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Autore: Crepuscolina13    13/10/2017    0 recensioni
Crossover con True Blood ma non è necessario aver visto la serie perché è scritta in modo che tutti possano leggerla.
Ship Pam/Regina, accenni SwanQueen.
Emma si è sposata e Regina ne è sconvolta quindi decide di scappare da Storybrooke fino a fermarsi in una citta della Louisiana, qui si imbatterà in un locale, il Fangtasia dove scoprirà che i vampiri sono reali e che tutti conoscono la loro esistenza, ma incontrerà anche una donna attraente, Pamela o Pam, che stranamente è identica alla sua vecchia fiamma, Malefica.
Che cosa farà Regina? Tornerà a Storybrooke da Henry o resterà un altro po' nei dintorni, a scoprire quanto possa essere affascinante il mondo dei vampiri?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: Il Bacio

 

 

Armata di auto e carta di credito girai la città in cerca di qualche negozio in cui fermarmi e finalmente ne trovai uno al caso mio, in particolare mi attirò un abito di pelle rossa in vetrina, la scollatura era a cuore e non era eccessivamente corto ma sapevo che la pelle avrebbe fatto risaltare tutte le mie curve.

Andai subito nel camerino a provarlo e lo trovai davvero fantastico sul mio corpo e in quel momento mentre mi riflettevo nello specchio sapevo che mi volevo fare bella per Pam, volevo che lei mi trovasse bella, volevo che mi prestasse attenzione.

Sospirai e mi appoggiai al muro sempre guardandomi nella parete riflettente e notai che sul mio viso stava nascendo un piccolo sorriso e cercai con tutte le mie forze di reprimerlo ma non ci riuscii.

Era Pam a farmi sorridere, era l’attrazione che provavo nei suoi confronti.

Nonostante niente avrebbe potuto superare l’amore che provavo nei confronti di Emma quella strana sosia di Malefica era diversa.

Emma mi aveva fatta sorridere poche volte, la maggior parte dei momenti passati con lei erano dolorosi e poi mi ritrovavo a casa a piangere e non potevo neanche iniziare ad evitarla da un momento all’altro, c’era Henry di mezzo.

Invece con Pam tutto sembrava facile.

Mi faceva sorridere e attivava una parte del mio corpo che era rimasta inattiva per troppo tempo e poi se la cosa avesse iniziato a stufarmi avrei sempre potuto salire in auto e tornarmene a casa, non c’erano restrizioni ma soprattutto non c’erano obblighi.

E poi non vedevo l’ora di rivederla e di farmi mordere, quei morsi mi sembravano quasi come una droga, uno sballo serale per dimenticare tutto solo per pochi minuti.

Ed in quei tempi ero così disperata che avrei dato anche un rene per riuscire a scordare Emma solo per qualche piccolo secondo.

Fatto un po’ di chiarezza nei miei sentimenti perennemente confusi mi cambiai ed andai a pagare il nuovo abito.

Feci ancora un giro e mi fermai in una locanda a mangiare qualcosa di leggero, giusto un insalata per non appesantirmi troppo visto che erano ancora le sei del pomeriggio, però visto che non avevo neanche pranzato mi ritrovai con parecchia fame e alla fine presi anche una bella porzione di carne di agnello con delle spezie buonissime.

Infine tornai in camera ed indossai il mio nuovo acquisto, mi sistemai i capelli corti in modo che fossero più decenti, mi diedi del mascara ed una matita nera ed ovviamente non poteva mancare un rossetto rosso.

Per ultimo indossai delle Louboutine laccate di rosso con tacco 10.

Mi specchiai nuovamente e sorrisi, ero davvero una bella donna.

Sicura di me uscì dalla camera e mi diressi al locale, stava facendo buio e sapevo che al mio arrivo sarebbe già stato aperto.

Parcheggiata l’auto mi rimisi un filo di rossetto, poi presi un bel respiro e scesi.

Il Fangstasia era un po’ spopolato, causa la vicina dipartita del sole, probabilmente i vampiri ancora non si erano svegliati del tutto per questo dedussi che gli occupanti dei piccoli divanetti dovessero essere tutti umani.

Mi avvicinai al bancone ed ordinai un doppio shot, avevo davvero bisogno di una scarica di energia per affrontare la lunga nottata che stava per iniziare.

-Tu sei Regina vero? Piacere io sono Ginger- mi salutò con voce squillante la bionda barista, porgendomi poi la mano che io ovviamente non accettai.

