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Autore: Niky_94    02/10/2017    3 recensioni
Mentre Lucifer esplora la sua ‘mortalità’, riceve la più inaspettata delle sorprese: la sua sorellina torna all’improvviso nella sua vita, più che mai decisa ad aiutarlo a trovare la sua strada.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amenadiel, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Carolina, Greta, Ylenia e a Paola, i miei personalissimi angeli.

 

 

 

Il sole splendeva luminoso sopra Los Angeles. I suoi raggi illuminavano Long Beach, riscaldando la sabbia marrone chiaro e tuffandosi nel mare.

Una figura magra, avvolta in un lungo impermeabile scrutava l’orizzonte, osservando le piccole onde increspare la superficie turchese. Si guardò attorno: la spiaggia era gremita di persone festose e sorridenti. Alcune di loro danzavano, altre giocavano con un grosso pallone. Una coppia corse verso la riva e si tuffò in acqua sollevando grandi schizzi. I loro amici esultarono e batterono le mani, applaudendo il gesto.

La figura con l’impermeabile si voltò, rivolgendo le spalle alla spiaggia. Era il momento di muoversi.

 

 

«Hai visto, che ti avevo detto? Sapevo che non avresti potuto risolvere questo caso senza di me»

Chloe Decker alzò gli occhi al cielo e sospirò, esasperata. Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con il ghigno compiaciuto di Lucifer Morningstar.

«Sì, beh, non darti tante arie. Non c’è voluto molto a capire che il colpevole era il marito, dopo che aveva cercato di uccidere la segretaria per eliminare ogni possibile testimone» disse lei con una scrollata di spalle «Ma sì… Suppongo che tu abbia fatto un buon lavoro, in fondo»

«Questo significa che finalmente mi accetterai come tuo aiutante nella lotta contro il crimine?» domandò il Diavolo, sogghignando.

«Significa che sei talmente esasperante che potrei considerare di lasciarti venire pur farti smettere di parlare» rispose lei, scuotendo la testa.

«La considero comunque una vittoria» annunciò lui, e il suo sorriso compiaciuto si allargò ancora di più.

La detective alzò nuovamente gli occhi al cielo e si avviò verso la scena del delitto. Diede istruzioni ad alcuni agenti su come trattare le prove, ed annotò qualcosa su di un taccuino.

Lucifer si guardò attorno. Il suo sguardo si posò su una giovane ed attraente agente di polizia, che si trovava a passare di lì proprio in quell’istante. Il Diavolo sorrise sornione, e quando questa gli passò accanto, le prese delicatamente il polso, trattenendola. «Scusa, cara» disse in tono affabile, rivolgendole un sorriso ammaliatore «Devo solo controllare una cosa...» Avvicinò il braccio della donna al proprio viso e studiò il suo orologio da polso. «Perdonami, ma non porto mai un orologio con me» spiegò Lucifer, lasciando che l’agente riabbassasse il braccio. «Del resto, quando sei immortale, cosa te ne fai, del tempo?»

«Oh, nessun problema» rispose la donna, ricambiando il sorriso «È stato… un vero piacere...»

Lui sogghignò. Usare il proprio potere sugli esseri umani era un’esperienza che non cessava mai di divertirlo. Adorava il modo in cui i loro occhi scintillavano, colmi di malizia e traboccanti di un desiderio che solo lui era in grado di portare alla luce. «Grazie, tesoro»

Chloe sbuffò, riportandolo con i piedi per terra.

«Beh, per quanto mi sia divertito a risolvere questo caso -» si voltò verso la detective « - non c’è di che - temo proprio di dover scappare.»

Lei raddrizzò la schiena, improvvisamente interessata. «Te ne vai di già?»

Lucifer annuì «Purtroppo sì. Darò una festa al Lux questa sera, e devo accertarmi che sia tutto pronto...» All’improvviso, il suo viso si illuminò «Ti dispiace che io me ne vada?» domandò, studiando Chloe con sospetto.

