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Autore: reginamills    26/09/2017    3 recensioni
OUAT x GoT Crossover AU || Regina Mills è costretta a sposare Leopold, un vecchio re che non ama, da sua madre Cora. Anni fa, un destino tremendamente simile ebbe un'altra donna, Cersei Lannister. E se una delle due trovasse una via di fuga? E se questa la portasse proprio a conoscere una donna così simile a lei?
(Cersei x Regina, perché andava fatto).
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Ok, è strano ma non avevo mai letto una fanfiction su queste due donne. Eppure hanno così tanto in comune che mi sembrava impensabile che non ne esistessero. Quindi eccoci qui.
Buona lettura, spero vi piaccia! 


Non avrebbe sposato il re.
C’era un modo per fuggire, doveva esserci. Eppure aveva provato a farlo così tante volte che aveva perso il conto, ed ognuna finiva con una morsa fatta di magia nera che niente avrebbe potuto spezzare, non importava quanto provasse a dimenarsi per liberarsene.
Fuggire e andare dove? Cora l’avrebbe trovata ovunque, imprigionata e costretta a tornare a palazzo. Infondo era promessa a Leopold, sua madre sognava di vederla indossare quella dannata corona fin da quando era venuta al mondo. Se non fosse stato per quella piccola…
“Biancaneve.” si trovò a sospirare, stringendo gli occhi come se provasse dolore al solo sentire il suono di quella parola.
“Vostra maestà.” la ragazzina rispose con un sorriso cordiale. Regina notò il modo in cui i suoi occhi brillassero: “Siete bellissima.”
“Grazie, mia cara.” cercò di mantenere un tono calmo, sereno, senza alcun accenno di quella rabbia che la stava divorando dall’interno.
“Come vi sentite?” Biancaneve indossava un adorabile vestito rosa confetto, che Regina avrebbe voluto volentieri vedere macchiato di sangue, mentre la piccola principessina tentava invano di accarezzarsi la gola tagliata. Ma che cos’hai nella testa? Tu non sei come lei. “Mio padre è impaziente di vedervi.” la voce della principessa la allontanò da quei pensieri che ogni giorno avevano cominciato a farsi sempre più insistenti. Lei non era Cora. Non era come lei e mai lo sarebbe stata. Non importava quanto desiderasse vedere morta la causa della sua infelicità.
“Ed io non vedo l’ora di raggiungerlo.” si sforzò di sorridere, “Oggi diventerò sua moglie e non c’è niente che io desideri di più. Siederò al suo fianco come la regina e al tuo come matrigna. Ogni parte di me amerà te e tuo padre e ogni secondo della mia vita sarà dedicato a dimostrarvelo.” ripeté quelle parole come un mantra, come aveva fatto davanti allo specchio il giorno precedente, mentre sua madre gliele dettava e si assicurava che non ne sbagliasse una. Sentì un senso di nausea colpirla come una freccia in mezzo allo stomaco e dovette chiudere gli occhi e prendere un profondo respiro per ricacciarlo indietro.
Sentì Biancaneve dirle qualcosa come “Non potrei desiderare una matrigna migliore”, ma Regina decise che aveva sentito abbastanza. Aveva una lunga, durissima giornata davanti e quello era solo la punta dell’iceberg.
“Ora ti prego, mia cara, lasciami sola. Voglio che gli ultimi dettagli del mio vestito siano una sorpresa anche per te.” di nuovo quel sorriso forzato. Ormai era diventata decisamente brava a farlo. Biancaneve annuì e la lasciò sola nella stanza, a fissare la sua immagine mesta riflessa nello specchio.
Voleva urlare, lanciare tutto, dare fuoco ad ogni parte di quel castello che detestava, veder bruciare ogni persona che ne faceva parte e, con loro, anche il re e sua figlia. Avrebbe goduto nel vederli morire avvolti tra le fiamme, forse avrebbe persino riso.
Sei forse impazzita?! Che ti sta succedendo, Regina? Ritorna in te. Tu non vuoi questo.
“Certo che lo vuoi.” quella voce, poi un risolino. Inconfondibile. “Lo sai che lo vuoi.”
“Che cosa ci fai tu qui?” si voltò di scatto, vedendolo riflesso nello specchio, a pochi metri da lei. Guardò la creatura con disprezzo. “Vattene, Tremotino.”
“Lo sai, è strano” gesticolò con le mani, poi avvicinò a sé una sedia e si mise a cavalcioni su di essa, fissando Regina dritta negli occhi. Quei malvagi, infidi occhi enormi. “Tempo fa ti dissi che di lei in te non vedevo niente. Mi sbagliavo.” il modo in cui sorrise fece scorrere un brivido lungo la schiena di Regina: aveva fatto centro.
“Tu non sai niente di me…”
“Oh, ti sbagli. Io so tutto. Fin da quando da piccola ti ho tenuta tra le braccia, ti ho cullata… fin da allora sapevo tutto di te. Passato, presente e…” agitò la mano e tra le dita comparve qualcosa di piccolo, trasparente, simile a un diamante.
“Che cos’è quello?” Regina alzò un sopracciglio.
“La via di fuga che desideri da sempre.” lo lanciò, consapevole che Regina lo avrebbe preso al volo. E così fece. Era un fagiolo magico, di quelli che aprivano portali per diverse dimensioni, tanto rari quanto preziosi.
Regina rimase immobile, senza parole per qualche secondo. Si chiese a che gioco il mostriciattolo stesse giocando, perché voleva aiutarla? Cosa ci guadagnava? “Tutto ha un prezzo per te.”
Tremotino si strinse nelle spalle: “Diciamo solo che devo un favore a qualcuno.” Regina lo guardò con sospetto e per un attimo si domandò se non fosse lei la persona con la quale aveva qualche affare rimasto in sospeso. Infondo gli aveva chiesto di insegnarle le arti magiche, lei aveva fallito miseramente e lui si era rifiutato di proseguire “fino a quando sarebbe stata pronta”. Eppure c’era una parte di lei, una grande parte di lei, che non voleva fidarsi. “Dov’è la fregatura?” chiese infatti.
Tremotino fece un ghigno divertito: “Carino da parte tua pensare che ci sia una fregatura.” il mezzo sorriso che fece gli formò delle orribile rughe attorno agli occhi. “Il portale ti condurrà nel Continente Occidentale, più precisamente ad Approdo del Re, nel bordello di Chataya.”
“Bordello?!” Regina indietreggiò, sbigottita.
“Ecco la fregatura.” Tremotino si lasciò sfuggire un risolino. “E’ uno dei bordelli preferiti dal re Robert Baratheon. Lascia che te lo dica chiaramente, mia cara, tu sei il suo tipo. Se dovessi piacergli abbastanza e se sarà abbastanza ubriaco ti porterà con sé alla Fortezza Rossa. E lì, mia cara, avrai le chiavi della tua libertà.” gesticolò, e Regina sentì tornare quel terribile senso di nausea che l’aveva tormentata poco prima.
“Sei disgustoso.” tanto da doversi voltare e guardare altrove “Se pensi che scapperò dal letto di un vecchio re per finire in quello di un altro sei fuori di testa.”
“Hai la mia parola che non ti toccherà con un dito.”
“La tua parola?! E quanto può valere una volta che sarò sparita da questo mondo per andare in un altro, completamente sconosciuto? Con chi me la prenderò quando quell’uomo disgustoso che frequenta… bordelli altrettanto disgustosi pretenderà di avere il mio corpo in cambio di denaro?” Regina non voleva neppure pensarci.
“E’ la tua unica scelta, mia cara: fidarti di me o sposare re Leopold.” Tremotino notò il modo in cui Regina continuava a fissare il pavimento pur di non guardarlo di nuovo, così si avvicinò e accarezzò delicatamente con la punta delle sue dita rugose il fagiolo magico ancora tra le mani di Regina. “Non ti rimane molto tempo.” e, prima che Regina potesse finalmente voltarsi per replicare, era già sparito nel nulla.

