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Autore: LuckyGhost    14/10/2017    0 recensioni
L'equipaggio incontra un misterioso straniero, che li paga per essere portato su vari pianeti. Chi è, e perché il suo volto è un mistero? Potrebbe unirsi alla Ribellione?
Traduzione di una storia su Fanfiction.Net "Unexpected Rebellion"
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darth Maul, Ezra Bridger, Hera Syndulla, Kanan Jarrus/Caleb Dume, Sabine Wren
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kanan saltò letteralmente dalla sedia e gli urlò contro. "Come diavolo fai a saperlo?"

"Oppure sei un Sith, vedo che sei ancora arrabbiato." Continuò a parlare lo Straniero.

Kazan lo afferrò per la maglia e lo costrinse ad alzarsi. Immediatamente Reddie abbassò la testa verso il petto, in modo tale da farla restare coperta dal cappuccio. E poi Kanan lo spinse forte contro il muro.  Reddie non fece niente per difendersi e semplicemente aspettò silenziosamente. Sabine scelse esattamente quel momento per entrare nella cabina.

"Ehm, ragazzi, non volevo in..." Sabine si interruppe quando vide la situazione, e poi continuò lentamente. "...interrompervi, ma avevo sentito urlare."

Zeb apparve allo stipite della porta che si affacciava curioso.

"Potete calmarvi adesso." Nella sua voce non c'era la minima esitazione o altro che indicasse sconforto oppure disagio.

"No, finché non mi dai una spiegazione." Kanan lo spinse ancora di più contro il muro.

"Riconosco una spada laser quando ne vedo una." Disse Reddie. "So che pensi che in questo sistema la gente non ha mai visto una spada laser, ma in ogni caso non dovresti indossarla ancora come se niente fosse, non riuscirai a passare inosservato a lungo. Un giorno ti potrebbero scoprire."

Kanan abbassò lo sguardo rivolgendolo dove, infatti, teneva la spada, anche se in realtà era solo una parte della spada, così nessuno la poteva attivare, neanche accidentalmente. A quel punto Kanan lascio andare Reddie.

"Scusa, hai ragione." Disse, cercando di trovare le parole adatte per scusarsi. Non si aspettava che qualcuno riconoscesse quel vecchio tubo di metallo essere la sua arma principale.

"È tutto apposto." Disse Reddie facendo spallucce.

Sentirono la voce di Hera provenire dall'altro capo della nave. "Ragazzi! Il pranzo è pronto, venite a mangiare!"

"Si!" Escalmò Zeb, poi si rivolse a Kanan. "Spero che tu abbia comprato qualcosa di buono, non come la scorsa volta."

Kanan alzò gli occhi al cielo e replicò. "Non preoccuparti. Non commetterei mai più quello stesso errore." Entrambi scoppiarono a ridere ricordando l'accaduto. Reddie finalmente riuscì a vedere cosa univa tanto quella squadra - erano come una famiglia. Si mise di nuovo a sedere al piccolo tavolo aspettando che uscissero. Sentiva come se fosse riuscito a parlare ed interagire con le persone più in quell'ora che nel suo ultimo anno.

"Sei invitato anche tu, Reddie." Si affrettò a dire Sabine quando lo vide restare indietro.

"Non ho bisogno di niente." Cercò di elaborare una scusa, ma Sabine lo raggiunse di nuovo nella stanza ed iniziò a persuaderlo.

"Andiamo. Anche tu hai bisogno di mangiare. E poi, insomma, non sarebbe carino rifiutare. Hera ha cucinato. Ed anche Chopper ha aiutato un po', ma lui non fa testo."

"Chi è Chopper?" Chiese Reddie.

"Il nostro droide. Stiamo cercando di tenerlo occupato, per non fartelo conoscere." Sabine si mise a ridere leggermente nervosa. "Sa essere davvero irritante. Allora, andiamo?" Sabine lo invitò di nuovo.

"Va bene." Accettò Reddie.

Entrarono tutti nella grande sala della nave e si sedettero al tavolo. Hera distribuì dei piatti con del cibo e si accomodò anche lei. Chopper gironzolava per la stanza, emettendo strani suoni, senza mai fermarsi. L'equipaggio non gli prestò attenzione, ma Reddie girò la testa ed iniziò ad osservarlo.

"Ti levi mai quel cappuccio dalla testa?" Disse Hera, cercando di iniziare una conversazione.

"No." Disse Reddie. In un certo senso non sapeva cosa fosse una conversazione amichevole, e nemmeno sapeva come sostenerla.

"Perché no?" Chiese ancora Hera.

"Così nessuno è in grado di riconoscermi."

"Sei una persona famosa?" Si intromise Sabine.

"Fortunatamente no." Rise Reddie.

"Allora perché?"

"Be, è complicato." Disse Reddie indeciso. "Io ho..." Lo Straniero esitò. "Ho un aspetto specifico. La gente potrebbe dire cose su di me."

"Non è mica un problema, o si?" Sabine non capiva cosa ciò implicasse.

"Ho nemici potenti. Ed anche se è praticamente impossibile che mi identifichino, meglio non correre rischi."

"Per caso con 'nemici potenti' intendi l'Impero?" Chiese Kanan.

"Maggiormente." Ammise Reddie.

"Noi non facciamo parte dell'Impero. " Gli ricordò Sabine.

"Ma se veniste catturati, sicuramente mi potreste menzionare." Protestò Reddie.

"Perché dovremmo farlo?" Sabine si sentì insultata.

"Per salvare i vostri amici." Spiegò Reddie.

"Noi non parleremmo mai." Sabine incrocio le braccia e si appoggiò allo schienale della sedia.

"Dipende da quanto tempo stai la. Ad un certo punto faresti di tutto per fermarli."

Lei ci mise un po' per comprendere. "Intendi dire un'interrogatorio?"

Reddie annuì. "Si. Certo."

"Tu come lo sai?"

"Ho sentito delle storie..." La sua voce si affievolì.

Kanan pensò che c'era qualcosa sotto, in più di semplici storie, ma nessun altro sembrò avere lo stesso pensiero.

"Credo che la bella notizia sia che noi non abbiamo nessuna intenzione di essere catturati. A dirla tutta non accadrà mai, siamo troppo mitici per quelli." Lo rassicurò Sabine.

"Ma certo che lo siete." Reddie annuì.

Sabine sorrise. Se all'inizio era curiosa di conoscerlo e sapere chi fosse, adesso più che mai moriva dalla curiosità e determinazione nel volerlo scoprire.
   
 
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