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Autore: Sospiri_amore    30/09/2017    0 recensioni
❤️SECONDO LIBRO DI UNA TRILOGIA❤️
Ritorneranno Elena, Kate, James, Jo, Adrian, Stephanie, Lucas, Rebecca, (Nik ??).
Ci saranno nuovi intrecci, guai, incomprensioni e amori.
Elena avrà dimenticato James?
Chi vivrà un amore proibito?
Riuscirà il Club di Dibattito a sconfiggere la scuola rivale?
Nik sara sempre un professore del Trinity?
Elena andrà al ballo di fine anno?
IL FINALE di questo libro corrisponde alla fine del liceo, il terzo libro sarà incentrato sulla vita adulta dei personaggi. Più precisamente quattordici anni dopo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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IERI:
Soffocare





Seguo Andrew camminare a passo sicuro nei corridoi del Trinity tra gli altri studenti che ridono e scherzano tra di loro. Nessuno pare degnarci di attenzione, Andrew con la mano in tasca e il passo sicuro sembra proprio uno studente della scuola, io con il mio abito rosa mi mimetizzo tra decine di altri abiti svolazzanti e colorati.

Tra le mani stringo l'astuccio porta trucchi di Rebecca, lo stritolo. Sento con chiarezza i singoli pezzi al suo interno: rossetti, pennelli e ombretti. Non ho idea come faccia ad averlo lui, ma la cosa mi preoccupa molto.

 

E se avesse costretto Rebecca a fare qualcosa di brutto?

Riguarda la storia della reginetta di fine anno?

 

Il corridoio della scuola mi sembra infinito, un po' per l'incedere lento di Andrew un po' perché il tempo e lo spazio hanno preso una strana curva. I pensieri corrono veloci, le ipotesi si sprecano. Andrew non fa mai nulla senza avere un guadagno, non riesco a capire come mai sia qui con me, proprio oggi.

Il mio incubo peggiore è che stia ricattando Rebecca in maniera orribile, obbligandola a fare cose tremende. Probabilmente spera che io, pur di vincere la corona di reginetta, sia risposta a tradirla e umiliarla davanti a tutti. Potrebbe avere foto compromettenti o video imbarazzanti. Qualsiasi cosa abbia in mente quel mostro di Andrew non ho la minima intenzione di ascoltarlo.

 

«Fermo», gli dico bloccandolo per una spalla, «Non mi muovo finché non mi dici cosa succede. Perché hai questo astuccio? Stai ricattando Rebecca?».

«Come posso dirti... hmmm... No. Se ti dicessi così non mi crederesti. Se invece provassi a spiegartelo in questo modo, forse... No. No. Non crederesti neppure a questo», dice Andrew ironico.

«Se invece smettessi di fare l'idiota e mi trattassi con rispetto?». Il mio muso è a pochi centimetri dal suo, il mio tono è duro.

«Sai dolcezza, mi eccitano le maniere forti». Andrew si lecca le labbra maliziosamente.

Senza pensarci lo spingo lontano da me con forza:«Sei un porco schifoso, un maniaco. Vattene. Non mi interessano le tue bugie».

Andrew mi si para davanti con le mani alzate, ha un ghigno dipinto sul volto:«Ok, dolcezza. Stai calma. Qualsiasi cosa ti dovessi dire non mi crederesti, credo sia il caso che tu senta dalla diretta interessata come stanno le cose. Credo che in un certo senso ti riguardino».

«Cosa stai blaterando? Parli come se dovessi comprendere ciò che dici. Sai vendere solo fumo, sei un bluff». Non ho voglia di mettermi ad ascoltare quel maniaco. Mi allontano senza degnarlo di uno sguardo, vado a passi decisi verso il Teatro della scuola.

«Se ti dicessi che la gara di dibattito di quest'anno è stata una grande messa in scena. Tu cosa diresti?», mi urla Andrew.

 

Stop.

Cosa?

Cosa ha appena detto quel pazzo?

 

Come una furia lo raggiungo roteando un pugno minacciosamente:«Sei un bugiardo. Vuoi mettere zizzania tra me e i miei amici solo perché ti abbiamo incastrato mesi fa».

«Quella storia? Hmm... me ne sono già dimenticato. Nulla di importante. Ho giocato ad un gioco più divertente in tutto questo tempo. Rebecca mi ha raccontato molte cose, è stato uno spasso stare ad ascoltarla». Andrew prende dalle mie mani l'astuccio porta trucchi facendolo sobbalzare divertito.

«Io. Ti. Strozzo». Le vene sul mio collo stanno esplodendo.

