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Autore: Unique_1D    03/10/2017    0 recensioni
Arimi, una ragazza con una doppi personalità, carina e gentile con gli amici, diavoletta e movimentata con suo cugino Lysandro e il suo migliore amico Nathaniel...Perché?
Scopre di essersi innamorata di Nathaniel e del migliore amico di suo cugino, Castiel.
Castiel è come lei nella sua vera personalità ma non le dispiace neanche Nathaniel che la ha accettata così come è a differenza di altri, i due si odiano ma lei va d' accordo con entrambi.
Molti dei suoi segreti vengono a galla e misteri e incertezze verranno risolti.
Al liceo le cose vanno avanti e Arimi riuscirà a fare chiarezza. Seguirà la mente o il cuore? Si arrenderà? O andrà avanti? Ma soprattutto come andrà a finire? Sta a voi saperlo...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Nathaniel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WHAT DO I DO WITH A BOY  LIKE YOU?
 -Corse contro il tempo (parte 1)-

-Capitolo 12-

Volevo prendermi il mio tempo, lasciare che quello altrui scorresse senza scivolarmi addosso…Conoscevo diversi modi per tornare indietro nel tempo e spesso lo fanno anche in molti, altri preferiscono tornare indietro, sfogliando album di fotografie, oppure avere sempre il passato attorno circondandosi di ricordi.
Io non l’ ho mai fatto, non ho belle cose da ricordare…
Io invece avevo la necessità di bloccare il tempo nonostante sapessi di non averne la possibilità.
Subito dopo le prove mi catapultai dall’ altra parte della strada verso l’ appartamento di Lysandro.
Quando arrivai cercai di recuperare le chiavi suk fondo del mio zainetto ma venni bloccata dal suono del mio telefono.
Castiel mi stava chiamando.
<< Arimi, dove sei? Potevi almeno aspettarci! >> Mi rimproverò palesemente irritato.
<< Scusa ma ho seriamente bisogno di passare del tempo da sola >>
<< Arimi, la live sarà lunedì e già l’ altra volta sei andata da Rosalya, dobbiamo provare… Non puoi continuare da tut- >>
 Attaccai.
In quel momento non avevo bisogno di qualcuno che mi facesse la predica. Aveva già il necessario per provare e lo avrei fatto da sola, come mi aveva suggerito Rosalya.
Non appena entrai posai il giacchetto sull’ appendiabiti mentre sul corridoio notavo le foto di Lysandro e Castiel insieme dopo il concerto a scuola, nel seminterrato e al parco; in tutte Castiel aveva la sua chitarra tra le mani, sembravano felici anche se in una Castiel aveva i capelli neri. Da quanto ne so, quello era il periodo in cui stava con Debrah. Non ci stava male ma da una parte non sembrava neanche il vero Castiel.
Posai le chiavi e lo zainetto in salotto e nel più totale silenzio, salii le scale per andare in camera.
Aprii l’ armadio dove all’ interno riponevo sempre la mia chitarra classica, quella che mi regalò mia madre, guardandola mi ricordai di quella sera in cui Castiel mi sorprese a suonare Numb sul balcone.
Un sorriso mi sfuggì ma su subito mi sbrigai a rimuovere i pensieri dalla testa. Mi sedetti sulla sedia della scrivania, con la chitarra tra le mani e i spartiti davanti per ripassare le note. Fui contenta nel notare che almeno la base andava bene anche se mi faceva strano non suonarla con la chitarra elettrica.
Dopo una mezz’ oretta circa passai alla prova più difficile. Presi lo stereo con decisione e una volta trovata una base su internet la avviai per provare il testo; la misi al massimo volume.
Iniziai con calma, cercavo di rendere la mia voce meno piatta possibile ma non era affatto facile…
Era come se mi vergognassi di cantare, della mia voce, evitavo di guardarmi allo specchio mentre cantavo e il mio corpo era costantemente teso. Non mi era mai successo.
<< Devo trovare una soluzione, non posso sbagliare, non questa volta… >>
Mi ostinai a pensare ad un soluzione che potesse aiutarmi… Fino a quando il mio sguardo  on si posò sulla mia mascherina da notte che di solito usavo per rilassarmi i pomeriggi dopo scuola, come d’ abitudine, o almeno prima che conoscessi Castiel.
