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Autore: DameVonRosen    13/10/2017    1 recensioni
Un Sandor Clegane crudele e spietato, ma anche incoerente, sofferente e combattuto, che mai vorrebbe fare i conti col proprio passato e con le proprie paure, ma che col tempo si renderà conto dell'inevitabilità di questo scontro.
Storia ambientata nel contesto di GOT, con personaggi nuovi e completamente scollegati rispetto ai libri o alla serie TV; solo alcuni sono stati estrapolati, cercando di farlo nel modo più fedele possibile, mantenendo inalterato il loro Background, la loro storia e il loro carattere.
Amo le storie in stile SanSan, ma in giro ce ne sono davvero molte e il rischio di ripetere quanto già prodotto da altri, o anche scadere nel banale e nel "già letto" era alto. Ho quindi optato per qualcosa di differente :) adoro il personaggio del Mastino, adoro quella sua profonda complessità che ogni tanto emerge.
Non temete se all'inizio il nostro amato Sandrone è apparentemente posto in secondo piano rispetto alla storia, non sarà sempre così ;)
Attenzione: possibile (probabile) linguaggio volgare, scene violente o contenuti forti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Bronn, Nuovo personaggio, Sandor Clegane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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<< …cosa può essere accaduto?... >>

<< …il corsetto magari, era stretto… >>

<< Nymeria svegliati!... >>

<< …ha mangiato oggi?… >>

<< Mia signora, svegliatevi! >>

<< Nymeria figlia mia, che ti è accaduto? >>

<< …dell'acqua, portate dell'acqua! >>

Non appena aprì gli occhi vide una moltitudine di facce in cerchio attorno a lei che continuavano a parlare simultaneamente, guardandola come se avesse la pelle blu. Non capiva se stessero parlando a lei o tra di loro e non capiva nemmeno cosa stessero dicendo. Incrociò lo sguardo del padre che la guardava preoccupato e cercò di stabilire un dialogo con lui.

<< .. P…padre… cosa… >>

<< Cosa è successo, tesoro? >>

“Bella domanda, non so neanche dove mi trovo” pensò. Guardandosi attorno e mettendosi seduta realizzò che era appena svenuta. Era alle Colonne Bianche, poi intravide lo strascico del suo vestito color glicine. A quel punto ricordò: stava aspettando i Cassel, che erano arrivati poco fa…vide Gerard che la osservava perplesso
"Quindi sono svenuta davanti ai Cassel? Davanti ad Adrian?!" quel pensiero la portò a ricordare il vero motivo per cui in quel momento si trovava col sedere a terra.

Ho visto Qoren.

Era come se il suo stomaco fosse diventato di piombo. L'imbarazzo di essere finita in quella situazione, con mezza città che la stava guardando; il fatto che tutti attendessero la sua spiegazione dell'accaduto. E lei convinta che la cosa più inopportuna di quella mattinata fosse stato lo strascico in pizzo. Doveva venirne fuori nel modo più elegante possibile, era necessaria una scusa plausibile.

"Caldo, stomaco vuoto, disidratazione, corsetto, ciclo mestruale… dannazione, cosa mi invento?"

<< Padre… io non so cosa mi sia successo, ho avuto un mancamento. F…forse il vestito pesante >>

<< Il vestito?! >> Tailon Dayne non sembrava convinto.

<< Io non… non lo so… ma sto bene ora, non preoccuparti >> fece per alzarsi, le gambe che le sembravano liquefatte, la bocca asciutta e un forte mal di testa. 
"Avrò sbattuto da qualche parte?" si chiese, portandosi una mano alla nuca. L'acconciatura che Irina le fece poche ore prima era un po' in disordine, ma intatta.

<< Forse è il caso di portarla all'interno del palazzo, all'ombra >> propose uno dei cavalieri della sua casata.

<< Sssi, per favore >> disse con la voce migliore possibile, ma quello che ne uscì fu un cinguettio lamentoso. Improvvisamente sentì delle braccia possenti sollevarla e prenderla in braccio; era Bronn, uno dei cavalieri di suo padre. Accennò un sorriso per ringraziarlo.

