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Autore: Altair13Sirio    06/10/2017    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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<< Hai sentito cosa ha detto oggi Robin? >> Chiese Corvina a BB mentre i due passeggiavano tra i corridoi della torre, diretti ognuno alle proprie stanze. Era ormai notte, ma mentre gli altri Titans non sembravano avere alcuna intenzione di andare a dormire, loro volevano sbrigarsi per non restare in piedi tutta la notte.
Beast Boy doveva essersi perso ciò a cui si riferiva Corvina, dato che quando erano andati a interrogare l’uomo che gli era stato lanciato addosso, lui era rimasto a regolare il traffico. Scosse la testa in attesa di una spiegazione e aggiunse:<< No, di che parli? >>
Corvina e Stella erano le uniche persone ad aver sentito quella promessa di Robin, ma la maga era sicura che il loro leader avesse confidato anche a Cyborg delle sue intenzioni; probabilmente non aveva parlato con BB perché i due non passavano molto tempo assieme, ma reputò giusto informarlo dei piani del loro capo. << Oggi abbiamo incontrato uno strano tipo quando sono arrivati i soccorsi, e Robin ha voluto fare delle domande ad alcuni uomini del penitenziario. >> Cominciò. << Il primo non aveva idea del perché nessuno avesse avvertito noi Titans della fuga di Megablock, mentre l’altro ha lasciato intendere che non fossero affari nostri. >>
BB era incredulo. << Sul serio? >> Chiese strabuzzando gli occhi. << E Robin non gli ha detto niente? >>
Corvina alzò una mano con calma, pensando che se BB fosse stato al posto del loro leader quel giorno, la discussione si sarebbe dilungata parecchio. << Lo ha lasciato perdere. Personalmente, credo sia stata la scelta migliore… >> Le sfuggì un sorrisetto all’idea di Beast Boy che saltava addosso a Korolev e cominciava a sbraitare come un matto, ma si pentì di ciò subito dopo. << Quell’uomo emetteva una forte aura negativa. >> Sussurrò intimorita, come se avesse cambiato improvvisamente argomento.
BB la guardò inarcando un sopracciglio. << Quale uomo? >> Chiese confuso.
<< Lo stesso che ha parlato con Robin. Aveva uno sguardo inquietante, e la sua compostezza lo rendeva ancora più minaccioso di quanto il suo aspetto da solo avrebbe potuto… >> Rispose Corvina rapidamente, mostrando di essere stata in qualche modo scossa dalla figura del misterioso Ivan Korolev.
BB si fermò in mezzo al corridoio, facendo arrestare anche Corvina nella sua avanzata. << Aspetta. >> Disse alzando entrambe le mani. << Un agente del penitenziario vi ha detto che non sono affari nostri? >> Non credeva a quello che stava dicendo, e Corvina confermò quelle parole impensabili facendolo rimanere a bocca aperta. << Ma stiamo scherzando? >>
<< Robin pensa che ci sia qualcosa di più in questa storia… >> Riprese a parlare e cominciò a camminare di nuovo. << Vuole andare a fondo nella questione, però non credo stia facendo la cosa giusta… >>
<< Perché non dovrebbe? >> Chiese BB volendo intendere quanto ci si potesse fidare dell’istinto e delle capacità di decisione del loro leader. Ma Corvina gli spiegò il motivo della sua diffidenza.
<< Sia lui che Cyborg stanno indagando indipendentemente in qualcosa di molto strano… Potrebbe essere pericoloso, e nascondere i dettagli agli altri membri della squadra – che poi saremmo noi – potrebbe non essere la scelta migliore! >> Si voltò di scatto per rispondere a BB, che sembrava stranamente ottimista.
A quel punto l’omino verde capì il punto di vista della sua amica e abbassò il tono della voce. << Sbaglio o non voleva lasciare il buco incustodito, oggi? >> Chiese cercando di cambiare discorso.
Corvina annuì. << Non si fida delle autorità. Crede che ci sia qualcuno che manovra il tutto da dietro le quinte e per questo vuole agire il più presto possibile. >>
BB alzò lo sguardo allarmato. << Dici che potrebbe essere vero? >>
Quella domanda non ricevette alcuna risposta. La donna incappucciata rimase a guardare davanti a sé con occhi duri, facendo gesti vaghi e poco convincenti mentre adocchiava la porta della propria stanza e si preparava a salutare il suo amico dandogli la buonanotte.