«In effetti, sono sollevata» rispose lei con noncuranza «Sarà più facile raccogliere le prove senza che tu le tocchi. O che tu le fumi»

«Oh, andiamo, è successo soltanto una volta!» ribatté il Diavolo, con aria offesa. «Avresti lasciato che della marijuana di così buona qualità andasse sprecata?»

La detective scosse la testa, spazientita. «Credevo stessi andando via...»

Lui annuì, infilandosi le mani nelle tasche. «Proprio così. Il dovere chiama!» Si voltò per andarsene, ma il suo sguardo incontrò ancora una volta la giovane poliziotta con l’orologio. Lei se ne accorse e gli sorrise battendo le lunghe ciglia, civettuola.

Le labbra di Lucifer si schiusero in un sorriso scaltro. «Beh… Suppongo di poter aspettare altri cinque minuti...» E in men che non si dica, raggiunse l’agente dietro all’auto della polizia.

Nascosta nell’ombra poco distante, la figura avvolta nell’impermeabile sogghignò. Ora sapeva dove andare. Dopo essersi guardata intorno per accertarsi che nessuno avesse fatto caso alla sua presenza, si voltò e sparì, inghiottita dalla folla di curiosi radunatasi attorno alla scena del delitto.

 

 

Maze asciugò l’ultimo bicchiere e lo ripose capovolto sopra il bancone. Le ci era voluta più di mezz’ora, ma alla fine aveva portato a termine quel noioso incarico.

«Siamo chiusi» disse all’improvviso.

La misteriosa figura emerse dall’ombra e si avvicinò all’open bar. «Sono qui per vedere il signor Morningstar»

Il demone studiò la sconosciuta da capo a piedi. «Non è qui» replicò socchiudendo gli occhi, sospettosa.

«Lo so. Lo aspetterò qui»

Maze si appoggiò al bancone con entrambe le mani, e si sporse verso di lei. «Chi sei, tu?»

«Un’amica» rispose la figura «Una vecchia amica»

Il demone si passò nervosamente la lingua sui denti. «Beh, immagino che tu possa aspettare qui Lucifer. Ma fa’ una sola mossa sbagliata -» In un lampo, estrasse un pugnale acuminato da sotto il bancone, e lo agitò di fronte al viso dell’altra. « - e sei morta.»

Ogni persona sana di mente si sarebbe data alla fuga, alla vista dell’arma. Maze lo sapeva bene: era successo dozzine di volte. Ma, contrariamente alle sue aspettative, la sconosciuta non si mosse.

Al contrario, annuì e prese posto su uno degli alti sgabelli di fronte al bancone, ed aspettò.

Incerta sul da farsi ma decisa a sembrare sicura di sé, Mazikeen si versò un drink, gli occhi fissi sulla nuova arrivata, che non aveva alcuna intenzione di perdere di vista. Fece scorrere delicatamente le dita sulla lama del pugnale demoniaco, e sorrise tra sé, trovandolo affilato alla perfezione, come sempre. Sarebbe stata pronta a qualsiasi sorpresa inaspettata. Con questo pensiero in mente, tornò ad occuparsi delle sue faccende, in attesa del ritorno di Lucifer.

 

 

Un ding proveniente dall’ascensore annunciò l’arrivo del padrone del locale.

Maze sollevò il capo all’istante e si voltò, pronta ad informarlo della novità.

«Ah, eccoti qui, Maze» cinguettò il Diavolo uscendo dall’ascensore ed entrando nel locale deserto. «Non hai idea di cosa abbiamo trovato oggi sulla scena del crimine. Fidati di me, ti piacerà da morire»

«Hai un’ospite» lo interruppe lei avvicinandosi, un’espressione seria sul viso.

Le sopracciglia di Lucifer si inarcarono per la sorpresa. «Un’ospite? A quest’ora?» domandò, confuso. «Il locale non aprirà per ore...»

«Lo so. Le ho detto che non eri in casa, e lei ha risposto che avrebbe aspettato che tornassi. Era alquanto… insistente» Si fece da parte affinché lui potesse avere la visuale libera, ed indicò la figura seduta al bar con un cenno del capo.

