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Autore: greenkangaroo    27/09/2017    1 recensioni
Mentre suo padre cavalca per difendere le sue terre, Maeglin crea la bellezza.
Dal testo:
" Suo padre torna all'alba tre giorni dopo, esausto e sanguinante, ma vittorioso. Tiene in alto la testa del troll e il suo popolo - il loro popolo - gioisce per il loro Signore, il loro albero dalla corteccia nera, il loro centro. "
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eöl, Maeglin
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Labyrinth

greenkangaroo
Summary:
Mentre suo padre cavalca  per difendere le sue terre,  Maeglin crea la bellezza .
Silmarillion oneshot.


Fonte banner: httpnaturama.tumblr.com  

Edit: Boyo_Mate
Testo originale: http://archiveofourown.org/works/764788


 
Nelle profondità  di Mornost, la città fortificata di alberi e pietra che è il tranquillo cuore di Nan Elmoth, c'è un labirinto. Fatto di antica roccia coperta di muschio e di alte siepi, ci sono diciotto distinti sentieri che possono essere percorsi, ognuno dei quali conduce a suo tortuoso modo verso il centro, qui cresce un albero dalla scura corteccia con bianche foglie. È solo uno dei molti alberi simili che si possono trovare a Nan Elmoth, dove poca luce penetra; e di notte le venature delle bianche foglie risplendono di una dolce sfumatura di verde. Il Lord padre di Maeglin percorre i sentieri del labirinto, quando non c'è nulla nel suo regno che richieda la sua immediata attenzione. A volte porta con sé  suo figlio, ed entrambi rimangono in silenzio. Essi vagano, lasciando che i loro piedi  li guidino in una lenta spirale verso l'inevitabile destinazione, il bellissimo albero con la corteccia nera e le foglie bianche. Quando Maeglin ha raggiunto l'età di trenta, gli è permesso di entrare nelle forge da solo, senza la supervisione di suo padre. Ci sono stati  degli avvistamenti di trolls nei boschi settentrionali; suo padre dà a sua madre un casto bacio di saluto e salta in sella accanto alle sue guardie dai volti truci, la spada dalla nera lama al suo fianco. Gli alberi dei boschi settentrionali sono densi e i tronchi molto ravvicinati, più vicini che a sud o ad ovest. Sarebbe stato facile per un troll nascondersi lì, più facile ancora per un troll sarebbe stato agguantare una guardia tra i rami. Maeglin abbraccia stretto il padre e sente il suo cuore in gola.
“Non temere, Gufetto.” La voce di suo padre scuote le sue ossa, talmente profondo è il suo timbro. "Tornerò da te".
Maeglin gli crede perché deve, perché nella oscura foresta al di fuori di Mornost, attraversata da importanti vie commerciali che portano al Doriath, suo padre è imperatore e re assoluto. Nulla di meno. Maeglin  si reca alla forgia e fissa i martelli, la vasca dove viene raffreddato il metallo incandescente, i filieri e la mantice. Prende un paio di pinze, le scarta; guarda pensieroso le bobine su bobine di filo e lascia perdere anche quelle, dopo un attimo. All'esterno suo padre cavalca lungo  la strada che protegge incontro ad un altro pericolo e all'interno Maeglin ha chiuso la porta per evitare sua madre e il suo ultimo amante. Maeglin si ritrova attratto  dai dischi d'argento nella loro scatola di velluto. Ne prende uno, lo rigira tra le dita. Il metallo è freddo e opaco. Maeglin accende un fuoco sotto una piastra di riscaldamento. Trova un piccolo scalpello di incisione, un martello imbottito. Si siede, e guarda il calore sciogliere l'argento,  indossa guanti ricavati dalla pelle di un drago e comincia ad  incidere. Non inizia con un percorso preciso in mente. Non sente il passare del tempo; raggiunge il centro e lo volge, ruotando il disco