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Autore: Miss_McCall    08/10/2017    1 recensioni
Dopo aver sconfitto Ultron, Occhio di falco era tornato dalla sua famiglia, Thor aveva lasciato la terra per tornare su suo pianeta d’origene, Hulk era sparito chissà dove e Peter Parker era tornato a casa da sua Zia Mei, seguito a ruota da Falcon e War Machine.
Il restante degli Avangers avevano deciso di trasferirsi in massa alla Stark Towers, sotto invito di Tony.
-Dai Steve, che ti costa accettare?– Chiese Scarlett di nuovo, affiancata da Visione.
-Capitano, concordo con la ragazza, quei pochi di noi che sono rimasti, dovrebbero restare uniti. –Diede manforte Visione, con quella sua voce bassa e rilassante.
-Dai Capitan Ghiacciolo, deciditi prima che decida di ibernarti di nuovo. – si inserì Tony, sghignazzando.
-Roger, può andare capitano, qui ce la caveremo e se succederà qualcosa, la avvertiremo. –Disse Fury, palesando la sua presenza e trasformando un semplice consiglio in un ordine, al quale un soldato diligente come Steve non poteva sottrarsi.
-Capo, sei in netta minoranza, smetti di comportarti da prima donna ed andiamo, ho delle cose da fare, io. –concluse Tony, facendo salire i suoi nuovi coinquilini nella sua auto.
-Steve, tu non vieni? –Chiese Scarlett, affacciandosi dal finestrino della porche.
(Stony)
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera!
Dopo molti mesi di latitanza sono tornata con un'altra storia....Anche se ho deciso di pubblicarla, resta sempre il regalo post esame della mia beta (Grazie tesoro com sempre).
Questa storia è nata grazie a quest'immagine che mi ha ispirata, spero vi piaccia.
Non mi dilungo oltre......
Se vi va commentate!
Baci 


Little Captain…






 
Dopo aver sconfitto Ultron, Occhio di falco era tornato dalla sua famiglia, Thor aveva lasciato la terra per tornare su suo pianeta d’origine, Hulk era sparito chissà dove e Peter Parker era tornato a casa da sua Zia Mei, seguito a ruota da Falcon e War Machine.
Il restante degli Avangers avevano deciso di trasferirsi in massa alla Stark Towers, sotto invito di Tony.
-Dai Steve, che ti costa accettare?– Chiese Scarlett di  nuovo, affiancata da Visione.
-Capitano, concordo con la ragazza, quei pochi di noi che sono rimasti, dovrebbero restare uniti. –Diede manforte Visione, con quella sua voce bassa e rilassante.
-Dai Capitan Ghiacciolo, deciditi prima che decida di ibernarti di nuovo. – si inserì Tony, sghignazzando.
-Roger, può andare capitano, qui ce la caveremo e se succederà qualcosa, la avvertiremo. –Disse Fury, palesando la sua presenza e trasformando un semplice consiglio in un ordine, al quale un soldato diligente come Steve non poteva sottrarsi.
-Capo, sei in netta minoranza, smetti di comportarti da prima donna ed andiamo, ho delle cose da fare, io. –concluse Tony, facendo salire i suoi nuovi coinquilini nella sua auto.
-Steve, tu non vieni? –Chiese Scarlett, affacciandosi dal finestrino della porche.
 
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“Kabooom!!”
 
Il boato di un esplosione riecheggiò in tutto l’attico della Stark Towers.
-Jarvis cos’è stato? –Chiese Scarlett, uscendo trafelata dalla sua camera da letto.
-Signorina, secondo i miei calcoli, l’esplosione proveniva dal laboratorio del Signor Stark. –rispose l’intelligenza artificiale.
-Forse dovremmo andare a vedere cosa è successo. –intervenne Visione seguito da Scarlett, mentre si recavano nel laboratorio pochi piani più giù.
 
 
Il laboratorio era invaso da una nube di fumo denso, che impediva la visuale.
 