Senza dire nulla, Corvina si fermò di fronte alla propria porta e attese che questa si aprisse completamente, poi ci si infilò dentro per metà e si voltò per guardare BB. Con una mano poggiata a un lato della porta, la maga disse:<< Non so proprio come poterlo spiegare, BB… Ma sento che stiamo prendendo una strada pericolosa e davvero contorta, piena di incertezze e verità che potrebbero non piacerci. Se c’è qualcuno a controllare dietro le quinte questa città, forse sarebbe il caso che ce ne occupassimo; se ci sembra che quello che sta accadendo va contro i principi di moralità e giustizia che abbiamo sempre difeso, allora dovremmo fare qualcosa… >>
BB la guardava in attesa di una conclusione che potesse dargli qualche spunto su cui riflettere, anche se già ne aveva avuti parecchi. Corvina fece una piccola pausa e sospirò sconfortata.
<< Ma dopo quello che è successo con Johnny il Rancido, dopo quello che abbiamo visto al penitenziario con Coso e Billy Numerous… Credi che possiamo veramente dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato? >>
BB rimase in silenzio, totalmente perso nei ragionamenti complessi della sua amica.
Corvina sospirò, sapendo di aver confuso pesantemente il suo amico verde. << Con la morte di Johnny, Robin sembra essere cambiato. >> Disse con tono tetro. << Non è più lucido come un tempo, sembra ossessionato da qualcosa di invisibile… La notizia della morte del Rancido lo ha sconvolto più di quanto avrebbe dovuto. E il fatto che sia stato uno come Soldato Hive a rivelarglielo non può significare nulla di buono. Queste persone stanno cercando un modo per far breccia nell’animo di Robin, vogliono colpirlo quando è più debole. Così, quando sarà il momento, lo elimineranno senza troppe difficoltà!>>
BB sembrò incupirsi alle parole della donna, che sembrava essere estremamente sicura delle proprie parole. Non seppe come rispondere, se non chiedendole cosa potessero fare da parte loro.
<< Il nostro compito è quello di aiutarlo a non dare di matto. >> Disse a un tratto Corvina voltandosi leggermente, sorprendendo BB con quella sua affermazione.
Il supereroe verde sembrò parecchio sconvolto dalle parole della maga incappucciata, come se non credesse possibile che il loro amico potesse “perdere la testa”. << Non stai un po’ esagerando? >> Chiese. << In fondo stiamo parlando di Robin! >> Si ricordò di quanto fosse forte il loro leader, sia fisicamente – anche se dall’aspetto non si direbbe – che mentalmente.
Corvina lo guardò come se fosse trasparente. << Ti ricordi quella volta che Robin si convinse di vedere Sladow ovunque andasse? Affermava di averlo affrontato più volte, ma ogni volta non c’erano indizi che potessero far pensare all’esistenza di un cattivo… Però i lividi sul corpo di Robin erano reali. >>
BB annuì pensieroso, ricordando chiaramente quei giorni come se fosse successo poco tempo addietro. Allora Corvina fu costretta ad entrare nella mente di Robin per cercare di aiutarlo; non aveva idea di cosa avrebbe potuto fare, ma il solo pensiero che lei fosse entrata a contatto con i pensieri più profondi e i sentimenti nascosti del supereroe gli faceva venire i brividi. Era una cosa che non riusciva a comprendere!
Il piccoletto verde abbassò lo sguardo con dispiacere, pensando di essersi sbagliato. Corvina però non gli fece pesare il suo errore. Guardò da un’altra parte e riprese a parlare:<< Robin è una persona molto forte, ma è capace di concentrarsi completamente su qualsiasi cosa ignorando il resto. Gli dobbiamo ricordare chi è, qual è il suo posto e, soprattutto, dobbiamo fargli ricordare che adesso, diversamente da una volta, ha molto da perdere. >>
BB sembrava aver ritrovato la compostezza e la sicurezza di prima. Sembrava che stesse aspettando il momento giusto per dirlo:<< Pensi che io possa aiutare in qualche modo? >>
La donna lo guardò per qualche istante, squadrandolo da testa a piedi, valutando la sua forza e la sua volontà, come le sue intenzioni e il suo cuore. Pensò che forse, essendo BB un tipo molto altruista, avrebbe potuto aiutarla in quel periodo di grandi difficoltà dovute ai dubbi nati negli animi dei suoi amici e trasmessi poi a lei.
