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Autore: Scarcy90    07/10/2017    0 recensioni
Law e Myri, si ritrovano costretti a condividere un appartamento. Lui era alla ricerca di tranquillità, lei della pace mentale per prepararsi a realizzare un sogno. Questo imprevisto sarà il precursore di una splendida amicizia che aiuterà entrambi a smussare gli angoli dei loro caratteri. La competizione, il cambiamento, la voglia di affrontare le sfide, forse tramuterà l'amicizia in qualcosa di più...
Il tema principale è la "Friendzone". Un'esperienza che Law ha già vissuto, ed ora avrà il timore che la prigionia si ripeta, frenandolo. Spetterà a Myri far scoprire a Law l'arte del saper esprimere i propri sentimenti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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  Capitolo 10

 Law arrestò l’auto davanti al Teatro Storico.
 Aveva guidato ininterrottamente ad una velocità che non avrebbe mai pensato neanche di sfiorare. L’adrenalina in circolo gli aveva provocato un fiatone incontrollabile e il cuore batteva forte, voleva spiccare il volo fuori dal petto.
 Era a dir poco furioso.
 Era incredulo. Sua sorella, doveva farla ragionare e Myri… be’ prima o poi avrebbe dovuto affrontare anche lei. L’aveva accarezzata, l’aveva baciata sulla guancia. L’adrenalina aveva agito al suo posto o piuttosto gli aveva donato quel coraggio che gli era sempre mancato per mettersi in gioco. Senza contare che per un attimo aveva rischiato di tradirsi. Per poco, davvero poco, non aveva detto davanti a tutti nella stanza di quell’hotel che il piano di Phil e Olivia lo aveva condotto ad innamorarsi di Myri.
 Posò le mani sul volante e ci sbatté la fronte con forza.
 Conosceva fin troppo bene sua sorella Rhonda. Phil lo aveva ritenuto la persona adatta per convincerla a fare inversione di marcia ma lui non era certo di riuscire nell’intento. Rhonda era identica a Clifford Butler: tenace, distruttiva, sempre con la risposta pronta. Non aveva idea di come portarla a ragionare.
 D’improvviso il volto di Myri apparve dietro i suoi occhi, nel buio dei dubbi che governavano la mente.
 Alzò la testa di scatto.
 Non era mai stato coraggioso, ogni sua azione era sempre stata dettata dalla paura. La paura di non essere accettato, la paura di diventare come tutti gli altri Butler, la paura di non essere amato.
 Si guardò nello specchietto retrovisore.
 Questa volta non avrebbe avuto paura, lo doveva a Myri, al modo in cui lo aveva accettato da subito, ai suoi occhi verdi che contornati dalle lacrime perdevano la loro luce meravigliosa.
 Lo avrebbe fatto per lei. Solo per lei. Non voleva più vederla piangere.
 Un paio di colpi sul finestrino lo fecero sobbalzare. Quando si voltò a vedere notò il sorriso del parcheggiatore che gli faceva cenno di abbassare il vetro.
 Law fece un mezzo giro di chiave e premette il tasto. L’aria fresca della sera lo investì donandogli qualche brivido ma anche una piacevole sensazione di pace.
 -Mi scusi, signore. E’ invitato all’evento? Perché altrimenti le devo chiedere di spostare l’auto, non è permesso sostare davanti l’ingresso.-
 -Chiedo perdono. Sono venuto prima in compagnia di Myriam Jackson.-
 Il parcheggiatore lo guardò bene e poi sembrò ricordare.
 -Certo, la signorina della famiglia Ward. Vi ho visto correre via poco tempo fa con il signor Butler.-
 -Sì… ehm…- esitò, non era bravo ad inventare scuse improvvisate. Fortunatamente ebbe un lampo di genio. –La signorina ha avuto un mancamento mentre eravamo in sala, abbiamo pensato di riaccompagnarla a casa ma il signor Butler mi ha chiesto di tornare qui.-
 Chiarita la faccenda, Law porse al parcheggiatore le chiavi dell’auto e si diresse verso il grande portone spalancato del teatro. Uno dei valletti lo riconobbe come accompagnatore di Myri e gli permise di passare senza intoppi.
 Una volta dentro, Law tornò nella sala dove avevano incontrato Rhonda ma non vi era traccia della sorella. Domandò di lei ad un paio d’invitati e gli rivelarono che la signora Butler aveva trascinato il fratello fuori dalla sala prima che potesse parlare al microfono.
