Non lo aveva mai visto così. Certo, spesso si era buttato a capofitto nel lavoro ma mai in questo modo. Continuava a cercare carte su carte, continuando a parlare. Non riuscivo più a seguirlo.

“Ora basta Mulder”

non mi resi neanche conto di urlare. Lui si bloccò guardandomi stupefatto. Non riusciva a capire, lo vedevo nei suoi occhi.

“Guardati Mulder, non sei in te. Devi darti una calmata e fare una pausa. Dormi almeno un po’.”

“Non posso...sono così vicino.”

Aveva sussurrato sedendosi alla sua scrivania. M avvicinai a lui inginocchiandomi per avere i miei occhi all’altezza dei suoi.

“Lo so Mulder, lo so. Ma davvero, ascoltami, non puoi andare avanti così. Ti stai distruggendo. Non resterà niente di te se continui per questa strada. Se non vuoi farlo per te, fallo per tua madre, per Samantha e per la sua ricerca e...”

...per me.

“...cosa penserebbero se ti vedessero così? Starebbero male per te...”

...io starei male per te. Non riuscirei ad andare avanti.

“Ora resta qui, vado a prenderti qualcosa da mangiare. Torno tra poco.

Rimasi fuori per una decina di minuti. Quando tornai era ancora lì seduto, con gli occhi chiusi, non sapevo se stesse dormendo. Mi avvicinai ad un tavolino e lui aprì gli occhi.

“Scully...”

“Sono tornata, ho preso due panini spero ti vadano bene.”

“Certo, vieni qua.”

Mi avvicinai a lui appoggiandogli i panini davanti, lui prese la mia mano baciandola ed appoggiò la sua testa al mio grembo, con l’altra mano gli accarezzai i capelli, erano così soffici. Teneva gli occhi chiusi, come se stesse pensando a cosa dire.

“Inoltre ferirei anche te, vero Scully?!”

Non risposi, lui sapeva comunque la risposta.