<< Ok, ora scorda tutto e partiamo >>
Mi incoraggiai e sinceramente mi sentii anche un po’ stupida ma dopo aver fatto partire la base, cominciai a saltare per sciogliermi un po’. Sembravo una teenager arrabbiata con il mondo come quando si litiga con i genitori e una volta tornata in camera si mette lo stereo ad alto volume oppure le cuffiette talmente alte da spaccare i timpani.
 Cominciai a cantare la prima strofa ancora con un po’ di tensione ma dopo alcuni minuti cominciai a cantare contorcendomi in un ballo scatenato.
Probabilmente più che cantare, stavo urlando ma al momento poco importava. Dovevo sciogliermi, divertirmi e prendere la cosa alla leggera. Alla fine della canzone avevo i capelli spettinati e il fiatone. Una volta regolarizzato il respiro, cominciai a cantare la canzone con più calma. Andai avanti così per delle ore.
Ero stanca, eccome se lo ero. Avevo finito più di mezzo litro di acqua, ero andata al bagno almeno una decina di volte e avevo fatto ripartire la base per chissà quanto ma finalmente potevo ritenermi soddisfatta.
Cominciai a saltellare di gioia non appena finii di cantare anche l’ ultima frase e mi affrettai a mandare un messaggio a Rosalya dicendole che ero venuta a provare a casa e che aveva avuto ragione, dovevo solo lasciarmi andare e far fluire la mia voce. In poche parole, la ringraziai dicendole che finalmente dopo tante prove, ci ero riuscita!
Nonostante ciò però decisi di rimanere a riposare un po’ sul letto per riprendermi e per un attimo ripensai alla proposta di Castiel, di andare a Roma.
Cominciai a cercare qualche sito di prenotazioni qualche pacchetto viaggio con volo andata e ritorno e l’ hotel ma non trovai molto, almeno non nel nostro budget. Se non fosse per mio padre, avremmo anche potuto risparmiarci i soldi per l’ hotel ma mai avrei fatto entrare Castiel a casa di mio padre e mai lo avrebbe conosciuto, ormai avevo deciso. Qualsiasi cosa fosse successa, mia madre sarebbe stata l’ unica ad avere ancora contatti con me! Decisi di scansare momentaneamente l’ idea poiché era tutto, meno che possibile; inoltre l’ unico pensiero nelle teste di tutti noi era solo quello di proseguire nel talent. Non appena vidi l’ orario nell’ orologio di fronte al letto, sobbalzai, erano le sei e mezza passate e di solito, Pierre passava in appartamento ogni sera verso le sette per consegnarci il programma del giorno a venire.
Raccattai le mie cose subito dopo aver riposto la chitarra nell’ armadio e aver abbassato la serranda della camera. Chiusi la porta a chiave e mi precipitai verso l’ appartamento.
Terzo piano. Sei rampe di scale.
Le mie gambe stavano letteralmente per cedere ma non potevo fermarmi, i polpacci bruciavano e con il fiato corto mi appoggiai alla porta.
Poggiai lo zainetto a terra per cercare le chiavi, non volevo fare rumore suonando il campanello; se Pierre fosse stato nell’ appartamento accanto, avrebbe potuto sospettare , ma ecco che dal piano terra sentii il portone sbattere.
Parli del diavolo e spuntano le corna!
Pierre stava salendo le scale e io mi trovavo ancora a cercare le chiavi sul fondo del mio zainetto.
<< Ma perché cavolo non le trovo mai?! >> Sussurrai contro me stessa in preda al panico.
Finalmente riconobbi tra le mani il talismano che la signora dell’ autobus mi aveva regalato quella volta che litigai con Castiel, alla fine o avevo attaccato alle chiavi e in quel momento mi benedii per averlo fatto.
Lo issai facendo cadere il portafogli ed entrai chiudendo la porta il più delicatamente possibile.
Tirai un sospiro sollievo anche se notai immediatamente gli sguardi inquisitori dei ragazzi, specialmente quello di Castiel, la sua espressione non prometteva nulla di  buono.