«Facciamo così. Se tu fai una cosa per me io ne faccio un'altra per te. Alla fine entrambi avremo ciò che vogliamo. Se mi sbaglio potrai linciarmi, se invece ti sbagli tu... beh... vuol dire che io sono nel giusto. Mi basta questo per essere soddisfatto», mi dice ad un orecchio.

«Va bene. Ok. Facciamola finita. Dimmi cosa vuoi ed io, se mi va, lo farò. Se però si tratta di un trucco nei miei confronti o dei miei amici, io ti picchio. Sappi che ti riempio di calci e non sarò la sola». Non ho mai alzato le mani in vita mia, ma con lui lo farei davvero.

«Perfetto. Ci sto», Andrew mi stringe la mano, «Dolcezza, prendi il tuo telefonino e scrivi un messaggio a James. Digli che vuoi prendere una boccata d'aria, che sei turbata, che vuoi raccogliere funghi. Non mi interessa. Devi fargli capire che non lo raggiungerai presto. Ho visto che avete litigato poco fa. Fai in modo che creda che tu stia lontana dalla scuola per un po'».

Lo guardo con aria interrogativa.

«Fallo e basta», mi dice secco.

Infastidita prendo il cellulare:«E questo cosa dovrebbe dimostrare?».

«Dolcezza dammi un po' di fiducia, dopo mi ringrazierai», mi dice Andrew mieloso mettendomi un braccio intorno al collo.

Con un gesto brusco lo allontano.

 

L'unico modo per liberarmi di lui è dargli retta.

Non ho nessun problema a ragionare di testa mia.

Voglio solo capire perché ha l'astuccio di Rebecca.

 

Prendo il cellulare e digito il testo per James: -Ho lasciato a casa mia la cosa che ti dovevo dare. Michael mi accompagna a prenderla. Tra venti minuti sono a scuola. Baci-

Faccio leggere il messaggio ad Andrew.

«Perfetto. Ora seguimi, tieni la bocca chiusa e le orecchie aperte. Non intrometterti, ok? Mai. Se vuoi capire perché ho questo astuccio devi ascoltare fino alla fine. Vedrai che sorpresa». Andrew si sfrega le mani divertito.

 

Alzando gli occhi al cielo lo seguo. 

Detesto Andrew, è completamente pazzo, fastidioso e irritante, eppure il fatto che possegga un oggetto così caro a Rebecca mi fa pensare. Nonostante mi abbia detto di stare buona, non credo che starò zitta se dirà menzogne nei miei riguardi o se cercherà di infangare il nome di Rebecca. Sono pronta a tutto, del resto tipi come lui bisogna affrontarli direttamente, non ci sono alternative.

 

Andrew segue il flusso di studenti che stanno andando verso la festa, per qualche minuto ci confondiamo con gli altri ragazzi. Sono nervosa, ho gli occhi ben aperti. Non ho intenzione di combinare un disastro come l'altra volta.

Ad un certo punto Andrew svolta, si dirige verso il Teatro prendendo la strada a sinistra.

«Togliti i tacchi. Stammi dietro uno o due metri. Se ti faccio cenno di aspettare tu ubbidisci, mettiti dietro l'angolo ad origliare», mi dice a bassa voce.

«Cosa? Mi sporcherò i piedi e poi non voglio origliare», gli urlo in faccia.

Andrew mi mette una mano sulla bocca poi con l'indice sulle sue labbra mi fa segno di stare zitta:«Hai detto a James che saresti arrivata più tardi, se ti sentisse cosa potrebbe pensare?».

Faccio quello che mi dice anche se mi da fastidio. Su un braccio tengo la giacca e la borsa di cartone, dall'altra i miei sandali dorati.

 

Che situazione.

Se mi sta prendendo in giro lo strozzo.

 

Andrew cammina sicuro, io sono poco lontana da lui.

Gira l'angolo, lì dietro c'è l'ingresso del Teatro Scolastico.

Allunga la mano verso di me, vuole che mi fermi.

Faccio quello che mi dice, mi apposto dietro l'angolo. Sono curiosa di vedere come accoglieranno quel farabutto, mi farò di certo quattro risate.

Aspetto.

Ascolto.

 

«Ciao ragazzi, bella la vostra festa. Da noi è uno strazio. Sono venuto per portare questo a Rebecca. Dov'è quella lagna di Elena?», chiede Andrew con arroganza.

 

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Ecco che lo prendono a calci nel sedere.

 

«Vieni pure. La feccia è tornata a casa per prendere un regalino da dare al suo amato James. Grazie, mi servivano i trucchi», dice Rebecca.

