Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: vero511    08/10/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ZACK’S POV
“Quindi fammi capire, tua madre si era presentata da lui spaventata e agitata e lui le ha praticamente dato della pazza non curandosi minimamente delle sue parole?” Matt è allibito quanto lo ero io, o forse anche di più. In fondo, io conosco mio padre e shock iniziale a parte, il suo comportamento era sufficientemente prevedibile. “E adesso che si fa?” Sorseggio un bicchiere di whiskey, il mio amico inizialmente non approvava, ma gli ho spiegato che dopo il mio racconto ne avremmo avuto bisogno, e così è stato. “Ve lo dico io cosa si fa!” Jennifer sbuca dalla camera da letto e non la vedevo coì raggiante da molto, molto tempo. “Perdonami Zack, ma temo di aver origliato la vostra conversazione, ma giuro che l’ho fatto per una buona causa, anzi, per due: Ellie e Alex”. Ha un lieve velo di trucco che le ha ridonato colore al viso, indossa un abito semplice, ma piuttosto elegante e le sue inseparabili scarpe con il tacco; direi che, anche se nella sua sobrietà, si sta riprendendo. “Hai qualcosa in mente?” Matt la capisce meglio di chiunque altro e la invita ad avvicinarsi. “Dire che ho già progettato un piano, sarebbe decisamente affrettato e inesatto, ma ho un punto da cui partire”. “Ti ascoltiamo, ah e se tutto questo riuscirà a riportare da noi la Wilson e l’ometto, sarò più che disposto a perdonarti per aver origliato questa ed altre conversazioni” accenno al passato e la vedo diventare rossa come un peperone. So che da buona segretaria ha fatto anche il suo lavoro di pettegola in questi anni. “Dobbiamo parlare con Wood, lui potrebbe saperne di più. È  uscito dall’ospedale no?” “Da quanto ne so io sì, naturalmente è temporaneamente fuori servizio” spiega Matt. “Meglio! Magari così sarà maggiormente disposto a lasciar trapelare qualche informazione in più”. “Allora è deciso! Domani andremo a fargli una visita, trovare il suo indirizzo non sarà un problema”. Non voglio sapere in quale modo illegale Jen metterà le mani sulla residenza del Commissario, ho deciso che in tutto questo progetto non mi addentrerò nei dettagli.

Decidiamo di recarci tutti e tre a casa di Wood, abbiamo dibattuto a lungo sulla questione perché inizialmente non ci sembrava il caso di essere in troppi, considerando che sicuramente lo disturberemo in ogni caso; ma poi abbiamo deciso che essere insieme sarebbe stata la cosa migliore: abbiamo appurato che siamo un’ottima squadra e anche se ci manca un componente, senza ombra di dubbio lavoreremo meglio così.
Wood vive in una zona periferica della città, ma da quanto ne so,  molti poliziotti sono nella stessa condizione perché per il lavoro che compiono, è meglio che non diano troppo nell’occhio, soprattutto se hanno una famiglia.
Dalle scoperte di Jennifer, sappiamo che al momento il Commissario non si trova nella sua abitazione, ma in quella della madre, forse per stare più tranquillo e, da quanto dice la fonte della segretaria, per non dover dare conto ai giornalisti che, a seguito dell’incidente, lo hanno torturato con svariate domande.
“Allora è deciso. Non ci tratterremo per più di mezz’ora, altrimenti vi trascinerò fuori io a costo di dovervi tirare dai cappotti” Matt continua a darci tutte le precauzioni del caso, da buon uomo razionale qual è. Forse è semplicemente meno impulsivo di noi oppure, anche se è butto detto così, è il meno attaccato ad Ellie; non intendo di certo che non si stia impegnando, ma forse questo legame più leggero, gli permette di essere più lucido e va bene così. Un po' di razionalità in questo gruppo di sbandati non guasta.
“Hai altri insegnamenti da trasmetterci grande guru?” Jen unisce le mani in segno di preghiera e china la testa. Mi viene da ridere e la sostengo: “Andiamo Matty, sappiamo anche noi come ci si comporta” gli do una pacca sulla spalla. “Lo sapete solitamente, ma non adesso.” Il suo tono freddo e lapidario smorza ogni nostra risata e restiamo gelati sul posto a guardarlo, finché non ci dà le spalle e si dirige verso la porta, senza aggiungere nessun'altra parola. Io e la segretaria ci guardiamo negli occhi stupiti, come se non avessimo coscienza di ciò che è appena successo. “Vi muovete o no?” Il mio amico si volta verso di noi un secondo prima di bussare, così, con un’alzata di spalle, andiamo verso di lui.
 
