Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: ladyzaphira    04/10/2017    2 recensioni
Peter Benjamin Parker aveva appena cinque anni quando la sua vita venne completamente stravolta per la SECONDA volta: Prima aveva perso i suoi genitori, morti a seguito di un incidente aereo, poi i suoi zii in circostanze ancora più oscure.
Una rapina finita male aveva detto la polizia, fatto sta che all'orfanotrofio nessuna famiglia aveva mostrato la minima intenzione di adottarlo finché la disattenzione di un custode non perrmise al piccolo Peter di scappare in strada.
Sarà proprio lì, in uno dei tanti vicoli oscuri della grande mela che troverà una nuova famiglia disposta ad accoglierlo ...
... una famiglia speciale che aveva trovato rifugio nelle sue fogne.
-----
Una sorta di esperimento su cui volevo lavorare da un bel po' di tempo.
Non è ambientata in un universo preciso, perciò prenderò spunto da quasi tutte le serie animate che conosco, sia TMNT (Tmnt 2003 - tmnt 2012) sia spiderman (Spectacular spiderman 2008 - Ultimate spiderman e marvel's spiderman 2017, che è quella in attuale programmazione).
Beh, che altro dire? Buona lettura!! ^^
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Teenager Mutant Ninja Superhero'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La notte aveva da poco calato il suo scuro mantello sulla città di New York.
 
Ma mentre gli abitanti della superficie si erano placidamente lasciati avvolgere dall’abbraccio di Morfeo, nel sottosuolo della grande mela cinque giovani guerrieri avevano appena cominciato il loro allenamento giornaliero.
 
“Ricordate, per essere dei veri ninja bisogna diventare un tutt’uno con le ombre” esordì il maestro Splinter, il quale sedeva tranquillo sul tatami, al centro del dojo “E’ l’oscurità che da potere al ninja, mentre la luce rivela la sua presenza …”
I muscoli rilassati, gli occhi chiusi.
Solo un braccio era sollevato, nell’atto di reggere una candela accesa.
“… Dunque, pensate di riuscire a spegnere la fiamma di questa candela senza farvi notare?”
 
Non appena ebbe finito di parlare un’ombra si scagliò verso quella piccola fiammella, nel tentativo di spegnerla.
 
Ma sfortunatamente per lei, a Splinter bastò abbassare il braccio per evitare che riuscisse nel suo intento.
L’ombra capitombolò, non riuscendo a frenare in tempo a causa dello slancio preso e andò a sbattere contro il muro.
 
“Troppo rumoroso Donatello” commentò Splinter, socchiudendo un occhio.
 
Una seconda ombra si staccò dall’oscurità della stanza dirigendosi a tutta velocità verso il maestro che, se non altro, questa volta si vide obbligato ad alzarsi in piedi, sollevando con nonchalance la candela al di sopra del capo prima che l’ombra potesse anche solo sfiorarla.
Fece roteare il suo bastone da passeggio e rifilò una sonora steccata alle gambe dell’assalitore, che finì col cadere proprio addosso al povero Donnie con un sonoro “AHIA!!”
 
“Troppo maldestro Michelangelo”
 
Stessa storia fu per la terza ombra, mentre la quarta …
“… Mossa interessante Peter, ma anche tu non sei stato abbastanza silenzioso” dovette concedere il sensei osservando con un sorriso divertito il ragazzo dai folti capelli castani e gli occhi verdi che al momento giaceva dolorante ai suoi piedi.
“Hai, sensei …” borbottò quest’ultimo, massaggiandosi la testa.
 
Aveva provato togliere la candela di mano al maestro avvolgendovi intorno la catena della sua Kusarigama senza esporsi direttamente, ma evidentemente in qualche modo il mutante doveva averlo sentito visto che aveva afferrato la catena e con uno strattone lo aveva attirato a sé per poi atterrarlo.
 
A quel punto mancava solo un allievo all’appello.
 
Leonardo apparve all’improvviso, apparentemente dal nulla (in realtà si era nascosto tra le ombre del soffitto, stando aggrappato ai tubi) e colse di sorpresa Splinter tagliando a metà la candela con una delle sue katana.
Fece atterrare la metà con la fiammella sul piatto della lama e soffiò, facendo piombare l’intera stanza nel buio più assoluto finché il sensei non fece ripartire la corrente elettrica.
 