«Hei, non chiamarla feccia», ribatte Jo.

«Scusa, non credevo tenessi a lei visto quello che le hai fatto», dice acida Rebecca.

«Elena arriverà tra quindici minuti circa. Cosa vuoi? Perché sei qui? Non è prudente farti vedere con noi», dice James.

«Volevo solo congratularmi. Il vostro piano è andato alla perfezione, così bene che neanche io avrei creduto avrebbe funzionato. C'è da dire che Elena è facile da modellare a proprio piacimento, ma non pensavo potesse filare tutto liscio. Soprattutto dopo l'ingresso di nuovi cospiratori. Vero Stephanie?».

 

Piano?

Quale piano?

Che cavolo sta dicendo Andrew?

Perché non lo mandano a quel paese?

Appiccicata alla parete, sul filo dello spigolo ascolto quello che dicono, sono ipnotizzata.

 

«Smettila di essere così viscido. Yale è importante per tutti, l'ho fatto solo per quello. Tutti noi l'abbiamo fatto per quello. Elena è una brava ragazza e...», Stephanie viene interrotta da Rebecca.

«Quella stupida non ha capito nulla. Nulla. È talmente oca che neanche se lo avesse saputo avrebbe capito cosa stava succedendo. È talmente abbagliata dai suoi ormoni che farebbe di tutto per un bacio di James». Rebecca ride, così fanno anche altri, ma non capisco chi sono perché le voci sono confuse.

 

Il cuore mi martella nel petto.

Sono impietrita, non capisco che cosa stia succedendo. Tutto ciò che ho creduto per mesi, tutto ciò che mi ha tenuta a galla è una menzogna, un piano per incastrarmi.

 

«Smettila Rebecca», dice Jo.

«Senti carino, ci hai provato per mesi con lei quest'estate, ma non ti ha filato di striscio. Ci hai suggerito tu che l'attrazione per James fosse l'unico modo per poterla manovrare», replica Rebecca.

«Quindi è stata tua l'idea di usare la piccola e ingenua Elena?», chiede Andrew.

«Sì. Cioè, no. Dopo che James e Lucas mi hanno detto che... che...», Jo tentenna.

«Guarda che puoi dirlo, lo sa anche lui. Dopo che io e James abbiamo visto Elena baciare il professor Martin nel magazzino del Teatro del parco Franklin abbiamo capito che Elena non era ciò che diceva. Quei due credevano che fossimo usciti, invece eravamo lì ad origliare. Chi l'avrebbe mai detto cheElena era facile», spiega Lucas annoiato.

«Deve essere stata dura vederla sbaciucchiarsi con un professore?», dice Andrew malizioso.

Qualcuno prende a pugni un armadietto:«Non me ne frega nulla di quella. Capito? È stato uno strazio stare con lei per tutto questo tempo. È una bugiarda, mi ha mentito su tante di quelle cose che... che... la odio, la odio dal profondo del cuore. Prima mia madre, poi il professor Martin. Sai cosa ha avuto il coraggio di dirmi poco fa? Mi ha detto che lei è Nik non sono più amici e ne soffre. Ha avuto il coraggio di lagnarsi con me. Ma che cavolo. Lei ci serviva per manovrare il professor Martin e avere privilegi a Yale e adesso rovina tutto in questo modo. Sono imbestialito», le parole di James arrivano alle mie orecchie come pugnalate.

 

Il mio corpo è immobile. Non sono sicura di aver capito, non sono certa che quelle siano l'esatte parole dette da James. Il mio James. Quello che quando mi abbraccia mi fa star bene, l'unico che mi capisca. Non può pensare quello che ha detto, non può essere veramente così.

No.

No.

 

«Come per il rettore. Non avreste mai potuto incontrarlo se non fosse stato per lei. Essendo la concubina del professor Martin aveva tanti privilegi», dice Andrew.

«Il piano era chiaro. Dopo aver capito che Elena poteva ottenere ciò che voleva dal Professore, dovevamo starle appiccicati per poter essere ammessi a Yale. Per questo abbiamo rotto le scatole con la lettera di presentazione per il colloquio, sapevamo che in qualche modo ci avrebbe aiutato. La storia del rettore è un puro caso che però a giocato a nostro favore», dice Adrian.

«Però voi siete dei bricconcelli belli e buoni, questa cosa mi ha stupito. Voi non volevate andare a Yale come tutti. Voi volevate essere le star, quelli che tutti avrebbero desiderato e ammirato. Essere i migliori amici della ragazza che viene presentata come futura promessa di Yale è un ottimo biglietto da visita», dice Andrew ridendo.

