nei suoi occhi si spegne. Si abbassa a raccogliere il bicchiere ormai vuoto.
«Cos’era? Te ne prendo subito un altro.»
«Non preoccuparti. Non mi andava più di tanto, lo stavo bevendo solo perché Rebecca me l’ha piantato in mano e ha insistito.»
«Come preferisci. Se non ti va, vuol dire che troverò un altro modo per farmi perdonare.»
Ram si appoggia nuovamente al muro. Restiamo in silenzio fino alla fine della canzone. La gente applaude, il finto Tyler ringrazia e annuncia il pezzo successivo come una rock star, poi si lanciano in Walk This Way.
«Bravi, non trovi?» dice continuando a fissare il nulla.
«Non male si. I musicisti sono davvero bravi. Il tizio che canta mi sta sulle scatole perciò non posso dare giudizi oggettivi.»
«Lo conosci?»
«Ho avuto il dispiacere di conoscerlo in camerino: è una prima donna.»
«Sei stato molto bravo prima.»
«Sicura che ti sia piaciuto? Non sembri molto convinta.»
«Certo che sono sicura. Non fare caso se sembro un po’ stralunata. Sono solo… stanca.» sorride di nuovo.
Non mi convince. Questa non è solo stanchezza.
«Vuoi prendere un po’ d’aria?»
Annuisce, il labbro le trema leggermente ma ne riprende subito il controllo.



Un nuovo capitolo che suona rock! Di seguito tutte le canzoni citate... non perdetevele!

Guns N' Roses - Sweet Child O' Mine
Guns N' Roses - You Could Be Mine
Guns N' Roses - Knockin On Heaven's Door
Guns N' Roses - Welcome to the Jungle
Aerosmith - Dream On
Aerosmith - Walk This Way
   
 
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