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Autore: LuckyGhost    23/09/2017    0 recensioni
Primo libro di una trilogia.
La sua vita è stata un inferno.
Tagliato in due. Lasciato a morire. Abbandonato dal suo maestro. Torturato da colui che lo aveva lasciato. Abbandonato ancora una volta, questa volta dopo aver visto morire suo fratello. Aggiungete alla mischia PTSD di una prigione della Repubblica ed ottenete una bestia.
L'odio era l'unico sentimento che gli era familiare, fino a quando non conobbe i pirati dell'equipaggio di Toora Ares.
Ma perse anche loro. Venne lasciato alla deriva in balia del vento galattico, insieme alla pirata Solace Midnight , dalla lingua tagliente. Midnight è riuscita ad aiutarlo un poco, ma lei aveva le ore contate. Purtroppo, anche lei, doveva morire.
Maul ancora non riesce a riprendersi, questo perché gli importava troppo.
Quando viene a sapere che, forse, Midnight è ancora viva, Maul si precipita a capofitto in una disperata missione di salvataggio. Non tutto, purtroppo, è come sembra. Maul sta ignorando quella sottile voce che si stava insinuando nella sua mente. Che gli sta disperatamente dicendo di voltarsi indietro...
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conte Dooku/Darth Tyranus, Darth Maul, Nuovo personaggio, Palpatine/Darth Sidious, Un po' tutti
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Approssimativamente due anni dopo

Nella nave da trasporto Scimitar.


"Nave sconosciuta, questo è il vascello della Repubblica Standing Tall. Abbiamo ricevuto la tua richiesta di soccorso. Puoi darci qualche altra informazione? Passo."

"Standing Tall, qui è Wolf. Il nucleo della nave è sovraccarico e i livelli delle radiazioni stanno andando fuori scala. Passo."

"Ricevuto, Wolf. Resisti. Ti tireremo fuori di lì."

L'unico modo the l'equipaggio del Tall avrebbe avuto per andarsene sarebbe stato in un sacco per i corpi.

L'Ex-Sith, attualmente pirata, Darth Maul stava aspettando nella camera stagna dello Scimitar. La sua espressione calma, ma fredda come il vento galattico. L'uomo sembrava rilassato, così come di solito appare rilassato un Sarlacc prima di ingoiarti per intero. Uno spadone, lungo e decorato, era appeso alla cintura di fianco e aveva in mano due spade gemelle. Indossava l'armatura di un clone sopra la sua tunica, il materiale da tempo rovinato, completamente colorato di nero. L'elmo aveva delle crepe e, poiché Maul non voleva che il suo cervello fosse inondato dalle radiazioni lo aveva abbandonato su Vesta.

Proprio come lui era stato abbandonato tempo fa. Per ben due volte.

Il Tall si agganciò allo Scimitar. Un clang clamoroso rimbombò attraverso i corridoi delle navi. Maul strinse i denti ed aspettò. 'La Repubblica pagherà per quello che ha fatto.' Osservò, mentre la nave si avvicinava, se c'era la presenza di Jedi. Nessuno. Ottimo. Poteva rimanere li ancora per un po e guadagnare un premio maggiore del solito.

Si accostò un auricolare all'orecchio e lo attivò. Molti canali iniziarono a sovrapporsi tra loro e lui navigava semplicemente sbattendo gli occhi. Maul aggrottò le ciglia in concentrazione quando intercettò quello utilizzato dai soldati imperiali. Ecco. Ora riusciva a sentire tutto. Quegli abomini non avrebbero avuto scampo.

'Il modo migliore per spiare qualcuno', avrebbe detto Solace.

Maul fu assalito da un'inaspettata fitta di dolore ai suoi due cuori gemelli. Represse la sensazione. Lo Zabrak poteva torturarsi col senso di colpa più tardi. Adesso, era un pirata.

"Sev, qui Dom. Ho una brutta sensazione, c'è qualcosa che non va qui. Pensi che sia una di quelle navi fantasma di cui Fett stava parlando?"

'Cloni. Pazzi superstiziosi.'

"Non ne sono sicuro, ma sono d'accordo con te. Andiamocene via di qui."

La nave, ovviamente, era completamente deserta. Maul la mantenne in condizioni abbastanza decenti. Infatti, spesso si prendeva cura del suo Scimitar ancora prima di occuparsi di se stesso.