«Hai qualche idea su chi sia?»

Maze scosse la testa. «Non ha voluto dirmelo» disse. «E ad essere sincera, mi mette paura. Le ho sventolato una lama celeste sotto il naso, e non si è neppure spaventata»

«Allora l’unica cosa da fare è scoprire di chi si tratta e che cosa ci fa qui» dichiarò Lucifer in

tono calmo. Si incamminò verso il bancone del bar e si avvicinò all’ospite misteriosa. «Chiedo scusa. La mia assistente ha detto che mi stava cercando… Il che è piuttosto comune tra le donne, ad essere onesto...» sogghignò. Si fermò a pochi passi da lei, e si infilò le mani nelle tasche. «Allora, che cosa posso fare per una deliziosa signorina come -»

In quel momento, la sconosciuta si voltò, e il Diavolo rimase a bocca aperta.

La figura misteriosa era in realtà una ragazza, che non sembrava avere più di diciotto anni. Indossava un vecchio impermeabile che doveva chiaramente appartenere ad un uomo: le arrivava alle ginocchia, e la giovane era stata costretta ad arrotolare le maniche diverse volte per riuscire a liberare le mani. La ragazza si lasciò scivolare giù dall’alto sgabello, e quando i suoi piedi nudi toccarono terra, lui notò che era bassa e magra. Nonostante lo spessore della stoffa dell’impermeabile, l’indumento era legato attorno alla vita della giovane così strettamente da lasciare intravedere una delicata formosità, che donava alla sua figura un aspetto più delicato e femminile. I capelli castani e mossi le arrivavano fin sotto le spalle, ed i suoi occhi scuri parvero splendere, quando si posarono su di lui.

«Ciao, Lucifer»

Il Diavolo non si mosse. «T-tu...» Rimase a fissarla come impietrito, incapace di distogliere lo sguardo dal volto pallido di lei.

La sconosciuta mosse un passo verso di lui, trepidante. «Ti ho trovato...» sussurrò, mentre un sorriso si allargava sul suo viso. «Dopo tutto questo tempo, finalmente ti ho trovato...»

Prima che lui potesse muovere un muscolo, la ragazza corse verso di lui e si tuffò tra le sue braccia. «Mi sei mancato così tanto!»

Lucifer la fissò per un momento, sconcertato ed incapace di reagire. Poi, avvolse lentamente le braccia attorno al corpo di lei e ricambiò l’abbraccio. «Non… Non riesco a crederci...» disse, una volta ritrovato l’uso della parola. «Eri così piccola, l’ultima volta che ti ho vista! Poco più di una bambina...» A quel ricordo, un sorriso affettuoso apparve sul suo viso, e strinse nuovamente la ragazza a sé. Il suo sorriso si allargò ancora, quando la sentì ridacchiare, deliziata.

«Qualcuno vuole dirmi cosa sta succedendo?!» sbottò Maze. La sua voce riecheggiò all’interno del locale deserto. A quanto pareva si era stancata di quella dimostrazione di affetto, ed aveva deciso di imporre la sua presenza. «Lucifer, chi è lei

«Hai ragione, che scortese, ho scordato di presentarvi» disse il Diavolo. Si mise tra le due, ed indicò la più grande con un un gesto della mano. «Niky, lei è Maze, la mia barista - »

« - e guardiana demoniaca» aggiunse il demone, rivolgendo alla sconosciuta uno sguardo di avvertimento, per sicurezza.

«Sì» confermò Lucifer in tono stanco. «E Maze, lei è Niky» Mise un braccio attorno alle spalle della ragazza, ed entrambi si voltarono verso la donna. «Mia sorella»

 

«COSA?!»

Maze spostò lo sguardo da Lucifer a Niky. «Lei è tua -?»

« - sorella, sì» disse il Diavolo, annuendo.

«Quindi tu sei -?»

«Un angelo. Yep» confermò la ragazza.