Nonostante ciò ricordai che Pierre nel frattempo era fuori a salire le scale e sarebbe potuto entrare da una momento all’ altro.
Mi affrettai a mettere il giacchetto sull’ attaccapanni e a sedermi sul divano. Neanche a farlo apposta due secondi dopo il campanello suonò e Nathaniel andò ad aprire.
<< Buonasera ragazzi! Come procede? Tutto bene? >>
Nella sala si udì un “sì” abbastanza discutibile ma lui probabilmente non ci prestò molta attenzione.
<< Vi ho portato il programma per domani come al solito e inoltre volevo avvisarvi che per motivi personali, Lara è stata costretta ad abbandonare momentaneamente il lavoro fino a data da destinarsi… >>
<< E con chi faremo le prove? >> Chiesi avvicinandomi.
<< Non abbiamo molti collaboratori e avere quello di un altro gruppo potrebbe risultare svantaggioso per voi, poiché magari potrebbe riferire delle informazione al gruppo del quale si occupa. Sareste in grado di gestirvi le prove da soli per il momento? >>
Eravamo tutti abbastanza sconcertati, io non ero per niente convinta e Nathaniel e Lysandro nenache. Castiel invece era rimasto impassibile… Strano, forse doveva ancora essere arrabbiato con me.
<< Se proprio dovesse essere un problema e Lara dovesse assentarsi per un lungo periodo, ne ingaggeremo uno, intanto domani fate una prova e vedete come va >>
Detto questo, si scusò altre mille volte e si congedò.
Questo non migliorava la situazione.
La porta si chiuse dietro le sue spalle e i ragazzi mi accerchiarono con un cipiglio sul volto, se avessero avuto dei raggi laser al posto degli occhi, probabilmente mi avrebbero tagliata a fettine.
<< Arimi in questi giorni ti abbiamo vista un po’ distratta… >> Mi confessò Natahaniel evidentemente imbarazzato.
Detto così mi piangeva il cuore, io non  ho mai smesso di provare o di pensare alla live ma Castiel sapeva cosa stessi provando, dentro avevo una battaglia in corso con me stessa.
<< Scusate ragazzi, avete completamente ragione ma in verità… Non ho mai smesso di pensare al talent, oggi sono stata  a casa a provare la canzone e… Sono soddisfatta di come sia riuscita, o almeno credo sia abbastanza per la live >> Risposi torturandomi le dita.
I ragazzi si scambiarono degli sguardi come per interpellarsi. Castiel si avvicinò a me e mi abbracciò dai fianchi. Solo lui sapeva quanto potesse rilassarmi in quel modo.
<< Lys, potresti provare con me stasera? Vorrei valutassi la mia voce >>
Vidi un sorriso espandersi sul suo volto.
<< Certamente >>
<< Scusate ancora ragazzi… Cosa posso fare per farmi perdonare? >> Cercai di sdrammatizzare dirigendomi verso il frigorifero.
<< Lo sia che amo il cibo italiano >> Rise Nathaniel.
Aprii il frigo in cerca degli ingredienti per fare un bel piatto di Carbonara, tipico di Roma; ovviamente però lo trovai vuoto.
<< Ma come fate a finire tutto ciò che compro in meno di due giorni? >> Sbuffai mettendomi due dita sull’arco del naso.
<< Come pensi che si nutra questo bel fusto? >> Esclamò Castiel ricordandomi la sua sfacciataggine.
<< Perfetto, allora visto che hai appena ammesso le tue colpe… >>
Presi un foglio e una penna e cominciai a scrivere gli ingredienti.
<< Andrai a comprare queste cose , mi raccomando non metterci troppo >> Finii porgendogli il foglietto con sguardo di sfida.
Me lo sentivo, mi stava odiando.
Trascinai Lysandro per un braccio nella cameera che usavamo per le prove mentre Castiel si era già avviato con aria scocciata.
Non feci molto caso a quello che si dissero i due rimasti in salotto, ma mentre Castiel si infilava la giacca, potei sentire urlare contro Nathaniel di non seguirlo.