“Buongiorno ragazzi, come posso aiutarvi?” Una bellissima donna dai capelli ramati e gli occhi azzurri apre l’uscio e ci accoglie calorosamente. “Salve, scusi il disturbo Signora, siamo qui perché stiamo cercando il Commissario Wood” Matt si auto elegge portavoce del gruppo. “Siete degli agenti?” Domanda titubante e il suo sguardo si incupisce. Sulla sua fronte compare una ruga che definisce meglio la sua mezza età. “No, abbiamo bisogno di fargli un paio di domande se è possibile, ma non vorremmo affaticarlo in nessun modo o darvi fastidio, possiamo ripassare un'altra volta se preferite.” La voce di Matt è dolce e accomodante. Al contrario dei nostri sguardi di fuoco, siamo qui per un motivo e non abbiamo intenzione di andarcene a mani vuote. Jen gli lascia una lieve gomitata nello stomaco. “Per me non c’è problema, però non sono io quella a cui è caduto addosso un edificio. Intanto accomodatevi, non restate qui fuori a prendere freddo” apre maggiormente la porta permettendoci di avanzare.
L’anticamera è sui toni del giallo e dell’arancione e conferisce all’abitazione un'aria accogliente. Non ci guardiamo troppo intorno per non sembrare dei curiosoni, perfino Jennifer stranamente non si mette a curiosare in giro, ma guardandola, ne capisco il motivo: è furiosa con Matt e il suo silenzio dura ben poco. “Ma che diavolo dici?” Gli dà persino una lieve spinta. “Non essere egoista Jennifer! Ellie e Alex stanno sicuramente bene, quest'uomo è quasi saltato in aria per la miseria!” Il mio amico non alza la voce, ma ancora una volta, il suo tono non ammette repliche.
I passi della donna ci distolgono dalla conversazione e Jennifer sibila un amaro: “io e te non abbiamo finito”.
 
“Ragazzi, Aloysius dice che se la sente di parlare con voi, venite pure”. Io e la segretaria ci osserviamo con aria trionfante.
Seguiamo la nostra guida fino al soggiorno, dove troviamo Wood seduto su una poltrona con la gamba ingessata allungata su un poggiapiedi. Indossa un maglione beige e un pantalone di flanella, gli occhiali posati sul naso e un giornale in grembo: più che un Commissario, al momento sembra un nonno burbero infastidito dalla presenza dei nipoti.
“Immaginavo foste voi, Isabel vi ha descritti e direi che Evans ha un aspetto piuttosto caratteristico” il suo tono è ironico e lancia un'occhiata alla donna alle nostre spalle che arrossisce vistosamente. “Loy smettila di fare l’idiota!” Il rimprovero che udiamo è del tutto inaspettato e quella che pensavo essere la compagna di Wood, si rivela molto più simile a lui di quanto non sembrasse in un primo momento. “Posso portarvi un tè?” Torna gentile e accomodante e dopo che Jen ha annuito e ringraziato, sparisce verso la cucina. “Stupida ragazzina” farfuglia il Commissario. Lo guardiamo confusi: “è mia sorella e resterà la stupida ragazzina che è sempre stata” alza gli occhi e sbuffa. “Sento ancora molto bene al contrario di te” l'urlo di Isabel giunge chiaro e acceso alle nostre orecchie e non possiamo trattenere un sorriso.
 
“Allora, sputate il rospo”. “Commissario, lei sa di Ellie e Alex, giusto?” Comincia Matt tastando il terreno. “Certo. Sono stato io a contattare la Protezione Testimoni. Avevo detto loro che se fosse successo qualcosa a me o ad uno di voi, sarebbe stato necessario il loro intervento. Scommetto che siete qui perché volete sapere dov'è, o forse c’ di più…mi sembrate avventati e impiccioni, ma non stupidi. Sicuramente sapete che chi entra fare parte di quel programma, non può essere trovato e voi non avete le carte in regola per avere informazioni.”
“Ha ragione. Infatti vorremmo parlare di altro con lei.” Questa volta sono io ad intervenire. “Mi avete incuriosito, vi ascolto.”
“Vorrei sapere se qualche anno fa, è venuta da lei mia madre esponendole una certa preoccupazione riguardante uno dei miei soci”. “Signor Evans, se sua madre si fosse recata da me accusando uno dei suoi soci, sicuramente avrei aperto un’indagine ed ora non mi ritroverei su questo divano incapace di muovermi”.
Accidenti, questo significa che non sa nulla. “Mi dispiace ragazzi, ma se era questo ciò di cui avevate bisogno, non saprei come aiutarvi”.
 