«Oh...» Ecco spiegato il motivo per cui non era fuggita urlando alla vista di qualcuno che le puntava contro un coltello.

Il demone fece un passo indietro ed osservò la nuova arrivata dalla testa ai piedi. «Mmm, ora capisco perché hai deciso di tenerla nascosta...» disse, rivolgendosi a Lucifer.

«Come?» domandò l’angelo caduto, rivolgendo a Maze uno sguardo perplesso «Cosa vuoi dire?»

«Beh...» rispose lei, facendo le fusa «Non avevo idea che tu avessi una sorella così attraente...» Girò attorno alla ragazza e si leccò le labbra con desiderio.

Niky sorrise. «Aww, ti ringrazio!» cinguettò allegramente «Anche tu sei molto bella!»

Il demone sorrise all’ingenuità del suo commento. Ci sarebbe stato da divertirsi…

«D’accordo, basta così!» si intromise Lucifer, visibilmente seccato. Posò le mani sulle spalle del giovane angelo e lanciò a Maze un’occhiata di avvertimento «Giù le mani, Maze, dico sul serio. Non ti lascerò adescare la mia sorellina nei tuoi… giochetti

Lei alzò gli occhi al cielo. «Come ti pare» Poi, si voltò verso Niky «Allora, che cosa ci fa un angelo così giovane tanto lontano dal Paradiso?»

«In effetti, questa è davvero un’ottima domanda» convenne il Diavolo, voltandosi verso la ragazza. «Cosa ci fai qui?»

«Beh, stavo cercando te, Luci!» disse lei, sorridendo raggiante.

«Stavi… cercando me?» ripeté lui, spalancando gli occhi per lo stupore.

«Sì, certo!» rispose l’angelo, annuendo entusiasta. «Non ti ho più visto da quando… beh… sei stato cacciato...» disse, e sul suo viso passò per un istante un’ombra scura. «Ma poi ho sentito che eri venuto sulla Terra, e così… eccomi qua!» spiegò, ed il sorriso ricomparve sul suo volto. Ridacchiando, si strinse nuovamente a lui. «Sono così felice di vederti...»

Lucifer ridacchiò a sua volta, e ricambiò l’abbraccio. «Anche io sono felice di rivederti, Niky» Posò le mani sulle spalle di lei, e la allontanò con delicatezza. «Ma devi tornare a casa»

«Cosa?!» questa volta fu lei a rimanere a bocca aperta. «Ma… Sono appena arrivata! Ho girato l’intera città per riuscire a trovarti, e – oh, andiamo, Luci -!»

Il Diavolo scosse la testa. «Lo so, lo so» rispose in tono calmo «Ma non credo proprio che Papà sarebbe felice di scoprire che hai lasciato il Paradiso per venire a cercare il più odiato tra i suoi figli...»

«Oh, non preoccuparti di questo» lo rassicurò lei allegramente «Mi ha dato il suo permesso!»

L’angelo caduto sbatté le palpebre. «Mi stai dicendo che nostro Padre ti ha permesso di lasciare la Città d’Argento? Così, su due piedi?»

«Già» Niky sorrise. «Quando ho scoperto che eri sulla Terra, gli ho chiesto di lasciarmi venire qui, e lui ha accettato»

«Stento a credere che il caro vecchio Paparino possa aver fatto una cosa del genere» obiettò lui, inarcando un sopracciglio. «È risaputo che si diverte ad ignorare le richieste dei suoi figli...»

«Stai sottovalutando il potere dei miei occhi dolci, Fratello» dichiarò il giovane angelo, le labbra curvate in un sorriso scaltro.

«Piccolo diavoletto!» scoppiò a ridere Lucifer, sorridendole con aria complice. «Beh, se le cose stanno così, immagino che tu possa restare.»

«Evvai!» Niky avvolse di nuovo le braccia attorno al fratello, felice come non mai. «Abbiamo così tante cose da raccontarci, Lucifer! E sono così emozionata! Non sono mai stata sulla Terra, prima d’ora!»