Ora che Castiel non era nell’ appartamento, potevo lasciarmi andare anche se Lysandro non mi tranquillizzava molto…
<< Quando attacco la base, parto io e subito dopo mi segui ok? >>
Cominciai a suonare con il cuore a mille, anche se era stata io stessa a chiedergli di darmi un giudizio, nonostante fosse solo mio cugino, avevo addosso un’ ansia inscrollabile.
Finalmente dopo qualche strofa riesco a sciogliermi e la mia voce s fuse perfettamente con quella di Lysandro. Mentre ci guardavamo, mi sfuggì anche una risata e sul volto di Lysandro potei notare anche un pizzico di divertimento. Dopo neanche metà canzone cominciammo a scatenarci  e mentre la mia testa si trasformava in un groviglio di capelli, Nathaniel entrò e corse verso la batteria tutto fomentato, all’ istante cominciò a suonare e quando la finimmo si complimentarono con me per il progresso.
<< So che non volevate dirmi nulla, ma me n’ero accorta che la mia voce non andava per niente >>
<< Dovevte dirmelo >> Aggiunsi.
Nathaniel abbassò lo sguardo e Lysandro mi guardò con uno sguardo compassionevole.
<< Certe cose non sono facili da dire… >> Ammise Nathaniel grattandosi la nuca.
<< Che ne dite se la riproviamo? Mi piace come la canti >>
Le parole dette da Lysandro furono il mioglior premio che avessi ricevuto fino a quel momento.
In men che non si dica ci ritrovammo a suonare per tutto il tempo che Castiel impiegò per andare al supermercato e tormare.
<< Provate senza di me? >> Ci fermammo immediatamente non appena sentimmo Castiel dare dei colpi al muro per attirare la nostra attenzione.
Posai la chitarra all’ istante mentre Lysandro invece, gli rispose allegro.
<< Ora che Arimi ha lavorato un po’ più sulla voce, direi può andare benissimo >>
<< Perché non fate sentire anche me? >>
<< Perché abbiamo tutti fame! Vero? >> Corsi in cucina e cominciai a preparare per tutti.
<< Insegnami ti prego, adoro come cucini! >> Mi seguì esaltato Nathaniel.
Mentre mostravo i procedimenti a Nathaniel, potei notare che Castiel aveva ancora il muso. Lo conoscevo ormai, c’ era qualcosa che non andava ma proprio per ché lo conoscevo, sapevo che questo non era il momento più adatto.
Lysandro si affrettò ad apparecchiare non appena annunciai che mancavano pochi minuti alla cottura della pasta, Castiel si era limitato a fare zapping con il telecomando.
La cena fu più animata del solito e Nathaniel era super contento. Forse anche a lui sarebbe piaciuto andare in Italia un giorno.
Dopo cena ero stanca morta ma Lysandro mi chiese se potessi provare con lui ancora una volta per cantare insieme un pezzo della canzone. Nathaniel mi fermò appena accennai a sparecchiare.
<< State tranquilli, qui ci penso io. Voi andate pure a provare >>
Io e Lys lo ringraziammo. Volsi un ultimo sguardo a Castiel ma non mi guardò, si alzò e se ne andò in camera. Sospirai affranta.
<< Andiamo? >>
Lysandro mi riportò alla realtà e subito dopo essere entrati nella sua camera, cominciammo a provare e ad interpellarci per migliorare ancora delle parti. Ero stanchissima e le palpebre mi pesavano. Mi sdraiai sul letto appuntando qualcosa a matita sul testo ma appena Lysandro si assentò per entrare al bagno, caddi in un sonno profondo.
Mi risvegliai con un fastidio al braccio…Mi formicolava tantissimo, avevo la sensazione che qualcuno mi stesse schiacciando e avevo caldo.
Mi ci volle un po’ per capire ma quell’ odore era impossibile da distinguere per me, era lui.

ANGOLO SCRITTRICE:
Ciao a tutte ragazze, per me ora è tardissimo ma dovevo assolutamente aggiornare! Scusatemi nel caso trovaste degli errori ma sono veramente stanca. Spero che il capitolo vi piaccia! Un bacione  a tutte! <3

 
   
 
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