CAPITOLO 17
A cena, vidi come mio padre interagiva con la ragazza. Notai come lui cercasse di convincersi che lei era mia madre, ma la consapevolezza si ripresentava sempre nello sguardo triste
e ferito dei suoi occhi.
Guardai nella mia borsa e trovai
un piccolo cofanetto portagioie,
era di mia madre, per la
prima volta dalla sua morte lo aprii.
Dentro c’erano pochissime cose, ma dovetti richiuderlo perché mio padre mi indicò che era ora di andare a riposare.
Arrivati in camera mi sedetti
sul letto e riaprì il cofanetto.
Uno strano bracciale attirò la mia attenzione.
“Non può essere.” - disse sconvolto il Dottore.
“Lo riconosci?”
“Era un mio regalo per tua madre, lo avevo
costruito personalmente.”
“È un bellissimo bracciale.”
“È un Manipolatore del Vortice.” - disse abbassando la testa.
“Come quello che ha lo Zio Jack?”
“Più o meno.” - fece una pausa
- “Ora potrai usarlo tu. È tuo
adesso.”
“Potrò andare ad Asgard da solo, senza che tu sia
costretto a seguirmi.”
Mio padre non rispose, lo guardai e mi resi conto di quale effetto ebbero le mie parole. Lo avevo ferito...un’altra volta.
“Papà, io non…”
Ma lui mi bloccò - “Hai ragione, con quel Manipolatore puoi andare dove e quando vuoi senza
che io debba
portartici con la Tardis. Ora sei libero
di fare ciò che vuoi, Orion.” - fece una pausa poi si
diresse verso la porta - “Vado a fare due passi, non andare a dormire troppo tardi.” - e se ne andò.
Io indossai il bracciale,
mi misi il pigiama ed andai
a dormire.
*******
Il mattino seguente mi decisi a dire a mio padre se mi accompagnava ad Asgard.
Stavamo facendo colazione quando dissi all’improvviso - “Papà, vorrei che
mi accompagnassi ad Asgard.”
“Ne sei sicuro? Ora
che hai un Manipolatore del Vortice non hai più bisogno
di me.”
Abbassai lo sguardo e ripensai alle parole della mamma - “Avrò sempre bisogno di te. Sei mio
padre e sei la mia famiglia.”
Lo sentii sussurrare solo -
“Orion.”.
Per farla breve Luna ci riaccompagnò alla Tardis.
“Vi ringraziamo per la vostra generosità e il vostro aiuto,Milady.” - disse mio padre con un lieve inchino, che feci anch’io.
“Nessun problema. Abbiate cura di voi e buon viaggio.”
- rispose la ragazza.
Dopo i saluti entrammo, papà impostò le coordinate e partimmo
per Asgard.
******
Atterrammo ad alcuni metri da una grotta.
Ci incamminammo e quando arrivammo lì chiesi a mio
padre di aspettare fuori.
Poi entrai.
“Perdonate il mio
arrivo senza avervi avvisato, Sommo Shaka.” - chiesi inginocchiandomi.
“Non devi scusarti, è sempre un piacere per me ricevere una tua
visita, Orion.” - fece una pausa - “Perché
non fai entrare la persona che ti accompagna.”
“Come desiderate.”
- feci un lieve inchino ed andai
a chiamare mio padre.
Quando entrambi rientrano vidi mio padre bloccarsi dalla sorpresa. Ma ciò che mi sorprese
di più fu che il Sommo
Shaka aprì gli occhi.
“Non siete cambiato, Dottore.” - disse il Cavaliere di Atena.
“Ora sei un adulto,
Shaka. E a quanto pare anche un Cavaliere d’oro di Atena.” - fece una pausa
- “Sono contento di rivederti, giovanotto.” - e sorrise.
Li guardai confuso e rimasi shockato quando vidi il
Cavaliere di Virgo sorridere
lievemente.
...Continua…
NOTA DELL’AUTRICE:
Ciao a tutti. Sono tornata con un nuovo capitolo ed un inaspettato colpo di scena. Vi avverto c'è ne saranno altri. 😏
Alla prossima
gente..e ringrazio nuovamente tutti coloro che hanno
recensito e/o hanno visualizzato il mio racconto..Grazie dal profondo dei miei
due cuori!! 😏😊