“Ben fatto Leonardo” si congratulò Splinter.
 
“Tsk, tutta fortuna” sibilò Raph imbronciato.
“Controlla se è spenta” sfidò Leo con un’alzata di spalle, lanciando la candela al fratello focoso.
“UUuuuh!!” Donnie, Mikey e Peter fecero il verso alle spalle di Raphael, che per tutta risposta fece quasi per lanciarsi addosso all’azzurro con il malsano intento di prenderlo a pugni.
 
Fortunatamente ci pensò il maestro Splinter a bloccarlo, frapponendo fra i due fratelli maggiori il suo bastone smeraldino.
 
“Calmatevi adesso!!” ordinò “Se volete diventare dei veri ninja dovete imparare a controllarvi, solo così potrete eccellere nelle arti che vi sto insegnando …” continuò facendo cenno ai ragazzi di sistemarsi in fila, seduti sulle ginocchia, di fronte a lui.
Peter prese posto per ultimo, esattamente al centro, tra Leo e Raph.
“… Le tecniche ninjtsu delle furtività e della segretezza”
 
Il ragazzo girò un momento la testa ad osservare i suoi fratelli adottivi.
Donnie, Leo e Raph non avevano perso una parola di ciò che stava dicendo Splinter, invece l’attenzione di Mikey era già stata deviata dal discorso per via di una mosca molesta che gli stava girando attorno.
Peter dovette premersi un pugno contro le labbra per evitare di ridacchiare alla scenetta dell’arancione che cercava, senza successo, di acchiappare la mosca.
 
Anni e anni di allenamenti e studi vigorosi all'insegna del bushido e della disciplina ninja, eppure malgrado ciò certe cose non cambiavano mai.
 
Mikey era passato dall’essere il più gracile al più robusto, seppur mai quanto Raph che in famiglia era da considerare il campione assoluto per quanto riguardava massa muscolare e forza bruta.
Donnie era cresciuto in special modo in altezza, a discapito dei muscoli, tuttavia ciò che perdeva in forza lo riguadagnava ampliamente in furbizia ed intelligenza.
 
Infine Leo era il più equilibrato del team, avendo sviluppato la combinazione giusta tra forza, agilità e scaltrezza che un giorno gli avrebbero permesso di prendere il suo posto come maestro dell’Hamato Clan quando Splinter non ci sarebbe stato più.
 
“Il mondo in superficie non sarà un posto amichevole per voi, perché siete troppo diversi, e …” seguitò il topo mutante “Vale anche per te, Peter” aggiunse poi picchiettando con delicatezza la punta del bastone sulla testa dell’interpellato.
“Eh!? Oh, s-si” rispose Peter, sorridendo imbarazzato per essere stato beccato disattento “Scusa sensei”
 
In realtà Peter non capiva per quale motivo il maestro Splinter stesse rivolgendo quel discorso anche a lui.
Okay, era cresciuto nelle fogne e non aveva avuto modo di ricevere l’istruzione che sono soliti ricevere tutti i ragazzi normali (come Donatello aveva dovuto sviluppare le sue abilità scientifiche da autodidatta).
La sua famiglia era stata sterminata e, ufficialmente parlando, Peter Parker era stato dato per scomparso ormai da anni mentre Peter Hamato semplicemente non esisteva, però era anche vero che a differenza dei suoi fratelli lui era umano.
 
E come tale non avrebbe dovuto avere problemi a farsi vedere in superficie …
… Giusto?
 
CLAP!!
 
Tutti si voltarono verso Michelangelo, il quale sembrava essere riuscito a catturare la mosca fastidiosa.
“Oops!! Eheheh!!” ridacchiò, grattandosi la nuca “Scusate …”
 
Tuttavia, prima che il maestro Splinter potesse dire qualcosa, l’intera tana incominciò a tremare.
“Che cos’è questo rumore?” chiese il sensei, guardandosi intorno preoccupato.
Diversi calcinacci, accompagnati da fili di polvere di calcestruzzo, presero a cadere dal soffitto e lungo le pareti man mano che il tremolio aumentava d’intensità.
 
I ragazzi scattarono subito in piedi.
 
