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Autore: Hephily    06/10/2017    0 recensioni
Abbiamo tutti degli scheletri e degli armadi dove nasconderli. Il terrore è che un giorno qualcuno possa aprire il tuo armadio, accendere la luce e lì nell'angolo trovare il tuo scheletro. La più grande paura è di essere scoperti, ma non era il caso delle ragazze del Caffenut, non temevano nulla e nessuno. Ognuno di loro ha delle pervesioni.. il problema è il tipo di perversione e come viene usata. Riusciranno mai a essere scoperte per i loro crimini scoperti? Quando si placherà la loro sete di vendetta?
****
[TRATTO DAL PROLOGO]
Cos’è questa volta ti vogliono uccidere il pappagallino che non hai?- Chiese un’altra ragazza dall’aspetto di un nerd hacker.
-Ehi Yami cos’hai contro i pappagalli?! Comunque c’è scritto che mi bruciano la casa!con tutti i miei manga dentro, con la mia 3DS, questa è una tragedia! Non per la casa ma per i manga! Capiscimi!-
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Glherblera'
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Indagini


L’adrenalina era molta nel corpo di Kureijī, non riusciva a controllarsi, non poteva tenere neanche un bicchiere d’acqua in mano di quanto era agitata.
Fu la prima volta per lei uscire in missione con Yukida, non erano mai andate insieme da qualche parte, quest’ultima andava in servizio con Akumi oppure con Black, invece Kureijī era a essere isolata dalla sua amica. 
Non aveva mai guidato una macchina prima d’ora, aveva una patente, una falsa, però per lei era una patente vera a tutti gli effetti, era un’ottima guidatrice, questo però non le dava il permesso di prendere la macchina della sua amica pazza.
L’adrenalina era troppa nel corpo, Kureijī non riusciva neanche ad aiutare Yukida a medicarsi, la mano le tremava troppo, le serviva un tranquillante, quella sensazione la faceva stare bene, le piaceva.
-È STATO BELLISSIMO!- urlò a squarcia gola Kureijī.
-Quando vai con le altre non fai tutto questo?- Chiese stupita Yukida, non si era mai immaginata una cosa del genere.
-Si facciamo più o meno queste cose, ma non guido mai nulla, però con te è stato diverso.-
-Diverso? Hai guidato una macchina, che c’è di diverso?- Yukida era intenta a medicarsi la ferita riportata nella gamba.
-Sai che io e te non abbiamo mai fatto una missione insieme, se non quelle in gruppo, Black non faceva altro che parlare delle tue missioni, mi era venuta un po’ l’invidia, volevo provare anche io.-
-Ecco spiegato l’arcano.-
-Come fai a chiudere quella ferita da sola, non ti sei neanche iniettata il tranquillante.-

Kureijī cambiava un discorso molto velocemente, era colpita di come Yukida si curasse le ferite d’arma da fuoco, non sentiva nulla in certi punti.
-Non lo so nemmeno io, neanche sapevo di essere brava a guarire.-
-Non è che lavoravi per qualche servizio segreto nella tua vita precedente?- Chiese Kureijī fece una domanda molto azzardata.
-Non lo so, ma so per certo di aver messo una cimice a quel cretino che mi ha sparato.- Disse Yukida soddisfatta del suo operato.
Non era molto scossa di quello che l’era appena successo, era molto infastidita di scoprire che qualcuno avesse la sua casa e di stare nella sua dimora, inoltre sapeva che quel qualcuno era a conoscenza di molti particolari che la riguardavano.
Non riusciva proprio a ricordare nulla di lei, nemmeno nella casa in cui ha vissuto per alcuni anni, la sua memoria era in un totale blackout.
Era ormai giunta l’alba, avevano trascorso una notte molto movimentata, in quel momento dormire non serviva a niente, preferivano farsi una doccia fredda, per cercare di essere presentabili a lavoro e dare il meglio di loro.
Le altre ragazze si erano appena svegliata, fu una cosa scioccante vedere le due dormiglione già sveglie prima di chiunque altro, non riuscivano a spiegarsi come mai si erano svegliate così presto, dato che loro dormivano molto di più rispetto alle altre.