-Tony !!!! –urlò Scarlett, raggiungendo l’uomo riverso a terra privo di sensi
-Che…Che cosa è successo? –chiese Tony con la voce impastata, riprendendosi lentamente.
-Questo dovresti dircelo tu, Tony- lo rimproverò la ragazza - che stavate combinando tu e Steve? –aggiunse, notando l’effettiva mancanza del Capitano.
-Ste… STEVE!!!! –urlò Stark, alzandosi di scatto –Non l’ho ucciso vero?- chiese nervosamente più a se stesso che agli altri due, guardandosi freneticamente attorno.
-Ragazzi, credo di averlo trovato. –intervenne Visione, spostando un tavolo di lavoro.
Tony e Scarlett si avvicinarono lentamente, il primo titubante, mentre la seconda più per curiosità.
Quello che videro, fece rimanere senza parola entrambi.
 
Avevano trovato Steve.
 
-Oddio ho trasformato Capitan Ghiacciolo in un pupazzo in scala 1:100000 –urlò Tony, schiaffandosi una mano in fronte
-Oddio è nudo!!-rincarò la ragazza, chiudendo gli occhi.
Tony e Visione erano basiti, mentre fissavano il piccolo Captain America ancora privo di sensi.
 –Che aspettate, mettetegli qualcosa addosso e risvegliatelo, io vado ad avvisare gli altri. –disse Scarlett, correndo al piano superiore senza posare gli occhi sul minuscolo corpicino, che giaceva su di un lato del tavolo da lavoro.
-Io credo che raggiungerò Wanda di sopra. –disse Vision, prendendo Steve e posandolo tra le grandi mani di Tony, che continuava a fissarlo sconvolto ed a corto di idee.
 
-Questa volta mi ammazza sul serio. –sussurrò alla fine lo scienziato, imboccando l’ascensore che conduceva direttamente in camera sua.
 
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-Steve! Ehi stai bene? –chiese Tony, posando la miniatura del capitano al centro del suo letto, facendo attenzione a non sballottarlo troppo.
-Che… Che cosa è successo? –chiese il capitano con una vocina, che a detta di Stark assomigliava molto a quei folletti, che la piccola figlia di Clint vedeva: “Memole”.
-Cap ascoltami, non farti venire una crisi di panico, ti prometto che sistemerò tutto. –disse velocemente Tony, cercando di sondare il terreno.
-Tony cosa stai…oddio Stark che mi hai fatto?- urlò alla fine Steve, capendo a cosa si riferisse l’uomo -  Sembro una bambola di pezza! – aggiunse, notando effettivamente le sue misure ridotte.
-Cap calmati, risolverò tutto, devo solo capire cosa è successo. –rispose Tony, tentando di giustificarsi senza successo.
 – Ed io cosa dovrei fare nel frattempo? –chiese minaccioso Steve, sollevandosi in piedi incurante della sua nudità, ma non sortendo alcun effetto.
-Per ora dobbiamo trovarti qualcosa da mettere addosso, Scarlett ha chiamato gli altri, così mentre io risolvo questo problema tu…- tentò di spiegare Stark, ma venne zittito dalla nuova vocina del capitano.
 -Io cosa Tony? Mi metto a fare la bella statuina? – intervenne stizzito, battendo i piedini sul materasso morbido, che non sobbalzò di un millimetro.
-No testone, insieme agli altri vi preparerete per la prossima missione. – intervenne Stark con un sorrisino daputo.
-Signore, gli Avangers sono arrivati tutti e Scarlett ha portato qualcosa da mettere per il capitano. –li interruppe Jarvis, palesando l’imminente arrivo della ragazza.
-Tony, Clint ha trovato questi tra i vestiti delle bambole di sua figlia. –disse la ragazza, mettendo una pila di vestitini colorati sul piumone, facendo attenzione a non posare lo sguardo sul compagno di squadra in miniatura..
-Oddio, ma cosa avete fatto?- sbraitò al limite della pazienza Steve, portandosi le manine tra i corti capelli biondi.
 –Avete svaligiato un negozio di bambole? –chiese sarcastico Stark mentre osservava quella varietà di indumenti colorati –Cap dai scegli qualcosa che ti piace e indossalo. – continuò poi rivolto al capitano in miniatura, che si stava avvicinando per controllare cosa potesse indossare.
-Capitano perché non provi questo?- gli propose Wanda, frugando con un dito tra i piccoli vestitini, fino a trovare quello che cercava - È uguale alla tua solita uniforme, però è in miniatura. – spiegò, tendendo la mano dove al centro faceva mostra un piccolo completo di Captain America.
-Grazie Scar –disse Stive, abbozzando un sorriso stanco.
–Oddio, scusatemi, ma è così coccoloso, mi dispiace capitano, io torno di là. –disse la ragazza arrossendo, mentre Steve le lanciava uno sguardo arrabbiato.
 