Le sfuggì un sorriso. << Perché me lo chiedi? >> Disse Corvina spostandosi sulla soglia e poggiando la spalla e il fianco destro a un lato della porta.
BB sembrò non aspettarsi quella domanda, come se avesse preso per scontata una risposta negativa da parte della sua amica, e quindi ci mise un po’ a rispondere chiaramente. << E’ che… Mi sembrava che recentemente fossi un po’ strana… >> Spiegò incespicando nelle parole. << Come se avessi qualcosa che ti turba per la testa… Se posso dare una mano, vorrei aiutarti… >>
Corvina non riusciva a credere a ciò che sentiva: ancora una volta BB aveva capito tutto senza sapere niente. Quel tipetto così ridicolo l’aveva capita notando cose di cui nemmeno lei sapeva niente. Si era accorto della sua inquietudine, aveva visto che passava molto tempo da sola a pensare, oppure aveva semplicemente azzardato quella risposta e ci aveva azzeccato? In ogni caso, l’offerta di BB l’aveva lasciata spiazzata – ma l’aveva decisamente gradita allo stesso tempo. Sorrise di nuovo, non riuscendo a contenere la gioia che le diede sapere di poter contare su di lui, e poi rispose gentilmente:<< Grazie, BB… E’ davvero bello sapere che ti preoccupi per me. >>
Beast Boy reagì in ritardo, ma tirò fuori un gran sorriso e mostrò il pollice con convinzione alla donna incappucciata.
Dopo un attimo di silenzio, come se ci stesse pensando, Corvina trovò un compito che sarebbe stato adatto a lui e che non lo avrebbe impegnato tanto:<< Se non ti è di troppo impiccio… Potresti tenere d’occhio Luna Bianca un po’ più da vicino? >>
BB sembrò sorpreso. << Luna? Che cosa succede? >>
Corvina abbassò lo sguardo. << Non lo so… Sto cercando di capire qualcosa, ma lei è un mistero. Luna e Stella Rubia, se dovessi notare qualsiasi cosa di strano… >>
BB sorrise divertito e puntò lo sguardo da un’altra parte, commentando:<< Con quelle due tutto è “strano”… >>
<< Se dovessi notare qualcosa di insolito… >> Riprese Corvina correggendosi, in modo che BB capisse ciò che voleva dire. << Potresti informarmi? >>
BB rimase in silenzio per qualche istante continuando a far raschiare i suoi denti tra loro, la sua mente stava elaborando quella richiesta e stava cercando di assegnargli un significato; forse stava cercando di capire quale fosse il problema, oppure si stava chiedendo perché Corvina credesse che Luna e Stella avessero bisogno di essere tenute d’occhio… Alla fine annuì sorridendo. << Ci penso io! >> Disse, lieto di poterle essere finalmente di aiuto.
Corvina sorrise e annuì sollevata. << Grazie, allora… >> Mormorò prima di fare un passo indietro, facendo così chiudere la porta scorrevole della sua stanza. << Buonanotte, BB. >>
Mentre ancora il mutaforma sorrideva con aria imbambolata, questo rispose:<< Buonanotte… >> E si ritrovò a fissare la superficie liscia della porta, che in quel momento rifletteva su di sé le luci del corridoio.
Pochi istanti dopo, nel silenzio di quel corridoio, l’omino verde si ritrovò a saltellare in modo maldestro, felice di aver ottenuto la possibilità di aiutare la sua amica; ma forse c’era di più in quei suoi salti di gioia e quel senso di appagamento era dovuto al fatto di essere stato finalmente considerato come una persona capace di fare qualcosa dalla persona a cui teneva di più…
 
*
 
Cyborg accese il monitor del computer pressando leggermente un pulsante con la punta del pollice. Aveva lasciato accesi i computer per tutto il giorno, non volendo dimenticarsi di controllare quei dati che aveva trovato la mattina e ora si era fatto davvero tardi… Non voleva abbandonare quella sua ricerca dopo tutta la fatica di quel giorno.
Il monitor si illuminò di colpo e i suoi occhi guizzarono subito alla ricerca di quelle cartelle lasciate aperte per continuare i suoi studi dell’indagine: Cyborg stava cercando di capire quali fossero gli effetti delle droghe di Johnny il Rancido, e sembrava che avesse trovato qualcosa di rilevante quel mattina, prima che Robin lo richiamasse dal garage. Lesse il primo articolo che aveva trovato al riguardo, che parlava di un ragazzo che era stato trovato per strada in stato evidentemente confusionale e con grandi difficoltà a camminare con le proprie forze e a parlare.
