Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Vanessa1995    09/10/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Appena sveglio la prima cosa che Tyrion fece fu mettersi a giocare con i capelli della moglie, che dormiva ancora e gli voltava le spalle. Ad un certo punto la bruna gemette e si voltò con gli occhi ancora chiusi.
« Cosa vuoi fare stamattina? » chiese con un sorriso seducente e il nano si mise sopra di lei, baciandole il collo.
« Non ho alcuna fretta di andare a colazione. » affermò, accarezzandole il petto e la pancia attraverso le pellicce e le coperte. La donna sorrise divertita e allargò le gambe.
« Non possiamo restare tanto a lungo, altrimenti Daenerys inizierà a sospettare. » osservò con un sorriso divertito.
« Sei tu quella che ha provocato. Dobbiamo mantenerci in allenamento. » osservò, accarezzandole il ventre. « Altrimenti quando arriverà il momento di avere un altro bambino non ricorderemo più come si fa. » in realtà dubitava che avrebbe mai potuto dimenticarlo, ma ad entrambi piaceva far finta.


Alla fine dovette andare a fare colazione e poi lei volle fare un giro nel Parco degli Dei. Quando entrò avvertì una grande calma e tranquillità. Si avvicinò all'Albero del cuore e accarezzò la testa dentro al tronco, ripensando a Ned, Catelyn, Robb, Rickon, Benjen e tutti gli altri Stark morti. Cadde in ginocchio. Le lacrime scivolarono dagli occhi lungo le guance.
« Emily. » una voce che non avrebbe mai pensato di poter sentire di nuovo la fece voltare e si drizzò in piedi, vedendo davanti a sé Bran seduto sulla sua sedia a rotelle. Teneva le gambe coperte con un telo. Aveva un'espressione seria sul viso.
« Siete venuto a pregare? » chiese, stringendosi nelle sue pellicce e abiti pesanti. Il ragazzo scosse la testa e guardò in direzione dell'albero, e lo fece pure lei.
« Questo posto suscita ricordi dolorosi. » notò tristemente, avvicinandosi al tronco e toccandolo a sua volta.
« Lo so. » rispose. Ai piedi di quell'albero anni prima si erano sposati Catelyn e Ned. « I vostri genitori erano felici. » non riusciva a fare a mano di dargli del voi.
« Non darmi del voi, per favore. Non sei più una serva bastarda, ma una principessa. » quel titolo uscito dalle sue labbra suonava strano alle orecchie della bruna.
« Daenerys mi chiama così solo per rispetto, temo. » ammise, sistemandosi una ciocca dietro all'orecchio.
« Tuo figlio sarà un buon re un giorno. » disse. Si voltò e lo guardò confusa.
« Mio figlio? Ah, Robert. » realizzò, dandosi della stupida e tirandosi una pacca sulla fronte.
« Veramente parlavo di Aegon, però anche Robert sarà un ottimo re. » affermò. Questo la rendeva felice e la tranquillizzava.
« Ne ero sicura. » rispose. « La moglie di Robb doveva essere meravigliosa, fantastica e di sicuro meglio di me. » disse tristemente, chinando il capo e muovendo nervosamente i piedi, sfregandoli l'uno contro l'altro.
« Dubito che ti abbia mai dimenticata e secondo me lei era solo una specie di tua brutta copia. » rispose.
« Il loro bambino è morto, mentre il mio diventerà Re del Nord presto. » notò con tono ironico. La situazione appariva strana e sbagliata ai suoi occhi. « Se qualcuno mi avesse detto che due dei miei figli sarebbero diventati re, penso che gli avrei riso in faccia. » aggiunse.
« La vita è piena di sorprese. Sei tu Visenya. » lo guardò nuovamente stupefatta, però ancora di più stavolta. Era pure terribilmente confusa.
« Come? » stava incominciando a diventare ripetitiva a quanto sembrava.
« Tuo padre era Rhaegar e non il Re Folle, tuttavia Aerys non voleva permettergli di fare il padre. » sapeva che c'era quella possibilità eppure non ci aveva mai pensato particolarmente, preferendo dar retta alla versione ufficiale, ovvero secondo la quale lei era la figlia di Aerys. A parte che essere la figlia di Rhaegar, invece del padre, era di sicuro una prospettiva migliore che sapere di essere la progenie di un pazzo. Si portò una mano alla bocca quando una realizzazione la colpì.
« Io e Jon siamo fratelli. » ringraziò gli Dei che non avessero avuto rapporti sessuali e non fosse rimasta incinta. « Aspetta, tu come fai a saperlo? » chiese dubbiosa.
« Sono il Corvo a Tre Occhi e questo mi permette di vedere il passato e il presente. » spiegò. « Con il tempo persino il futuro, credo. » l'ultima frase la disse con una certa incertezza.
