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Autore: Demonica_    22/09/2017    5 recensioni
"[...] Tu sei sempre stato quello forte, l’ancora di salvezza per Sam, il supporto per Castiel, ma non ti sei mai concesso il lusso di lasciarti davvero andare con qualcuno e sei arrivato al limite. Stai andando a pezzi. [...]"
|What if in cui ad essere tornato in vita al termine della 11x23 è John Winchester.
Angst a palate, feels John/Dean e destiel.|
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, John Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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What if in cui ad essere tornato in vita nella 11x23 è stato John Winchester e non Mary.

Nonostante sia nel fandom da anni, questa è la prima volta che pubblico qualcosa perché sostanzialmente preferisco promptare alla mia Familia, permettendo a loro di scrivere e soffrire, perché il mio più grande amore è l’angst (e lo capirete leggendo).
Spero davvero che vi piaccia, buona lettura!
 
 

CURSED TO NOT BE ENOUGH


 
John. John Winchester, tuo padre, era lì davanti a te che ti guardava. Non lo avevi mai visto spaesato come in quel momento, non lo avevi mai visto immobile, incosciente degli eventi.
 
Lo guardi e non hai la minima idea di come reagire, vorresti abbracciarlo ma tentenni, sei semplicemente sconvolto, così sconvolto da non renderti conto che si sia avvicinato a te.
 
“...Dean”
 
“Papà...” e ti prende il viso con le mani e lo avvicina al suo, fronte a fronte, come faceva con te quando eri un ragazzino, perché Gli uomini non piangono Dean, non sono sdolcinati come le ragazze, non sono affettuosi come loro e tu ti sei sentito sempre un po’ in disparte perché l’affetto non ti dispiace, ti piace fare un po’ di forza a tuo fratello abbracciandolo, ti piace dare pacche alle persone a cui vuoi bene, ti piace accarezzare e baciare Castiel, anche se quello lo hai scoperto da poco. Ma John non era così e quello era il loro modo di farsi forza a vicenda, fronti unite e occhi chiusi, solo durante quei momenti ti sentivi un semplice figlio in compagnia di suo padre, senza pensare alle responsabilità e allo schifo che vi circondava, fatto di caccia e mostri.
 
“Sei davvero tu?” ti sussurra e a stento lo senti.  Annuisci contro la sua fronte, è l’unica cosa che riesci fare.

 
***

 
Spiegargli la situazione è difficile, molto difficile. Spiegargli che effettivamente esistono gli angeli, che esiste Dio, è anche peggio.
 
“Fermo! Non sparargli!” Hai il corpo pervaso da un brivido di terrore quando vedi tuo padre puntare una pistola a qualche centimetro dalla testa di Castiel e ti precipiti tra loro.
 
Guardi Castiel e, Dio, pensavi che non lo avresti mai più visto, apri le braccia istintivamente e in un attimo vi state abbracciando.
 
“Dean! Sei vivo!” E ti stringe come mai ti aveva stretto, ti avvolge completamente nonostante sia più basso di te e riesci a nascondere poco il piacere che provi nell’averlo così vicino e ne approfitti per inalare il suo profumo. Ti mancava, una parte di te non vorrebbe mai stargli lontano.
 
Senti lo sguardo di tuo padre su di voi e ti auto-costringi a staccarti da Cas, che non smuove gli occhi da te.
 
“Cas, lui è John. John Winchester.” Hai due delle persone che più ami davanti a te e non riesci a trattenere il sorriso, alterni lo sguardo tra loro.
 
“Tuo padre.” Senti ancora gli occhi del tuo angelo addosso.
 
“Papà, lui è Castiel. È un angelo.”
 
“Un angelo?” Ti rendi conto solo ora che ha ancora la pistola a metà aria, ti avvicini a lui e gli metti una mano sulla spalla come faceva lui quando voleva infonderti coraggio.
 
“Si, è dalla mia-  nostra parte.” Guardi Cas in cerca di sostegno, ma lui è in un misto tra confusione e incredulità.
 
“Ti dovrò spiegare un po’ di cose.”

 
***


La prima discussione ce l’avete quando Cas vi ha raccontato di Sam, in fondo sapevi che a breve questo momento sarebbe arrivato, tu e John siete sempre stati in disaccordo quando si decide un piano di attacco. Non ti butti più alla ceca sulla caccia, Sam ti ha insegnato ad avere un po’ di pazienza e a raccogliere più informazioni, ma tuo padre no, è sempre stato così. (e in fondo anche tu nel profondo lo sei, ma preferisci non pensarci e non centrare l’attenzione su di te)
 
La situazione degenera quando quasi ti impone delle cose da fare, come quando eri un ragazzo alle prime armi, ma adesso non lo sei più, hai sofferto e sei cresciuto, hai patito le pene dell’inferno e non sei più un fottuto bambino, non lo sei mai stato.
 
Inizi ad alzare il tono della voce quando inizia a confrontarti con altri cacciatori, e questo davvero non puoi sopportarlo, non dopo tutto quello che hai passato.
 
Il passo da un leggero battibecco alla rabbia pura per te è breve, hai sempre fatto fatica a trattenerti e il rancore che provi nei confronti di tuo padre è uno dei sentimenti più profondi e controversi che abbia mai provato.  Senti l’adrenalina scorrere nelle tue vene, la rabbia annebbiarti la mente, stai tremando come una foglia, ma non ti interessa.
 
