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Autore: The girl in the moon    18/10/2017    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come ha fatto Ambra a diventare quello che è adesso? Prima era una bambina dolce e innocente, perché è cambiata così all'improvviso? Certo, veniva maltrattata da suo fratello, ma se ci fosse dell'altro? Questa one-shot parla proprio di questo.
Spero vi piaccia!
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ambra
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Che non avesse amici era risaputo, sin dai tempi dell'asilo suo fratello Nathaniel la prendeva in giro e le faceva del male tirandole i capelli o spingendola a terra, umiliandola davanti a tutti i suoi compagni. Alle elementari le cose non erano migliorate, anzi erano notevolmente peggiorate. I suoi genitori la difendevano, ovviamente non volevano che la loro bambina soffrisse tanto, ma per quanto mettessero Nathaniel in punizione, questo se la prendeva sempre con lei. 
Tuttavia riuscì a riprendere un po' di respiro quando mamma e papà, stanchi del comportamenti del figlio, decisero di mandarlo in collegio per le scuole medie, sperando potesse cambiare. Così finalmente Ambra era riuscita ad essere in classe senza suo fratello, ma i maltrattamenti subiti l'avevano chiusa in se stessa. 
Tutte le speranze sul poter ricominciare si erano dimostrate vane quando si era resa conto di non essere riuscita ad integrarsi tra i compagni, che ormai era troppo tardi. Non stava in un angolino però, ascoltava le loro conversazioni senza spiccicare parola, sperando la considerassero da un momento all'altro. Questo la illudeva, le faceva sembrare di essere davvero parte del gruppo, quando in realtà a malapena si accorgevano della sua presenza. In cuor suo sapeva la verità, ma la ricacciava ogni volta nella scatola delle cose da dimenticare nella sua mente, insieme agli anni di bullismo da parte di suo fratello. 
Ma non poté più ignorare la sua situazione quando arrivò il suo undicesimo compleanno.

 
Did my invitations disappear?
Why'd I put my heart on every cursive letter?
Tell me why the hell no one is here,
Tell me what to do to make it all feel better.

 
La prima cosa che aveva fatto erano stati gli inviti: aveva comprato del cartoncino rosa insieme a sua madre, aveva piegato ogni pezzo in due parti e aveva disegnato tanti cuori e una torta di compleanno, aggiungendo un tocco di brillantini argentati alla fine. Malgrado i suoi genitori si fossero resi disponibili ad aiutarla, aveva vietato loro di intervenire nelle sue creazioni. Aveva preso la penna rossa e aveva scritto in corsivo tutti gli inviti, dal primo all'ultimo. 
Ci aveva messo tutto il cuore nel farli, mentre sognava il compleanno dei suoi sogni, come quelli che vedeva nei film e nei cartoni.
Li aveva spediti subito dopo averli inbustati, controllando più e più volte se fossero perfetti. Saltellava dalla gioia quando li aveva messi nella buca delle lettere, attendendo con ansia quel fatidico giorno. 
La cosa che più le era sempre piaciuta del suo compleanno era che fosse a San Valentino, per cui sperava che il ragazzo che le piaceva -che ovviamente aveva invitato- si dichiarasse davanti a tutti, dandole poi il suo primo bacio. Ci credeva davvero, Ambra, credeva fosse possibile.
Era in quella fase in cui vivi ancora di sogni e speranze, la realtà è così lontana da te, sei in bilico tra il mondo dei bambini e quello grigio degli adulti, un mondo che però ogni adolescente invidia per avere la propria indipendenza. Se ne valeva la pena? Probabilmente no, ma ancora non si conoscono i problemi della vita a quell'età.
Mai si sarebbe immaginata che sarebbe rimasta da sola quel giorno. 

 
Maybe it's a cruel joke on me
Whatever, whatever.
Just means there's way more cake for me
Forever, forever.