 -Ho sentito dire- cominciò una signora anziana in evidente sovrappeso e strizzata in un costoso abito di Armani, -che il signor Jordan stava per esibirsi in una serenata per la moglie del curatore. Non mi sorprenderebbe se i due fossero amanti, la gentildonna in questione è famosa per la sua discutibile fedeltà nei confronti del marito.-
 Law ringraziò per il chiarimento, non richiesto, e cominciò a vagare per i corridoi del teatro alla ricerca dei suoi fratelli.
 Non impiegò molto a trovarli. Passando davanti a una pesante porta sentì distintamente la voce infuriata di Rhonda.
 -E’ sposata, Jordan!- urlava. –Come diavolo ti è saltato in mente? Per poco non hai infangato il nome dei Butler! Dovresti solo vergognarti.-
 -Dora e io ci amiamo, Rhonda. Non puoi impedirmi di esprimere il mio sentimento- la voce di Jordan era alterata dall’alcol. –L’amore non ha confini.-
 -Dacci un taglio! Eri innamorato anche della moglie del senatore Williams e sai bene com’è finita! Tu e Law vi siete messi d’accordo per farmi morire d’infarto. I Butler non hanno mai avuto eredi più scellerati di voi…-
 A quel punto Law smise di esitare. Spalancò la porta e gli sembrò di essere scaraventato nel passato. I suoi fratelli erano più vecchi ma discussioni del genere si erano sempre svolte nello stesso identico modo. Jordan seduto sul divano a bere e Rhonda in piedi davanti a lui a fumare una sigaretta, per calmarsi diceva lei. La stanza era un ufficio, a chi appartenesse non era dato saperlo.
 -Noi siamo gli scellerati mentre tu sei la Butler perfetta, i miei più sentiti complimenti, Rhonda. Sei l’erede che papà ha sempre desiderato.-
 Un lampo azzurro ghiaccio colpì gli occhi di Law. Quel riferimento al padre, il ragazzo sapeva di toccare un nervo scoperto ma aveva bisogno che Rhonda si rendesse conto di quanto il suo comportamento fosse inaccettabile.
 -Ecco l’altro ragazzino- esclamò Rhonda scoppiando a ridere. –A volte mi chiedo che male ho fatto per non essere figlia unica.-
 Le rughe di Rhonda erano state prontamente nascoste sotto un pesante strato di fondotinta, ma Law sapeva che la sorella aveva superato i quaranta ormai da un po’, probabilmente presto sarebbe ricorsa alla chirurgia plastica.
 -Non avrai lo Slammer, Rhonda. Puoi anche scordartelo.-
 Lei aggrottò la fronte risoluta. Non tradiva neanche un segno di cedimento.
 -E’ tutto deciso, Law. Farai meglio a non intrometterti.-
 -Perché? Altrimenti che quale sarà la mia punizione? Mi toglierai le quote della Butler!? Puoi tenerteli i tuoi soldi, non me ne faccio nulla.-
 -Come abbiamo ampiamente capito- rispose lei piccata. –Sei solo un moccioso impertinente e ingrato. Non manderò a monte il mio progetto perché ti sei preso una cotta per quella sciacquetta. Papà sarà contento di sapere che sei più simile a lui di quanto tutti pensassimo.-
 Law spalancò gli occhi incredulo.
 -Lo hai tanto denigrato ma alla fine basta che un bel fondoschiena di sculetti davanti e perdi la ragione!-
 -E’ mia amica!-
 -Non è un mio problema. Si tratta di affari e i bastoni tra le ruote non mi sono mai piaciuti.-
 Law buttò un occhio al fratello Jordan. Di solito lui lo aveva sempre supportato in situazioni del genere ma era troppo ubriaco per seguire il discorso. Era intento ad osservare il liquido roteare all’interno del suo bicchiere con aria assorta.
 -Rhonda, forse ti sfugge il punto- continuò lui conciso. –Gli affari non sono tutto, la vendetta non è tutto. Lo Slammer è il sogno di Myri e né io né tantomeno Olivia Ward ce ne staremo a guardare mentre tu metti su una battaglia priva di senso. Rileva un altro locale, la città è piena di zeppa di posti migliori dello Slammer.-
 -Già, ma io voglio quello!-
 -Con te non si può ragionare.-
 -Neanche con te, piccolo Law- ribatté lei piccata. –Da quanto conosci quella ragazza? Un paio di settimane? Forse di più? Ti ha manipolato e adesso ti costringe a metterti contro la tua famiglia.-
