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Autore: heartbreakerz    30/09/2017    3 recensioni
[ Alec/Simon | adult!Alec, vampire!Simon ]
Alec ha quarantatré anni, il sorriso sulle labbra, e una freccia conficcata nel petto. Simon non vuole lasciarlo andare.
Dal testo: “Le urla sono scemate in un urlo, uno solo: quello di Alec, ferito al petto. La sua voce è soffocata dal sangue; i suoi respiri, tetri gorgoglii.
È sceso il silenzio.
La morte, vicina, esulta.
E non c'è più tempo per litigare.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per l'evento di We are out for prompt. Il prompt me l’ha regalato mafiaromano, ed è il seguente: “Simon deve decidere se perdere l'amore della sua vita oppure farsi odiare, trasformandolo in vampiro. Bonus se c'è un bel bacio di sangue”. E quindi, niente. Si soffre.


DISCLAIMER: Tutti i personaggi e le ambientazioni contenuti all’interno di questa storia non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non intende infrangere il copyright dell’autore originale.


L’ultima cena

 

  Alec ha quarantatré anni quando Simon deve fare la scelta. Hanno rimandato a lungo: tra litigi, urla e silenzi, non sono mai arrivati a una soluzione. Non a una soluzione che andasse bene ad entrambi, almeno. E ora è tardi. Le urla sono scemate in un urlo, uno solo: quello di Alec, ferito al petto. La sua voce è soffocata dal sangue; i suoi respiri, tetri gorgoglii.

  È sceso il silenzio.

  La morte, vicina, esulta.

  E non c’è più tempo per litigare.

  Simon stringe Alec al petto. «No,» sussurra, la voce crepata del terrore, «resta con me, Alec. Non addormentarti, non addormentarti!»

  Ma Alec gli scivola via.

  Le mani di Simon tremano quando si posano sul viso di Alec. «Resta sveglio, Alec» lo chiama ancora. Non lo scuote, non lo agita. Ma Alec cerca di muoversi e la freccia entra più a fondo nel suo petto.

  Alec sputa sangue. È sangue nero, avvelenato. Arriva dai suoi polmoni.

  Non sta più respirando.

  «Alec!» supplica Simon. E non è più un Alec, resta con me! o un Alec, resta sveglio! No, questo è un Alec, dammi il permesso, un diventa come me, resta con me per sempre.

  Alec apre gli occhi. Sono lucidi, neri come il sangue sulle sue labbra. Ma lo guardano con tenerezza.

  «Non voglio che te ne vai» sussurra Simon. E si sente un bambino: lui, mai cresciuto dai suoi diciassette anni, davanti ad Alec, ormai arrivato ai quaranta, con i capelli lunghi e spettinati, sporchi di terra e foglie, e delle piccole rughe attorno agli occhi. Sono le rughe dei suoi sorrisi – i sorrisi che Alec ha nascosto e protetto negli ultimi vent’anni, quelli che ha concesso solo a Simon, nel silenzio della loro casa, tra fumetti e spade angeliche. Anche ora gli sta mostrando un sorriso. È un sorriso nuovo, mai visto prima; parte dagli occhi, ma non raggiunge le labbra.

  Simon non lo capisce.

  Non vuole nemmeno capirlo.

  «Lasciamelo fare,» supplica ancora «lascia che ti tenga con me.»

  Alec sorride ancora di più e Simon capisce.

  È finita, gli sta dicendo Alec. Resta con me mentre muoio.

  «Sei crudele» dice Simon, e si piega per baciare Alec sulle labbra. Sente l’odore della morte accarezzargli la lingua, il sapore ustionante dell’icore lasciare solchi sulla sua pelle. Ma Alec ricambia il bacio – senza forze e senza fiato, sussurrando tra un tocco e l’altro. Vivi anche per me, mima con le labbra. Non dimenticarmi.

  Quando si staccano, la vista di Simon diventa rossa. Le sue lacrime cadono come pioggia sul viso di Alec, e si lasciano dietro lunghe striature color del sangue. Lo sporcano ovunque: sulla fronte, sul naso, sulle labbra. Alec schiude la bocca e beve una sua lacrima. Poi sospira, e la sua testa crolla all’indietro.

  Non è morto, non ancora. Ma il suo respiro è breve, gli spasmi del suo corpo sempre più flebili. Il dolore gli fa arricciare le labbra. Sta piangendo, Alec. E quando guarda Simon negli occhi, la sua richiesta è chiara e vivida.

  Bevi da me un’ultima volta.

  Simon si piega sul suo petto squarciato e ci affonda i denti. Ripensa a quante volte l’ha morso durante le loro notti insieme, a quante volte ha disinfettato le sue ferite con la lingua; ripensa alla sua ultima cena, la sera prima, e a come Alec si è offerto a lui, sdraiato sul letto, con il capo rovesciato all’indietro, la gola esposta, e pigre carezze di accompagnamento.

  Il sangue di Alec non è mai stato tanto amaro.

  Ma quello è il suo ultimo desiderio. E mentre il suo corpo muore, Simon sente la sua voce rimbombargli nel petto.

  Voglio morire per mano tua.

 

   
 
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