<< Portatemi nelle mie stanze per favore, Irina penserà a me >>

<< Come volete, mia signora. >>

 




Stare nel suo letto le diede modo di rilassarsi e di fare il punto della situazione. Mandò via Irina per un'oretta, con la scusa che voleva riposarsi, ma non chiuse occhio tutto il tempo.

Non poteva credere che fosse davvero lui.

Lui, che anni fa le fece così tanto male, era il figlio bastardo di Gerard Cassel. "Ma come è possibile che fosse a Starfall?" nel momento in cui si pose la domanda seppe già la risposta.

In incognito.

Il famoso ragazzino dei Cassel mandato qui per non essere ucciso a Grande Inverno era lui. Mai e poi mai avrebbe pensato che il suo aguzzino fosse una persona altolocata; aveva sempre pensato al figlio di un mercante o di un pescatore, ma mai uno legato alla famiglia con cui suo padre ha i migliori rapporti.

"E adesso come farò?" si ritrovò a domandarsi "come potrò fingere che non ci sia nulla mentre sono qui? Me lo presenteranno, devo sorridergli, far finta di non conoscerlo, essere educata."

"Ma lui mi conosce? Lui sa chi sono? Mi ha riconosciuta?" Avrebbe voluto parlarne con qualcuno, pensò. Qualcuno che l'avrebbe aiutata senza giudicarla, senza guardarla diversamente. Ma non c'era nessuno al mondo a cui poteva confidare questo segreto. Però decise anche che non si sarebbe fatta prendere dal panico, che avrebbe continuato la sua vita semplicemente come aveva sempre fatto, cercando di ignorarlo il più possibile. E se fosse accaduto qualcosa stavolta ne avrebbe parlato, si promise.  

"Non subirò senza dir niente, mi difenderò in qualche modo"

Doveva imparare a difendersi, realizzò.
"Ma come? Potrei rubare una spada all'armeria ed esercitarmi, ma ho bisogno di qualcuno che mi insegni. Mio padre lo verrebbe a sapere, e questo non deve accadere…". Mentre si trastullava di pensieri la sua ancella arrivò e le porse un vassoio con sopra un dolce di ciliegie.

<< So che non è l'ora adatta, mia signora, ma ho pensato che potesse aiutarvi a stare meglio >> le disse a bassa voce, come se temesse che qualcun altro la sentisse.

<< Grazie Irina, ne avevo proprio bisogno >> sorridendole addentò il dolce e lo mangiò con gusto. Le era tornato il buonumore.

<< Il mio vestito si è rovinato? >>

<< No mia signora, l'ho riposto con cura e mi è parso intatto, solo leggermente sporco dove ha toccato terra >>

Nymeria annui soddisfatta << Hanno detto qualcosa sulla mia caduta di prima? >>

<< Il Lord del Nord era piuttosto preoccupato, ma vostro padre l'ha rassicurato dicendo che era stato un malore da caldo. Adesso stanno banchettando nella terrazza principale. >>

Al pensiero di tutto quel cibo delizioso le venne l'acquolina e sentì il morso della fame, già stuzzicato dal dolcetto appena mangiato.

<< Vorrei andarvi anche io >> fece per alzarsi dal letto, ma la sua ancella la guardò preoccupata e le prese un braccio per reggerla.

<< Ma mia signora, non è un po' rischioso, dopo quello che è successo oggi? >>

In effetti non era esattamente una cosa raccomandabile, ma non aveva voglia di annoiarsi a letto mentre a palazzo c'era in corso un bel banchetto, con musica e danza. Inoltre aveva voglia di parlare con Adrian e Finn, voleva scusarsi per l'accaduto e far tornare le cose alla normalità. Si impose di andarci, avrebbe messo l'abito di prima.

<< Non preoccuparti, ho solo bisogno di un po' d'acqua e della mia ancella che mi sistemi i capelli, mentre io indosso nuovamente il vestito >> guardò Irina e le sorrise in modo dolce e malizioso, il volto che illuminava tutta la stanza. Difficilmente si poteva dire di no a un viso del genere e la sua ancella, che sempre aveva avuto un debole per lei, sentì un improvviso calore invaderle il ventre.
"Quando mi guarda così sarei capace di fare qualsiasi cosa mi chiedesse" pensò, quasi a disagio per quei pensieri impuri. Le sorrise timidamente a sua volta.