« Potrebbe esserci utile conoscere il fut... » non riuscì a finire la frase perché vide Bran sgranare gli occhi e assumere uno sguardo vago. Si inginocchiò accanto a lui, posandogli una mano sulla spalla.
« Bran? » lo chiamò spaventata, tuttavia lui rimase come assente e con lo stesso sguardo. « Bran? » lo chiamò nuovamente disperata. Finalmente sbatté le palpebre come se si fosse svegliato da un sogno ad occhi aperti. « Come stai? » domandò, accarezzandogli teneramente il capo. Il ragazzo le afferrò il polso stringendoglielo, ma senza farle male, e gli occhi della bruna si spalancarono.
« Ho appena visto una cosa sorprendente. » spiegò sconcertato, sebbene decisamente meno di lei. « Devo assolutamente trovare Jon. » disse e senza ulteriori spiegazioni si allontanò velocemente, lasciandola lì da sola. Emily non poté fare a meno di sentirsi una stupida.

Bran si muoveva il più velocemente possibile, come se avesse gli Estranei alle costole. Arrivato davanti alla porta della camera che cercava, entrò senza preoccuparsi di bussare. Si pentì subito dopo aver visto Sansa terrorizzata che tentava di coprirsi con una pelliccia e Jon nudo nel letto, che si tirava le coperte fino al collo per nascondere la sua nudità.
« Bran! » strillò Sansa sconvolta, diventando rossa per l'imbarazzo. « Ti sembra questo il modo di entrare? » protestò, fulminandolo con lo sguardo.
« Mi dispiace, però devo assolutamente parlare con voi, o meglio con te Jon. » affermò, cercando di mantenere una certa compostezza e a stento trattenne un sorriso divertito. Sapeva di loro due, per questo desiderava dirgli in fretta la verità sulle sue origini.
« Bran, posso spiegarti. » disse il bruno in preda all'agitazione. Appariva più nervoso di sua sorella e lo Stark per un attimo si domandò se fosse il caso di rivelargli subito la verità o quanto appena visto nel Parco degli Dei.
« Vorrei parlarti un attimo in privato, Jon. » Sansa si vestì velocemente e uscì fuori dalla stanza, dicendo che andava da sua figlia. I due, presunti, fratellastri rimasero da soli. La camera da letto cadde in un silenzio imbarazzante. Bran uscì un momento per dare l'opportunità a Jon di vestirsi e quando tornò lo vide in piedi accanto al tavolino, con le mani posate su di esso. Vicino c'era una caraffa e un calice, però non sembrava essersi versato da bere.
« Sentiamo, cosa devi dirmi? » chiese, voltandosi verso di lui. Il ragazzo gli si avvicinò.
« Emily ha bisogno del tuo aiuto. Se non l'aiuterai Jaime Lannister e forse altri la inganneranno presto. » rispose e il bruno lo guardò confuso.
« Cosa stai dicendo? » chiese perplesso. Tra loro e i Lannister non correva buon sangue e Daenerys non tollerava quanto sua nipote sembrava essere legata al marito. Diverse volte aveva detto che se fosse rimasta incinta avrebbe perso il bambino, o questo sarebbe morto dopo qualche mese. Non sapeva perché parlava in quel modo, ma in compenso conosceva bene quella strega di Mellisandre che giurava fedeltà alla gente in base alle sue esigenze. A quanto pareva aveva fatto una qualche predizione e la bionda le aveva creduto, sebbene fosse orribile. Lei li aiutava lo stesso pur di avere potere in più. Non conosceva bene Jaime Lannister, ma non gli era piaciuto quando era venuto a Grande Inverno e una sera, dopo che aveva bevuto troppo, l'aveva visto lanciare occhiate seducenti alla giovane, che l'aveva completamente ignorato, decisamente più concentrata su Robb. Senza contare che era stato proprio lui a buttarlo giù dalla torre.
« Daenerys è fissata per avere un erede, ma qualunque figlio Tyrion darà alla moglie morirà prima di compiere il primo anno di vita o nel ventre della madre. » spiegò. « Aiutala e dalle quel figlio. » lo guardò scioccato, sconvolto dalla sua richiesta, e scosse con forza la testa.
« No, non posso farlo. Non ne ho alcuna intenzione. » ribadì, ripensando alla pelle morbida di Sansa e al sapore dolce delle sue labbra. Un tempo aveva amato Emily e la desiderava ancora, però adesso voleva e amava solo Sansa. Sentiva che lei era la donna della sua vita, non importava che fosse sua sorella.
