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Autore: cin75    30/09/2017    7 recensioni
Jody ha bisogno di aiuto. Chiama i fratelli Winchester , ma non può minimamente immaginare che le cose sarebbero finite in maniera così assurda e insensata!
O forse sì??!!
Genere: Drammatico, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Sam...Sammy...non farlo. Se premi quel grilletto, se mi ucciderai, quando ritornerai in te, non lo sopporterai e non sopporterai il peso e la colpa di non poter rimediare. Ti prego...reagisci. Non sei in te!! Non.. non farlo!” continuava a ripetere Dean, mentre suo fratello gli teneva la pistola puntata contro. Puntata giusto contro il centro del suo petto.

“E’ questo quello che non capisci Dean. Non sono sotto l’effetto di nessun incantesimo o soggiogamento o altra stronzata soprannaturale con cui abbiamo avuto sempre a che fare da quando eravamo bambini. Sono io e sono stanco. E se loro….” disse indicando le tre persone che aveva poco dietro di lui. “...se loro possono darmi finalmente una via di uscita da questa vita, se quella via d’uscita devi essere tu, la tua vita, beh!, mi dispiace Dean, ma questa volta lo farò. Avrò quella forza che tu non hai avuto quando Morte te ne diede l’opportunità. Io non mancherò il bersaglio. Tu avrai quella pace che non riesci ad avere da vivo. Io, anche. Metterò fine a tutto e proverò a dare inizio ad altro!” rispose atono Sam, ma comunque concentrato, che tirò indietro il cane della pistola.

Dean sussultò appena.

 

A qualche passo dal giovane cacciatore, Jody, tenuta ferma da altre due persone, cercava in ogni maniera di divincolarsi, ma si era bloccata nel momento in cui aveva visto Sam caricare l’arma.

“Per l’amor di Dio, Sam. Cosa stai facendo?? E’ Dean!! E’ tuo fratello….ha sacrificato la sua vita per te, tu l’hai fatto per la sua. E’ questo quello che voi fate, Sam. Vivete l’uno per l’altro. Voi...”

“E SONO STANCO DI FARLO, JODY!!!!!” gridò frustrato, zittendo la donna. “Sono stanco!” ripetè mestamente. “Non ce l’ho con te, Jody. Non permetterò che a te succeda niente. Ma se voglio essere libero, una volta per tutte, lui...lui deve morire!!” constatò ancora, puntando al maggiore.

“Sammy...” sussurrò Dean che indietreggiò solo di un passo, quando Sam avanzò verso di lui.

“Noooo!!!” gridò invece Jody, di nuovo agitata , tra le braccia dei suoi carcerieri.

 

Sam si avvicinò ancora a suo fratello.

“Sammy, no!” disse Dean. Anche se oramai conosceva Sam e sapeva quando , qualsiasi cosa potesse dire, non gli avrebbe fatto cambiare idea. “Non te lo perdonerai mai!”

Ma questa volta, Sam, pareva davvero non voler cambiare idea!!

“Un giorno forse mi pentirò di questo. Un giorno forse avrò il tuo perdono. Ma non oggi, fratello. Non oggi!” e fece fuoco.

 

L’urlo disperato di Jody, accompagnò il veloce tragitto che la pallottola impietosa compì dalla canna della pistola al petto di Dean.

 

Il maggiore, non appena fu colpito, ebbe come un contraccolpo. Il sangue colò , rosso e viscoso, tra le dita che il maggiore si era portato istintivamente al petto. Non cadde immediatamente a terra. Il suo corpo era come sottochoc, così come lo sguardo che adesso rivolgeva al minore, ancora fermo di fronte a lui con la pistola tra le mani.

“Sa...mmy!” riuscirono a sussurrare un’ultima volta , le sue labbra tremanti.

Poi, piano, le gambe cominciarono a cedergli e si ritrovò in ginocchio. Poi arrivò anche il dolore e , istintivamente, il suo corpo, cadde all’indietro, facendolo gemere di dolore non appena impattò al suolo e poi, lasciandolo inerme con la schiena sul pavimento umido.

 

Sam gli aveva letteralmente spaccato il cuore in due e la morte lo aveva raggiunto talmente in fretta che i suoi occhi non ebbero nemmeno il tempo di chiudersi. Rimasero fissi sul viso di Sam.

 

“No. No. No…..” si disperò Jody, che riuscì a divincolarsi da chi la teneva bloccata e corse verso il corpo senza vita di Dean, ma Sam, prontamente, ordinò che venisse bloccata di nuovo.