La visita dal Commissario è stata inutile e ora, in macchina con la pioggia che batte insistentemente sui finestrini, nessuno osa aprire bocca. “È stato un buco nell'acqua” sbuffa Jennifer. “Non sono d'accordo” afferma deciso Matt. “Ma che strano” borbotta la sua ragazza. “Spiegati meglio” lo incoraggio. “Beh, è vero che non abbiamo scoperto nulla di concreto, ma almeno così possiamo escludere certe ipotesi e possiamo togliere Wood dagli informatori. Ora non ci resta che pensare a chi altro chiedere”. Il suo tono è leggero e anziché innervosirmi, mi infonde una strana serenità; se al suo posto ci fosse stato qualcun altro, sono sicuro che avrei dato in escandescenze.
“Ma certo, allora dicci Smith, da chi altri potremmo andare? Ma fammi il favore! Sembra che non te ne importi nulla di Ellie e Alex.”
L'unica donna del gruppo incrocia le braccia al petto, furibonda. Matt inchioda e devo reggermi ai sedili davanti per non cadere come un sacco di patate. “Ma che diavolo fai?!” “Scendete.” “COSA?” Urliamo all'unisono. “Ho detto, scendete. Entrambi. Non voglio più avere a che fare con voi per il resto della giornata. Mi sono rotto.” “Ma Matt…” se inizialmente eravamo furibondi per il suo gesto, osservandolo ci siamo calmati entrambi. Non l'avevo mai visto così arrabbiato. 
“Niente ma! Fuori da questa macchina. Ora.”
 
Ci ha lasciati davvero sul ciglio della strada ed è sgommato via. Abbiamo chiamato un taxi e Jennifer è scoppiata a piangere appena si è seduta. “Gli-gli passerà, vero?” La verità è che lo spero, ma è la prima volta che ha una reazione simile e non so come si evolveranno gli eventi. Però in mancanza di Ellie, credo sia mio compito tranquillizzare la segretaria, così le rispondo cercando di essere il più convincente possibile: “ma certo! Sai com'è fatto, è una persona buona”. “O mio Dio, ma che diavolo gli ho detto! Come ho potuto! Mi sento un mostro”.
Non potevo lasciarla sola in quelle condizioni, così l'ho portata nel mio appartamento e abbiamo passato un'ora buona a cercare di rintracciare Matt, ma senza risultati.
“Vuoi restare? O preferisci che ti riaccompagni a casa?” Le propongo dopo la magra cena che abbiamo consumato. “Potremmo provare ad andare da lui!” Propone illuminandosi. “Jen, ascoltami” le poso le mani sulle spalle e mi rivolgo a lei come farei con una sorellina che si è appena sbucciata un ginocchio. “È meglio lasciargli i suoi spazi, fidati di me. Domattina passo a prenderti, andiamo a fare colazione e pensiamo al da farsi. Ma ora abbiamo bisogno di riposare, tutti e tre. La notte porta consiglio e del sano riposo ci farà bene e ci aiuterà a schiarirci le idee e a calmarci.” Annuisce e così si conclude questa giornata infernale.
 
DUE GIORNI DOPO
 
Ora sto seriamente iniziando a preoccuparmi. Matt è scomparso. Il suo appartamento è vuoto  e non ci sono segni del suo passaggio, al telefono non risponde e Jennifer sta dando di matto già da ieri. Le avevo detto che Matt è un uomo adulto e non deve tenere conto a noi di dove va, però non era mai successo che sparisse di punto in bianco senza lasciarmi neanche un messaggio.
Le peggiori ipotesi si affacciano nella mia testa e tra me e Jen non so chi sia più nel panico. “Dobbiamo andare alla polizia. Potrebbe essergli successo qualcosa, Ross è a piede libero”.
Se la nostra vita negli ultimi mesi fosse stata diversa, le avrei detto di aspettare ancora un po'. Ma visto l'andamento delle cose e soprattutto la sua ultima frase, mi ha convinto e ho già il telefono in mano. Sto per comporre il numero di emergenza, quando una chiamata in entrata interrompe ogni mia azione: Wood.
 
“Avete perso in pezzo per strada, ragazzi?” Ci domanda quando entriamo nel suo soggiorno in due. “Siamo piuttosto di fretta, cosa non poteva dirmi al telefono?” Domando sbrigativamente. “Ehi signorino, vedi di calmarti, sono fuori servizio e non ero tenuto a fare ciò che ho fatto.” “E cosa avrebbe fatto esattamente?” Si intromette Jennifer che stranamente appare più calma di me. “Ho parlato con alcuni colleghi che stanno abbastanza bene, non mi hanno saputo dire grandi cose, ma pare che un agente in pensione abbia parlato con Lilian qualche anno fa. Ha aperto un'indagine su Ross che però è stata archiviata nel giro di un paio di settimane”. “E ora dove si trova questo agente?” “Al cimitero.”
“C-Come ha detto?” Jennifer ha dipinta in volto un'espressione terrorizzata. “Evans, c'è sotto qualcosa, qualcosa di bello grosso che non coinvolge solo la tua amica. Temo che molte persone siano in pericolo, noi compresi. Bisogna trovare Ross e metterlo in gattabuia. Un ultimo consiglio: smettete di cercare Ellie e il bambino, sono più al sicuro ovunque siano, lontani da questa merda. Ma ti autorizzo a cercare tua madre, lei sapeva qualcosa che nessun altro sapeva. Potrebbe essere la chiave di tutto”. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: vero511