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Autore: mughetto nella neve    29/09/2017    2 recensioni
"Ma ancor più fastidiosa di Twain e pericolosa di Emerson, vi era lei: Margaret Mitchell.
Dire che Hawthorne si trovasse male in sua compagnia era un eufemismo. Ancora non riusciva a capire cosa avesse visto in loro Alcott per farli lavorare assieme, come partner. Quella donna era il suo personale Anticristo: di carattere mutevole, fastidiosa all’invero simile e prepotente. Anche adesso, nonostante fossero appena le sette, era intenta ad abbaiare ordini ai marinai – terrorizzandoli a morte.
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[ Hawthorne/Mitchell | missing moment ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret Mitchell, Nathaniel Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: mughetto nella neve
Fandom: Bungo Stray Dogs
Personaggi: Margaret Mitchell, Nathaniel Hawthorne; [minori] John Steinbeck, Mark Twain, OC
Coppia: Hawthorne/Mitchell

Generi: Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: missing-moment
Note: ... in attesa che l’autore mi dia una gioia su questi due!

 

Il porto di Sausalito non era forse il luogo più adatto per far attraccare una nave da crociera.

Poteva sembrare un poco strano – dato che si parlava pur sempre di un porto e la Zelda era pur sempre una nave – ma, guardandosi attorno, nemmeno tanto. Le navi che stavano attraccate, infatti, erano di molto più piccole – paragonabili a graziose villette di campagna. Alcune presentavano delle piantine poste sulla prua o, addirittura, uno stendino. Inoltre, erano coloratissime: si andava dal giallo elettrico ad un turchese pastello, poi ancora grigio metallizzato ad un tenero rosato – fino ad arrivare ad assurde fantasie con fiori, ancore o bandierine. A vederle da lontano, era come se fossero un enorme campo di fiori depositato sull’acqua. Paragonata a simile meraviglia visiva, la Zelda era chiaramente fuori posto.

Hawthorne osservava in silenzio il gigantesco transatlantico e ispirava con gravità. L’aria di mare non gli era mai piaciuta. E dire che era nato e cresciuto in una città di mare! Nel Massachussets, volendo essere precisi. Nella famosa e ‘ridente’ cittadina di Salem.

Ma di quest’ultimo particolare pochi ne erano a conoscenza. Gli ci era voluto relativamente poco tempo per afferrare le personalità dei suoi cosiddetti colleghi e già sapeva quali sarebbero state le loro reazioni: con tutte le probabilità Twain avrebbe riso di lui per ore, Steinbeck avrebbe avuto un atteggiamento più contenuto ma avrebbe lanciato qua e là battute al riguardo, per non parlare di personalità come Emerson! Emerson lo avrebbe guardato con quell’espressione di sufficienza ed avrebbe aspettato il momento migliore per metterlo in imbarazzo.

Ma ancor più fastidiosa di Twain e pericolosa di Emerson, vi era lei: Margaret Mitchell.

Dire che Hawthorne si trovasse male in sua compagnia era un eufemismo. Ancora non riusciva a capire cosa avesse visto in loro Alcott per farli lavorare assieme, come partner. Quella donna era il suo personale Anticristo: di carattere mutevole, fastidiosa all’invero simile e prepotente. Anche adesso, nonostante fossero appena le sette, era intenta ad abbaiare ordini ai marinai – terrorizzandoli a morte.

« Io dico: va bene preparare in quattro e quattr’otto la valige, va bene partire prima dell’alba, va bene tutto – si, certo – ma che almeno il Signor Fitzgerald assoldasse manovali decenti! » E qua alzò la voce, facendo sobbalzare una decina di uomini intenti a caricare le valigie nella stiva. Margaret stava, per l’appunto, guardandoli con un’espressione via via più innervosita. « Se sbattete di nuovo quella cassa, non ci sarà brezza benevola che vi riporterà a riva! »

Quel giorno aveva optato per un costume leggermente più semplice. Nonostante il corsetto e l’elegante cappellino bianco, portava una camicia d’avorio ed una gonna in tela bianca con una fascia dorata fissata in vita. In principio sembrava quasi intenzionata a passare inosservata, salvo poi iniziare a sbraitare qua e là sulla tempistica dei trasporti, su come i manovali non fossero capaci e di come il tempo non era dei migliori.