Tony dopo quel piccolo siparietto, quando Scarlett ebbe abbandonato la stanza, si piegò in due iniziando a ridere a discapito di Steve.
-Tony, si può sapere che caspita ridi?- lo bacchettò Steve - vieni qui e aiutami, questo coso si abbottona di dietro e io non ci arrivo. –disse stizzito, mentre Tony ancora preso dalle risate gli chiudeva lo stappo dell’uniforme.
-Scusa Capitano, ma sei troppo buffo conciato in quel modo, Scar ha ragione, sembri davvero coccoloso. –disse tra le risate lo scienziato.
-Tony, mettimi giù, se no appena ritorno alle mie dimensioni normali, ti smonto Iron Man col cacciavite. –imprecò Stive, sbracciandosi a vuoto dato che Tony lo aveva afferrato per il retro del vestito e lo teneva alzato a mezz’aria.
La situazione lo divertiva non poco, ma sapeva di stare esagerando.
Steve non sapeva se si sentiva più imbarazzato o inviperito, ma dalla sua posizione riusciva a scorgere gli occhi del moro in tutte le sue sfaccettature.
Quegli occhi penetranti, a tratti gentili.
Dopo un altro po’ di tempo smise di agitarsi, mentre Tony allentava la presa per  posarlo sul palmo aperto della sua mano.
-Mi dispiace Cap, ti farò tornare normale. –disse serio il moro, perdendo la sua solita spavalderia –E’ colpa mia, dovevo controllare meglio gli algoritmi e limitare i danni, non avrei mai voluto farti questo. –sussurrò mogio, mentre si sedeva sul letto, posando di nuovo il capitano sul materasso al suo fianco.
Entrambi passarono i restanti 10 minuti in silenzio, senza pensare a nulla in particolare, condividendo semplicemente lo stesso spazio.
Steve rimuginava sulla sua situazione e sul perché era sceso a controllare Tony nel laboratorio, mentre quest’ultimo pensava a qualcosa per far si che Steve tornasse alla sua forma originaria.
Oddio, la versione in miniatura del suo Capitan Ghiacciolo era davvero coccolosa, ma lui si era innamorato del vero Captain America, il ragazzo grande e grosso sempre pronto a difendere gli altri.
“Senza trasgredire alle regole”, gli ricordò una vocina maliziosa nella sua mente.
 
-Tony, scusami se ho perso la ragione prima dandoti addosso, ma questa situazione mi sta destabilizzando, io mi fido di te, sul serio, e so che troverai una soluzione. –disse il capitano, arrampicandosi sulla gamba dell’altro.
-Steve, quando tutto questo sarà finito, vorrei parlarti di una cosa seria. –disse Tony perso tra i suoi pensieri, non prestando attenzione all’altro che era riuscito a raggiungere la sua coscia ed a sollevarsi in piedi per poter essere un po’ più alto.
-Ok, uomo di latta, ora andiamo di là, prima iniziamo questo teatrino prima finiamo. –Disse Steve battendogli un pugno minuscolo sul petto ora enorme.
Poteva già immaginare l’infermo, che lo stava aspettando in cucina, con tutti i loro amici che non vedevano l’ora di sommergerlo.
 
