Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=jA8inmHhx8c&feature=youtu.be.
★ Iniziativa:
Questa storia partecipa
alla challenge “Prosthetic Kink Contest!” a cura di
Fanwriter.it!
★ Fandom:
Marvel.
★ Numero
Parole: 555.
★ Prompt
brevi: 6. Malfunzionamento.
Amicizia
‘malfunzionante’
Rhodey
appoggiò la mano contro la parete e avanzò, le
protesi meccaniche alle sue gambe smisero di funzionare e il soldato
cadde per
terra.
Gemette
e strinse gli occhi, si nascose il viso con il
braccio.
Tony
gli corse incontro, lo abbracciò e lo sollevò,
appoggiandoselo contro.
“Come
mai non funzionano?” domandò tra sé e
sé.
Rhodey
lo spintonò e ricadde pesantemente seduto, gli
occhi gli pizzicavano.
“Sono
io a non funzionare!” gridò.
Stark
impallidì e cercò di gattonare verso le sue
gambe.
“Fammi
controllare. Forse è
l’interfaccia…”. Iniziò a
dire.
Rhodey
fece una risata gelida e scosse il capo.
“Quando
mai le tue invenzioni non hanno funzionato?
Sono io che ci metto mano e le rompo. Un po’ come con la War
Machine. Se non l’avessi
fatta modificare ad Hammer, avrebbe avuto ancora il paracadute e io non
sarei
ridotto così” sussurrò roco.
“Beh,
amico, di sicuro queste non le ha potute toccare
quella brutta copia di essere umano. Posso vedere come
aggiustarle” lo
rassicurò Tony.
Rhodey
strisciò indietro e diede un pugno per terra.
“Non
puoi aggiustare sempre tutto. Non puoi aggiustare
me. Non puoi aggiustare la nostra amicizia. Perché ti ostini
a darmi una mano
quando tra noi non c’è più nessun vero
rapporto da anni? È per una qualche tua
egoistica…”. Iniziò a dire.
Tony
scattò e raggiunse le sue gambe, estrasse dalla
tasca un cacciavite ed iniziò a girare una vite.
“Mi
sottovaluti. Un genio come me ha aggiustato di
peggio. Nessun crede che dopo la Civil War io possa aggiustare gli
Avengers, ma
lo farò. Nessuno riesce a credere che riuscirò a
tenere a bada Ross e il
Governo, ma l’intero mondo pende dalle mie labbra e
rimarranno sorpresi”
ribatté. Spostò due circuiti e socchiuse gli
occhi.
“Sempre
sicuro di te” sibilò acido Rhodey.
“Ho
trovato il problema. Ci si dev’essere versata
dell’acqua.
Devo renderli impermeabili…” enumerò
Tony.
“Mi
ci sono fatto la doccia. Ecco qui il problema.
Come vedi veniva da me”. Gli parlò di sopra Rhodey.
“Ehy, sono
io la causa dei mali del mondo. Dimentichi? Accendi la televisione e
fatti un
ripasso. O vuoi condividere con me? In fondo sei un po’
Iron-Man anche tu.
Anche se non hai il mio fascino, la mia avvenenza e nemmeno la
capacità di
riconoscere un maschio da una donna…” lo
punzecchiò Stark.
“Ancora
con quella storia?!” gridò Rhodey.
Tony
si rialzò e gli porse la mano.
“Sempre”
ribatté.
Rhodey
sospirò e afferrò la sua mano, si rimise in
piedi, la schiena gli doleva e le gambe, strette dalle protesi
meccaniche, gli
pulsavano.
“Sei
un civile insopportabile, un Avengers
problematico, un egocentrico…” si
lamentò.
“E
un tuo amico? Ti va se ci riproviamo? In fondo ti
serviranno i consigli di un trapiantato di cuore” rispose
Tony.
Rhodey
guardò le sue iridi color caffè, dai riflessi
oro e una parte centrale color cioccolato. Arrossì e
chinò il capo, sospirando
pesantemente.
“D’accordo.
Cercherò di essere nuovamente tuo amico,
Tony Stank” lo
punzecchiò.
Tony
incrociò le braccia al petto e ghignò.
<
Parli tanto, ma non hai certo interrotto le
ricerche quando sono stato rapito dai terroristi. Non ti sei fermato
finché non
mi hai riportato a casa. Posso perdonarti un’armatura rubata,
ne ho tante, in
fondo > pensò.
“Andiamo
a farci due caffè, un paio di ciambelle e
soprattutto due cheeseburger” disse.