«Oh, questo è evidente» intervenne Maze, lanciando un’occhiata al bizzarro abbigliamento della ragazza.

«Ora che mi ci fai pensare - » disse il Diavolo, facendo un passo indietro per osservare meglio la sorella «Cosa diavolo ti sei messa, addosso?»

«Oh, è un impermeabile!» ripose Niky, seguendo il suo sguardo. «È così che l’ha chiamato quell’uomo, quando l’ho preso»

«Sì, lo vedo» replicò lui, sorvolando volutamente sul fatto che lo avesse rubato «Ma perché ti sei messa proprio quel… coso

«Beh, è tutto quello che sono riuscita a trovare una volta arrivata sulla Terra! Non ho pensato di fare le valigie, prima di lasciare il Paradiso...» confessò lei con un sorriso imbarazzato.

«Vuoi dire che non hai addosso nient’altro?!» chiese lui, scandalizzato.

«Beh...»

«La cosa si fa interessante...» commentò Maze, versandosi un bicchiere di whisky.

«Ok, basta così!» sbottò Lucifer, rivolgendo al demone un’occhiata assassina. Poi, si voltò verso la sorella. «Quanto a te… Va’ di sopra e fatti una doccia, mmh?» disse in fretta, dandole una spintarella in direzione dell’ascensore. «E trova qualcosa da metterti addosso. Qualcosa che assomigli il più possibile a dei veri vestiti, se non ti spiace»

«M-ma siamo a malapena riusciti a scambiare qualche parola!» protestò lei scuotendo la testa. «E non ci siamo visti per così tanto tempo, e -!»

«Non temere, avremo tutto il tempo per parlare» le promise lui, sollevando una mano ed interrompendo quella che certo sarebbe stata un’interminabile obiezione. «Ma ti sentirai molto meglio dopo una bella doccia, e di certo io mi sentirò molto più a mio agio sapendo che non girerai nuda per casa»

«A me sta bene!»

«MAZE!»

Niky avrebbe voluto dire qualcosa, ma pensandoci bene, dovette ammettere che una doccia calda suonava davvero invitante. «D’accordo, Luci. Come vuoi tu» si arrese infine.

«Brava ragazza» si complimentò lui con un sorriso, e le spiegò come raggiungere l’attico e dove trovare degli asciugamani e dei vestiti.

Mazikeen si avvicinò a Lucifer, ed entrambi osservarono la ragazza scomparire all’interno dell’ascensore, e le porte richiudersi dietro di lei.

«E così un altro fratello si è unito alla famiglia felice qui sulla Terra, mmh?» domandò il demone, portandosi nuovamente il bicchiere alle labbra e bevendo un piccolo sorso di whisky.

«A quanto pare è così» rispose lui, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. «Spero solo che non sia qui per cercare di convincermi a tornare all’Inferno. Sarebbe alquanto scocciante»

«Ma sei felice di vederla»

«Beh, certo che sono felice. Insomma… siamo stati separati così a lungo...» L’angelo caduto lanciò un’altra occhiata all’ascensore e sollevò lo sguardo verso il soffitto, come se potesse vedere la sorella attraverso il pavimento dell’attico. «È solo che… Sembra troppo bello per essere vero...»

«Vuoi che tenga d’occhio la nostra ospite?» domandò Maze inarcando un sopracciglio, in attesa di ordini. «Ti assicuro che ne sarei molto felice»

«Sì, ne sono sicuro» sospirò Lucifer. Poi, scosse la testa. «No, non è di lei che mi preoccupo»

Il demone si voltò verso di lui, un’espressione perplessa sul volto. «E di chi, allora?»

«Della persona che potrebbe averla mandata...»