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-Allora è vero!- esordì Natasha non appena li vide – Oddio, Cap, come sei carino… -urlò, alzandosi dal divano ed avvicinandosi pericolosamente a Tony, che aveva sul palmo della mano uno Steve in miniatura.
-Nath, ti prego, non ti ci mettere pure tu. –disse esasperato Steve, venendo bellamente ignorato.
-Dai Tony, dallo a me, sembra un pupazzetto da portachiavi. –disse giocosa la vedova nera, prendendo tra le mani  il povero Steve.
Mentre veniva portato verso gli altri dalla donna, Steve lanciò uno sguardo disperato in direzione di Tony, che in risposta alzò le spalle e sorrise malizioso.
-Ragazzi, non rovinatemi il Capitan pupazzetto, mentre sono in laboratorio. –si raccomandò Tony con sguardo divertito.
-Stark, dove pensi di andare lasciandomi qui! Non puoi farlo bastardo!! –urlò Steve da sopra al tavolo rotondo, dove era stato posato da Natasha, battendo un piedino sul pianale duro e facendosi quasi male per la forza del colpo.
-Aspetta Stark, vengo con te –si inserì Bruce, seguendolo nel laboratorio.
Steve venne sollevato e posato sul tavolino da caffè al centro del salotto, dove tutto attorno stavano seduti il resto del gruppo.
-Allora Steve, come si ci sente ad essere alto poco più di 10 centimetri? –Chiese Thor, mal nascondendo il suo divertimento nel vedere il loro capitano in quelle condizioni.
-Thor, lascialo stare, se no gli saltano le cuciture… -disse Clint senza nascondere il suo divertimento.
Steve roteo gli occhietti in segno di stizza, per la pessima battuta.
Passarono così un paio d’ore, tra scherzi e risate a discapito del povero Capitano.
 
Steve giurò a sé stesso che quella sera stessa gliel’avrebbe fatta pagare a Stark.
 
-Ma voi lo sapete che mia figlia, quando le ho chiesto di darmi dei vestiti delle bambole, mi ha chiesto per chi erano e oltre a quello di Captain America, c’erano anche alcuni vestiti col pizzo. –disse Clint tra le risate, contagiando anche Thor.
Mentre gli avengers si sbellicavano dalle risate a discapito del Capitano, nessuno si accorse che dalla sua cuccia, Buck, il rottweiler di Tony, stava puntando a Steve.
-Ragazzi lasciatelo in pace, poverin…STEVE!!!! –urlò Natasha, vedendo arrivare il Rottweiler correndo,  che senza pensarci due volte, afferrò il povero Steve per la collottola e scappò  fuori dal salotto.
-Buck! Smettila, mettilo giù, non è un giocattolo –provò ad urlare la donna, tentando di riprendersi il Capitano, mentre Clint e Thor si sbellicavano dalle risate.
 
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-Ehi Tony, come pensi se la stia cavando Steve, non mi sembrava molto entusiasta della sua situazione. –Disse Bruce, mentre completava l’ennesima equazione.
-Non saprei Bruce, ora controlliamo… Jarvis, passami le immagini della telecamera del salotto, sullo schermo. –ordinò Stark, mentre veniva affiancato da Bruce.
-Buck, posa subito Steve, non è un giocattolo. –la voce di Natasha riecheggiò in tutto il laboratorio.
-Merda, mi ero dimenticato di Buck… -sbottò Tony ad alta voce.
-Che aspetti?- ansimò allarmato Bruce – va’ ad aiutarlo, finisco io qui, tanto manca poco e l’antidoto è pronto. –lo spronò, fissando sconvolto lo schermo con il filmato.
Tony non se lo fece ripetere due volte, come un pazzo lasciò il laboratorio dirigendosi in salotto.
 