“WHOAA!! Il terremoto!!” squittì Mikey.
“A New York?!” replicò Peter stranito, lanciando un’occhiata al fratello in viola che ricambiò con la stessa espressione perplessa.
“Possibile, ma altamente improbabile … ATTENTO PETE!!” gridò Donnie acchiappando il fratellino per un braccio e tirandolo a sé prima che un pezzo del soffitto decisamente più ampio dei calcinacci gli cadesse addosso.
 
D’un tratto, in una delle pareti si aprì una sorta di buco che sembrava essere stato scavato a … colpi di tentacoli?!
 
“Ragazzi guardate là!!” esclamò Peter, prendendo la sua Kusarigama come vide passare attraverso il buco una serie di strani affari meccanici.
Erano costituiti da un unico corpo allungato, dal quale sbucavano lunghi tentacoli di metallo lisci simili a quelli di una piovra.
Infine erano dotati di un solo, grande occhio elettronico che emetteva una luminescenza verdognola
 
“Che cosa diavolo sono quegli affari?!” fece Leonardo sguainando le katana.
“Non ne ho idea, ma qualunque cosa siano hanno fatto irruzione nella casa sbagliata!!” ringhiò Raph calciandone uno lontano prima di mettere mano ai Sai. 
 
I ragazzi cercarono di respingere quei misteriosi intrusi meglio che poterono, ma non era facile!! Quegli strani apparecchi erano veloci e si spostavano sfrecciando a mezz’aria, per non parlare poi dei tentacoli.
 
Leo ne tranciò un paio a metà con un colpo secco della katana e si guardò in giro, alla ricerca del maestro Splinter.
Lo trovò che era stato messo all’angolo, circondato da almeno cinque di quegli affari.
“Nii-chan!! Occhio alla testa!!” esclamò Pete colpendo, con il peso d’acciaio attaccato estremità opposta della catena della kusarigama, l’occhio di uno dei robot che stava per allungare i suoi tentacoli sul maggiore, mandandolo in tilt.
 
“Grazie Pete” sorrise l’azzurro, prima di voltarsi nuovamente verso il sensei “Ragazzi, dobbiamo aiutare il sensei!!”
 
Neanche il tempo di finire la frase che il soffitto cedette definitivamente, separando i ragazzi dal loro maestro.
 
“MAESTRO SPLINTER!!” strillarono i cinque all’unisono.
 
Leo ripose una delle katane nei foderi che portava legati dietro al guscio e si avvicinò alla parete crollata, tastando nervosamente i vari detriti per cercare di capire quali fosse possibile spostare intanto che gli altri finivano di sbarazzarsi dei mostriciattoli di metallo rimasti ancora attivi.
Se non altro il crollo del soffitto aveva volto anche a loro vantaggio, distruggendone la maggior parte.
 
“A che cosa dovrebbero assomigliare questi affari?” domandò Mikey, osservando la carcassa ancora sfrigolante di uno dei robot.
Afferrò uno dei tentacoli rotti, staccandone un pezzo con facilità.
“Sembrano delle specie di … di CALAMARI robot!!”
 
“O piovre” propose Peter, inginocchiandosi accanto ad uno di questi.
 
“Allora sono dei Piovra-Bot!!” la buttò sul ridere l’arancione, sperando di alleggerire, seppur poco, l’atmosfera.
“Bah, qualunque cosa fossero ora sono solo rottami!!” replicò acidamente Raphael.
 
Anche il castano decise di strappare un pezzo di tentacolo da una delle carcasse dei robot, in modo da poterselo studiare attentamente tra le mani.
“Wow!!” emise, attirando l’attenzione degli altri due.
“Cosa c’è Pete?” chiese Mikey curioso.
“Questa tecnologia ha un che di familiare” commentò il ragazzo “Mi sembra di aver visto qualcosa di simile su una rivista di robotica il mese scorso, il brevetto era di un certo Otto Octavius o qualcosa del genere …”
 
“Ehi ragazzi, venite qui!!” si fece sentire improvvisamente Leonardo.
 
Avendo appurato che non sarebbero stati in grado di rimuovere i detriti, lui e Donatello avevano pensato di provare a chiamare il maestro sul suo cellulare e a quanto pareva aveva funzionando.
 
Più o meno.
 
“… Quale tasto bisogna schiacciare per far funzionare questo coso?!” sbottò la voce del maestro attraverso il ricevitore del TartaCell di Donnie.
 
