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Autore: RaidenCold    17/10/2017    0 recensioni
Il nemico del Santuario è l'antico mostro Tifone, che Atena ritiene avere una sede sull'isola di Death Queen; radunati tutti e 12 i cavalieri d'oro, decide di inviare Leonidas e altri quattro per stanare il nemico. Sull'isola però troveranno qualcosa che anni prima ha cambiato radicalmente la vita di molte persone al Santuario.
Nel frattempo Kara, la misteriosa donna incontrata da Leonidas e Lambda a Delfi, nonché reincarnazione di Echidna, parte per quella che con tutta probabilità sarà una missione senza ritorno...
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Kiki, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Excelsius multo facilius casus nocet”

A chi sta in alto è molto facile che la caduta provochi danni.

(Publio Sirio)

 

Minerva osservava da dietro una parete di vetro, la stanza in cui era ricoverato Alexander: era attaccato a una macchina che lo teneva in bilico tra la vita e la morte. La ragazza appoggiò la mano sul muro e sospirò, poi sentì una mano che le si appoggiava sulla spalla con delicatezza:

“Sei tu Chiron…”

“Atena, i medici si prenderanno cura di Alex, tu hai fatto già tutto il possibile ed è merito del tuo cosmo se è ancora vivo, vedrai che se la caverà. Hai bisogno di riposare, vieni, ti ricondurrò alle tue stanze.”

“Capisco la tua preoccupazione… come stai tu?”

“Le mie ferite sono irrilevanti in confronto a chi ha combattuto contro Tifone, come te.”

“E tuo fratello?”

“Ancora non ho notizie di lui, ma sono contento che sia vivo.”

“Degli altri invece?”

“Lambda è tornata da Death Queen con Miia e Miles… ma è in uno stato catatonico, non esce di casa e si rifiuta di mangiare o dormire, sembra l’ombra di sé stessa. Kalos e Leo non sono ancora tornati, e nessuno ha idea di dove siano… e come se non bastasse, Silen è di nuovo scappata dal Santuario, e non si hanno più notizie nemmeno di Kypros.”

Atena chinò il capo;

“Lun è tornato a Firenze per stare vicino a Claire e al piccolo Keith… forse dovrei andare anche io.”

Guardò Chiron, col volto pieno di cerotti e lividi, poi sorrise senza allegria:

“Ma il mio posto è qui, non è vero?”

Chiron chiuse gli occhi:

“Ovunque andrai ti proteggerò nobile Atena.”

Nel frattempo, nella stanza lì accanto,

Yuria aprì lentamente gli occhi, poi si guardò attorno e vide Mime che le sorrideva:
“Ben svegliata.” - disse dolcemente il ragazzo.

“Fratellone… sono in ospedale?”

“Sì, sei stata in coma per una settimana.”

“Dove sono gli altri?”

“Tranquilla si sono già svegliati prima di te e ora stanno tutti bene… lo stesso non si può dire delle vostre armature.”

“Per un po’ niente più battaglie vero?”

Mime abbracciò la sorella, che scoppiò a piangere.

 

“Per un cavaliere l’armatura è come parte del proprio corpo, perderla è una dolorosa ferita nell’animo.” - Kiki si avvicinò a Deneb, che silenzioso scrutava il Santuario da un giardino vicino alla prima casa.

“Stia tranquillo signor Kiki, sto bene.”

“Non essere così formale Deneb, ti conosco da quando eri solo un bambino. Ad ogni modo riparerò la tua armatura così potrai indossarla nuovamente: ci vorrà un po’ ma tornerà come nuova.”

Deneb sbuffò sorridendo senza allegria:

“Non è di questo che mi preoccupo…”

“Cosa ti turba allora?”

“Anche se abbiamo vinto, non riesco a togliermi la sensazione che stia arrivando qualche cosa di peggio.”

Kiki si sedette accanto al giovane:

“Non ti mentirò, la tua non è solo una sensazione, vedo il Santuario minacciato.”

“Da cosa?”

“Dall’ira divina… ma anche, e soprattutto, da uomini malvagi.”

“Parli come se già sapessi…”

“Il mio non è un vaticino: da tempo ho timore che accada qualcosa di terribile…”

Deneb ruotò la testa e arricciò le labbra perplesso, poi sbuffò nuovamente:

“Questo è solo l’inizio, vero?”

Kiki fece un cenno appena percettibile:

“Sì.”

 

Chiron sedeva sul trono sacerdotale, facendo il bilancio di ciò era successo fuori dalle dodici case:

“Abbiamo respinto tutti i drakontoi senza perdere cavalieri, ma tra i soldati semplici ed i civili le vittime sono ingenti… il Cloud non se ne starà a guardare, e non appena saprà di questo attacco ci saranno dei problemi per il Santuario.”

Jun sorseggiò il suo Tè, poi appoggiò la tazza sul tavolino e si sedette:

“Siamo senza sei cavalieri d’oro, sette se conti la situazione di Lambda, ho la sensazione che questi non aspettino altro da anni Chiron, dobbiamo stare all’erta.”