-Che sta succedendo qui, cos’è tutto questo baccano? –urlò lo scienziato, palesando la sua presenza.
-Tony quel tuo sacco di pulci ha preso in ostaggio Capitan pupazzo e non vuole lasciarlo andare. –spiegò Clint tra una risata e un'altra, non facendo niente per rimediare a quella situazione surreale.
-Tony, blocca questo coso, se no giuro che t’ammazzo nel sonno. –urlò Steve, che veniva sballottato a destra e a manca, con una voce stridula tanto era furioso.
-Tony, ti prego, ferma tu quel cane, o gli sparo. –urlò la Romanoff, impugnando la pistola per sottolineare la veridicità delle sue minacce.
-Buck, ora basta…Dai bello porta il giochino a papà  –Disse calmo Stark, accovacciandosi e tendendo la mano affinché il cane vi depositasse il suo bottino.
Buck, come se niente fosse, trotterellò verso il suo padrone fiero di se stesso, lasciando cadere Steve in mano all’uomo.
-Bravo cucciolone ora torna a cuccia. –disse Stark, accarezzando il cane prima che si dirigesse nella cuccia.
-A saperlo ti chiamavamo prima, uomo di latta. –disse Thor con il suo solito sorriso ragiante, mentre tornava serio.
-E’ addestrato a fare solo quello che io o Happy gli diciamo. –rispose fiero Tony, prima di posare lo sguardo su Cap ,che era rannicchiato contro il palmo della sua mano, sporco di bava e con il vestito umido.
-Beh amico, noi torniamo alla base, Scarlett e Visione già si sono avviati. – lo informò Clint, mentre seguito da Thor, Natasha e Bruce, che era appena salito dal laboratorio, si avviavano verso l’uscita.
Quando la porta scattò, Tony capì che era rimasto solo.
 