Cosa voleva quella da me?

-Si- risposi semplicemente e lei ritirò la mano per niente turbata dalla mia maleducazione, anzi continuava a sorridermi.

-Sai sei già famosa qua dentro! Eric ti odia perché per la prima volta Pam gli ha vietato qualcosa- disse ridacchiando con aria sognante mentre io aggrottai un po’ la fronte.

-Scusa ma non capisco- risposi questa volta più gentilmente, dovevo assolutamente farla continuare a parlare.

-Di solito Eric e Pam condividono tutto, anche la bara infatti, però l’altra sera Eric voleva assaggiarti ma lei si è opposta e lui se la è presa, però se vuoi sapere la mia opinione io non ti odio affatto, almeno se allontani Pam da lui io potrò avere Eric tutto per me- spiegò e di nuovo sospirò con aria innamorata.

Mi porse il mio drink che nel frattempo aveva preparato ma io guardai il liquido all’interno senza prendere il bicchiere.

Mi ero un po’ pietrificata per ciò che le mie orecchie avevano sentito.

-Eric e Pam stanno insieme?- domandai cercando di mantenere il tono di voce calmo, senza lasciar trasparire quanto avessi bisogno della sua risposta.

-Beh oddio.. adesso “stanno insieme” è un parolone, diciamo che da quando è stata trasformata Pam è appiccicata come un polpo ad Eric e lui ovviamente se ne approfitta però credo che sotto il sesso un po’ di sentimenti ci siano, comunque non preoccuparti, Eric tra poco sarà mio- disse convinta ed io nascosi un piccolo sorriso, confrontando la bellezza nordica di Eric con quel viso sciupato e piuttosto brutto della barista ero sicura che non ce l’avrebbe mai fatta a sedurlo, ma l’importante era che ci credesse lei.

-E chi si preoccupa- risposi soltanto per poi prendere il mio drink e vagare nel locale alla ricerca di Pam.

Non la trovai quindi alla fine mi sedetti su un divano vuoto bevendo a sorsi il mio alcolico e riflettendo nel mentre.

Non ero gelosa o cose del genere, però un po’ preoccupata si.

Durante le mie ricerche avevo appreso che il legame che si creava tra creatore e progenie non era certo da sottovalutare, per questo sospettavo che tra Pam ed Eric ci fosse di più che delle semplici scopate.

Poi Eric era un uomo e mi accorsi in quel momento che non mi ero minimamente posta il problema di quale potesse essere l’orientamento sessuale di Pam, però a giudicare dalle occhiate che mi lanciava direi che avrebbe potuto essere bisessuale, ma se poi non lo fosse stata?

Alla fine neanche capivo perché mi preoccupavo così tanto, anche io volevo solo un rapporto fisico tra me e Pam giusto?

Non avevo le forze per sopportare altri sentimenti che alla fine incasinano sempre tutto.

All’improvviso la vidi, i suoi capelli spuntarono come un lampo in mezzo ad una tempesta nera, mi stava venendo in contro con un sorriso caloroso ed una camminata decisamente affascinante.

-Regina- pronunciò accarezzando con la lingua ogni lettera quando fu abbastanza vicina in modo che io potessi sentirla.

-Buonasera- risposi normale -O buongiorno.. cosa dovrei dirti?- e con quella mia domanda le strappai una risatina molto piacevole da ascoltare nel mentre che si sedeva accanto a me.

-Credo che un semplice ciao possa andare- mi rispose posando per alcuni secondi la sua mano sul mio ginocchio, come se lo avesse fatto per distrazione, ma anche se non ne avevo alcuna prova ero sicurissima che non lo avesse fatto accidentalmente.

-Allora ciao- pronunciai spostando il mio corpo in modo che fosse rivolto verso di lei.

-Ciao- ripeté lei poggiando un braccio sul bordo del poggiatesta del divano, in modo che una parte della mano passasse dietro i miei capelli, come in una specie di abbraccio ed io non fui affatto infastidita dalla posizione assunta dalla bionda.

La guardai negli occhi e senza una ragione precisa iniziai ad arrossire, cercai con tutte le mie forze di evitarlo ma sapevo non ci sarei riuscita, di certo un predatore di sangue non si sarebbe mai fatto sfuggire un’improvviso accumulo di cibo nelle guance.

Nonostante tutto però lei non lo diede a vedere e si comportò normalmente.

-Come sta il collo.. spero non si siano infettate, è raro ma alcune volte può capitare-.