Un messaggero entrò dal portone del palazzo:

E dopo aver salutato il cavaliere della bilancia si rivolse a Chiron:

“Grande sacerdote, vengo ora con una notizia urgente!”

“Di che si tratta?”

“C’è stato uno strano avvistamento, in Tessaglia, pare si tratti di una progenie infernale.”

Jun si alzò in piedi stupito:

“Pensavo le avessimo sterminate qui al Santuario maledizione!”

“Pare invece che se ne sia salvata una…” commentò Chiron: “… cosa si sa di questo individuo?”

“Non molto, è comparso in un’aspra radura desertica e là vi è rimasto fin da quando lo abbiamo individuato alcune ore fa, immobile senza muovere un muscolo, tanto che i soldati credevano fosse morto, ma quando si sono avvicinati li ha respinti con la sola forza del suo cosmo. Indossa un’armatura nera, come i suoi compagni, ma la sua sembra raffigurare un leone, proprio come l’armatura d’oro di Leo.”

Chiron sgranò gli occhi e si sentì un brivido lungo la schiena:

“Se non c’è altro puoi andare, grazie.”

Il soldato si congedò ed uscì dalla stanza, poi Chiron si appoggiò una mano sulla fronte mordendosi il labbro:

“Che ti succede?” - gli domandò Jun preoccupato.

“Sta succedendo, tutto quello che ho cercato di evitare per anni sta infine accadendo… ignobile sorte che si abbatte su di me, anzi su tutti noi.”

“Calmati e cerca di spiegare.”

“Ho molta certezza che quel cavaliere con l’armatura nera sia Leonidas.”

“Che cosa? No, è assurdo!”

“Vieni con me amico mio, devo mostrarti una cosa.”

“Voglio venire anche io.”

Jun e Chiron si voltarono, e dietro di loro vi era la giovane Atena, poco nascosta dietro a una colonna.

“Oh nobile Atena perché non mi hai dato retta…”

“Basta Chiron, basta inganni, tu sai qualcosa di estremamente importante e voglio che me lo riveli, non tentare di fermarmi perché te lo comando in quanto tua dea!”

Chiron chinò il capo e si avviò verso la biblioteca:

“Seguitemi.”

Tirò fuori dal suo cassetto privato un vecchio rotolo di carta:

“Questo che vedete, è l’ultimo lascito del sommo Ajax, una profezia che egli ricevette anni fa sull’altura delle Stelle, il luogo dove il gran sacerdote comunica con Atena e gli altri numi.”

Minerva deglutì:

“C-che cosa vi è scritto?”

Chiron indugiò per alcuni secondi, poi resosi conto che a quel punto era impossibile tornare indietro, prese parola:

“Secondo questa profezia, il Santuario verrà rovesciato dall’interno dal seme di un nemico formidabile con un potere superiore allo stesso Zeus.”

“Tifone…” - bisbigliò Jun: “Non vedo comunque cosa c’entri con Leo!”

“Leonidas… non è altri che l’incarnazione di uno dei mostri creati da Tifone, che in quest’epoca ha assunto le fattezze del suo stesso figlio naturale.”

Minerva impallidì:

“Leo è figlio… di Tifone?”

“Sì Atena, mi rendo conto che siate sconvolta e so che non potrete mai perdonarmi per avervi tenuta tutti questi anni lontana da lui senza dirvi il perché…”

“No Chiron, tu non hai colpa, hai agito su direttive che ti erano state affidate e hai fatto ciò che ritenevi giusto.”

Jun si avvicinò all’amico:

“Nessuno può biasimarti, la situazione è troppo grande è complessa per essere gestita da un uomo solo: tale è il fardello del grande sacerdote.

Ma ora non sei più solo e ti aiuterò a risolvere questa faccenda.”

“Andiamo da lui.” - si fece avanti Minerva.

“Atena no, è troppo rischioso e voi siete ancora indebolita per la battaglia!”

“Chiron, qui non si tratta di un nemico, ma di mio fratello… e io farò qualunque cosa per riportarlo a me, ho già perso Bull non voglio perdere anche lui!”

“D’accordo Atena, vi porterò da lui, però devo avvertirvi: non è detto che la persona la quale andiamo ad incontrare… sia la stessa che conosciamo.

Ora in lui si è risvegliata una mostruosa eredità mitologica che forse ha annientato la sua persona, potrebbe persino tentare di…”

“Non importa, se non tentiamo allora sì che saremo noi i responsabili di questa disgrazia.”

“Verrò anche io, le mie ferite sono quasi del tutto guarite, se sarà necessario usare la forza avrete bisogno di me!” - si propose il cavaliere della Bilancia.

“E’ meglio far venire pure Diez, si è ristabilito – anche se zoppica un po’ - ed avere la sua lama sacra al suo fianco mi renderebbe più tranquillo.”

Minerva prese tra le mani il foglio della profezia, poi alzò lo sguardo verso il cielo: «Sto arrivando da te fratello mio…»

   
 
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