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Autore: LuckyGhost    24/09/2017    0 recensioni
Primo libro di una trilogia.
La sua vita è stata un inferno.
Tagliato in due. Lasciato a morire. Abbandonato dal suo maestro. Torturato da colui che lo aveva lasciato. Abbandonato ancora una volta, questa volta dopo aver visto morire suo fratello. Aggiungete alla mischia PTSD di una prigione della Repubblica ed ottenete una bestia.
L'odio era l'unico sentimento che gli era familiare, fino a quando non conobbe i pirati dell'equipaggio di Toora Ares.
Ma perse anche loro. Venne lasciato alla deriva in balia del vento galattico, insieme alla pirata Solace Midnight , dalla lingua tagliente. Midnight è riuscita ad aiutarlo un poco, ma lei aveva le ore contate. Purtroppo, anche lei, doveva morire.
Maul ancora non riesce a riprendersi, questo perché gli importava troppo.
Quando viene a sapere che, forse, Midnight è ancora viva, Maul si precipita a capofitto in una disperata missione di salvataggio. Non tutto, purtroppo, è come sembra. Maul sta ignorando quella sottile voce che si stava insinuando nella sua mente. Che gli sta disperatamente dicendo di voltarsi indietro...
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conte Dooku/Darth Tyranus, Darth Maul, Nuovo personaggio, Palpatine/Darth Sidious, Un po' tutti
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Per sei giorni ha aspettato Strider. Per sei dannatissimi giorni si è occupato della nuova spada di Solace. Poi lo Scimitar ha deciso di bruciare uno dei suoi dispositivi di occultamento. Quello ha necessariamente portato ad una gita alla città, ai negozi locali per parti di ricambio, e qualche ora nelle viscere del Firespray. Ovviamente, durante il lavoro, ha trovato un problema ancora più importante alle macchine, che aspettava solo il momento giusto per manifestarsi.

Ma ora, Maul stava calorosamente prendendo a male parole la sua amata nave. Era sdraiato sulla schiena, sotto un impianto della nave. Molteplici attrezzi svolazzavano proprio sopra la sua testa, alcune arrivavano a centimetri dall'amputare i suoi corni. Altri facevano gocciolare l'olio bollente per le macchine sulla sua tuta. Ombre oscuravano la sua vista, così Maul indossò un paio di occhiali notturni. Ecco. Ora andava meglio. Ora i suoi occhi erano protetti e lui riusciva a vedere. Tutti gli angolini ombrosi erano messi a fuoco con il resto del blocco motore. Maul riusciva anche a vedere il problema.

"Oh, m****." Uno dei pistoni aveva provocato una massiccia lacerazione sulla parete del blocco.

'M****. Adesso devo tornare indietro e prendere altre parti.'

Era anche un lavoro non molto pulito. Maul si trascinò fuori da sotto il pannello e ancora una volta prese a male parole la sua nave. Maledisse anche il fatto che lui stesso era grosso e muscoloso. Grazie anche alla sua struttura del corpo, gli era quasi impossibile infilarsi in spazi stretti. Come per esempio nel suo motore di poppa. Sospirò. Lo Zabrak rosso non poteva liberarsi delle sue sensazioni però. Il suo stomaco gli stava suggerendo che questo era il suo unico punto di partenza. Cera sempre calma prima di un tornato.

Maul si scosse mentalmente. Uno straccio era comodamente posto vicino alla sua cassetta degli strumenti, e Maul lo prese. Si asciugò l'olio del motore dalla sua pelle. Lasciò la tuta sporca in lavanderia e senza quasi nulla addosso si avviò verso la sua cabina. Lazione non lo fece vergognare come una volta. Maul non era lo stesso uomo che era in passato.

La prigione gli aveva regalato molto tempo per riflettere sulle sue azioni.

Il suo comm squillò da dove lui lo aveva lanciato. Maul lo attirò a se con la Forza e lo accese. Lo depositò poi sul letto mentre indossava dei vestiti puliti. "Si? Qui Mahler. Chi parla?"