Cominciava a pensare che gli inviti si fossero persi, che il postino non sapeva dove li avesse messi, o che magari le stavano facendo tutti un grande e cattivo scherzo. O forse no, poteva essere una sorpresa! Quando si sarebbe persa d'animo sarebbero entrati tutti allegri dalla porta di ingresso -o magari erano già nascosti in casa!- per cui continuava ad attendere.
Passarono minuti, poi ore, e lei era sempre seduta sul divanetto del salotto, dove si sarebbe dovuta tenere la festa. Sua madre spesso la raggiungeva e la rassicurava dicendola che erano solo un po' in ritardo, ma neanche lei ci credeva. 
E anche Ambra cominciava a non crederci più. 
Non sarebbe venuto nessuno alla sua festa, a nessuno interessava di lei e di cosa avrebbe fatto, a nessuno interessava la sua penosa festa di compleanno. 
Si alzò dal divanetto, la testa bassa per nascondere gli occhi lucidi sotto la frangia bionda, le mani che stringevano tremanti la gonna in tulle del suo vestitino rosa. Sua madre la guardava preoccupata e le mise una mano sulla spalla per confortarla.
"Guarda il lato positivo tesoro" cominciò a dire ridacchiando, evidentemente a disagio, "ci sarà più torta per te. E' la tua preferita, quella con panna e fragole, potrai gustartela tutta, dall'inizio alla fine."

 
It's my party and I'll cry if I want to,
Cry if I want to (cry, cry, cry).
I'll cry until the this place,
I'll cry until my pity party's in flames.

Non doveva andare così, non era questo che voleva. In quel momento si rese conto che non li conosceva, non conosceva davvero nessuno di loro per quanto li avesse ascoltati. Se fosse stato così, nulla di tutto quello sarebbe successo...
Avrebbe voluto cambiare festività in cui festeggiare il suo compleanno, Halloween sarebbe stato più adatto in quell'istante. Ogni anno sua madre la vestiva da streghetta, in quel caso avrebbe potuto fargli un incantesimo: sarebbero venuti alla sua festa o si sarebbe vendicata.
Vendetta...
Quella parola cominciava a piacerle. Gli anni che aveva passato a subire, ad essere picchiata, derisa, esclusa, l'avevano portata ad avere un odio smisurato dentro di sé, qualcosa che voleva solo sfogare, voleva fare passare quello che aveva passato lei agli altri, anche peggio, voleva essere lei a fare del male, a sentirsi potente. E così sarebbe stato.
Non era più la piccola principessina innocente, sarebbe diventanta la regina temuta e idolotrata. Da quel giorno, il nome Ambra non sarebbe più stato insignificante, ma ricordato da tutti, nel bene o nel male. Non avrebbe più avuto una festa penosa come quella, le persone avrebbero fatto la fila anche solo per avere la possibilità di vederli i suoi inviti, gli stessi che saranno stati buttati dai suoi crudeli compangni.

 
Maybe if I knew all of them well,
I wouldn't have been trapped inside this hell that holds me.
Maybe if I casted out a spell,
But told them decorations were in pastel ribbons.

"Hai ragione mamma" rispose così senza guardarla, "è meglio. Non si meritano nulla, io sì che me la merito invece. Ci sarà tanta torta per me ora, per sempre."
 
Maybe it's a cruel joke on me
Whatever, whatever.
Just means there's way more cake for me
Forever, forever.


 
|O|

Spazio autrice: Ammetto di non avere la più pallida idea di come mi sia uscita questa...roba, spero solo che non sia un totale disastro. Che ne pensate? Vi è piaciuta questa song-fic sulla nostra odiata Ambra? Fatemelo sapere con una recensione, ovviamente accetto anche le critiche, purché siano costruttive.
La canzone è ovviamente "Pity Party" di Melanie Martinez, che io personalmente adoro. 
Alla prossima!
LittleBadDreamer.
 
 
 
   
 
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