« Devi proteggerla, devi proteggere la madre del vero Re del Nord. » se gli avesse rivelato che in realtà Emily era sua sorella non avrebbe mai accettato. Nascondergli che Rhaegar e Lyanna fossero i suoi veri genitori in quel momento gli sembrava la cosa migliore da fare per tutelare la giovane e del resto non sarebbe stato il primo figlio Targaryen nato da incesto. Si rendeva conto che era brutto dire e pensare una cosa del genere, forse era molto meglio lasciare le cose come stavano, tuttavia detestava l'idea che venisse ingannata ed era sicuro che il bambino suo e di Jon sarebbe stato un ottimo re un giorno.
« Non lo farò, mi dispiace. » rispose, scuotendo la testa. Si versò dell'acqua nel calice e ne bevette un sorso.
« Cos'è? Sei troppo intento a perderti tra le cosce di nostra sorella per pensare ad altro? » calcò attentamente sulle parole "nostra" e "sorella" in modo da fargli più male. Voleva puntare sul suo onore, sicuro che non avrebbe lasciato una donna in difficoltà se poteva aiutare o addirittura salvarla da un brutto destino. « Ti rendi conto di cosa succederebbe se la gente lo venisse a sapere? » odiava quello che stava facendo e temeva che l'avrebbe odiato nel momento in cui avrebbe saputo la verità sulle sue origini. Tuttavia avrebbe salvato Alicia, anche se il prezzo da pagare era provocare un immenso dolore a Jon; se ne rese conto solo in quel momento.
« Bran... » disse esitante il bruno, allungando una mano verso di lui.
« No, scusa, hai ragione tu. Adesso sarà meglio che vada, però pensaci. » avrebbe lasciato che prendesse lui la decisione giusta. Se ne andò. Intendeva avvertire per lo meno la rossa, in modo che stesse attenta in futuro, anche se non era sicuro che sarebbe bastato.
Raggiunse il campo di allenamento e vide Tyrion Lannister in piedi vicino al recinto, con le mani poggiate in cima alla recinzione. Stava guardando il piccolo Robert intento ad allenarsi con una spada di legno, insieme ad un altro ragazzino più o meno della sua età. Avvicinò le mani e intrecciò le dita sulla pancia.
« Come sta vostra moglie? » chiese gentilmente senza distogliere lo sguardo dai due bimbi. Il piccolo Robert gli ricordava tanto suo fratello e Robb. Sembrava possedere il suo stesso sorriso e determinazione.
« Bene. Ha avuto una discussione con Daenerys ieri sera, ma niente di particolare. » rispose.
« Non si può andare sempre d'accordo con i propri parenti. » osservò, evitando di rivelare che forse conosceva le ragioni del loro litigio.
« Lo so, però la situazione... Beh, è complicata. » disse e tirò un sospiro con aria triste. « Mio padre mi diceva sempre che ero una delusione, nonostante fossi molto intelligente. » rivelò, allontanando le mani dal recinto.
« C’è stato un tempo in cui volevo diventare un cavaliere. Mi dissero che non era più come un tempo e ricordo che ci rimasi malissimo, però tanto ormai... » disse, adducendo alle sue gambe. Il nano si voltò e gli mise una mano sulla spalla, probabilmente con l’intento di confortarlo.
« Gli Dei sanno essere ingiusti a volte. » rispose e tirò un profondo sospiro.
In quel momento arrivò sua moglie, che doveva essere decisamente felice a giudicare dall'allegria dipinta sul suo viso. Si avvicinò al marito, gli posò una mano sulla spalla e si chinò dandogli un dolce bacio sulla guancia.
« Buongiorno Bran. » lo salutò, per poi voltarsi verso il figlio che era caduto a terra. Rideva, quindi non doveva essersi fatto male. « I bambini crescono troppo in fretta. » osservò.
« Vi devo lasciare, ho alcune faccende da sbrigare. » normalmente gli piaceva guardare i cavalieri che si allenavano, sebbene questo gli provocasse un grande dolore, però voleva lasciare da sola la coppia.

Qualche minuto dopo stava attraversando un corridoio, quando sentì la voce di Sansa.
« Non può essere, è impossibile! » sembrava sconvolta e si bloccò improvvisamente vicino alla porta della stanza del nuovo maester. « Ne siete sicuro? » anche se non riusciva a vedere il volto di sua sorella, era sicuro che dovesse avere un’espressione scioccata a giudicare dal suo tono.
« Sicurissimo, lady Sansa. » avvertì un forte sospiro, o meglio sembrava che a qualcuno fosse mancato il fiato per un momento.
« Va bene. Buona giornata. » si allontanò di qualche metro e subito dopo la porta si aprì. La Stark uscì fuori dalla stanza chiaramente provata e scoppiò in lacrime, correndo velocemente lungo il corridoio. Bran avrebbe voluto fermarla, per lo meno per capire cosa fosse accaduto, ma non ne ebbe il tempo perché scomparve velocemente alla sua vista.
   
 
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