La voce di Strider accarezzò le sue orecchie. "Sono io. Tra circa cinque minuti starò fuori Ashkelon. Incontriamoci alla pista tre."

Al momento Maul si trovava nella due. Poteva arrivarci anche lui in cinque minuti, forse meno. "Certo. Diamine, perché no? Giusto perché tu ne sia al corrente, la mia nave si è mangiata un altro pistone ed ero nel bel mezzo di una riparazione."

Lui odorava di sudore e olio per motori.

"Non mi importa molto." Replicò Strider. "Sarò lì. Passo e chiudo." E con quello lei terminò la chiamata.

Maul diede una lunga occhiata al suo comm. Il suo stomaco ora gli stava suggerendo che Strider era il catalizzatore; lei sarebbe stata quella che avrebbe fatto la fine. Ma quale fine? La sua vita? la sua libertà? Maul estese ancora i suoi sensi attraverso la Forza, facendo collidere il suo spirito con quello di lei. Lei era là, che svolazzava come le ali di una falena. Maul avrebbe voluto donarle la sua forza, la sua Forza. Ma non poteva. Se i Jedi la stavano osservando, avrebbero scoperto che lui era coinvolto in questa faccenda. Lei sarebbe stata uccisa, questa volta per sempre. Per salvare Solace, Maul doveva restare vivo.

'Mi dispiace così tanto, Solace.'

Maul le inviò una scia equivalente ad un abbracciò fisico, prima di estraniarsi ancora una volta dalla Forza. Dopo di che, Maul lasciò la sua nave e si affrettò verso la piattaforma tre. La spada da combattimento penzolava al suo fianco ed i blaster attaccati alla sua cintura intimidivano possibili avversari. Ashkelon poteva essere stata un pianeta della Repubblica, ma anche questo pianeta aveva il suo bagaglio di spazzatura.

Maul cautamente, arrivò alla piattaforma sporca e polverosa. I suoi sensi si allertarono. Cera qualcosa là, che lo aspettava. Lui si fece teso, una mano gli volò sul blaster. La spada di Solace era grande e tutto, ma i blaster erano per il combattimento a distanza. Affrontare da vicino in modo così personale era una cosa da Sith.

E Maul non era più un Sith.

Il pugno arrivò da chi sa dove. lo prese al mento e gli fece roteare la testa all'indietro. Lui vide quelle stelline e i piccoli uccellini gialli dei quali tutti giuravano l'esistenza. Sangue usciva dalla sua bocca. Lui lo sputò, insieme ai rimanenti di quello che doveva essere un suo dente. La sua lingua esplorò il lato sinistro del mento, in cerca di altri danni. Due denti persi.

'Merda.'

Si abbassò ed estese i suoi sensi. Là! Vicino a quella pila di casse. Maul iniziò ad avviarsi, i suoi stivali silenziosi quando toccavano il pavimento. Un forte odore di grasso permaneva l'aria, e delle ombre affollavano il pavimento. Cavi e tubi erano sospesi in aria, alcuni erano connessi alle navi. Maul si muoveva silenziosamente, senza alzare un granello di polvere. L'altro Zabrak, una femmina gialla, gli arrivò incontrò e diresse un pugno allo stomaco. Lui lo schivò, voltandosi ed estendendo una gamba. L'altra Zabrak si fermò. Osservò Maul attentamente. Maul notò la balestra appesa ad una cinghia alla sua schiena.

Lei lo caricò. Maul la intercettò e diede una ginocchiata allo stomaco. Lei grugnì dal dolore e lasciò la presa. Lui scosse la testa, un corno incontrò la spalla della Zabrak. Della carne si strappò, grazie ai suoi corni, e sangue fuoriusciva dalle ferite. Lei si buttò indietro di schiena trascinandolo con se su di lei. Maul rotolò di lato e scaraventò la sua testa contro il pavimento. Lei gli diede una ginocchiata nell'inguine. Lui ansimò dal dolore e andò per la sua gola.