Peccato che non vi fosse una nuvola in cielo e questo Margaret lo sapesse benissimo.

Hawthorne la vide sistemarsi la cinta per la decima volta in quell’ultima mezz’ora. Si sistemò gli occhi sul viso e simile movimento attirò l’attenzione della donna.

« Cosa? » indagò, infatti, portandosi le mani sui fianchi – come se fosse stata richiamata all’ordine.

« Non ho detto niente » rispose Nathaniel, cercando di evitare il suo sguardo. Si sentiva ritornato agli anni del liceo quando, per scappare dai bulli, si fingeva indaffarato a fare altro; la maggior parte delle volte non funzionava e questa, di certo, non sarebbe stata la differenza. Gli venne da sorridere: forse un po’ per lo scherzo continuo che era la sua vita ma, ancora di più, per aver associato Margaret ad un bullo.

Un po’ lo era, a ben guardare.

« Ti diverte forse la situazione in cui ci troviamo? » la sentì domandare ancora, mentre si avvicinava a passo svelto. La sua gonna si muoveva elegante con lei, producendo un leggero rumore di stoffa. Margaret aveva i capelli legati in una rigorosa treccia, portata in su – la si poteva notare solo standole accanto.

Nathaniel si schiarì la voce, sistemandosi la propria giacca: « Ad onor del vero, trovo ridicolo il tuo nervosismo. Non hai forse viaggiato più lontano? »

« Non sono nervosa! » ribatté immediatamente la donna, stringendo i pugni e battendo il piede come una bambina. Sembrava sul punto di saltargli addosso, stringendolo per il collo.

La vide, però, chiudere gli occhi e sospirare. Stava cercando di riacquistare la calma che aveva perduto. La vide stringersi le mani in una salda presa e tenerle davanti. Raddrizzò quindi la schiena, assumendo una posizione sempre più signorile. Sapeva che simile portamento era frutto di una educazione ferrea; non perché gliene avesse parlato Margaret, ma perché Fitzgerald aveva assecondato alla sua richiesta di accedere al fascicolo personale della donna. Certi suoi comportamenti, tenendo presente la sua storia, potevano addirittura dirsi scusati.

« Non sono nervosa » la sentì ripetere con voce ferma. La vide guardare davanti a sé, verso la nave, con il mento alzato. Hawthorne seguì il suo sguardo e si soffermò a fissare la sagoma maestosa della Zelda.

« Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.” » si ritrovò a citare, quasi tra i denti – lievemente provocatorio.

Margaret emise una sorta di verso. Era un vocalizzo basso, sintomo di un nervosismo che non era stato davvero messo da parte: « Se pensi che ti chiederò da quale passo della Bibbia viene, non–»

« Efesini. 4:25 » rispose, allora, Nathaniel sistemandosi gli occhiali sul naso con un lieve tocco.

Margaret prese un lungo respiro. Di nuovo. Come stesse avendo a che fare con un bambino irritante. Probabilmente un po’ lo vedeva così. Cosa strana dato che era più grande di lei e di qualcosa come sette anni. Nathaniel restò in silenzio ed ascoltò il respiro della donna. Era qualcosa che sempre più spesso si era ritrovato a fare: Margaret aveva uno strano modo di respirare, probabilmente dipendeva dal corsetto, ma fatto sta che simile ascolto catturava spesso tutte le attenzioni del collega.

« Che uomo ridicolo sei » riprese a parlare la donna, appoggiando – stavolta con maggiore eleganza e contegno – le mani sui propri fianchi stretti. « Un giorno mi sbarazzerò della tua Bibbia »

« Lo dubito fortemente » sospirò a bassa voce Nathaniel, aggiustando i polsi della propria camica.

« Succederà » insistette Margaret, alzando lo sguardo verso la Zelda. La luce del sole mattutino cominciava ad illuminare lentamente il suo fianco destro. Era una visione meravigliosa. Per l’occasione era stata tirata a lucido fin nei minimo dettagli. La donna abbassò lo sguardo: « Ed allora smetterai di essere il saccente reverendo che crede di essere sopra tutto »

Restarono in silenzio per qualche istante. Nathaniel le rivolse un’occhiata perplessa, forse desideroso che spiegasse ulteriormente le sue parole; ma la donna stette in silenzio, ad occhi chiusi – forse perché presa ~dalla brezza marina che aveva preso d’improvviso a soffiare.