 

Nel frattempo, Niky stava timidamente entrando nel loft. «Ehilà?» chiamò, non sapendo se avrebbe dovuto aspettarsi di vedere qualcun altro. Non ricevendo risposta, decise di dare un’occhiata in giro. Dopotutto, non aveva avuto molto tempo per studiare l’ambiente che la circondava, mentre era alla ricerca del fratello. Trovarlo era stata la sua priorità numero uno, ma ora che aveva portato a termine la sua missione, poteva prendersi un momento per godersi le meraviglie del mondo degli umani. Entrò nel salotto e si guardò attorno, osservando l’arredamento. Ben presto, riuscì a trovare il bagno. Lo raggiunse in fretta, aprì la porta e fece capolino al suo interno, lasciando che il suo sguardo curioso vagasse per la stanza. Quando i suoi occhi si posarono sul grande box doccia, il giovane angelo sorrise ed entrò nel bagno. Chiuse la porta alle sue spalle e si svestì in fretta, lasciando cadere il vecchio impermeabile sul pavimento. L’aria fredda le carezzò la pelle, facendola rabbrividire, e la ragazza si sporse in avanti per raggiungere la valvola dell’acqua calda, aprendola. Una volta trovata la temperatura adatta, si lasciò scivolare nella doccia, chiudendo la porta a vetri dietro di sé.

«Ah…» mormorò deliziata, quando l’acqua prese a scivolarle lungo la schiena, circondandola con il suo caldo abbraccio. Aveva sempre saputo dell’esistenza delle docce, ma non aveva mai avuto l’occasione di provarne una. Era meraviglioso. Si sentiva felice, e al sicuro. Le gocce d’acqua picchiettavano con insistenza sul pavimento della doccia, come pioggia in una tempesta. Niky chiuse gli occhi e lasciò che la sua mente vagasse liberamente, godendosi la delicata sensazione di calore che la accarezzava.

 

Una volta terminata la doccia, Niky richiuse l’acqua ed uscì dalla cabina. Rabbrividendo a causa dell’improvviso cambiamento di temperatura, si affrettò a recuperare un grande e soffice asciugamano ed ad avvolgerselo attorno al corpo, asciugandosi in fretta. Aprì piano la porta del bagno e fece cautamente capolino all’esterno. Vedendo che non vi era nessuno in vista, si avventurò nuovamente nell’appartamento. Aveva bisogno di vestiti. Lucifer le aveva raccomandato di cercarli nella sua camera, ma la ragazza non aveva idea di dove si trovasse. Mentre si aggirava per il loft alla ricerca della stanza, scoprì una parte della casa di cui ignorava l’esistenza. Il giovane angelo decise di andare a dare un’occhiata, e salì i gradini che conducevano alla parte ancora inesplorata dell’attico, e ben presto si ritrovò in una camera da letto. La stanza non sembrava molto grande vista dalla soglia, ma quando si decise ad entrarvi, la ragazza scoprì che era molto più spaziosa di quanto non apparisse. Una delle pareti era interamente composta da una lunga vetrata, progettata per essere una gigantesca finestra. Le tende erano costituite da centinaia di fili neri che pendevano dal soffitto, e che permettevano alla luce del sole di inondare completamente la stanza. Vicino alla finestre era stata posta una comoda poltrona, proprio accanto ad un piccolo tavolino. Uno spazioso letto matrimoniale occupava il lato destro della stanza. Era coperto da lenzuola di seta nera, e vi era stata adagiata sopra una montagna di cuscini.

Niky sorrise. Quella era di certo la stanza di Lucifer. In quel momento, si ricordò di stare indossando niente altro che un asciugamano. Si guardò attorno e quando finalmente trovò l’armadio, vi si avvicinò ed aprì una delle ante. Certa che a Lucifer non sarebbe dispiaciuto se avesse preso in prestito qualcuno dei suoi vestiti, iniziò ad esplorare il contenuto della cabina armadio, alla ricerca di qualcosa che fosse anche solo vagamente della sua misura. E non era affatto un'impresa da poco!

Mentre frugava tra i vestiti appesi dietro la terza anta, qualcosa catturò la sua attenzione. I suoi occhi scuri scintillarono mentre faceva scorrere le dita sulla soffice stoffa. Sorrise: perfetto. Sfilò delicatamente il suo tesoro dalla gruccia di legno, lasciò cadere l'asciugamano sul pavimento e si vestì, facendo attenzione a non rovinare la stoffa delicata. Poi, controllò il proprio aspetto nello specchio. Per avere indosso dei vestiti da uomo, non era niente male, in fondo.