Maul abbassò subito lo scudo e iniziò a sparare colpendo la mano di Dom. Il clone ringhiò e puntò il blaster. Una pioggia di pallottole laser assalì Maul all'altezza del viso. Lo Zabrak colpì il ponte della nave e scansò i laser. Balzò in piedi e lo mandò al diavolo. Poteva percepire dove il clone avrebbe sparato, ancora prima lui sapeva cosa avrebbe fatto. Il clone ringhiò e si avventò su Maul come fosse un toro.

Non seppe mai cosa lo colpì.

Maul sparò Dom in testa. Sangue, osso e parti di cervello fuori uscirono dalla terribile ferita appena ricevuta, ricoprendo parte del pavimento della camera stagna della nave. Maul trasalì alla sua vista. Le macchie di sangue erano davvero molto compliate da eliminare da una nave.

Passi, sempre più vicini. Maul imprecò e consultò la sua mappa mentale di navi da cargo. Si inoltrò in un corridoio sgombro ed iniziò a correre. Espanse la Forza attorno a se stesso, in cerca di forme di vita. Non importava se lasciava qualcuno ancora vivo poiché aveva in mente di far direttamente esplodere la nave in seguito. Maul riuscì a trovare la porta di accesso. 'Assumere il controllo di questa nave è stato un gioco da ragazzi.' Con una stretta al cuore, Maul si ricordò di Herish, lo XeiXei che aveva insistito per fargli imparare l'arte dell'hacking. La creatura dalle sembianze di un ratto poteva anche essere orripilante, ma era scaltra. Ed anche affascinante.

Scagliò un colpo di fulmini Sith contro la serratura elettronica. La porta si aprì e l'aria si intrise di un fastidioso odore di bruciato. Maul usò la Forza per spostare di lato la porta ormai fuori uso. Localizzando nella mente la porta e rompendola.

Era arrivato il momento di affrontare il resto della nave.

Si inoltrò in un varco attraverso una porta aperta. Un corridoio, lungo e imponente, si estese di fronte a lui. Maul estese i sensi attraverso la Forza. La maggior parte della Standing Tall era deserta. Combattere i droidi era molto più semplice rispetto ad uno squadrone di soldati. Non importava quanto i droidi fossero resi intelligenti dagli scienziati, non sarebbero mai potuti essere più scaltri di un uomo. Nel Tall era maggiore la presenza di droidi che di un equipaggio. Aveva il solito numero richiesto di soldati cloni, un deterrente per i pirati di basso livello, ma i vivi erano pochi e lontani tra loro. Maul non ci vedeva nulla di tanto strano.

'Quello, almeno, andava bene.'

Maul strappò via la copertina di un data-stick con i denti. Avrebbe effettuato il download di ogni singola informazione sul funzionamento della nave. Così Maul in seguito ci avrebbe dato un'occhiata nel suo tempo libero. Maul iniziò a farsi strada all'interno di un corridoio a passo veloce, facendo attenzione a possibili nemici. Maul iniziò ad aumentare il passo. Ben presto iniziò a correre, abbassandosi il più possibile verso il pavimento della nave. C'era qualcuno qui, qualcuno con pazienza ed una buona mira.

Qualcuno arrivò correndo. Maul strinse i denti e si fermò istantaneamente in una cabina. Quel cargo era davvero grande. I muri, sporchi ed offuscati dall'uso, non bastavano a nascondere lo Zabrak. Infatti, la sua figura rossa e nera risaltava alla grande sul muro blu. Maul aspettò fino a quando i suoni dei passi non fossero abbastanza vicini. E poi scagliò una cascata di saette, colpendo la figura oscura. L'uomo si ridusse ad un ammasso di sangue e carne, macchiando i muri colorati.

Colpì il corpo morto, superandolo. Era un umano, pensò Maul, ma non ne era sicuro. Ma in verità non gli importava. Sguainò la sua spada, tenendola pronta. Aveva lasciato la sua su Naboo e non aveva nessuna intenzione di recuperarla. Già troppi incubi avevano come sfondo quel pianeta.