-Steve, ehi stai bene? – chiese Tony, notando l’immobilità del compagno di squadra.
-D…Devo levarmi questa schifezza di dosso!- sussurrò Steve, senza muoversi di un millimetro.
 –Ok ora ti porto in bagno –disse sbrigativo l’uomo, dirigendosi in camera e chiudendovisi dentro
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Steve era poggiato sul marmo del lavandino, rimuginando sul quelle poche ora appena trascorse, mentre Tony riempiva la vasca di abbondante acqua calda e sapone.
-Dai Cap vieni, è l’ora del bagnetto. –disse scherzoso l’uomo, privando dei vestiti Steve e buttandolo successivamente nella vasca.
-Coof! Coof! Stark, ma sei scemo, così affogo. –urlò il capitano, mentre tentava di rimanere a galla, sommerso però dalla schiuma.
-Oddio, Cap, scusa me ne ero dimenticato. –disse l’interpellato, prendendo Steve dalla vasca e posandolo sul bordo.
-Ora sto morendo di freddo Stark. –rispose balbettando Steve con le labbra viola.
 –Effettivamente… -disse pensieroso Tony, mentre si levava in fretta i vestiti.
-Tony, che pensi di fare? – disse rosso in viso Steve, non perdendosi nemmeno un attimo di quello spogliarello gratuito.
-Che domande Cap? Mi faccio il bagno con te, così non affoghi e non muori di freddo. –rispose Tony entrando nella vasca, piegando le ginocchia a pelo dell’acqua, in modo da permettere al Capitano di lavarsi senza affogare.
Steve, anche se un po’ riluttante, si accomodò sul ginocchio dell’uomo, cercando di muoversi il meno possibile.
L’acqua era calda al punto giusto, se non fosse stato per quella strana situazione, Steve si sarebbe lasciato andare rilassandosi, ma lo stare così vicino all’altro oltre che imbarazzarlo lo faceva eccitare.
Si era immaginato molte volte Tony nella doccia, mentre si insaponava il corpo o quando si rilassava, ma una cosa era immaginarlo ed un’altra vedere la realtà.
Tony al contrario di Steve, che anche se piccolo, si stava facendo mille problemi, prese una spugna piena di sapone ed iniaiò a lavarsi il corpo.
Quel tepore e l’aroma di vaniglia, che gli solleticava il naso, lo fece rilassare a tal punto da non accorgersi dell’inquietudine del Capitano.
-Capitano, a che stai pensando? –chiese Tony, aprendo gli occhi e notando l’altro taciturno.
Il piccoletto, preso da uno spavento, scivolò lungo la coscia dell’uomo, finendo sul fondo della vasca e precisamente in mezzo alle gambe di Tony.
-Coof Coof! – scosso dai conati di vomito procuratogli dall’acqua ingerita, Steve per non affogare, non si era accorto di essere ancorato con entrambe le mani su una parte specifica del corpo di Tony.
-Cap, ma che ti è preso? Vieni che ti aiut… -disse Tony, bloccando le parole, quando sentì il capitano appoggiarsi con entrambe le mani al proprio pene.
-Sta zitto Stark, non ho bisogno del tuo aiuto. –urlò Steve, mentre tentava di salire sul suo appiglio, non notando che ad ogni suo movimento andava a stuzzicare il cazzo dell’altro, che stata via via inturgidendosi.
Tony mise tutta la sua buona volontà nel evitare di ansimare, quando per l’ennesimo tentativo di Steve, la pressione del corpicino del capitano faceva abbassare ritmicamente le pelle tesa attorno alla punta, come un lavoro di mani ben fatto.
Senza contare che i piedi si davano la spinta, stando poggiati sui testicoli e rendevano ancora più perfetta la stimolazione.
Tony era duro, le continue stimolazioni involontarie avevano reso quella parte del suo corpo sensibile ad ogni minimo movimento.
-Steve, ti prego basta, fatti aiutare. –disse tra gli ansimi l’uomo, trattenendo l’ennesimo gemito.
-Ecco ho fatto! –esultò Cap, sedendosi inconsciamente sulla punta congestionata dell’erezione dell’altro, completando l’opera.
Quello fu il colmo, Tony si lasciò sfuggire un gemito, spostando in malo modo il capitano e venendo nella vasca.
-Tony, ma che diam… oddio scusa… -sbottò Steve, bloccandosi di colpo e notando solo in quel momento cosa fosse successo.
-Tranquillo Steve, ma se ci sarà una prossima volta, fatti aiutare. –disse ansimante Tony, sentendo la stanchezza post- orgasmo assalirlo  –Peccato che sia successo così, è stato l’orgasmo migliore della mia vita, ma avrei preferito che a portarmi al culmine, fosse stato la tua forma originale. –sussurrò con gli occhi ancora chiusi, sentendo le forze tornare lentamente.
-Se fossi stato della giusta altezza, probabilmente avrei fatto di meglio, Stark, e ti garantisco che rialzarti da quella vasca ti sarebbe stato impossibile. –rispose Steve, seduto sul bordo vasca, osservando ancora il piacere dell’uomo a pelo d’acqua.
-E’ una minaccia, Capitan Ghiacciolo? No, perché queste minacce mi piacciono. –disse Tony, che intanto si era sciacquato e stava uscendo dalla vasca, prendendo il piccolo capitano e posandolo sul ripiano del lavandino.
-Questo sta a te interpretarlo, Stark, può essere sia una minaccia che una promessa. –disse serio Steve, mentre si rivestiva.
 -Quando questa storia sarà finita Capitano, io e te dovremmo parlare. –Disse serio lo scienziato, mentre prendeva per la collottola Steve, che si era rivestito con degli altri vestitini, posandoselo sulla spalla.
-Perché parlare, quando si posso fare i fatti? –disse Cap, mentre lasciava un bacino sulla guancia all’altro.
-Andiamo a dormire Capitano, l’acqua calda ti ha fatto male. –disse scherzoso Tony rosso in viso.
-Non sono mai stato meglio, Tony. –gli sussurrò all’orecchio il piccoletto, facendolo rabbrividire.
 
Se quel Capitano alto non più di 10 centimetri, gli faceva quell’effetto, cosa sarebbe successo quando Steve Rogers sarebbe tornato normale?
Con quei pensieri Tony cedette al sonno, non prima di elargire una carezza ai capelli del piccolo Cap, addormentato sul suo petto.
FINE
 
 
 

 
  
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