“Nessuno...nessuno deve toccarlo!!” asserì atono. E poi guardando l’amica, ferma in ginocchio, a terra a causa di chi l’aveva fermata, fece mortificato: “Mi dispiace, Jody. Nemmeno tu puoi.”

“Cosa? Cosa???” gli urlò contro la donna in lacrime.

“Lui….il suo sangue..deve sporcare solo le mie mani o tutto sarà vano.” provò a giustificarsi.

“Come hai potuto, Sam? Come hai potuto fare una cosa del genere?? O mio Dio!!!” pianse ancora guardando il corpo dell’amico appena ucciso. “Dean!!” sospirò affranta.

 

Sam per un attimo la ignorò. Mise via la pistola e fece cenno ad un uomo che fino a quel momento aveva assistito , in silenzio, a tutto.

“Porta i teli rituali!” fece l’uomo ad uno dei due che teneva Jody.

A Sam vennero portati due piccoli teli di lino, quadrati, poco più grandi delle sue mani.

Il giovane ne prese uno e lo passò sulla ferita sanguinante del fratello.

Poi tirò fuori dalla tasca dei jeans , un coltello. Lo aprì a scatto e con freddezza si incise il palmo. E non appena il sangue sgorgò vivo dalla ferita, vi passò sopra l’altro telo.

Guardò l’uomo che aveva dato l’ordine e poi recitò.

“Ecco. Il sangue del traditore vivo.” mostrando il telo con il suo sangue. E poi: “Ecco. Il sangue del tradito morto.” consegnando il telo con il sangue di Dean.

 

L’uomo si ritenne soddisfatto e si rivolse a quelli che aveva vicino.

“Chiamate e dite di preparare tutto. Poi fate sparire il corpo di Dean Winchester.” ordinò serafico.

“No!” esclamò Sam.

“Come ?!” fece l’uomo, sorpreso..

“Fate quello che dovete, ma non toccate il corpo di mio fratello, tanto meno la sua macchina. Quando quello che c’è da fare sarà compiuto, io devo tornare e dargli il giusto funerale. Quello di cui ha diritto ogni cacciatore.” richiese con decisione.

“Non erano questi i patti!”

“Non me ne frega niente di quale fossero i patti. Non lascerò che mio fratello finisca in chissà quale fosse comune voi abbiate. Lui avrà il funerale che gli spetta.” e lo disse mostrando, a chi lo ascoltava, forza e decisione. “E poi siamo a miglia di distanza dalla città. Avrò tutto il tempo.” provò a tranquillizzarli.

“Non puoi tenere la macchina!” fece uno degli uomini. “Troppo riconoscibile!”

“Non la terrò!”

“E allora?!” chiese un altro.

“Brucerà con lui!” asserì spento ma deciso, il giovane cacciatore.

“E sia!” fece l’uomo, convinto dall’evidente distanza che c’era tra loro e la città di Chesapeake.

 

A quel punto , Sam, andò verso Jody, e l’aiutò ad alzarsi, ma appena in piedi, la donna si liberò bruscamente dalla presa di quello che era stato un amico e che a volte aveva visto anche come un figlio.

Troppo cresciuto, ma comunque un figlio!!

“Non...toccarmi!!” ringhiò. “Come hai potuto!?” disse e con una velocità che Sam non si aspettava, lo schiaffo arrivò dritto sul suo viso. E poi subito dopo , un altro. “Era tuo fratello!” lo accusò.

“Capirai, Jody. Capirai!” tentò di giustificarsi, ignorando il bruciore che sentiva sulla guancia via via sempre più rossa.

“No, non capirò. Mai!” fece furiosa e con le lacrime agli occhi. “E giurò su Dio e su quello che ho di più caro che la pagherai, Sam. Che il Cielo mi perdoni, ma te la farò pagare!” lo minacciò cercando di tenere la voce salda.

“Lo so. Ma ora, fa quello che ti dico. Torna a casa tua. Prenditi cura di Alex, di Claire. Vivi la tua vita e cerca di stare fuori dalla mia.”

“Altrimenti che farai? Ucciderai anche me?!” lo provocò impettita.

“No, Jody. No. Io non potrei mai farlo!”

“Ma hai appena ucciso tuo fratello e non uccideresti me?!” chiese sbalordita.

“Tu non sei lui e non c’entri niente con quello che è successo qui. Perciò , te lo dico di nuovo: vattene via, ora!” la redarguì ancora.

 

L’uomo che aveva preso in consegna i due teli, si intromise.

“Non penso che questa sia una buona idea, Sam!” gli fece presente.