Il vento le muoveva leggermente la gonna bianca. Era un rumore leggero, piacevole quasi. Nathaniel si domandò se Margaret fosse consapevole del fatto che, in quel momento, la stesse guardando. Probabilmente no, teneva ancora gli occhi chiusi e la sua mente era lontana, volata chissà dove. Un breve istante la sentì serena. Del nervosismo che accompagnava ogni sua parola e gesto, non c’era niente. Margaret Mitchell sembrava improvvisamente liberata dal peso della sua stessa esistenza. Era in tutto e per tutto una donna qualunque. D’improvviso la vide gli occhi e muoversi a passo svelto verso la stiva, dove i marinai stavano ancora lavorando.

« E allora? Ancora a metà lavoro? » urlò con voce stridula, facendo sobbalzare un paio di figure che subito scapparono dentro la nave – nel vano tentativo di sfuggire alla prossima serie di urla via via sempre più stridule e cariche di rabbia.

Hawthorne rimase a guardarla in silenzio. Osservò il suo viso corroso dall’isteria ed il suo continuo agitare il braccio sinistra indicante la stiva della nave. Sembrava in tutto e per tutto una strega pronta a lanciare un qualche tipo di incantesimo. Trattenne il fiato, osservando il suo capello volare via assieme ad una raffica di vento vagamente più forte.

Margaret spalancò gli occhi, come colta da un’improvvisa rivelazione. Aprì un poco la bocca e lasciò che la treccia scendesse lungo la sua schiena; l’espressione che aveva in viso era di puro stupore. Alzò il viso verso il cielo – lentamente – osservando il percorso del cappellino bianco. Ricordava incredibilmente una bambina che stava osservando il proprio palloncino volare via. Assieme a lei, qualche marinaio si portò la mano davanti agli occhi e cercò di capire dove il cappello fosse andato.

Avrebbe potuto fare lo stesso ed, invece, il suo sguardo era fermo sul viso della donna.

Una figura gli si fece vicina: « Il karma »

Nathaniel chinò il proprio sguardo, smettendo di osservare la propria partner: « Chiudi la bocca, Twain »

E, tuttavia, non poté negare a se stesso l’improvviso bisogno di tornare ad osservare la figura della donna. Margaret Mitchell sembrava star sorridendo. Osservava il cielo azzurro sopra Sausalito ed il vento continuava a far muovere la sua gonna bianchissima e la sua treccia. Nathaniel poté giurare di averla ritenuta “bella” per un breve istante.

 

 

“Ci sono luoghi per dirsi addio
Ed altri per ricordarti di chi sono io
Senza l'amore camminiamo lo stesso
E tu allora riportami adesso, portami adesso
Dov'eravamo”

 

 

 

~Il Mughetto dice~

Anzitutto, grazie mille per aver letto questa shot! Bungo Stray Dogs è un anime che ho recuperato in pochissimo tempo e che mi ha lasciato una buona espressione, nonostante le numerose perplessità circa la resa di alcuni personaggi. Ma che vuoi che sia se paragonato alla gioia di avermi fatto dono di una OTP così bella come la Hawthorne/Mitchell? È la prima volta che shippo una coppia het con così tanta forza! Sono quasi commossa!

Questi due, infatti, mi sono piaciuti tantissimo. Li ho adorati fin dalla loro prima – Margaret, soprattutto! Diciamo la verità: è così squisitamente ciclata. Non la si può non amare. Spero vivamente che l’autore non si dimentichi di lei e che la faccia svegliare dal coma! Non chiedo niente di ché: una gioia per ‘sti due.
Volendo fare qualche specificazione: sì, la Salem dove è nato Hawthorne è la stessa città dove c'hanno fatto il processo per le streghe; il porto di Sausalito esiste ed è un posto davvero grazioso - se siete nei dintorni di San Francisco, dateci un'occhiata; e, infine, la canzone da cui prende il nome questa shot è "Dove Siamo" di Ilaria Graziano.

Un grazie a chi ha letto e, se avete tempo e modo, lasciate una recensione!

  
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