in modo che possa iniziare un altro percorso verso l'esterno, e poi di nuovo ne crea un altro verso l'interno. Dentro e fuori. Presto tutti i diciotto percorsi sono fissi davanti a lui . Guardandoli Maeglin sente di conoscerne ogni giunzione, tutti gli alti obelischi che segnano i punti a metà strada, le nicchie nascoste con statue di dèi dimenticati da qualsiasi persona al di fuori di Nan Elmoth, che è la nipote del Cuivienen ormai andato perso. Maeglin posa la mano sul labirinto d'argento che ha scolpito e desidera che suo padre sia al sicuro. Sente la magia zampillare dalle dita, dal cuore. Può sentirne il bruciore dietro gli occhi. Non c'è nulla al centro del labirinto. Non c'è niente da raggiungere per i fili che sta cercando di creare, non c'è niente da cercare. Non c'è nessun albero dalla corteccia nera, e quindi si dissolvono, disancorati e inutili. Maeglin ringhia per la frustrazione.  Si allontana,  continua a camminare. Gira intorno al tavolo, torna indietro.
Sa di cosa ha bisogno.
Si reca all' atrio, dove sono conservati   gioielli di tutte le dimensioni, tutti i colori e tagli, alcuni fatti da suo padre, alcuni da lui stesso. Altri furono barattati dai Nani che suo padre chiama famiglia. Ci vuole solo un momento per trovare quello che gli serve. Maeglin torna al suo labirinto d'argento e in una mano tiene una pietra non sfaccettata di onice, profonda, scura e liscia. Recupera gli strumenti giusti, posiziona la gemma. Va al centro del labirinto, e stabilisce la destinazione. Questa volta quando richiama i suoi fili  questi vengono e circondano  l'onice in un istante, collegando i percorsi tra di loro. Si  troveranno sempre l'un l'altro, porteranno sempre al centro. Maeglin aggiunge un anello e mette da parte il suo lavoro. Suo padre torna all'alba tre giorni dopo, esausto e sanguinante, ma vittorioso. Tiene in alto la testa del troll e il suo popolo - il loro popolo -   gioisce per il loro Signore, il loro albero dalla corteccia nera, il loro centro. Maeglin gli dà il ciondolo quella sera, dopo un bagno e un lungo abbraccio, per essere sicuri che questi sia suo padre e non un changeling nelle sue sembianze.
Nonostante i calli ne è valsa la pena, Maeglin riprende a respirare. Davvero, quale changeling avrebbe mai osato impersonare qualcuno come Eol il Moriquendi? Eol si rigira il ciondolo nelle mani, mani che facilmente eclissano quelle di  Maeglin. Rimane in silenzio per lungo tempo e quando lo guarda il suo sguardo duro si è ammorbidito ed è pieno d'amore.
" Figlio mio, " dice " hai creato la bellezza. "
Eol indossa una catenina di mithril attorno al collo;  è qui che  va a finire il labirinto d'argento, e non viene rimosso, né per le visite diplomatiche né durante le lunghe ispezioni delle postazioni di guardia. Nella forgia scivola sul suo petto, insieme al sudore mentre lavora e suo figlio lavora accanto a lui. Maeglin può allungarsi con la mente, toccare un filo e sapere dove cavalca suo padre, sentire il battito fantasma del suo cuore e la potenza viva  del suo respiro.
Maeglin raggiunge suo padre e sa che è vivo.
Sa che tutti i percorsi conducono al centro, e il centro sarà sempre lì, non importa quanto lunga la strada.

Note:
Si prega di notare che Mornost è una MIA creazione; il Silmarillion insinuava che Eol avesse vissuto in gran parte da solo a Nan Elmoth, qualcosa che mi è sempre sembrato bizzarro e non in sintonia con quelli che erano i doveri di uno dei lord del Doriath.
Ma in fin dei conti, quasi tutta la storia della famiglia Moriquendi mi sembra bizzarra e senza senso.
Fucking Noldor historians


Permesso dell'autore originale:  

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