«Senza contare le foto. Il Boston Tribune ha fatto articoli su articoli sulla dolce e geniale ragazza italiana. Articoli e pubblicità che a noi fanno comodo visto che siamo sulle foto con lei. Purtroppo provenire dalle migliori famiglie di New Heaven ultimamente non basta più. C'è tanta di quella feccia in giro», dice Rebecca.

«Jo non abbassare la testa, non hai fatto nulla di male. Hai ottenuto ciò che volevi. Sei a Yale. Sei conosciuto. Tutto va come hai sempre voluto», dice Andrew.

 

La bocca è asciutta è come se il sangue non mi scorresse più nelle vene, come se i miei sensi fossero diventati muti, svuotati, rinsecchiti. Mi scorrono nella testa i mesi passati, le gentilezze che mi hanno fatto, gli aiuti che ci siamo dati l'uno con l'altro. Mi scivolano, tra un pensiero e l'altro, le parole di tutti loro. Risaltano come una macchia di inchiostro nero su una camicia bianca. Farei di tutto per Yale. Sono disposta a mentire per Yale. Dobbiamo pensare solo a Yale. Tutti loro me l'hanno detto. Tutti loro hanno macchinato questa cosa per sfruttarmi, per fare in modo che il loro ingresso al college fosse trionfale. 

 

«C'è da dire che le cose sono andate meglio di quanto sperassimo. Dopo il bacio con il Professor Martin abbiamo fatto di tutto per usarla. È un comodo paravento», dice Lucas.

«Sì, lo so. Mi sono divertita a manovrarla per incastrarvi al Masques. È uno spasso giocare con Elena. Io, del resto, ho fatto come mi avere detto. Sono stato buono con lei. Avrei potuto perseguitarla in qualsiasi modo in questi mesi, eppure non le ho fatto nulla. Il mio prezzo lo conoscete», dice Andrew.

«Stai tranquillo, non ci dimenticheremo di te. Dopo l'aiuto che ci hai dato alla gara di dibattito, ricattando il tuo professore e il giudice Smithson, sei uno dei nostri. Elena non poteva stare zitta era ovvio che sì sarebbe messa in mostra è così prevedibile. Abbiamo dato altra pubblicità a Elena e la sfrutteremo a nostro vantaggio. Tranquillo, sarai tra l'élite di Yale insieme a noi», dice James.

«È stato un piacere carissimo. Del resto le scaramucce tra Trinity e Saint Jude sono cose ridicole. Adesso dobbiamo stare uniti per conquistare vette più alte. Solo una cosa, come pensi di trattenere Elena? Mi hai appena detto che ha litigato con il Professor Martin, che farai?», chiede Andrew.

«Cercherò di far capire a Elena che deve ascoltarmi e chiedere scusa. In questo modo lo avrà in pugno e noi avremo lei. Purtroppo il professor Martin è indifferente alla provenienza delle nostre famiglie, è un idealista, crede nel merito», dice James ridendo.

«Un giorno o l'altro devi dirmi il segreto con cui riesci a manovrarla, anche se credo di capire come hai fatto. Le feste in California la scorsa estate ti hanno insegnato molto». Andrew ha una voce maliziosa.

«Niente sesso, mai. Il desiderio è l'arma più potente. L'ho illusa che ci saremmo amati, l'ho illusa che saremmo stati insieme. Qualche bacio e qualche abbraccio. Basta questo con Elena, la promessa di un affetto», dice James acido.

 

Non può essere vero. James sta dicendo che non siamo stati insieme, che non ci siamo amati. Le sue parole, i suoi gesti erano sinceri. Come poteva fingere quando mi baciava? Come poteva fingere quando mi ha amata? Non può essere vero. No. È uno stupido scherzo, una messinscena. Il suo corpo, come mi accarezzava, i suoi occhi. No. No.no.

 

«Vuoi farmi credere che non hai mai fatto sesso con lei negli ultimi mesi? Non ci credo. Del resto un tempo ti piaceva», dice Andrew.

«Figuriamoci. Quella non è capace di fare nulla. L'ho tenuta buona con qualche bacetto, non mi interessa sotto quell'aspetto, ma l'hai vista?», dice James con malignità.

«A me non sembra male, anzi...», dice Andrew.

«James ha ottimi gusti. Non starebbe con una così. Ha sbagliato una volta, non è così scemo da ricascarci. Quella feccia vuole solo affetto, amore e coccole. Non ha madre. Ha un padre assente. Un'amica che non le rivolge più la parola. La mossa di rubare il caricatore del telefono è stata una mossa geniale di James, un tocco da maestro», dice Rebecca.

