Polaroid
[Non è più lì]
Una bella fotografia racconta una storia,
rivela un
luogo, un evento, uno stato d’animo.
È più potente di pagine e pagine scritte.
-Isabel
Allende
Mori
adora quei piccoli momenti di solitudine nel proprio ufficio: molto spesso usa
quei brevi stralci di pace per riflettere su come agire contro un qualche
contingente nemico o quale sia la soluzione migliore per rafforzare i legami
con quell’altro gruppo… Spesso si perde a osservare Elise sdraiata sul
pavimento a disegnare e scarabocchiare qualcosa sui fogli con i suoi pastelli
colorati, ricordandole che stare con la pancia contro il marmo freddo del
pavimento subito dopo aver mangiato la torta potrebbe farle venire mal di
stomaco – Elise molto spesso lo ignora o lo rimbecca con un secco “Rintarou, sono
un’Abilità, non una vera bambina.” prima di tornare a concentrarsi sul suo
disegno.
Qualche
volta, gli capita di notare con la coda dell’occhio qualcuno rannicchiato sulla
poltrona di fronte alla grande vetrata che dà sulla città, le gambe a penzoloni
oltre il bracciolo e quel pesante volume de Il
Leviatano di Hobbes sullo stomaco. Qualche volta, gli viene da sospirare
affranto: deve sempre ricordargli di stare seduto composto, o prima o poi gli
verrà la schiena storta…
Ogni
volta, soprattutto negli ultimi anni, Mori si ritrova a sospirare sconsolato –
perché non c’è più nessuno, rannicchiato su quella poltrona con le gambe a
penzoloni oltre il bracciolo e quel pensante volume de Il Leviatano sullo stomaco. Perché Dazai
non è più lì.
-Rintarou?-
la voce di Elise gli giunge distante, mentre lo sguardo cade sulla fotografia
incorniciata che continua a ostinarsi a tenere sulla scrivania – Elise sostiene
che abbia una sottile vena masochistica e che quindi tiene quella foto solo per
farsi del male, e forse ha proprio ragione.
Scattare
una foto del Consiglio degli Esecutivi è una tradizione che si tramanda da
sempre, tra i boss della Port Mafia: è un incontro che si tiene ogni cinque
anni, e in cinque anni succedono un sacco di cambiamenti, quello è
semplicemente un modo per documentarli.
L’ultima
fotografia risale a quasi sei anni prima e dovrebbe sostituirla con quella del
Consiglio tenutosi meno di un mese prima, ma non riesce a separarsene: in
quella foto, seduto alla sua destra intento a giocherellare distrattamente con
una biro, Dazai ha appena compiuto diciassette anni
ed è il più giovane Esecutivo della storia della Port Mafia - e Mori è così fiero del suo ragazzo
che glielo si può leggere in viso. Il suo piccolo genio, lo chiamava; vedeva
per lui un futuro come boss nonostante la giovane età e la vena crudele che
aveva sviluppato nell’ultimo anno, mentre lui si vedeva in una graziosa casetta
in campagna con Elise - perché, che dicano cosa vogliono tutti
quanti, lui è stanco di portare il peso di tutta l’organizzazione da solo e non
vede l’ora di liberarsene. Dazai era il successore
perfetto – intelligente, giovane, abile stratega e carismatico: la guida ideale
per tutti.
Ancora
adesso, Mori si chiede cosa sia andato storto e perché Dazai
se ne sia andato. Vorrebbe capire dove ha sbagliato, cosa ha sbagliato, e
tentare di rimediare… Vorrebbe solo potergli parlare senza vedere l’odio
scritto a chiare lettere nei suoi occhi, non gli pare di chiedere molto.
-Rintarou? Mi stai ascoltando?-
Elise gli strilla nelle orecchie e lo riporta alla realtà: la guarda confuso,
cercando di capire quando la bambina si sia alzata dal pavimento e gli si sia
seduta sulle gambe. –Voglio un frappè!-
-Ma
Elise, hai appena mangiato la torta… -
Elise
mette il broncio e salta giù dalle sue gambe, trotterellando verso la porta.
–Visto che tu non vuoi prendermi un frappè vado a cercare Chuuya!
Perché Chuuya è gentile e mi accompagnerà a prendere
il frappè.-
Mori
vorrebbe ribattere che non dovrebbe disturbare Chuuya
proprio adesso – si sta ancora riprendendo dallo sforzo di aver usato Corruption dopo
quattro anni, ha bisogno di tempo e di riposare – ma Elise è già svanita,
veloce come solo lei sa essere, e lui non può che sospirare.
Come
una calamita, la sua attenzione torna sulla foto, ma questa volta lo sguardo si
ferma su quella più recente ancora semplicemente appoggiata accanto all’altra:
la sedia alla sua destra è vuota, nessuno ha mai osato sedersi al posto che era
– o forse è? – di Dazai, mentre Chuuya
è seduto alla sua sinistra. Lo sguardo dell’allievo di Kouyou
è fisso sulla sedia vuota di fronte a sé e sta tamburellando nervoso le dita
sul tavolo, sembra stia aspettando qualcuno che è in ritardo.
Gli
sfugge una risata amara, picchiettando sul vetro della fotografia con l’unghia.
–Non manchi solo a me, sai?-
Si
chiede se stia meglio, ora. Vorrebbe davvero chiedergli come sta…
Ogni
pensiero viene nuovamente interrotto dall’arrivo di Elise che, contentissima,
sorseggia un frappè gigante e saluta con la mano Chuuya
che come sempre non ha saputo dirle di no prima di sommergerlo con la sua
vocina allegra mentre gli racconta cosa ha visto nel breve tragitto verso la
gelateria.
Per
un po’, Mori smette di sentirsi solo.
D.P.P.:
Deliri Post Partum
…mi ero completamente dimenticata della Port
Mafia week, ops. E quindi nulla, la Maki è riuscita
solo a scrivere questa – hum – cosa, ispirata al prompt del primo giorno.
Fa schifo, ne sono consapevole, ma necessitavo
di esprimere il mio amore per Mori e il suo ruolo di figura genitoriale un
po’ fuck uppata(?) ma pur
sempre una figura genitoriale per Dazai. Cercate
di comprendere che, per me, Mori voleva vuole davvero bene a Dazai e ci è rimasto un po’ tanto uno schifo quando
se ne è andato.
…
Dovrei dormire di più, lo so, ho scritto
questo DPP quando erano quasi le due di sabato notte, vi prego di comprendermi.
Non vi libererete di me tanto facilmente,
credo, quindi alla prossima!
Maki
Ah. Le recensioni sono sempre ben accette, che
siano positive, negative, neutre, costruttive, blu, gialle, rosse o a pois
arancioni. Giulia cos. Lasciatemi un commentino e avrete un biscotto!