“Sai cosa abbiamo dovuto vivere noi? Abbiamo subito di tutto! Lucifero, l’inferno, la stra-fottuta apocalisse, il purgatorio, angeli che avevano l’unica intenzione di uccidere me e le persone che amavo, l’oscurità e il ritorno di Lucifero! Ho visto morire più e più volte persone che consideravo una famiglia e tu dici a me che non sono abbastanza capace di compiere delle scelte per salvare la vita di mio fratello? Chi lo ha cresciuto, tu? Sei stato accanto a lui quando ha perso tutto ciò che amava?” Ti fermi solo perché sei ad un passo dal singhiozzare e vorresti sparire istantaneamente, resisti solo perché ti giri dandogli le spalle. Non puoi più sostenere una discussione del genere, non  riesci neanche a trattenere le lacrime, stai piangendo come una ragazzina e ti stai odiando, non avresti dovuto permettere che la discussione prendesse questa piega.
 
Sei così frustrato che neanche ti rendi conto che John, in silenzio dall’ultima frase, si è messo di fronte a te e non ce la fai a guardarlo negli occhi, preferiresti sotterrarti, nonostante tu in questo momento sia troppo impegnato col piangere dal nervoso.
 
Ti avvolge la schiena con un braccio e l’altra mano la mette tra i tuoi capelli e in quell’esatto momento muori tra le sue braccia, mandi a ‘fanculo il tuo orgoglio e singhiozzi come un bambino aggrappandoti alla sua camicia, nascondendoti nell’incavo del suo collo. Tu sei sempre stato quello forte, l’ancora di salvezza per Sam, il supporto per Castiel, ma non ti sei mai concesso il lusso di lasciarti davvero andare con qualcuno e sei arrivato al limite. Stai andando a pezzi.
 
“Mi dispiace, Dean.” E in fondo dispiace anche a te.
 
 
***
 

Sei così confuso che ti senti un automa, vai avanti per inerzia e ti rendi conto di essere davanti alla stanza di Castiel solo quando stai per bussare alla porta.
 
Ti senti completamente svuotato, hai scaricato tutto quello che potevi su tuo padre per la vera prima volta della tua vita e adesso ti senti malissimo e anche in colpa, ma quella è una sensazione con cui ormai quasi ti senti a tuo agio.
 
Non ti sei mai sentito abbastanza. Abbastanza bravo come cacciatore, abbastanza soddisfacente come figlio, abbastanza forte come fratello maggiore, abbastanza normale per avere una vita come gli altri, abbastanza degno per essere al primo posto nel cuore di un angelo, abbastanza di tutto. Col tempo hai imparato a scendere a patti con questa cosa, ma è sempre stata lì in agguato, pronta a fuoriuscire al minimo momento di insicurezza. L’unica persona che riesce ad assopire quei pensieri è Castiel, ed è per quello che la tua mente inconsciamente ti ha portato lì.
 
Sei ad un centimetro dal bussare alla porta e Cas la apre, ovviamente lui riesce a percepire tutto, un’altra cosa che tu non sei abbastanza bravo da riuscire a fare.
 
Ti guarda con quei suoi occhi più blu del blu e non avete veramente bisogno di parlare,  in realtà non ne hai neanche voglia. Non vuoi pensare a nulla.
 
Cas lo capisce e l’unica cosa che senti quella notte è il rumore delle sue labbra che sfregano contro ogni singolo centimetro della tua pelle nuda e non ti sei mai sentito così supportato come quel momento, lo ami da morire e ti senti uno schifo quando pensi di non aver risposto al suo di Ti amo. Forse non sei neanche capace di avere il coraggio di dire quelle parole.

 
***

 
È notte fonda quando ti svegli e trovi Castiel addormentato su di te, le gambe tra le tue e il viso nell’incavo del tuo collo, senti il suo respiro sulla clavicola. Sorridi ripensando a com’era anni prima, eternamente con un palo nel culo e rigido come un soldato.
 
“Ti amo.” Sussurri e gli dai un leggero bacio tra i capelli. Senti che ti stringe con più forza e speri che sia un riflesso incondizionato dei tuoi movimenti.
 
 
***
 

La mattina successiva tu, Castiel e tuo padre partite alla ricerca di Sam.


 
 


 
 
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 Salve salvino (?)
No davvero, perdonatemi per questa cosa, non so cosa avevo in mente oggi mentre l’ho scritta.
Come ho scritto su, spero davvero che vi sia piaciuta e chiedo immensamente scusa per l’angst a palate, ma la John/Dean mi distrugge e sentivo il bisogno di leggere una cosa del genere, al che mi sono detta: “Ma si Monica, provaci!” e questo è il risultato, quindi fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio immensamente Manu per avermi betato il capitolo, è un cupcake meraviglioso che merita solo amore e Alfia perché le dinamiche per questa fic sono partite tutte da una nostra chat (seguitele entrambe perché stanno scrivendo delle long meravigliose asdfghjkl)
Spero che ci sia un “Alla prossima!”, magari pubblicherò qualcos’altro, chi lo sa!
Un immenso grazie a chiunque abbia letto questo piccolo lavoro, siete dei tesori.
 
Demonica_ 
  
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