Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: LauraNinja18    04/10/2017    0 recensioni
Ella Davis è una ragazza come tutte le altre, all’apparenza, ma con un passato difficile ed oscuro alle spalle. In seguito alla morte della madre, si trasferisce a New York in cerca di fortuna ed un po’ di pace per il suo animo tormentato. Non sarà affatto facile per la fanciulla riuscire a seppellire i ricordi tanto dolorosi che troppo spesso tornano a galla, pronti a sommergerla. Ma cosa accadrà quando per caso incontrerà Devon?
I due sono gli antipodi per eccellenza, il buio e la luce, il giorno e la notte, il bene e il male, ma hanno in comune più di quanto pensino. Entrambi custodiscono un enorme segreto che riguarda il loro passato. Riusciranno ad abbattere i muri che li separano e a fidarsi l’uno dell’altra? O il destino renderà vani i loro sforzi dividendoli per sempre?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ella's Pov

« Mamma...? Mamma mi senti? Ti prego ascoltami. Non volevo... ti giuro, non volevo... potrai mai perdonarmi? Non te ne andare... sistemerò tutto, ma resta con me... Ti prego. »

Riesco a vederla, è proprio di fronte a me e mi guarda con un'espressione tra il dispiaciuta e il rassegnata. Non capisco. Ha una grossa macchia di sangue su i suoi vestiti all'altezza dello sterno, precisamente sul cuore.
Un urlo straziante riecheggia nella silenziosa stanza nella quale mi trovo. E' la mia voce che rompe bruscamente la quiete come un vetro che si frantuma in mille pezzettini. Sono molto stordita e confusa, ma non ho tempo per rendermene conto perché percepisco l'immagine di mia madre pian piano svanire così come è apparsa, lasciandomi sola nell'oscurità.

Mi sveglio di soprassalto, madida di sudore. La stanza gira parecchio ma intuisco di essere ancora sul divano. Ieri sera devo essermi addormentata durante il film, come sempre, e Audrey deve avermi coperta con il plaid. Il respiro è irregolare ed il cuore mi martella nel petto. Non è la prima volta che mi capita di sognare quella notte, di vedere mia madre immersa nel sangue o altre scene macabre di questo tipo. La cosa insolita, beh ormai sono mesi che succede, sono i forti giramenti di testa che ho al mio risveglio. Le tempie pulsano e sento come se potessero esplodere da un momento all'altro. Non volendo andare da un medico, sono comunque costretta a fingere di stare bene in presenza di Audrey o mi trascinerebbe all'ospedale. Non ne ho alcuna voglia e poi non è così grave, no?
Non ho il tempo di rispondermi mentalmente che la bionda fa il suo ingresso nel salotto.

« Alla buon'ora bella addormentata! Dormito bene sul divano? » Mi domanda ironicamente sedendosi sul tavolino in legno che separa il divano, appunto, dalla televisione.

« Sei davvero una simpaticona, Audrey. Potresti fare la comica se ti dovesse andare male la carriera di top model, sai? »
Con la voce ancora un po' impastata dal sonno, le rispondo altrettanto ironicamente. Sa benissimo che il nostro divano ha una molla che salta in continuazione ed è molto scomoda, soprattutto se ci dormi sopra tutta la notte.

« Come sei scontrosa stamattina, ed io che stupidamente ti ho anche preparato la colazione! Pff, non mi meriti per nulla... Sono una coinquilina perfetta. »

« Certo, ammetti che hai cercato di uccidermi nel sonno dato che riesci ad incendiare qualsiasi cosa cucini. Tanto non ti liberi di me, cara Audrey. » Le faccio la linguaccia e decido di alzarmi, finalmente, da questo scomodo divano per darmi una rinfrescata.
Barcollo leggermente mentre cerco di mettermi in posizione eretta per raggiungere il bagno, ma la voce della mia amica mi trattiene.

« Ah Ella, sto uscendo! Ho un colloquio di lavoro e se tutto va bene, farò il mio primo servizio fotografico! Ahhhhh che emozione! » La vedo balzare dal tavolino tutta eccitata. Spero davvero che vada tutto alla perfezione e che ottenga il lavoro, se lo merita.

« Wow! Fammi sapere come va il colloquio, eh! Non ti dimenticare. »

« Certo che no Ella! Sarai la prima persona a saperlo dopo di me, ovviamente! Ora vado. Buona giornata. » Detto ciò, mi saluta con un bacio sulla guancia e sparisce dal mio campo visivo lasciandomi sola soletta in casa. Decido quindi di riprendere ciò che avevo intenzione di fare prima, e giungo finalmente in bagno. Lo sguardo cade inevitabilmente sullo specchio posto in bella vista sopra il lavandino e non posso fare a meno di guardare il mio riflesso. La pelle è fin troppo pallida, gli occhi azzurri sono un po' appannati, forse per le fitte alla tempia, e i capelli castani arruffati sono davvero la ciliegina sulla torta. Un completo disastro. Sbuffo e mi sciacquo bene il viso, almeno cerco di ravvivarlo in qualche maniera. Non ottenendo granché come risultato, lascio perdere e mi avvio in cucina per gustare la magnifica colazione preparata da Audrey. Devo dire che i pancake non le riescono proprio male e non li ha neanche carbonizzati, è un gran passo avanti. Accompagno il tutto con del caffè e un antidolorifico per l'emicrania.