Il ragazzo, notato da un agente del traffico di servizio in quella zona, era stato portato al pronto soccorso più vicino per effettuare degli accertamenti e cercare di capire che problemi avesse: era stato sedato e dopo di quello alcuni medici avevano preso dei suoi campioni di sangue che, dalle analisi, avevano rilevato un alto grado di tossicità. L’agente che lo aveva accompagnato aveva affermato di averlo sentito ripetere più volte frasi del tipo “sono troppo forte” e che quando gli era stato iniettato un sedativo per calmarlo, questo aveva detto: “un’altra puntura?”
Era evidentemente fatto. Pensò Cyborg andando avanti, leggendo i riscontri delle analisi del ragazzo, che al risveglio era apparso come una persona completamente normale. C’erano ancora grandi tracce di una droga sconosciuta nel suo sangue, diverse ore dopo il suo primo controllo, ma all’apparenza il ragazzo sembrava in ottima forma: erano stati effettuati dei test fisici e psichici, gli erano stati sottoposti diversi quesiti e un dottore gli aveva dato semplici ordini per valutare i suoi riflessi e la sua comprensione; nonostante gli esiti positivi di tutti i test, le analisi avevano dimostrato una grande presenza di quella stessa droga nel sangue del ragazzo per tutto il resto della giornata.
Cyborg si adagiò allo schienale della sua sedia e sbuffò con aria affaticata. Non ci stava capendo più niente. Se solo le analisi sul Rancido fossero state più chiare, avrebbe potuto trovare alcune somiglianze con quelle droghe… Ma nessuno gli diceva che quel ragazzo aveva preso la droga da Johnny, solo alcuni articoli che raccontavano fatti simili accaduti più o meno nello stesso periodo del ritrovamento del ragazzo. Se la droga iniettata nel sangue di Johnny fosse stata quella, allora avrebbe potuto credere ai suoi effetti prolungati e alla follia del metallaro, ma non aveva alcun modo di provarlo.
Pensava tuttavia che un dubbio da eliminare fosse quello che il veleno utilizzato da Cheshire per colpire Stella non fosse derivato dalla droga di Johnny: infatti, dopo aver curato la crisi della sua amica tamaraniana, Cyborg aveva deciso di monitorarla per un altro po’ eseguendo altre analisi a diverse ore dal fatto, e nessuna di queste aveva riportato tracce del veleno.
Un buona notizia? Pensò non troppo soddisfatto guardando lo schermo illuminato per qualche secondo, strizzando le palpebre perché la luce intensa non gli desse fastidio nel buio del suo laboratorio; il suo occhio bionico non aveva problemi a regolare la luminosità in eccesso dell’ambiente esterno, ma aveva ancora un occhio normale che doveva curare per bene.
Stava ancora cercando qualcosa, come se non fosse convinto di quello che aveva letto; pensava che mancasse ancora un tassello del puzzle, e per questo il suo cervello non la smetteva di lavorare.
Improvvisamente si ricordò del guanto di Johnny che avevano sequestrato dopo l’arresto del Rancido: aveva esaminato quella strana arma, ma non aveva avuto la possibilità di analizzare il veleno che, secondo loro, era stato iniettato nel corpo di Johnny prima di andare a seminare il caos in città. Forse avrebbe potuto ricavare qualcosa da quei microchip nascosti nelle dita del guanto sottoponendoli a una nuova analisi.
Si alzò di scatto dalla sua sedia e si allontanò a grandi falcate dal computer, lasciando tutto così com’era senza curarsi di spegnere lo schermo. Uscito dal laboratorio, si avviò verso la sala dei trofei, dove erano state riposte – accuratamente chiuse in una teca infrangibile e con un sistema antifurto che solo lui poteva neutralizzare – le armi di Johnny il Rancido. Se avesse potuto scoprire qualcosa di più su ciò che aveva fatto impazzire Johnny quel giorno, forse si sarebbe trovato un passo più avanti in quella faccenda.
Doveva anche analizzare lo scudo di Soldato Hive. Sentiva che sarebbe stata una lunga notte, e improvvisamente provò il bisogno di procurarsi del caffè…
   
 
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