Il ponte era libero e spazioso; caratterizzato da grandi finestre che esponevano l'immenso vuoto. Le stelle splendevano come diamanti sullo sfondo nero. Maul, in ogni caso, non stava ammirando la vista. Stava osservando il "capitano" della nave. Un droide di correzione, pesantemente modificato da chi sa chi, sedeva al timone. Era un'enorme bestia di metallo. I suoi foto-recettori fluorescenti attiravano l'attenzione degli occhi color ambra di Maul. Il sangue dello Zabrak si gelò appena li vide. Il droide aveva gli stessi orribili occhi rossi che lo tormentavano nei suoi sogni, incubi che lasciavano le lenzuola piene di sudore e la sua voce rauca dalle grida.

Maul sapeva di che cosa erano capaci questi droidi.

"Tu non dovresti essere qui." La voce del droide era monotona e distante. Non cambiavano mai i loro toni vocali, nemmeno quando qualcuno li supplicava di avere pietà.

"Taci o disattivati." Gli ringhiò contro Maul. Lui non dovrebbe nemmeno essere vivo, tanto meno guidare una nave. I suoi cuori iniziarono a battere forte mentre ricordi premevano per ritornare in superficie. "Questa nave è mia, droide."

"Non pensarci proprio." Replicò. Maul si chiese se quel droide era stato su Hive. Certamente sembrava essere abbastanza sadistico.

Maul si preparò ad attaccare. Su Hive, era debole e mal nutrito. Ora, era potente, e di nuovo tutto se stesso. La spada di Solace poteva essere efficace per distruggere tutto ciò che era organico, ma non era in grado nemmeno di infliggere un lieve graffio su un droide. Avrebbe soltanto rovinato l'ultimo dono di Solace. Il respiro di Maul divenne irregolare e sottile, stava iniziando a sudare freddo. Riusciva a sentire l'odore del suo sangue, udire le sue urla, e percepire i colpi come se lo stessero colpendo di nuovo in quel momento.


Il sangue scorre lungo le sue gambe ed i fianchi. È molto debole, trema dalla fatica e dal dolore. Vuole che finisca tutto. Solo che finisca. Ma il prezzo da pagare per finirla è fin troppo grande. Maul deve restare forte, non deve permettere che lo distruggano.


Fulmini colpirono la sua pelle.

'Fallo. Fallo! FALLO!'

Rilasciò l'energia che si espanse nella stanza. Colpendo il droide, bruciandolo, rendendolo solo pezzi di metallo fuso. Interi anni di torture ed umiliazioni si nascondevano dietro quei fulmini. Il suo dolore, moltiplicatosi esponenzialmente, e rilasciato sul droide. Maul ignorò l'odore del denso fumo sprigionatosi. E si lasciò cadere, inginocchiandosi, tremando. Poteva percepire la spada attraversare le sue braccia, ma non se ne curò. Il droide aveva fatto riemergere ricordi che aveva tanto tentato di seppellire per sempre.

Lo Zabrak si tirò su dal pavimento. Una sottile scia di sangue scorreva dalle sue braccia, la dove la spada aveva incontrato la sua pelle. Maul sapeva dove sarebbero andati a parare i suoi sogni quella notte. Forzò le ferite a rimarginarsi e ritornò per la strada dalla quale era venuto. La maggior parte dei suoi sogni erano focalizzati su Solace ed il breve periodo che avevano passato assieme. Lei aveva significato più di quanto lui fosse riuscito ad esprimere a parole. Quella notte su Vohai era stata la volta in qui era quasi arrivato a dirglielo. Ma ora Solace non c'era più, e lui non aveva avuto la sua occasione.

La camera stagna. Doveva ritornare la. Quella era l'unica ragione per il quale Maul aveva fatto tutto questo. Maul percorse di nuovo il corridoio. Lo Standing Tall era paurosamente deserto. Maul si sentì come l'ultimo uomo rimasto vivo nella galassia. Lasciò il ponte senza mai guardarsi alle spalle, lasciando la colonna di fumo emanata dal droide dietro di se. Non poteva uccidere tutti quelli che lo avevano torturato. Poteva solo raggiungere pochi di loro.

Maul percorse tutto il corridoio. Le grandi porte della camera stagna erano ancora come le aveva lasciate. Maul accennò un raro sorriso. Sembrava essere una sua abitudine distruggere cose. Sicurezza penosa, e probabilmente anche un cargo di basso prezzo. Ma andava bene. La lista degli itinerari delle navi era molto più preziosa di quel cargo, in ogni caso. Aprì una delle casse di merce per venire a conoscenza di cosa era riuscito a guadagnare.