<< Vado subito a prendere la spazzola >> girò le spalle e se ne andò.



 

 
<< Ora voi spiegatemi a cosa cazzo serviamo noi, piazzati qui ai lati della sala a guardare gli altri che mangiano, bevono e si divertono. >>

Sandor si voltò: l'uomo che aveva appena parlato era a poca distanza da lui, presumibilmente una delle guardie reali dei Dayne, a giudicare dall'armatura. Avrà avuto poco meno di quarant'anni, il fisico slanciato e muscoloso, i capelli leggermente stempiati pettinati all'indietro e lo sguardo di chi preferirebbe stare in mezzo a un combattimento che a un banchetto di fighetti. Si voltò verso Sandor, come se avesse percepito il suo sguardo su di lui, inarcando un sopracciglio:

<< Voi vi state divertendo, ser? >>

<< Non sono un fottuto ser >> rispose brusco, poi continuò << e mi sto divertendo almeno quanto voi. >> Il tono era più maleducato di quanto volesse, ma era a causa della fame che lo stava divorando; non mangiava niente da almeno otto ore e lo stomaco iniziava a farsi sentire. Per non parlare della sete: in quella fottuta città faceva più caldo che in qualsiasi altro posto del continente.

<< Siete della guardia dei Cassel? >> prosegui l'altro.

<< Già, e voi dei Dayne. >>

<< Si, ma come voi non sono un cavaliere. Ero un mercenario fino a poco tempo fa, quando per caso ho salvato la figlia del lord da una brutta caduta. Era inciampata sulla scogliera e se non fossi stato nei paraggi a quest'ora sarebbe cibo per i pesci e i gabbiani. >>

"Un tipo simpatico, questo ex-mercenario, almeno più delle ultime cinquanta persone con cui ho avuto a che fare" pensò. Si voltò a guardarlo mentre lo ascoltava: ora che ci faceva caso, era lo stesso tizio che aveva preso in braccio la figlia del lord per portarla nella sua stanza poche ore prima, quando era svenuta.

<< …E così il padre venne a sapere che la salvai e per ringraziarmi mi propose di diventare una guardia reale. Un lavoro decisamente palloso, rispetto a quello di prima, ma mi pagano molto di più, quindi meglio così. >>

Vi fu un attimo di silenzio-assenso, poi Sandor brontolò << Muoio di fame. Questa messinscena durerà ancora per molto? >>

<< Bella domanda, oggi hanno fatto una cosa in pompa magna, solitamente non c'è tutta questa roba. Il tuo lord è molto amico del mio e probabilmente ha un favore da chiedergli, altrimenti non mi spieg… ma cos… cosa ci fa qui lei? >>

Il Mastino seguì lo sguardo del mercenario, di cui peraltro ignorava il nome, e i suoi occhi finirono sulla lady figlia dei Dayne, quella che prima era svenuta e di cui, ugualmente, non ne sapeva il nome. I morbidi capelli scuri cadevano sulle spalle scoperte e quel vestito le evidenziava la vita sottile e il seno prosperoso. L'aveva già notata prima, alle Colonne Bianche, ma ora, in quella terrazza adornata di fiori e uccelli colorati, era come se da sola riuscisse a illuminare tutto l'ambiente circostante.
"Graziosa senza dubbio" pensò "sicuramente è una di quelle principessine che non sanno far niente se non ricamare e cantare stupide ballate".

<< Volete accompagnarmi ser… ehm scusate, ma non so il vostro nome >> la voce roca ma brillante del mercenario lo risvegliò dai suoi pensieri.

<< Clegane, Sandor Clegane >> rispose in modo abbastanza sbrigativo, senza distogliere lo sguardo dalla lady che aveva di fronte, la quale al momento era di schiena e gesticolava con una donna.

<< Io sono Bronn. Allora, li volete fare due passi o volete restare qui ad ammuffire? >>

Senza ascoltarlo troppo, il Mastino lo seguì, capendo poi dopo dove si stavano dirigendo. Imprecò fra sé e sé "Ottimo, adesso mi tocca rivolgermi in modo gentile e ben educato a quella ragazzina che non sa neanche stare in piedi".
C'erano poche cose che odiava al mondo quanto le frasette di circostanza che si usavano tra lord e lady, quella maschera di cortesia e formalità anche tra genitori e figli, anche tra amici. Gli sapeva di falsità e ipocrisia.