“Nessuno le metterà un dito addosso. Siamo a più di sei miglia dalla prima stazione di servizio. Ci metterà ore a piedi. Poi dovrà essere fortunata se il telefono dell’area sarà funzionante e credetemi non lo è.”

“Come puoi dirlo!?” fece un altro.

“Perchè l’ho messo fuori servizio io, prima di venire qui.” rispose in fretta.

“Figlio di puttana!!” ringhiò furente Jody.

“Lo so. Mi odi, adesso mi stai odiando con tutte le tue forze. E hai ragione. Ma , come ti ho detto, capirai. Molto presto capirai!” e nonostante, sapesse che Jody non avrebbe mai e poi mai ricambiato, l’abbracciò di slancio, seppellendo il viso nel collo teso dell’amica, presa di sorpresa.

Quando quell’abbraccio “forzato” ebbe fine, Jody, guardò stranita e allarmata il giovane di fronte a lei, con le mani ancora strette attorno al bordo delle tasche del giaccone del giovane amico.

“Sam, non fare…..” provò ancora a farlo rinsavire.

“Ora va’, Jody!” fece spingendola via. “Vattene via!” spingendola ancora. E quando vide che la donna sembrava paralizzata sul posto, le gridò contro. “ORAAA!!!” e fu solo allora che Jody, corse via, dirigendosi verso la statale.

 

“Bene!” fece soddisfatto l’uomo che sembrava comandare. “E’ tutto pronto. Possiamo andare e dare inizio al rituale. Sei pronto ad una nuova vita, Sam Winchester?!”

Sam non rispose subito. Lo guardò, scrutandolo. Poi guardò il corpo senza vita del fratello. Si chinò su di lui e con un gesto gentile, gli passò la mano sul viso così da chiudergli le palpebre. “Sì, ora sono pronto!” e si avviò con il gruppo.

 

 

Circa mezz’ora dopo, Sam, con i quattro che avevano assistito al suo tradimento, arrivarono ad un vecchio cottage perso nel bosco. Rimasero in attesa nel rustico soggiorno della casa.

“Che cosa stiamo aspettando?!” fece Sam, al centro fra loro.

“Chi...stiamo aspettando.” lo corresse quello che fuori da lì, aveva dato ordini.

“Chi?!” ripetè perplesso il cacciatore e un momento dopo, la porta che dava alla zona notte del cottage si aprì e ne vennero fuori.

Sam sospettava che qualcun altro fosse coinvolto in quella storia assurda e mentre li vedeva sistemarsi , uno dopo l’altro, davanti a lui, ogni pezzo di quel tragico puzzle andò a posto.

“Certo...” fece scuotendo la testa, con ormai le idee chiare su quello che era successo in quella città e su come poteva succedere.

“Sorpreso, Sam?!” fece il reverendo, proprio dinnanzi a lui.

“No. Almeno non del tutto. Ma ora...ora che ne ho la conferma , è tutto chiaro.” fece tranquillo. “Pensavo che ci fosse qualcun altro al di sopra di loro...” indicando un gruppetto di uomini alla sua sinistra. “Ma che quel “qualcun altro” foste voi...beh!!”

“Sul serio?!” fece lo sceriffo , accanto al religioso.

“Chi meglio del consiglio cittadino è in grado di mettere a tacere quello che succede in città?!” domandò retorico. “Il sindaco: costantemente attento a quelle regole che possono creare problemi ai vostri “affari”!” spiegò ironizzando sul termine affari . “Lo sceriffo: chi meglio di lui, adatto a prelevare chiunque fosse il prescelto.” disse poi spostando lo sguardo sull’ufficiale. E così andò avanti. “Il preside: colui che molto probabilmente era il primo a scegliere chi sacrificare. Lo stimato reverendo: colui che sa vita morte miracoli e peccati di chiunque in città.” e via via, spiegando i vari compiti di ognuno di quelli che aveva di fronte.

 

Pienamente soddisfatto di quella spiegazione , il reverendo , sorrise compiaciuto.

“Sembra proprio che abbiamo fatto un’ottima scelta quando ti abbiamo….scelto!”

Ma Sam fece una smorfia di insoddisfazione.

“Non mi avete scelto voi. Io ho scelto di fare quello che ho fatto a causa di quello che voi fate.” volendo stare in una posizione di non sottomissione.

Una leggera risatina coinvolse tutti i presenti.

“E cosa facciamo?!” replicò ironico lo sceriffo.

“Voi uccidete chiunque vi leghi ad una vita che non volete.” asserì deciso.

“Davvero?!” si intromise il sindaco.