Quel cargo sembrava trasportare blaster, parti di ricambio per speeder, il libro paga della nave (quello era destinato a migliorare il dispositivo di mascheramento dello Scimitar), detonatori termici (Markas li avrebbe letteralmente amati), armature, e qualcosa in una cassa chiusa. Maul, curioso, lasciò perdere il resto del suo bottino per scoprire cosa si nascondesse all'interno di essa. Colpì il catenaccio con il manico della spada, e si aprì istantaneamente. Si avvicinò per scrutare all'interno. Maul afferrò una snella bottiglia verde. Era fredda al tatto ed il liquido all'interno era fluorescente. Aprì la bottiglia e prese un sorso di prova.

Maul quasi lo sputò. Assenzio.

'Va bene, questo non è qualcosa che si incontra tutti i giorni.'

Però, sapeva che i mercenari bevevano di tutto. E l'assenzio non era così male se lo prendevi insieme al succo di frutta. Rat lo aveva fatto. Ed era stato proprio lui che aveva fatto provare a Maul il whiskey di Corellia. Maul iniziò a caricare la merce. Ci avrebbe impiegato vari viaggi prima di avere tutto quello di cui aveva bisogno e lasciare la nave. Sembrava che il proprietario era impegnato chi sa dove con del lavoro tra le mani. Maul allungò la mano, e distrattamente toccò una lunga cicatrice chiara sulla sua fronte. Il suo ultimo pegno, una cicatrice a forma di mezza luna inflittagli da un Separatista, che era risultato più forte e tenace del previsto.

Maul chiuse lo sportello dietro di se, e si diresse verso la stiva dello Scimitar. Ogni cosa che non riusciva a prendere la distruggeva in modo che nessun altro potesse appropriarsene. Era quasi arrivato, quando si ricordò dell'altro clone.

"Maledizione!" Maul sibilò. Davvero non voleva un altro scontro. Anche se voleva di nuovo usare la sua nave, quindi avrebbe combattuto. Si fermò davanti all'entrata della nave, ritirandosi. Espanse la sua percezione attraverso la Forza. Il clone si trovava ancora a bordo, e si stava dirigendo verso gli alloggi di Maul. Maul aggrottò gli occhi, e forzò il portello ad aprirsi. Aveva intenzione di uccidere quel clone. Maul poteva anche essere crudele come Dooku e Sidious, ma non giocava con il suo cibo.

E quel clone era il motivo per il quale lui adesso avesse un po' di crediti.

Maul iniziò a concentrarsi sui suoi fulmini e si affrettò verso i corridoi della sua stessa nave. Quando arrivò, Maul impostò la rotta per l'iperspazio senza mai voltarsi indietro. Quel settore di spazio sarebbe risultato scomodo per le navi per molto, molto tempo.

Riuscì a sentire un lieve suono e subito si voltò. Il clone era dietro di lui, puntando un blaster contro il petto del Sith. Anche se Maul non riusciva a vederlo in volto, riusciva a percepire chiaramente la sua rabbia attraverso la Forza. Lentamente Maul alzò le mani verso l'alto, cercando di valutare bene la situazione. Essere ucciso non faceva parte della sua lista di cose da fare.

"Cane bastardo." Ringhiò il clone.

Fantastico, adesso veniva pure insultato.

"Pirata, per la verità." Lo corresse Maul. 'Ero un Sith, ma ora semplicemente mi procuro ciò che mi serve e distruggo navi. Immagina.'

Il clone si lanciò contro Maul, che rilasciò i suoi fulmini, osservando mentre colpivano il clone a piena potenza. L'uomo gridò in agonia. Maul rabbrividì ricordando le sue stesse urla. Visualizzò la forza vitale del clone come un'incandescente palla dorata. Poi, in piena concentrazione, la distrusse. Il clone cadde, immobile, ai suoi piedi.

Maul afferrò il corpo morto per le braccia ed iniziò a trascinarlo via. Aveva altre cose da fare, una nave da saccheggiare, ed una bottiglia di assenzio da bere. Ma poteva aspettare ancora un po' prima di celebrare, fino a quando non avesse finito, Maul aveva bisogno di bere.

Era l'unico modo per soffocare le grida nella sua mente.
   
 
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