Automaticamente portai la mano a toccare quei due piccoli fori sul lato sinistro del mio corpo e accennai un piccolissimo sorriso.

-No no tranquilla, stanno iniziando a rimarginarsi alquanto velocemente in realtà-.

-Colpa della sostanza nei miei denti- spiegò cercando di osservare ciò che lei mie mani coprivano.

-Sai che ti ci rimarrà la cicatrice...- aggiunse un po’ turbata, era preoccupata per me e ciò mi fece nascere un altro sorriso, era preoccupata per me.

-Lo so e ho scelto lo stesso di tenerli..-

-Perché?- mi interruppe, troppo curiosa per aspettare la fine della mia frase.

-Te l’ho detto …. perché è un ricordo di qualcosa che mi ha fatto sentire bene dopo mesi e mesi di costante tristezza- risposi con la verità eppure notai nella sua espressione una punta di delusione.. o forse rassegnazione?

Fatto sta che qualcosa nel suo viso mi spinse ad aggiungere qualcos’altro.

-E poi anche perché voglio ricordarmi di te… è da tanto che non avevo un’amica-

Sentii una piccola vocina nella mia testa dirmi “Seriamente Regina?” e anche se cercai di ignorarla sapevo che aveva ragione, non consideravo affatto Pam un’amica.

-Amica eh? Mi sento quasi lusingata-

-Prego- risposi ironica e con aria regale e questo le strappo un’altra risatina.

Tolse la mano dal mio ginocchio e si guardò intorno come per prendere tempo, per riflettere prima di parlare.

-Ho saputo che tu ed Eric state insieme- dissi all’improvviso, non riuscivo davvero a frenare quella specifica curiosità, dovevo sapere.

-E chi ti ha detto una tale sciocchezza?- domandò con le palpebre quasi spalancate.

-La barista… - menii, non era proprio quello che mi aveva detto ma non m’importava.

-Ginger..- sbuffò rassegnata -E’ solo un’idiota che non ci lascia in pace da decenni, vorrebbe farsi trasformare ma nonostante sappia che non succederà mai continua a tartassarci- spiegò con voce irritata, poi si riscosse da quello sfogo e rincrociò i nostri sguardi.

-Qualunque cosa esca dalla sua bocca tu non darle retta-

-Ancora non mi hai risposto però..- a costo di essere aggressiva dovevo sapere come stavano realmente le cose.

-Io e lui non stiamo insieme, ammetto che per molti decenni ne sono stata innamorata ma lui non ha mai contraccambiato, o meglio, lo ha fatto ma mai completamente, non come volevo io, quindi alla fine ci ho messo una pietra sopra e adesso lo vedo più come un padre che come un amante e lui mi vede come una figlia, abbiamo un grande legame ma niente di più- spiegò con tono un po’ amaro e con espressione rassegnata, per un secondo mi chiesi se anche io quando parlavo di Emma assumevo quel comportamento.

-E ci scopi ancora?- ed entrambe rimanemmo sorprese dalla mia parola scurrile.

-No.. te l’ho detto.. Sei per caso gelosa?- domandò poi con un sorrisino avvicinando leggermente il suo viso al mio.

-Ma come ti viene in mente una cosa del genere- ridacchiai per mascherare l’imbarazzo e lei lasciò perdere alzando le spalle, sapevo che lo aveva fatto per me, per non mettermi in difficoltà e lo apprezzai molto, però adesso era chiaro ad entrambe che entrambe sapevamo di provare attrazione l’una per l’altra ed entrambe sapevamo che l’attrazione era ricambiata.

Lei schiarì la voce per dissolvere quell’atmosfera piena di imbarazzo e di parole non dette.

-Ancora non ho fatto colazione.. vuoi aiutarmi?- propose con calma e la sua calma era data dal fatto che sapeva perfettamente cosa avrei risposto.

-Certo- annuii ed istintivamente presi la sua mano in modo che mi aiutasse ad alzarmi da quel divano in cui ero leggermente sprofondata.

Lei mi aiutò e non lasciò più la presa.

Nell’attraversare il locale notai che questo nel frattempo si era riempito ma lo notai col sesto senso, quello dell’orientamento, quello che ti permette di fare routine abituali in automatico mentre la tua mente è da tutt’altra parte, e lo notai col sesto senso perché i miei occhi erano completamente concentrati ad osservare il modo in cui lei sue dita avvolgevano delicatamente le mie.

Fece entrare prima me così che lei potesse chiudere la porta per poi dirigersi subito verso di me che mi ero appoggiata ad una parete.

