Daveigh
si
distese sul divano. Aveva avuto una giornata pesante in ufficio, e
finalmente
non doveva più pensare allo stupro di Rosy Park, alla rapina
alla banca di
Winchester Road, alla prosecuzione del processo contro il rapitore di
Luke
Woods.
Fossero
state
solo quelle, le preoccupazioni della giornalista.
Ellen
era ancora
in ospedale, Amanda era tornata a casa e Chloe Morrell era risorta.
Si
sedette. La
bambina, ormai adolescente, aveva stretto un’alleanza con la
sua assassina per
uccidere chi l'aveva sacrificata e trasformata in un demone sanguinario.
Chi
l'avrebbe mai detto.
Pensò
Daveigh.
-
Esattamente.
Chi mai l'avrebbe detto? - .
Chloe
era
apparsa sull'arco della porta del soggiorno.
-
Mi hai
spaventata, bastarda. - fece Daveigh, riprendendosi.
-
Perdonami, laggiù
non abbiamo tutte quelle formalità come bussare e
annunciarsi, non entrare
nelle case altrui e via dicendo. - rise la demone.
-
Beh, ad ogni
modo, finché starai qui dovrai rispettare certe regole. - .
-
Come se già
non le conoscessi. Ma dimmi, piuttosto, cosa c'è che ti
turba? - .
La
giornalista
rimase basita.
-
Non fare
quella faccia. Ti ricordo che parte del mio sangue scorre in te, quindi
sono
indissolubilmente legata a te. So che vuoi chiedermi qualcosa. - fece
la figlia
dei Morrell. Daveigh sbuffò.
-
E’ così. –
annuì. – So che può sembrare stupida,
come cosa, ma ci stavo pensando su, e,
magari, potevi darmi la tua opinione in merito. - .
Chloe
la guardò.
- Mi
incuriosisci, Daveigh Carroll. Cosa ti frulla in quella mente contorta?
- .
La giornalista
si lasciò sfuggire una risatina, poi disse:
- E’
vero quello che dicono riguardo si dice “I demoni
tornano”. - .
L’ex
bambina di Farmington rise e si buttò sul divano a sedere
accanto a
lei.
- E tu
l’hai provato su pelle, vecchia mia. – disse,
gettandole un braccio
dietro la nuca.
La sua pelle era
fredda, e puzzava terribilmente di sangue.
-
Già, Daveigh. I demoni tornano. Più che altro,
però, sono quelli del
passato. I ricordi, altrimenti detti demoni del passato. Non quelli
veri.
Quella è stata una fortuna che ha toccato solo te nel genere
umano. - .
- Anche i demoni
hanno i loro demoni? - .
- Chi non li ha
nella vita, Daveigh? Credi che i santi non abbiano avuto
demoni che non hanno mai battuto? - .
La ragazza rise.
Non credeva che, in fondo, Chloe non fosse così male.
- Scusa se posso
sembrare invadente…ma quali sono i tuoi? Voglio dire, tu
sei il mio. Cosa mi dici di te? - .
Il sorriso
svanì dalla bocca del demone.
-
Quell’uomo…Mark Steele. E tutti quei suoi
discepoli esaltati. Molti non
sembravano convinti di quello che facevano, ma dovrebbero essersene
convinti a
forza di uccidere e rapire. Tra gli altri bambini imprigionati, si
parlava
anche di stupri effettuati sulle femmine. Per
“fortuna”, hanno preferito solo trasformarmi
in ciò che sono. - .
Daveigh
fissò la ragazza. Le iridi erano diventate rosse accese,
abbandonando quell’azzurro sbiadito che era solita avere.
- Scusa, Chloe,
non volevo… - .
Lei scosse la
testa.
- Erano anni che
non chiacchieravo con qualcuno di me. Cominciavo a non
farcela più a tenermi tutto dentro. - .
La giornalista
abbracciò Chloe. La demone, dopo un attimo di riluttanza,
ricambiò il gesto.
-
Sai…quasi mi mancava sentire il calore di
un’amica. - .
Si staccarono.
Chloe continuò.
- Tornando al
nostro discorso…non credere che le mie vittime non mi siano
rimaste sulla coscienza. Ma il fine avrebbe giustificato i mezzi, non
credi? -
.
La giornalista
preferì non rispondere.
- E poi
c’è Nathan… - .
- Nathan? Che
c’entra ora Nathan? - .
- Eh no,
Daveigh. Questa è un’altra storia. Avrò
tempo di raccontartela. -
.
Lo
so, ragazzi. Ho una storia in sospeso, e avevo detto che avrei lasciato
stare per un bel pezzo Chloe e Daveigh. Ma dovete sapere che spesso
fantastico
su questi discorsi “pacifici” tra la giornalista e
la bambina di Farmington. E
questo volevo proprio proporvelo. Spero lo abbiate apprezzato.
Ultima
cosa: Io sono vivo. L’ispirazione per scrivere un
po’ meno.
Alla
prossima,
Frenz