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Autore: CapitanCivettictis    08/10/2017    1 recensioni
Stanco di aspettare per la prossima stagione? Stanco di vedere troppo poco romance tra Ladybug e Chat Noire?
Questa fic fa al caso tuo! Preparati alla versione più romantica del tuo cartone preferito!
(E goditi la carenza di scene riciclate sulle trasformazioni)
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1

 

-Lucky charm!

Ladybug creò una saponetta.

-Beh, almeno puoi...- era già partita all’attacco prima che potessi dire qualsiasi cosa. Non era importante. Aveva già messo la saponetta in bocca ad Acquatica -Chat Noir!- mi chiamò. Corsi intorno ad Acquatica che girò su se stessa sempre più rapida creando un vortice nel suo corpo fatto interamente d’acqua. La saponetta girava vorticosamente creando piccole bolle di schiuma che venivano a galla sulla superficie di Acquatica. Dopo neanche un minuto si era trasformata in un ammasso informe di schiuma.

Ladybug sorridendo trionfante si avvicinò a dove doveva trovarsi la faccia di Acquatica e soffiò. Gli occhialini che portava sulla testa caddero a terra e Ladybug li calpestò con un piede rompendo le lenti.

L’akuma volò fuori, e a quel punto sapevo che il mio compito era finito, non mi rimaneva altro che guardare.

Era il mio momento preferito: la grazia dei suoi movimenti, l’euforia della vittoria, era bellissima.

Mi girava un po’ la testa, di sicuro perché avevo corso in cerchio intorno ad Acquatica, ma mentre Ladybug si avvicinava a me non potevo fare a meno di domandarmi se fosse realmente quello il motivo.

-Bien joué!-

Ci guardammo negli occhi per un breve istante, prima che Ladybug distogliesse lo sguardo per soccorrere la giovane nuotatrice.

La polizia si stava già avvicinando, e Ladybug stava per trasformarsi.

-Te ne occupi tu?

-Certo My Lady- dissi, e Ladybug fuggì.

Raccontai in fretta alla polizia cos’era successo, ma non vedevo l’ora di andare a farmi una doccia.

La parte più noiosa spettava sempre a me, Ladybug usava sempre i suoi poteri, ma il mio non era necessario come il suo, quindi quando potevo dovevo occuparmi della parte burocratica.

Una noia da morire.

La stampa era la parte peggiore, ma anche la più divertente in fondo.

-Sì Acquatica non aveva scampo, quando siamo insieme io e Ladybug siamo imbattibili-

I giornali adoravano questo tipo di commenti.

Fuggire dalla calca tuttavia era difficile, il flash delle macchine fotografiche era particolarmente fastidioso per i miei occhi quando ero Chat Noir.

Quando riuscii a districarmi dalla folla fuggii.

Entrai dalla finestra in camera mia pregustando la doccia bollente che mi sarei fatto di lì a poco, ma il mio riflesso sul vetro attirò la mia attenzione.

Era facile scordarmi chi fossi quando ero Chat Noir, quando ero libero di andare dove volevo e fare quello che mi andava di fare. Era strano vedere l’eroe che appariva nei giornali stare in piedi in camera mia, era buffo. Ma c’era una cosa di me che rimaneva sempre invariata: quando sorridevo, non importava chi fossi, la forma della mia bocca ricordava quella di mia madre.

Mi separai da Plagg e sorrisi allo specchio. Era rassicurante avere quel sottile collegamento tra le mie due personalità: non importava quanta pressione Adrian sentiva sulle spalle, Chat Noir avrebbe sempre fatto parte di lui.

Plagg blaterava proteste perché era affamato, gli lanciai la scatola di camembert che tenevo nel piccolo frigo vicino alla scrivania e fui subito investito dall’odore pungente del formaggio.

Mi tappai il naso e mi rifugiai in bagno. Doveva esserci una soluzione migliore per sfamare Plagg, magari Brie, Raclette, qualsiasi cosa che puzzasse di meno.

Aprii l’acqua calda, il vapore cominciò a riempire la stanza e ad appannare i vetri, e mentre ero avvolto dal profumo del bagnoschiuma pensavo al breve momento dopo ogni battaglia in cui io e Ladybug ci guardiamo negli occhi.

Gli occhi di un profondo colore azzurro di Ladybug erano così familiari, come se la conoscessi da quando sono nato.

Richiamai alla memoria tutti quei momenti dopo le nostre battaglie, e nel frattempo costruivo come in un collage il momento perfetto che non era mai successo.

Quando, in una nuvola di vapore, uscii dal bagno, trovai Plagg con la pancia gonfia sul divano.

-Belli gli effetti speciali, risparmi anche sulla macchina del fumo!- disse.

-Hey Plagg, pensi che tutti gli Chat noir della storia abbiano la stessa anima?

-Non ci sono prove, ma di sicuro il potere della distruzione ti calza a pennello.

-Che intendi dire?- lo guardai storto, ma sapevo che non intendeva niente di malizioso.

-Dico solo che sembra che ti trovi a tuo agio, no?

Sorrisi, in effetti dal primo momento che Plagg mi aveva trasformato avevo sentito che ero nato per quel ruolo. Ma non era una risposta alla sua domanda.

-E le ladybug? Hanno tutte la stessa anima?

-Non lo so, ma perché me lo chiedi? Ricordi qualcosa di una vita passata?

-No, ma quando guardo Ladybug…

Plagg sorrise malizioso -I prescelti che hanno il potere della creazione e quello della distruzione hanno sempre avuto molta affinità tra loro, questo te lo posso dire. Tu e Ladybug siete lo yin e lo Yang, la luce e il buio, e come sai gli opposti si attraggono.

Mi sentii il volto arrossire leggermente, quel pensiero mi riempiva di un calore dolce. Ma contemporaneamente non potevo far altro che soffrire per la lontananza che mi divideva da Ladybug: tra noi c’era un muro spesso quanto una maschera.

-Ed è mai successo che una Ladybug e un Chat Noir si innamorassero?- al solo pensiero non riuscivo a trattenere un sorriso.

Plagg invece si rabbuiò.

-Quasi sempre-disse.

Sentii il sorriso morirmi sulle labbra, non avevo bisogno di chiedere altro.

Quasi sempre si innamorano, ma la storia non aveva mai un lieto fine. Lo sapevo già, non ero così stupido, ma quanto era bello avere la speranza. Magari avrebbe potuto stare insieme a Ladybug solo durante i brevi periodi in cui si trasformavano, ma era già abbastanza.

Mi vestii lentamente e con gesti meccanici, pensavo a quando sarei stato un gattaccio vecchio e malandato, a quando con una vecchia e ancora aggraziatissima Ladybug avremmo continuato a salvare il mondo.

Mi sentivo così rilassato ed ero invaso da una dolce malinconia.

Accesi lo stereo a volume basso e mi misi a studiare, con Plagg accanto che dormiva tra le mie penne.

  
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