Rose squadrava ogni minimo particolare, trovava sempre qualcosa che le incriminava, non amava stare nel disordine e in quel momento la stanza era sottosopra, ma poco le importava, doveva riferire delle cose a Yukida che le riguardavano.
In pochi giorni Rose aveva scoperto qualcosa sulle medicine che prendeva la sua amica/rivale, e non sapeva come porsi con lei dopo i recenti litigi.
Entrò nel bagno con molta sicurezza, mettendosi una mano davanti agli occhi per non guardare, si vergognava molto di vedere le persone nude, era anche una forma di rispetto verso le altre.
-Yukida dovrei parlarti.- Disse Rose con tono molto serio rimanendo difronte la cabina della doccia.
-Riguardo a cosa?- Si sentiva l’acqua scorrere molto velocemente.
-Uhm..arrivo al sodo, quelle medicine che prendevi, non ti aiutavano per niente.- Rispose Rose era molto convinta delle ricerche svolte di nascosto senza dire nulla a nessuno.
Ma aveva più paura della reazione dell’amica.
-Cioè che vuoi dire? Il dottore mi aveva assicurato che mi avrebbero guarito.-
-Guarito? No ti aiutavano a perdere ulteriormente la memoria.- Ribatte con molta franchezza Rose, era molto difficile esporre il problema.
-Aspetta vorresti dire che quel dottore ha mentito?!- Yukida uscì dalla doccia con una furia, si mise l’asciugamano di sopra, era davanti alla toletta del bagno quando cominciò a picchiettare con le unghia sul lavabo.
-Si, inoltre lavorava per dei servizi segreti, aveva rubato l’identità al tuo specialista, ho trovato il corpo carbonizzato due giorni fa.-
-Comincio a pensare che la situazione si sta facendo davvero complicata, hai altro da farmi vedere?- Chiese Yukida mentre si vestiva, le due ragazze poi si erano dirette verso la base per parlare meglio, con loro c’era anche Kureijī,

Akumi stava finendo di studiare il suo quadro falso, vicino allo scrittoio di Rose, dava qualche occhiatina alle ragazze per capire di cosa stessero parlando.
Le foto sviluppate erano molto forti, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di guardarle e di esaminarla con molta attenzione, Rose in gran segreto aveva svolto delle indagine senza dire niente alle altre, non voleva mettere ulteriormente al repentaglio la vita delle altre, in fondo lei ci teneva alle sue amiche.
Soprattutto non poteva far cadere le prove nelle mani sbagliate, poteva risultare molto pericoloso.
Nel suo scrittoio c’erano molti fogli, documenti, foto di varie persone, test di DNA delle vittime, aveva svolto delle indagine molto approfondite.
C’erano una foto in particolare che era risaltata all’occhio di Kureijī, ma non riusciva a ricordare dove  l’avesse vista prima d’ora.
-Questo è il finto specialista che ti curava.- Disse Rose mostrando la foto con il nome.
-Almeno il finto dottore era davvero bello.- Intervenne Kure sdrammatizzando un po’ la situazione cupa che si era appena creata.
-Questo invece è il vero medico, un uomo sulla quarantina d’anni, ucciso con tre colpi alla tempia e poi il corpo l’ho trovato  bruciato, l’aveva portato in dei campi di grano non molto lontani da qui.- Ribatte Rose indicando sulla cartina la posizione del corpo.
-Dain Laswlor.. – Disse Yukida leggendo il vero nome del criminale, le sembrava di aver già sentito quel nome da qualche parte, ma non ricordava precisamente il nome.

Kureijī invece stava pensando dove aveva visto quel tatuaggio particolare, solo dopo aver spremuto bene il cervello riuscì a ricordarsi.
Quel segno l’aveva colpita molto le era rimasto impresso nella mente per bene.
-Si ora ricordo, questo tatuaggio, l’ho visto alla serata di benificienza con Black!- Alzò un tantino la voce.
La sua frase aveva attirato anche l’attenzione di Akumi, anche lei aveva visto già quel simbolo nell’uomo che tentò di ucciderla anni fa, tutto riconduceva alla villa reale di Akumi.
Il punto di riferimento era l’accaduto che successe molto tempo fa, l’unico modo di scoprirlo era di andare a far visita nella sua vecchia casa, questo voleva dire aprire la ferita che procurava molto dolore in se stessa.
Il suo sguardo si era fermato sopra Yukida, nessuna delle due si ricordava il passato che le aveva unite, c’era qualcosa che convinceva Akumi a pensare che la sua amica c’entrava qualcosa nell’accaduto, come se si fossero già incontrate prima.
Yukida si accorse quasi subito che l’amica la stava osservando, si limitò ad avere un cenno di sorriso, questo fece arrossire Akumi, tornò a lavorare nel suo quadro e dimenticare quello che stava pensando.
Rose ritirò tutte le sue indagine e le mise dentro una grande scatola, per poi andare insieme a Kureijī a servire ai tavoli.
Akumi e Yukida erano rimaste sole nella base, nessuna delle due aveva tirato fuori un argomento, erano molto prese dai loro lavori, Yukida non riusciva a staccare gli occhi dal pc, stava aspettando che la sua preda usciva dalla casa, quel pallino rosso nel programma del pc era fermo, stava perdendo le staffe, pensava che quella cimice non funzionava per nulla.
Giusto il tempo di aprire il programma nell’orologio touch, il pallino rosso cominciò a muoversi, uscì molto velocemente dalla base per andare sopra negli appartamenti per togliersi la divisa da lavoro per mettersi dei vestiti più comodi, teneva sotto controllo l’orologio, era vicino alla finestra per prendere il suo pugnale, quando vide degli strani movimenti nel tetto di fronte al locale, non sapeva cosa stava succedendo.
Si avvicinò con molta cautela nella parete che era collegata con la base, diede dei colpi, che solo le ragazze riuscivano a interpretare, Akumi  sentì il segnale e prese uno dei suoi fucili con il silenziatore, uscì dalle scale d’emergenza che conducevano al tetto  del locale, si posizionò a terra e controllava quei criminali con il mirino, l’auricolare era a posizionato nell’orecchio per dare informazioni alle ragazze, la giornata stava diventando molto movimentata.