Niky si premette una mano sulla bocca, soffocando uno sbadiglio. Sospirò, e si sfregò gli occhi. All'improvviso, si sentiva incredibilmente stanca. Strofinandosi gli occhi un altro po', si guardò attorno, e lanciò un'occhiata al letto di Lucifer. Il lungo viaggio per raggiungere la Terra e l'estenuante ricerca del fratello erano stati davvero troppo, per un solo giorno. E il suo letto sembrava così invitante…!

Sbadigliando, il giovane angelo si arrampicò sul letto. Raggiunse il centro, scostò le coperte e scivolò tra le lenzuola di seta. Si lasciò sprofondare tra i cuscini. Poi ne afferrò uno, e lo strinse forte a sé. Sorrise: odorava proprio come Lucifer. Abbracciò con più forza il cuscino, sprofondando il quel profumo così familiare e rassicurante, proprio come un suo abbraccio. Niky sorrise ancora, accoccolandosi sotto le coperte, e chiuse gli occhi.

 

 

Lucifer uscì dall'ascensore, e si aggiustò i polsini della camicia. «Niky?» chiamò «È passato un bel po' da quando te ne sei andata, Sorella. Non sarai caduta giù per lo scarico, eh?» Si guardò attorno. L'appartamento era silenzioso, quasi come se lui fosse la sola persona presente. Qualcosa non andava. «Niky?» chiamò ancora, affrettandosi a raggiungere il bagno. Una volta arrivato, si accorse che la porta era aperta, e sbirciò all’interno. Nessun segno della ragazza.

“Dove si sarà cacciata?” si domandò il Diavolo. Un nodo iniziò a formarglisi allo stomaco. Dov’era sua sorella?

La cercò nel salotto, in cucina, e sul grande terrazzo. Controllò la piscina. Riuscì perfino a trovare il coraggio di entrare nella stanza di Maze. Aveva quasi perso le speranze, quando decise di controllare anche nella sua stanza. Salì i gradini di marmo bianco e guardò all’interno. Quando i suoi occhi si posarono sul letto, le sue labbra si aprirono in un sorriso.

Niky dormiva tranquilla al centro del letto, avvolta nelle coperte di seta nere. I lunghi capelli ondulati erano sparsi dappertutto sul cuscino, ed una lunga ciocca le copriva l’occhio sinistro.

Lucifer sorrise e si sedette cautamente sul letto, facendo attenzione a non svegliarla, e le scostò delicatamente i capelli dal viso.

Il giovane angelo sorrise in risposta al suo tocco e si rilassò, scivolando ancora più profondamente nel sonno.

Il Diavolo sorrise e la guardò per un istante. Dopo tutto quel tempo, erano finalmente di nuovo insieme. Finalmente, lei era a casa. Finalmente, lui era a casa.

 

 

Mazikeen fece vagare lo sguardo sul locale ed aggrottò la fronte. Come ogni sera, il Lux era colmo di clienti. La marea di giovani danzava selvaggiamente, a ritmo con la musica diffusa dai giganteschi altoparlanti. Sul palco, un gruppo di affascinanti ballerine si esibiva in una danza provocante, incitato dalle grida entusiaste degli spettatori. Una festa grandiosa… Se non fosse stato per un piccolo dettaglio.

“Ma dove diavolo si sarà cacciato?” si chiese il demone, socchiudendo gli occhi nel tentativo di individuare il padrone del locale nella marea di persone danzanti. Aspettò ancora qualche decina di minuti, ma di Lucifer nessun segno.

Scuotendo la testa energicamente, Maze attraversò il locale con lunghe falcate, facendosi largo tra la folla, e raggiunse l’ascensore. Vi entrò, spinse fuori la coppietta che si era appartata all’interno e premette il tasto di salita. Se Lucifer non voleva decidersi a scendere, sarebbe andata lei a prenderlo.