“Lei...” fece il cacciatore, rivolgendosi proprio a lui. Aveva ormai le idee chiare su quello che era accaduto, sul perché la scelta di certe vittime e di come il rito aveva effetto. “Lei ha ucciso suo cognato, perché voleva spingerla a firmare una circolare che di certo avrebbe vincolato il suo potere di azione ...politica!” riferì e annuì compiaciuto quando il sindaco non rispose.

Poi, il giovane spostò lo sguardo verso lo sceriffo.

“Lei...ha ucciso, suo nipote, il suo vice troppo zelante. Rischiava di scoprire qualcosa.” e poi ancora. “Lei, Padre, ha scelto la sua stessa moglie perché , come dire, eccessivamente devota al suo vicino di casa. Era facile in confessione dire di perdonare. Troppo difficile invece farlo in prima persona. Quindi l’unica soluzione era eliminare il problema alla fonte. E poi ancora, lei….” continuò verso un altro membro, ma fu fermato dal tono compiaciuto del pastore.

“Ok! Ok! Vedo che hai fatto i tuoi compiti, Sam.” ironizzò. “Ma non sono stati volgari omicidi come li hai descritti tu.” sembrò voler , poi, giustificare.

“No!?” replicò Sam, curioso.

“Sono stati sacrifici.” asserì orgoglioso. “Sacrifici destinati, dopo il rituale di purificazione del sangue di vittima e carnefice, a rendere le nostre vite migliori. Ognuno di noi, qui dentro, ha sacrificato la vita di un suo caro, pur di conservare l’integrità della città.”

“Lei li chiama sacrifici, io, mi scusi, ma non posso che chiamarli assassinii. Con una loro giustificazione tutta particolare ma comunque sia , sono degli omicidi.” convenne Sam.

A quel punto si fece avanti lo sceriffo.

“Ok! Come vuoi. Ma ora, credo proprio che a questa tua lista, tu debba aggiungere anche il tuo sacrificio, o assassinio o omicidio, come tu voglia chiamarlo. Hai compiuto il primo passo del rituale come tutti noi quando abbiamo ucciso i nostri cari, ora, è il momento di purificare il sangue.” fece , richiamando a lui , uno degli uomini che avevano i drappi sporchi del sangue di Sam e Dean e una ciotola già fumante, da cui si espandeva un forte odore di incenso e cenere.

 

In quel preciso istante , sia la porta di ingresso del cottage che quella sul retro, oltre alle due finestre laterali, vennero letteralmente buttate giù, dall’irruzione di un numeroso gruppo di poliziotti.

“Che nessuno si muova! Siete tutti in arresto.” gridò l’ufficiale che guidava l’irruzione , mentre i suoi uomini accerchiavano tutti all’interno della stanza.

Il gruppo accusato, prima sobbalzò appena e poi ritornò quasi impassibile.

 

Il reverendo si fece appena avanti, di fronte a Sam.

“Sei stato tu. Lo so. Dovevo capire che alcune vite non possono essere cambiate!” disse con un tono talmente pacato che Sam , anche se non lo dimostrò, rabbrividì.

Il giovane si drizzò in tutta la sua altezza e orgoglio di cacciatore.

“Ho affrontato mostri ed esseri soprannaturali tutta la mia vita, ma mi creda, reverendo, nessuno di loro, si avvicina minimamente a mostri freddi sanguinari e crudeli come voi!” fece il giovane.

“Mostri sanguinari? Noi?!” replicò con tono sarcastico il religioso. “Non è sulle mie mani che scorre il sangue di tuo fratello, Sam. Non è la mia mano ad avergli sparato a sangue freddo. Io ho ucciso per proteggere un’intera comunità. Tu hai ucciso tuo fratello solo per arrivare alla fine di un caso. Chi è il mostro freddo sanguinario e crudele tra i due?” lo provocò , accusandolo.

 

Sam non si mosse, abbassò il capo. Forse un segno di evidente colpa.

Poi, però, il giovane rialzò lo sguardo verso il suo accusatore, ma non lo guardò negli occhi. Nei suoi occhi una luce diversa.

Guardò appena dietro il sacerdote.

Un lieve , appena accennato, sorriso, gli incurvò le labbra.

“Ehi!” fece solamente.

 

“Ciao, fratellino!!” esclamò Dean , alle spalle del reverendo che perse ogni sua ironia al suono di quella voce. “Scusa il ritardo, avevo davvero bisogno di una doccia.” scherzò il maggiore mentre si toglieva il classico cappello da sceriffo che fino a pochi attimi prima, durante l’irruzione, teneva cautamente calato sul viso.

   
 
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