Il locale era stracolmo di gente e se quei malviventi avessero aperto il fuoco, molti civili potevano perdere la vita e questo Yukida non lo tollerava, era scesa nel locale per avvisare le ragazze, era dietro al bancone a coprire il turno di Akumi, controllava più cose in una volta sola, aveva gli occhi puntati sull’orologio, quando dalla porta entrò il cliente abituale che lei destava, si sedette nella sedia vicino al bancone proprio dove c’era Yukida, quel ragazzo non riusciva a starli lontano, era sempre nel locale, non si sapeva per quale motivo controllava la cameriera.
-Dovresti servire i clienti non giocare con il telefono.- Disse l’ignoto attirando l’attenzione di Yukida, il suo sguardo non era uno dei più carini. Era infastidita dalla sua presenza.
-Spero che la prossima volta ti tagliano la lingua.- Rispose Yukida  guardandolo dritto negli occhi.
-Vorrei un cappuccino e un muffin alle fragole.-  Yukida cominciò a preparare l’ordine del cliente.
Ma non staccava gli occhi di sopra al ragazzo che era intento a guardare il telefono e digitare qualche messaggio, che lei intuì molto velocemente, portò l’ordinazione al biondo sexy che la importunava.
-Spero che una macchina ti investa appena esci.- Disse Yukida osservando il braccio fasciato, questo attirò la sua attenzione, tutto stava cominciando a farsi chiaro nella sua mente.
-Molto gentile da parte tua, che ti sei fatta alla gamba?- Chiese l’uomo curioso della fasciatura che aveva Yukida.
-Che ti importa?! Non sono mica dovuta a dirti che cosa mi sono fatta!-

Il cursore cominciò a lampeggiare molto più velocemente.
Yukida era riuscita a trovare l’uomo della sera precedente e questo non riusciva a perdonarselo, stava per tirare fuori la pistola, quando notò che un pallino rosso cominciava a muoversi sul suo corpo.
-TUTTI GIÚ!- Gridò Black accortasi del pericolo.
L’uomo misterioso saltò sopra Yukida per proteggerla, il bancone faceva da scudo in quel momento.
I clienti del locale cominciarono ad andare nel panico, non era mai successo che il locale venisse preso di mira in questo modo, ma non sapevano che non era la concorrenza a fare danno, ma bensì qualcun altro che le voleva morte, volevano sterminare la loro organizzazione.
Akumi dal tetto aprì il fuoco, in poco tempo il locale era circondato da dei criminali, salì anche Kureijī ad aiutarla, non potevano permettersi che il loro duro lavoro andasse in frantumi per colpa di qualcuno.
Black prese una delle tante pistole che portava sotto l’uniforme aprì il fuoco anche lei, erano troppi uomini, Yami aiutava i clienti a ripararsi conducendoli nella stanza blindata, lì erano al sicuro nessuno poteva farsi male, dopo averli messi al sicuro prese un arco che aveva e cominciò a tirare frecce, era molto veloce a usare quell’arco.
I bicchieri di cristallo che erano nel bancone si erano tutti frantumati cadendo così sopra i due ragazzi, che si riparavano dalla sparatoria in corso.
-Maledetti, li faccio fuori tutti!- Esclamò con molta rabbia Yukida.
Il ragazzo che l’aveva salvata prese la pistola che teneva nel fodero cominciò ad aprire il fuoco anche lui, non si sa per quale motivo aiutò la ragazza.
Solo dopo l’intervento della polizia le acque si calmarono,  il locale era tutto distrutto, non si poteva recuperare più nulla, i muri erano pieni di proiettili, sangue nelle pareti, sedie e tavoli distrutti, ma la cosa peggiore era quella di dare spiegazioni alla polizia.
Rose già si immaginava ogni cosa, uno dei detective si rivolse a lei, con molta calma Rose spiegò la situazione del locale, era minacciato da molto tempo, e loro per precauzione avevano comprato delle pistole per difendersi, si erano allenate al poligono e avevano le carte in regola per usare le armi, la polizia credette al racconto e stipulò una denuncia contro ignoti.
Il ragazzo che le aveva aiutate a salvarsi erano fuggito, si era volatilizzato.
Ma non sapeva che ancora aveva la cimice attaccata.
 

 
   
 
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