Questa mattina, per fortuna, non ho lezione quindi posso concedermi un po' di relax o almeno posso provarci. Non è proprio un bene per me restare troppo tempo da sola, la mente inizia a vagare e non è mai un buon segno. Ma il mal di testa offusca qualsiasi capacità di ragionamento, perciò colgo l'occasione per disegnare un po'. Afferro il mio album, abbandonato sulla scrivania della mia stanza, e riguardo gli schizzi. Non hanno un vero e proprio senso logico ma rispecchiano il mio umore. Confusione, paura, rimorso.
Non riesco a voltare definitivamente pagina con il passato ma posso farlo con questo foglio, posso dare vita ad un nuovo disegno.

Devon's Pov

Solita sveglia, solita ora e solita routine. Nessuno stimolo particolare mi porta ad alzarmi dal letto la mattina se non fosse per il mio lavoro. Amo davvero ciò che faccio, aiutare le persone a stare meglio. Fin da piccolo ho scoperto questa propensione nel prendermi cura del prossimo, interessandomi da subito alla medicina. Ero poco più di un ragazzo quando decisi che sarei diventato un buon medico e così è stato.

Dopo essermi finalmente alzato dal letto, raccolgo mentalmente tutte le mie forze e mi dirigo verso la doccia, pronto a darmi una rinfrescata prima di recarmi in ospedale. Quest'oggi dovrei esaminare più di dieci specializzandi e proprio non ne ho voglia. Di solito mi fanno arrabbiare e sono costretto ad urlare la maggior parte del tempo. Non a caso sono famoso per essere particolarmente rigido, all'apparenza senza cuore, perciò nessuno studente vorrebbe avermi come tutor per il tirocinio.

Osservo le goccioline d'acqua infrangersi sul vetro trasparente del box doccia ripetendomi che anche oggi sarà una giornata come tutte le altre e che giungerà presto al termine. Uscendo, afferro un asciugamano con il quale avvolgo il mio corpo umido osservando poi il mio riflesso allo specchio. Il viso è stanco, si notano le occhiaie, anche se leggermente, gli occhi azzurro-grigi sono privi di luce ed i capelli corti e castani non hanno davvero un senso. Distolgo velocemente lo sguardo dalla superficie riflettente e torno in camera per cambiarmi.
Sono in anticipo, come sempre, ma sfrutterò il tempo in eccesso per controllare le cartelle dei miei pazienti. Mi serve sempre un buon caffè prima di iniziare a lavorare ma quello dell'ospedale è davvero disgustoso così mi fermo al bar accanto al mio appartamento.

Seduto ad uno dei tavolini del Mikey's bar con una buona tazza di caffè nero fumante, la mia testa non può far a meno di tornare a quella notte, a quella tragedia. Seppur sia stato seguito da una buona equipe di psicologi e psichiatri, non posso dimenticare il dolore, l'angoscia e la sofferenza ma ho capito che non è un male ricordare. Bisogna solo imparare a conviverci e non è sempre facile riuscirci. Avevo deciso di lasciare anche il mio amato lavoro all'epoca, ma per fortuna la mia scelta non fu permanente e in breve tornai in carreggiata. Attualmente sono primario e cardiochirurgo del Lennox Hill Hospital di New York, città nella quale mi sono trasferito di recente, ad un anno esatto dalla tragedia.

Non metto neanche piede in ospedale che infermieri, colleghi e specializzandi mi assalgono. Cos'hanno tutti stamattina?

« Dottor Reinfield! Il cuore per il trapianto è finalmente arrivato. »

« Perfetto, faccia preparare la sala operatoria il più presto possibile. Ah signora Mills chiami i miei specializzandi, oggi potranno assistere all'operazione. »
Le rivolgo un sorriso di circostanza e mi rifugio nel mio studio per controllare le analisi del paziente. E ancora una volta riesco ad isolarmi nel lavoro, dedicando le lunghe giornate e le notti insonni, a cuori che non sono il mio.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Eccomi con un nuovo capitolo! Cercherò di aggiornare almeno due volte a settimana, di sabato e mercoledì, salvo imprevisti.
Cosa ne pensate per adesso? Vi ho presentato i due protagonisti e la storia inizia a prendere un po' di forma. Spero vi stia piacendo e che continuiate a leggerla!
Kisses

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LauraNinja18