 -Non è colpa di Myri. Mi sono allontanato da voi anni fa ed è stata la scelta migliore che io abbia mai preso. Guardati allo specchio e chiediti perché io sia scappato via.-
 -Sei solo un ragazzino.-
 -E tu uno squalo senz’anima!-
 Niente. Le loro discussioni negli ultimi anni terminavano sempre in quel modo, tra insulti e parole perfide che rinfacciavano il loro odio reciproco. La sorella che aveva conosciuto da bambino era ormai scomparsa, Law dovette ammetterlo con una fitta dolorosa al petto.
 -Myri si è impegnata al massimo per rilevare lo Slammer, ci sta mettendo tutta se stessa. Abbi un minimo di rispetto per il lavoro altrui, Rhonda. Abbi un po’ di giudizio.-
 -Come te lo devo dire? Di quella troietta non me ne importa nulla!-
 -Chiamala ancora una volta così, Rhonda, e giuro che non mi rivedrai mai più!-
 Rhonda stava per rispondere quando un paio di colpetti di tosse attirarono l’attenzione dei due litiganti.
 -Vuoi dire qualcosa, Jordan?- chiese la donna scettica.
 Jordan si alzò in piedi barcollando. Proprio come Law, anche il fratello aveva preso i tratti del volto dalla madre, al contrario di Rhonda che era la fotocopia del padre. Era alto, con i capelli e gli occhi delle stesso colore di quelli di Law. Il viso era più asciutto e squadrato rispetto al fratello e gli anni dedicati all’alcol gli avevano gonfiato leggermente la pancia. Anche il principio di stempiatura era ormai piuttosto evidente.
 -Scommettiamo!-
 Rhonda alzò gli occhi al cielo.
 -L’ippodromo è chiuso, Jordan! Possibile che pensi solo a quelli stupidi cavalli!-
 -Non hai capito- continuò lui mandando giù il drink tutto d’un fiato. –Scommettiamo sulla troietta.-
 -Come scusa?- chiese Law sconcertato. –Almeno tu, Jordan, chiamala con il suo nome!-
 -Andiamo, ragazzi! I Butler sono famosi per la passione del gioco d’azzardo. Il nonno ha creato il nostro impero con una catena di casinò, ce l’abbiamo nel sangue. Stare qui a discutere non vi porterà a nulla. Dato che la troiet… Myri… si è tanto impegnata, lasciamo che sia lei stessa a stabilire la sua sorte.-
 -Sei più ubriaco di quanto pensassi- Rhonda scosse la testa esasperata.
 -Ascoltatemi, è geniale!- Jordan sorrise compiaciuto. –Che evento ci sarà in hotel sabato?-
 Rhonda strabuzzò gli occhi.
 -No, Jordan. Non toccare la sfilata di Salvo Lombardo!-
 -E’ perfetto!-
 Law continuava a non capire dove volesse arrivare il fratello. Lo guardava confuso e lui si limitava a sorridere.
 -Quella gente ha classe, gusto e soprattutto beve cocktail complessi e raffinati. Lascia che Myri si occupi del bar per l’evento. Se supererà la prova le lascerai lo Slanker…-
 -Slammer…-
 -Vabbe’ quello che è. In caso contrario, la ragazza dovrà cederti la sua quota senza protestare.-
 Rhonda aggrottò la fronte pensierosa. Conosceva bene quegli eventi. Gli invitati avrebbero avuto voglia di bere e divertirsi prima, durante e dopo la sfilata. Myriam Jackson sarebbe stata sommersa da richieste assurde, da cocktail europei che neanche aveva mai sentito nominare, da gente che le avrebbe gettato il bicchiere in faccia se non si fosse ritenuta soddisfatta.
 Avrebbe vinto facilmente. Lo Slammer era a portata di mano.
 -Okay!- quella parola uscì dalla bocca di Law. I fratelli lo guardarono sorpresi.
 -Non sai nemmeno se la sciacquetta accetterà- Rhonda scoppiò a ridere. –Non dovresti consultarti con lei prima?-
 -Non ne ho bisogno- concluse Law con sicurezza. –Se questo è l’unico modo per avere lo Slammer… Myri non avrà problemi a portare a termine la serata.-
 -Bene, allora. Voglio essere clemente. Le concedo un massimo di tre drink- continuò Rhonda soddisfatta. –Se torneranno indietro più di tre drink avrà perso la scommessa e quella vecchia incartapecorita di Olivia Ward dovrà cedermi tutte le quote dello Slammer.-
 Porse la mano al fratello.
 Law fissò quelle dita sottili e affusolate, improvvisamente gli parvero troppo simili a lame taglienti.