-Vuoi sederti?-

-Sto bene in piedi- risposi con calma, osservandola mentre mi si avvicinava.

Si fermò a pochi centimetri dal mio corpo per poi poggiare una mano sul lato destro del collo.

-Userò lo stesso punto di ieri così evito di farti una ferita nuova- io annuii e congiunsi le mani davanti, appoggiate sulla mia pancia e automaticamente inclinai la testa, avevo capito che quella era la posizione migliore.

Lei non disse niente e abbassò il capo nei miei capelli fino a poggiare le labbra sulla parte sinistra del collo, poi ci lasciò un piccolo bacio e la mia pelle ancora una volta si riempì di brividi, ma non di freddo visto che la mia temperatura stava iniziando ad alzarsi.

Non dissi niente a quel gesto, ma mi piacque, avrei lasciato a dopo i ragionamenti sulle motivazioni.

E poi ancora una volta sentii quel pizzicotto, come di un piccolo ago e di nuovo riuscii a percepire il sangue uscire dal mio corpo, il battito che rallentava, sempre più secondi separavano una pulsazione dall’altra e il senso di pace e stanchezza mi invase ancora una volta.

Neanche mi ero accorto di aver chiuso gli occhi perché quando li riaprii sbattei alcune volte le palpebre per riabituarmi alla luce, spostai di qualche centimetro il viso a destra finché la figura di Pam non comparve nel mio campo visivo.

Mi sorrideva ed i suoi occhi di ghiaccio brillavano.

-Tutto okay?-

Le sue labbra erano grandi ed umide, probabilmente se le era appena leccate e la sua pelle aveva assunto un leggerissimo colore rosa anche se il bianco pallido dominava comunque il suo volto.

-Ehi ti senti bene?- domandò di nuovo visto che non aveva ricevuto nessuna risposta e nel farlo portò la mano che si trovava sul mio collo sulla guancia.

La sua pelle era molto morbida e delicata e nonostante il suo corpo avesse una temperatura fredda io la sentivo calda.

Annuii, ancora incantata ad osservare le sue labbra e lei lo notò.

Io invece notai che anche lei portò i suoi occhi sulle mie labbra e mi bastò poco per unirle in un bacio delicato per i primi tre secondi perché poi le nostre labbra iniziarono a muoversi l’una sull’altra, incastrandosi a vicenda e in men che non si dica le nostre lingue già si stavano rincorrendo tra di loro.

Sentii un suo braccio circondarmi la vita e io poggiai entrambe le mie mani sul suo addome mentre sentivo l’ossigeno mancarmi al cervello.

Cavolo se baciava bene, superava perfino Malefica.

Mi allontanai unendo per pochi istanti le nostre fronti e poi la guardai mordicchiandomi un labbro.

Lei mi sorrise e ciò mi confermò che il bacio era stato voluto da entrambe le parti.

-Non solo hai un sangue squisito ma anche le tue labbra non sono niente male- pronunciò con voce sensuale e questa frase insolita mi strappò una risatina.

Appoggiai di nuovo la testa al muro e continuai a guardarla mentre il mio corpo continuava a rimanere cinto da un suo braccio.

-Anche tu non sei niente male-.

In quel momento non ero riuscita ad elaborare niente di meglio.

-Lo so- e ridacchiai ancora.

-Sei di buon’umore?- parlò di nuovo ed io annuii.

-Quindi… ti sei fatta mordere solo per arrivare alle mie labbra?-

-Forse..- risposi con voce giocosa.

-Forse?- chiese alzando un sopracciglio.

Io ridacchiai ancora una volta e riunì le nostre labbra per un altro bacio, con molta più foga.

-Oh Regina Mills..- mormorò sulle mie labbra -Tu sei una donna fantastica-.

Ed io feci il suo stesso gioco: -Lo so-.

Detto ciò avvolse la mia vita anche con l’altro braccio smettendo di tenerla sulla guancia, si abbassò sul mio collo e leccò delicatamente i fori lasciati dai suoi denti, io deglutì non aspettandomi decisamente un simile gesto.

-Quanto hai detto che ti fermi in città?- sussurrò nel mio orecchio.

-Non l’ho detto- le risposi con la salivazione praticamente a zero.

-Spero solo sia il tempo necessario per farti mia- spiegò con la voce più sensuale che avessi sentito, e il suo tono roco mischiate alle sue parole accesero subito la parte più sensibile del mio corpo.

  
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