La Zabrak non era una minaccia. Lei non era sensibile alla Forza.

Il pugno arrivò dal nulla e gli colpì il naso. Qualcosa collise e lui riusciva a vedere le stelline di poco fa dal dolore. Lui bestemmiò mentre sangue gli scorreva sul petto nudo. Lui preparò un pugno e lo scaraventò nello stomaco di lei. Il respiro della Zabrak esplose in un acuto "woof!". Nemmeno il migliore dei guerrieri poteva combattere senza fiato.

Maul prese il suo blaster con la Forza da una fondina e puntò il mirino contro il suo mento. Gli occhi della Zabrak gialla si spalancarono.

'Lei non assomiglia per niente a Savage.'

Ma immagini si materializzarono di fronte ai suoi occhi.



"Fratello! Aiutami!"

Dooku schivò il colpo di Savage. Lui ferisce leggermente lo Zabrak, cercando di causargli del dolore. Maul ruggì e si scaraventò su Dooku. Intercettò il colpo dell'umano e lo spinge indietro.

"Vai! Corri!"

Ma Savage resta, i suoi occhi spalancati, terrorizzati. Non riesce a muoversi; è paralizzato dalla paura. Savage non riesce a credere che il suo Maestro lo stia tradendo in quel modo.

Ma Maul ci crede.

Poi Dooku scaraventa Maul contro un muro, disorientando lo Zabrak. Muove la sua spada laser creando un grande arco luminoso. Maul sa cosa sta per accadere. Lui lo sa e non può impedirlo.

"No!"

Poi la testa di Savage cade dalle sue spalle e tutto diventa buio.



"Ora." Ringhiò Maul, cercando di trattenere il suo corpo dal tremore che lo scuote. Quello era uno dei suoi peggiori ricordi. Insieme alla "morte" si Solace e l'abuso di Blirr. "Tu chi sei?"

Con sua immensa sorpresa, la donna si rilassò sotto di lui. "Artemis Strider, al tuo servizio. E non ho problemi che tu stia sopra."

Lui era sopra il suo corpo, quindi Maul cercò di muoversi. "La prossima volta non attaccarmi. Sono molto più di quanto sembro."

Lei lo prese per il polso e gli diede uno sguardo significativo. Maul divenne rigido. "Sei un Jedi? Ho visto il tuo trucco con il blaster."

"No." La risposta di Maul era brusca e definitiva. Maul si irrigidì ancora di più quando il suo sguardo si mosse a sud. Almeno non stava cercando di esplorare fisicamente quella regione. "E lasciami in pace."

"Ho una certa attrazione per il Lato Oscuro."

'Ma lei proprio non capisce?!?'

Avrebbe scommesso che le piaceva il Lato Oscuro come lo descrivevano sull'holo. In realtà Maul lo aveva sperimentato. Gli è costato suo fratello, la donna che amava, e la sua libertà. Non era tutta la gloria che descrivevano gli holocron.

Maul si alzò tenendo il suo blaster puntato contro la Zabrak. Ora che la sua scarica di adrenalina stava diminuendo, Maul riusciva a sentire il fresco vento sulla sua faccia. La tre era una piattaforma per il trasporto merci. Non era pulita o affollata quanto quella dove Maul era atterrato. Droidi per lo scarico delle merci restavano nell'ombra, aspettando l'arrivo i grossi carichi. Una luce pallida, filtrava all'interno dalle luci del cielo. Muri spogli, rovinati per anni dalle navi in arrivo, rifletteva come l'alluminio.

Solo allora, Maul si accorse di stare indossando ancora i suoi occhiali da protezione. Se li tolse e li ripose nella sua tasca posteriore. Quelli erano un vantaggioso pezzo del suo equipaggiamento. Lui non si fidava di lei. Nemmeno un po'.