Inutile dire che i ragazzi scoppiarono tutti e cinque a ridere, anche Leo nonostante avesse fatto del suo meglio per trattenersi.
“Eheheh, Maestro Splinter tutto bene?” ridacchiò l’azzurro, scuotendo piano il capo “Cosa …? No, no” continuò soffocando a fatica un altro risolino “Guarda che non devi premere nessun pulsante, hai già risposto”
“Ah, bene” borbottò il sensei, sbuffando spazientito “Leonardo, devi portare subito i tuoi fratelli fuori da lì, verso il vecchio raccordo della fognatura in zona …”
 
Non appena Splinter ebbe finito di dare indicazioni, Leo annuì.
“Va bene maestro Splinter, il tempo di vedere se possiamo prendere le borse di emergenza e siamo fuori” assicurò, ottenendo un cenno d’assenso anche da parte degli altri.
 
Peter in particolare quando sentì le parole “borse di emergenza” sussultò, sbattendo le palpebre.
“La mia macchina fotografica!!” esclamò, mettendosi le mani tra i capelli prima di scattare in direzione della sua stanza.
“Pete, aspetta!!” richiamò Donnie, salvo essere fermato da Leo.
“Vado io con lui, voi altri intanto andate a controllare se è effettivamente rimasto qualcosa da prendere” disse il maggiore.
 
Il giovane umano era già entrato in ciò che restava della sua cameretta.
Uno dei muri (per fortuna non uno di quelli portanti) era crollato demolendo l’armadio, la scrivania e tutti gli oggetti sopra di essa.
Pregò fra sé e sé che la vecchia macchina fotografica di zio Ben non si trovasse fra quegli oggetti.
Amava quell’apparecchio!! Per quanto vecchio, specie se messo a confronto con le moderne fotocamere digitali, funzionava ancora egregiamente ma soprattutto …
… era tutto ciò che gli restava dei suoi zii.
 
Uno dei pochi oggetti personali che il maestro Splinter era riuscito a recuperare da casa Parker prima che la svuotassero per metterla in vendita.
 
Tirò un sospiro di sollievo quando notò la macchina abbandonata sul suo letto, vicino al cuscino.
 
Le vibrazioni dovevano averla fatta cadere dal comodino lì accanto proprio sul materasso.
  
“Grazie al cielo …” sussurrò Peter con un lieve sorriso, afferrando la macchina fotografica.
Ora non doveva fare altro che trovare la sua borsa per le emergenze …
 
“Pete, tutto a posto?”
 
La voce di Leonardo lo distolse momentaneamente dalla sua ricerca della borsa d’emergenza.
Il maestro Splinter li aveva da sempre abituati a tenere pronta una borsa, o una sacca, di media grandezza, dentro cui sistemare le cose essenziali nel caso in cui si sarebbero mai trovati costretti ad una fuga improvvisa.
 
Come sempre il loro sensei ci aveva visto lungo.
 
“Ehi Leo, sì tutto a posto” rispose Peter mostrandogli la preziosa macchina fotografica, fortunatamente ancora integra.
Leo sorrise, sapeva bene quando quell’oggetto fosse importate per il fratellino umano.
 
“Bene, vado a recuperare la mia borsa allora … se la trovo ancora intera” scherzò ottenendo un cenno d’assenso da parte del castano che tornò a frugare in ciò che restava del suo armadio.

.........................................

Ecco il secondo capitolo, ben undici anni dopo!! ^^
I nostri ragazzi sono cresciuti e si preparano a diventare dei temibili guerrieri ninja, sì!! Anche Peter Parker, o per meglio dire Peter Hamato, ma che cosa sono quegli strani robot che hanno attaccato la tana?
Non vi suonano familiari? Forse chi ha visto la serie Ultimate li avrà riconosciuti XD
Per quanto riguarda l'arma di Peter, ho pensato che la Kusarigama fosse la più adatta per il futuro Spiderman pertanto in questa storia il caro, vecchio Mikey dovrà accontentarsi dei soli nunchaku della serie 2003 ahahah!! 
Ringrazio la cara Kunoichi_Beast e Marlena_Libby per le loro recensioni!!
Ci si vede nel prossimo capitolo!! ^o^
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: ladyzaphira