 Un patto col diavolo gli avrebbe creato meno dubbi, eppure sapeva di dover avere fiducia in Myri. Rhonda era avida, e quasi malvagia, il destino non le avrebbe permesso di vincere. Inoltre, Myri aveva una settimana per prepararsi, lui e Felix l’avrebbero aiutata. Law non era un esperto nella preparazione dei cocktail ma aveva vissuto nel mondo del Butler Grand Hotel per tutta la vita. Conosceva quegli eventi, sapeva come Myri avrebbe dovuto porsi con gli invitati e conosceva a memoria i nomi di tutti i drink preferiti da quella gente.
 Al resto dell’addestramento ci avrebbe pensato Felix.
 Non vi erano altre soluzioni, non esisteva altro modo per costringere Rhonda a mollare la presa sullo Slammer.
 Strinse la mano della sorella.
 -Piccolo Law, sai che potresti pentirti di questa scelta, vero? Quando Myriam perderà ti odierà a tal punto da mandarti via a calci nel…-
 -Non lo farà, lei non è te- concluse Law con astio.
 La sorella gli lasciò la mano e lo guardò per qualche istante.
 -Lo ripeto, sei più simile a papà di quanto credi.-
 Law sorrise divertito.
 -Non m’importa quello che pensi tu. Conosco molto più Myri di quanto sappia della persona che ho davanti adesso. La sorella che ho avuto accanto per anni ormai è morta, ed è solo colpa tua.-
 I due si fissarono negli occhi per diversi istanti. Occhi così diversi eppure che in passato erano stati talmente simili da eguagliarsi.
 -Tra un paio di giorni ti farò avere l’accordo scritto dall’avvocato.-
 -Vuoi addirittura scomodare un avvocato?-
 -Le promesse dei Butler sono sempre state opinabili, preferisco mettere tutto per iscritto. Ciò che voglio deve diventare mio e non voglio che tu e lo zio Phil vi inventiate qualche acrobazia per non darmi ciò che mi spetta.-
 -Sei sicura di vincere.-
 -Quella ragazzina è inesperta, l’ho fatta seguire in questi mesi, non ha possibilità di uscire viva da una serata di quel tipo.-
 -Dato che sei così sicura, fai inserire una clausola nel contratto. Myri potrà venire almeno una volta al bar dell’hotel per esercitarsi.-
 Law doveva ottenere almeno quel piccolo vantaggio. Per Myri sarebbe stato un incubo muoversi dieto un bancone che neanche conosceva. Doveva studiarlo prima dell’evento.
 -Nessun problema. Non vedo come questo possa cambiare la situazione.-
 -Visto, miei cari?- esclamò Jordan posando le braccia intorno alle spalle dei fratelli. –I Butler riescono a risolvere tutto con le scommesse, l’ho sempre detto io.-
 -Sì, grazie Jordan- mormorò Law liberandosi dalla presa.
 L’unica cosa a cui riusciva a pensare era tornare da Myri. Probabilmente all’inizio avrebbe voluto ucciderlo ma poi avrebbe capito. Sì, avrebbe compreso che quello che era l’unico modo per spuntarla con Rhonda. Law aveva fiducia nelle capacità di Myri, lui era certo che lei avrebbe vinto.
 -Ci vediamo sabato- concluse voltando le spalle a coloro che un tempo erano stati la sua famiglia.
 -Conterò i secondi- ribatté Rhonda divertita.
 Law si chiuse la porta alle spalle e sentì che i due tornavano a discutere della scampata figuraccia di Jordan con il curatore.
 Abbassò le palpebre e prese un respiro profondo.
 Myri.
 Voleva tornare da lei. Voleva abbracciarla e confortarla. Voleva farle forza e infonderle tutto il coraggio di cui aveva bisogno.
 Lei avrebbe vinto.
 Lui avrebbe aiutato la sua amica.
 Nonostante il cuore lo portasse ad amarla, lo Slammer era più importante. Niente più pensieri romantici su di lei, doveva solo aiutarla e restarle accanto sino a quando lei avrebbe avuto necessità.
 L’amicizia era questo.
 O, forse… anche l’amore era questo.
 
  
 || L'Autrice ||

Questa volta non vi ho fatto aspettare troppo per un nuovo capitolo. ahahahah Mi scuso se avete trovato degli errori, l'ho scritto tutto in un paio d'ore e l'ho riletto una sola volta, qualcosa di sicuro mi è sfuggito.
 
Anticipazioni: ci sarà un dialogo molto interessante tra nonna Olivia e Myri, in più Law le dovrà dire della scommessa. Staremo a vedere come reagirà. Non escludo che tra i due potrebbe accadere qualcosa nel prossimo capitolo, o al massimo in quello successivo. 

Bene, spero che questo capitolo vi abbia soddisfatto e cercherò di tornare al più presto con il prossimo ;)

Un abbraccio

Francesca V. Capone  
   
 
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