Strider era soddisfatta. Lei lo voleva possedere. La femmina mise un braccio intorno alle sue spalle, ed avvicinò il corpo al suo. Il suo addome scoperto venne a contatto con le sue braccia, loro del suo top corto andava pesantemente in contrasto con il rosso ed il nero della pelle di Maul. Desiderò essersi preso alcuni minuti extra in più per potersi mettere una maglia addosso, le piattaforme erano fredde. Si distaccò dal contatto con Strider, insultandosi mentalmente per averlo permesso.

"Un uomo come te." Lei trascinò un dito sul suo petto. "Dovrebbe essere in grado di guadagnarsi una compagna della sua stessa specie."

Poi lei lo baciò.

Era leggero, sulla sua guancia, ma Maul reagì immediatamente. Conosceva questo gioco. Lo avevano ingannato in questo modo quando era poco più di uno schiavo. Maul la spinse via e si asciugò la faccia. Strider sembrava ferita dal gesto. Il cipiglio tempestoso sul suo volto probabilmente non aiutava la situazione.

"Prima di tutto." Ringhiò lui. "No. Non sono interessato. Secondo, tu salirai sulla mia nave. La mia nave, le mie regole. Non entrerai nel mio alloggio. Non rovisterai nei miei dati personali. Avevi detto che ti piace il Lato Oscuro? Posso percepire quando menti. Posso anche sapere se stai effettuando una chiamata via comm ed anche ascoltarla se mi va. Non forzarmi a fare cose che non voglio, altrimenti ti ucciderò."

Questa volta, aveva una scelta. Questa volta non era mezzo congelato e drogato. Questa volta poteva uccidere Strider prima che lui si facesse male. Questa volta non era stordito dal dolore, da non importarsene di cosa succedeva al suo corpo.

Strider annuì. "Si, Capitano. Brutta esperienza?"

Lei non ne aveva idea. Le cicatrici sulla sua schiena sembravano dolorose. Era grato per il cappotto che nascondeva le ferite più gravi.

"No." Mentì lui. "Ma Solace è l'unica che voglio. Io non la ferirei in quel modo."

Dio solo sapeva quanto Solace aveva sofferto. Maul sapeva quanto crudele poteva rivelarsi la Repubblica. Alcune cicatrici si rimarginavano col tempo, ma altre duravano per sempre. Maul aveva molte cicatrici come quelle. I suoi flashback erano meno frequenti quando era con lei ed era più aperto con gli... altri... lati della Forza.

Strider alzò le spalle. "Lei non è come te. Lei non lo saprebbe."

Maul iniziò a camminare. Non si fidava abbastanza di se stesso per risponderle. Strider stava spingendo tutti i pulsanti sbagliati. Strider lo seguì in silenzio. Lui la stava pagando bene-metà cassa di assenzio e seimila crediti. Sarebbe diventata ricca ed ubriaca. Entrambi erano i desideri più profondi di ogni cacciatore.

L'aspetto di Strider rendeva le cose ancora più difficili. Però lui era dolorosamente tentato, Maul aveva ancora più bisogno di Solace. Riusciva a percepirla attraverso la Forza. Lei era ancora viva ed aveva molta paura. Maul non sapeva perché adesso lui riuscisse a percepire solo lei, ma era abbastanza per lui.

'Resisti, Solace. Sto arrivando.'

La sua cabina non gli era mai sembrata un posto così privato.

Solace aveva pensato che lui era solo un uomo. Maul non lo era. Lui era un Sith. Non le aveva mai detto la verità, non le aveva mai detto nemmeno il suo vero nome. Maul l'aveva quasi fatta uccidere. Non sapeva come poteva prenderla, ma Maul le avrebbe detto tutta la verità. Avrebbe fatto male come l'inferno, ma ne sarebbe valsa la pena.

Maul aveva stretto degli accordi per avere dell'aiuto per rattoppare la sua nave. Prima partiva e prima poteva salvare colei che amava.

   
 
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