«Ma no, dai?», Andrew pare stupito.

«La fortuna ha voluto che il padre di Elena non fosse a New Heaven. Sono riuscita A tenerla in casa con la scusa dei brutti pensieri per la morte di mia madre, le ho raccontato delle bugie, una marea di lagne. Cose che a lei piacciono tanto... Che ingenua, in questo modo le ho fatto perdere Kate. Non ha più nessuno, ha solo me. Posso manovrarla come voglio, è la mia marionetta. Nel momento che mi stancherò di lei, la scaricherò come un rifiuto», dice James.

 

No. No. Mi sento morire. Sono un oggetto nelle mani del ragazzo che amo, sono solo una scusa per avere successo. No. No. Non avrei mai potuto pensare che la mia storia d'amore potesse trasformarsi in una farsa. I miei ultimi due anni di vita sono stati una macchinazione, un incubo. Niente è stato reale, niente ha avuto senso. Le emozioni provate sono frutto di bugie, amici nascosti dietro a maschere hanno costruito una verità che mi faceva comodo, mi sono lasciata abbindolare come una stupida.

No. No.

 

«Non c'è che dire, un piano impeccabile. Ops... credo di dover andare, non vorrei mai che Elena mi vedesse, chissà cosa potrebbe pensare. A proposito chi sarà eletta reginetta?», chiede Andrew.

«E me lo chiedi? Elena, ovviamente. Mi vedo già i titoli del Boston Tribune e le foto di noi due abbracciate come ottime amiche. Tutto già organizzato, le mie tirapiedi hanno sostituito le schede della votazione». Rebecca ride sguaiatamente.

«A presto colleghi. Yale ci aspetta», dice Andrew.

Tutti lo salutano in coro.

 

Le punte dei miei piedi sono ghiacciate, non ho il coraggio di smuoverli, ho paura possano sbriciolarsi come il mio cuore. Mi sento un pezzo di carne inutile, mi manca l'aria. Vorrei sbraitare, urlare tutto il disprezzo che provo, ma adesso il dolore che sento mi paralizza.

Andrew è di fronte a me.

Con delicatezza mi prende per un braccio facendomi allontanare, cerca di fare meno rumore possibile perché credo non voglia far sapere a James e agli altri che sono lì. Facciamo una decina di metri, poi curviamo. Ci troviamo di fronte all'ingresso della festa, la porta spalancata mostra coppie danzanti, vestiti eleganti e facce sorridenti.

Io non ho espressione.

Fisso il vuoto.

 

Andrew mi sfiora le guance con il dorso della mano:«Sono stati cattivi i tuoi amici. Te lo avevo detto che non mi avresti creduto. Sono stato costretto a fare quel che ho fatto. Loro volevano usarti per il loro scopi». Le labbra di Andrew si appoggiano alle mie dando piccoli morsi molto lentamente. «Puoi fargliela pagare. Puoi diventare la regina di Yale. Io posso aiutarti, li conosco come le mie tasche, noi due potremo fare ciò che vogliamo». Sento il corpo di Andrew appoggiato al mio, le sue mani sfiorano la mia vita e le sue labbra baciano il mio collo.

 

Elena controllo.

Elena controllo.

 

«Vai alla festa, tra poco sarò eletta reginetta, non voglio che tu ti perda questa cosa. Ho solo bisogno di una boccata d'aria, tra un attimo ti raggiungo», gli sussurro in un orecchio.

Andrew mi guarda soddisfatto, mi schiaccia l'occhio poi se va verso la sala addobbata a festa tra studentesse con abiti svolazzanti e facce felici.

 

Io crollo.

Tutto crolla.

Il mondo sta perdendo pezzi. 

A ogni mio passo verso il portone d'ingresso la realtà di sgretola. È come se miliardi di mattoncini si staccassero dagli oggetti per fluttuare nel nulla: gli armadietti, i pavimenti, il soffitto, le scale svaniscono al mio passaggio. Ogni mio movimento è distruzione, il mondo che conoscevo non esiste più. Nulla esiste più. Tra poco tutto sparirà, tra poco io sparirò. 

Sto per soffocare.

Devo scappare.

Devo andarmene.

Non posso restare un secondo più lì dentro.

Soffoco.

Soffoco.

Il mio cuore ha smesso di amare, per sempre.

 

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Questo è l'ultimo capitolo. Il prossimo sarà l'epilogo

   
 
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