"Se non fosse per i soldi questo lavoro non lo farei mai e poi mai" ricordò a sé stesso.

<< Mia signora, è saggio essere qui dopo quanto vi è accaduto? >> Bronn era ormai dietro alla lady quando le parlò, e lei si voltò a guardarlo. Appena lo vide un lieve sorriso le incorniciò il volto, chinò lo sguardo e arrossì leggermente.

<< Bronn, siete gentile a preoccuparvi per me, però ora sto bene, davvero. Era solo un malore dato dal caldo probabilmente, o dal vestito un po' pesante >> alzò lo sguardo e disse con più fermezza << ad ogni modo grazie, per avermi riportata nelle mie stanze, prima. >>

<< Non dovete ringraziarmi mia signora, era il minimo >> rispose Bronn sorridendole e piegando il capo in segno di rispetto. Gli occhi della giovane si spostarono ora su quelli del Mastino, che si irrigidì di colpo: la ragazza aveva degli strani e profondi occhi viola. Sapeva che la casata Dayne era conosciuta anche per questa caratteristica, non comune a tutti i suoi membri, tuttavia non si aspettava comunque di ritrovarseli piantati addosso in quel momento. Non gli era mai capitato di vedere quel genere di sfumatura cromatica negli occhi e ne fu colpito. Mentre la osservava si sentiva come se qualcuno lo stesse guardando dentro, e stupidamente ebbe il timore che quella ragazzina potesse vedere ogni cosa dentro di lui. Involontariamente interruppe il contatto visivo.

<< Ah ehm... >> continuò Bronn << Lui è… >>

<< Sandor Clegane, guardia reale di lord Cassel >> finì frettolosamente l'altro, sforzandosi di guardare la ragazzina. In effetti ora che la vedeva non era esattamente una ragazzina, si rese conto. "Avrà qualche anno in meno di me, ma li supera i vent'anni". Era pronto a prenderle la mano e baciarla, come si fa solitamente con le lady, ma lei fece qualcosa che lo lasciò stupito: allungò lei la mano e la strinse nelle sue, come solitamente si fa tra amici o tra popolani quando ci si conosce. Era un gesto estremamente informale e lo fece con una naturalezza tale da portarlo a pensare che lei solitamente agiva in quel modo, forse perché nemmeno lei amava tutti quei formalismi della vita a corte.

Gli sorrise guardandolo negli occhi, mentre compiva quel gesto. Il Mastino in quel momento si rese conto che non aveva nemmeno degnato di uno sguardo la sua enorme cicatrice facciale.

<< Io sono Nymeria. Nymeria Dayne. >>



 


<< Nymeria eccoti, ti ho cercato dappertutto! >> Mia interruppe bruscamente le presentazioni in corso, fissando la sorella maggiore con aria di superiorità.

<< Quando avresti intenzione di salutare finalmente i nostri ospiti? Aspetti che se ne vadano? >>

<< Sono arrivata giusto ora sorellina. Non preoccuparti, conosco le buone maniere >>le rispose Nymeria, con una leggera nota pungente.

<< Ad ogni modo >> proseguì << Stavo giusto facendo la conoscenza di uno degli ospiti >> disse lanciando un rapido sguardo al Mastino.
Mia lo guardò e una leggera smorfia fece capolino sul suo viso: lo squadrò da capo a piedi, soffermandosi sull'armatura logora e sull'ustione facciale, poi cercò di ricomporsi:

<< Si ehm… io parlavo dei Cassel. >> disse leggermente imbarazzata.

<< L'avevo capito. >> rispose secca. A quel punto si voltò verso Bronn e il suo amico e con un leggero inchino li salutò

<< Buona giornata, signori >> e si voltò per raggiungere il banchetto.
"Signore a chi?! Ho ventisette fottuti anni!" avrebbe voluto dirle Sandor, ma rimase composto.

<< Un tipo particolare, eh? >> commentò Bronn.

La risposta fu una specie di grugnito di approvazione.
   
 
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