Cersei Lannister scioglieva la morbida treccia bionda, lasciando che i morbidi riccioli biondi le cadessero sui seni nudi. Era una notte stranamente fredda ad Approdo del Re, neppure il vino era riuscita a riscaldarla. Fortunatamente per lei, però, ne aveva bevuto abbastanza da conciliarle il sonno. Presto Robert sarebbe tornato nelle sue stanze, e Cersei pregò con tutte le sue forze che fosse troppo ubriaco perfino per coricarsi al suo fianco. Voleva soltanto dormire e dimenticare quell’orribile giornata. Il livido sul suo zigomo ancora le pulsava. “Lo porterò come un segno d’onore”, gli aveva detto dopo che lui l’aveva schiaffeggiata in pieno viso. Se Jaime l’avesse visto lo avrebbe certamente ucciso. Infondo non sarebbe stata la prima volta per lui.
Jaime. Cersei chiuse gli occhi e l’immagine di suo fratello le invase i sensi. Il suo gemello, la sua metà, il suo specchio. Si girò sul fianco, accoccolandosi sotto le morbide coperte e si concentrò, come se avesse potuto scegliere di sognarlo in quella notte fredda.
Purtroppo per lei, anche il solo tentativo durò poco.
Robert spalancò goffamente la porta e dovette sorreggersi allo stipite per quanto fosse ubriaco. Cersei sbarrò gli occhi, perfettamente conscia di ciò che l’aspettava: per anni quella scena pietosa si era ripetuta per un numero tale di volte da sembrare infinito. Quei minuti le sembravano infiniti.
“Mi fai male” tentò di dire, mentre pregava gli Dei di non versare neppure una lacrima. Ormai era diventata un’esperta.
“E’ il vino” aveva replicato Robert, senza preoccuparsene troppo, mentre tornava a spingere dentro di lei con un ritmo al quale era ormai abituata: era ubriaco, sarebbe durato tutto per poco tempo. Quasi poteva fare un conto alla rovescia.
Cersei Lannister chiuse gli occhi e immaginò di essere altrove.
 

fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va :)

   
 
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