 

«Lucifer?» chiamò il demone, facendo il suo ingresso nel loft. La sua voce riecheggiò nell’appartamento, ma nessuno rispose. Con un grugnito spazientito, Mazikeen si mise nuovamente alla ricerca del Diavolo, setacciando ogni locale.

Dopo qualche minuto, udì dei rumori provenienti dalla stanza di Lucifer.

Maze salì i tre gradini che conducevano alla camera, ed entrò, senza disturbarsi di bussare. Quando vide il Diavolo, seduto sul bordo del letto accanto alla sorella, sbuffò. «Ehi. Che stai facendo qui? Ti stanno aspettando tutti!»

L’angelo caduto distolse lo sguardo dalla ragazza addormentata e si voltò verso di lei. «Oh, Maze. Sì, chiedo scusa. Sono venuto dare la buona notte alla mia sorellina e beh...» Si voltò nuovamente verso Niky, e sospirò «Credo di essermi distratto...»

Il demone incrociò le braccia. «Sì, certo. È tutto molto toccante, ma c’è un locale pieno di persone che ti stanno aspettando, al piano di sotto»

«Beh, suppongo che possa occuparti tu di tutto, per questa sera» replicò Lucifer distrattamente, aggiustando le coperte sulle spalle della sorella «Sono certo che te la caverai benissimo»

La barista alzò gli occhi al cielo. «Come vuoi» sbuffò, e lasciò in fretta l’appartamento, gli alti tachi a spillo che ticchettavano ad ogni suo passo mentre raggiungeva l’ascensore.

Lucifer sorrise, e fece scorrere le dita tra i lunghi capelli castani di Niky. Proprio quando aveva ormai perso ogni speranza di rivederla, sua sorella era ricomparsa nella sua vita. Erano passati millenni, dall’ultima volta che aveva avuto occasione di passare del tempo con lei. Millenni di sofferenza, di paura. Ma la vista del giovane angelo che dormiva saporitamente accanto a lui sembrò far scomparire ogni dolore. Improvvisamente, a Lucifer sembrò di non aver mai lasciato il Paradiso. Nonostante tutto il tempo trascorso, Niky dormiva ancora accoccolata al suo fianco, proprio come un tempo, le labbra leggermente socchiuse e il corpo raggomitolato accanto al suo, come mosso da un incessante desiderio di stargli vicino. Desiderio che Lucifer era sempre stato più che lieto di assecondare. Con un sospiro, il Diavolo si alzò in piedi, e si lisciò la giacca nera. Poi si chinò verso la sorella, e le posò un tenero bacio sulla fronte.

«Buona notte, Sorellina» sussurrò dolcemente, carezzandole i capelli «Bentornata a casa »

 

 

 

 

 

 

 

L’angolo di Niky

 

Finalmente sono riuscita ad iniziare a postare questa storia!!

Ho iniziato a scriverla a Luglio del 2016, dopo aver divorato la prima stagione di Lucifer, ma a causa della mia pigrizia e dei miei impegni universitari (ma più che altro della mia pigrizia), sono riuscita ad iniziare a postarla soltanto ora. Beh, come si dice: meglio tardi che mai!

Vi ringrazio tantissimo per aver letto questo primo capitolo, e spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto, e che sia riuscito a strapparvi un piccolo sorriso.
Se avete voglia di farmi sapere cosa ne pensate, lasciate pure un commento o una recensione, vi prego ^^
Grazie ancora a tutti :)

Appuntamento al prossimo lunedì, con il secondo capitolo! ;) (E la seconda puntata della terza stagione, OH MY DEVIL! <3 )

 

- Niky

 

Ps: Potete trovare la storia anche in inglese (a me personalmente piace di più, leggo le battute immaginando la splendida voce di Tom Ellis e boh, la bava xD ), a questo link: (( https://www.wattpad.com/477119927-lucifer-of-brothers-and-sister-and-the-raincoat ))

   
 
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