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Autore: Athelye    29/09/2017    1 recensioni
L’ennesima cena e festa di lavoro, l’ennesima serata, l’ennesima situazione.
Non che i ragazzi non si divertissero, però era un flash continuo, non potevi neanche prenderti un maledetto salatino che zac!, eri già finito sulla copertina di una di quelle riviste di gossip. Ma la cosa peggiore era che non riuscivano a stare insieme se non per un minuto scarso, il tempo di una foto. Aveva visto George sì e no un paio di volte, Ringo neanche a dirlo, lui proprio non si vedeva in mezzo a tutta quella gente.
E poi c’era John.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ennesima cena e festa di lavoro, l’ennesima serata, l’ennesima situazione.
Non che i ragazzi non si divertissero, però era un flash continuo, non potevi neanche prenderti un maledetto salatino che zac!, eri già finito sulla copertina di una di quelle riviste di gossip, in cui puoi leggere il curriculum di tutti gli scandali in cui sei rimasto coinvolto, dalla canna della settimana scorsa al sasso che hai lanciato quando avevi sette anni contro la finestra di quella vecchia zitella della vicina perché non ti aveva ridato la palla.
Ma la cosa peggiore era che non riuscivano a stare insieme se non per un minuto scarso, il tempo di una foto. Aveva visto George sì e no un paio di volte, Ringo neanche a dirlo, lui proprio non si vedeva in mezzo a tutta quella gente.
E poi c’era John.
John, che stava osservando da tutta la sera, nella speranza di scambiarci almeno due parole.
John, che era a parlare sempre con una persona diversa da tutta la sera.
John, che senza Cyn fra i piedi a fargli da mastino da guardia si sentiva libero di parlare con chiunque. Anche con quella biondina non meglio identificata, registrata dalla sua mente come “razza di zoccola patentata, togli gli occhi dal suo pacco o te li cavo.”
E lui si detestava, per starsene lì, a guardarlo da lontano, stringendo il bordo del bicchiere quasi a romperlo con i denti, mentre beveva l’ennesimo drink.
Probabilmente non era stata proprio una grande idea quella di berne così tanti a stomaco vuoto, perché adesso aveva tutti i pensieri un po’ annebbiati, un po’ confusi. Non che la testa gli girasse, ma stavano cominciando a formarcisi pensieri e film mentali molto vari, e tutt’altro che piacevoli.
Decise di allontanarsi dalla confusione e da scene che non voleva vedere. Come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Si era appartato in una terrazza abbastanza grande, trovata per caso girando per i corridoi tappezzati di carta da parati rossa broccata di quel posto. Era abbastanza lontana dalla festa, nonostante arrivasse un po’ di musica, ma tutto sommato gli faceva compagnia e quindi andava bene.
L’unica fonte di luce proveniva dall’interno, oltre a quello spicchio di luna che illuminava più per pietà che per reale potenza luminosa, riflettendosi tristemente su di lui e sul verde della campagna fuori Londra in cui si trovava quella villa.
Si accese una sigaretta, rigirandosela fra le dita, osservando i rivoli di fumo blu volteggiare nell’aria della notte. Si appoggiò all’ampio parapetto di marmo bianco, sospirando tante nuvolette dense.
“Ululi alla luna?”
Lanciò solo una rapida occhiata dietro di sé, non aveva bisogno neanche di quella in realtà per sapere a chi appartenesse quella voce.
“Pensavo stessi ‘socializzando’, in assenza di Cyn.”
“Principessa, sei geloso?”
“No. Trovo solo che tu sia terribilmente banale nella scelta delle fanciulle da portarti a letto.”
John rise. “Sai che ho occhi solo per te..”
“Ma se neanche ci vedi.”
Si girò, osservando l’elegante figura del ragazzo in controluce, che lo guardava con un calice di vino in mano.
Gli sorrideva, quel bastardo. A lui come a mille altre.
Arrivarono alle loro orecchie le note lievi di un lento, lontane, come in un sogno.
John posò il bicchiere sul parapetto lì vicino e gli si avvicinò, tendendogli la mano sorridente.
Lui fece schioccare la lingua, ruotando gli occhi.
“Dai, vieni qui.”
Sbuffò.
“Perché dovrei?”
“Perché no?”
Nonostante che di motivi per non farlo ne avesse mille, si ritrovò comunque fra le sue braccia, a dondolare dolcemente con lui, con la testa appoggiata alla sua spalla e una mano intrecciata alla sua.
Pensò stupidamente, forse per l’alcool, che il tessuto di quella giacca fosse troppo ruvido a confronto con la pelle morbida che nascondeva.
“Sei un bastardo.”
“Lo so.”
Stettero a ballare quel lento, che a lui sembrava non finire più, o forse non voleva. Finito di ballare chissà da chi sarebbe andato John, a fare chissà cosa.
“Perché?”
“Sei sparito all’improvviso.”
Sbuffò di nuovo, sentendo la testa dannatamente pesante.
“Per forza, eri impegnato.”
“Stavamo solo parlando.”
“Mh-mh..”
La musica li chiudeva nella loro bolla, come se il resto non esistesse.
“E poi io sono più carino.”
“Per l’appunto.”
John ridacchiò.
Le note si fermarono, e tornò un ritmo più allegro.
I due rimasero abbracciati, ma smisero di dondolare.
Sentì un freddo alito di vento che lo scosse per un secondo, facendogli alzare la testa dalla spalla.
Si guardarono negli occhi per un po’.
“E tu invece sei anche stupido.”
John annuì, con un mezzo sorriso.
“Non mi sembra ti dispiaccia, però.”
Fece schioccare la lingua, guardando altrove. Probabilmente era arrossito, ma senza occhiali e con la notte a circondarli John non l’avrebbe sicuramente visto.
“Paul.”
Quello si voltò di nuovo a guardarlo.
“Ti amo, lo sai?”
John piegò la testa di lato, alzando un sopracciglio, con un’espressione da cucciolo sul viso.
Annuì, prima di baciarlo.
Poteva essere vero, anzi, sicuramente lo era, ma sapeva che non sarebbe durato per sempre.
Lo baciò ancora, e poi gli sorrise amaro.
“Lo so.”









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Note dell'Autrice
Ma ciao!
Era un sacco eh? Vi mancavo? No?
E invece tiè, sono tornata (forse), con una sfida di cui so che mi pentirò, ovvero la 30 DAYS OTP CHALLENGE. Solo che, anziché pubblicare una storia al giorno, vi romperò le scatole ogni venerdì <3
Praticamente, anziché essere una '30 days challenge', io la svolgerò come '30 weeks challenge', perché sì, mi girava così.
Dunque, questa era la prima storia, con il tema(?) "Holding Hands", e i prompt gentilmente offerti dalla mia beta di fiducia (che ringrazio infinitamente come al solito) luna, Londra e pelle.
E ringraziate la mia ragazza, che ha insistito perché scrivessi qualcosa che può leggere e maledicetela perché ora vi torturerò per ben trenta settimane :D
Contenti? No?
Pazienza, ho il treno e devo scappare.
Bye ~ ♥

Athelyè
   
 
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