Per
gli Zora l'acqua era tutto.
Era
casa e riparo, era soffio di vita, era l'elemento fulcro di tutta la
loro esistenza.
Vivevano
nell'acqua, respiravano acqua, dormivano nell'acqua.
E
ci passavano attraverso senza sforzo né peso, né
fatica, come gli
uccelli nell'aria.
Era
naturale, per loro, un istinto primordiale.
Il
bacino idrico era grande, ancora più grande da quando Vah
Ruta era
stato placato e si era appollaiato sulla cima della montagna vicino a
Monte Ruto: senza più il colosso ad occupare lo spazio,
l'enorme
distesa d'acqua scintillava come una gemma sotto il sole, vasta e
invitante.
Sidon
amava stare lassù.
Nel
secolo in cui Vah Ruta lo aveva eletto a propria dimora, aveva solo
potuto stare nel molo a guardarlo e pensare a come poterlo fermare,
senza osare avvicinarsi.
Poi
era arrivato Link e insieme avevano liberato il colosso, liberato il
bacino, liberato lo spirito sofferente di sua sorella.
Era
stato grato, per tutto.
E
anche se ormai non doveva più controllare la bestia sotto il
giogo
della Calamità, passava comunque molto del suo tempo
lassù, lontano
da tutti.
Il
suo regno era una grande comunità, aperta e legata da
profondi
vincoli, senza muri e barriere, senza spazi personali, e purtroppo
privacy, e Sidon amava quella collettività così
unita, ma a volte
sentiva la necessità di stare da solo.
La
diga era il luogo ideale, riparato dagli sguardi eppure spazioso e
libero.
L'acqua
così pura e fresca, le sue profondità piene di
meraviglia. Nuotare
nella sua grande distesa lo aiutava a riflettere, a meditare quando
qualcosa lo turbava.
Non
pensava, non avrebbe mai pensato, che qualcun altro potesse andare
fin lì, forse a cercare la stessa pace.
Era
un piccolo fagotto lercio e annerito, la cenere cadeva dalla spessa
tuta che indossava ad ogni passo, mentre si dirigeva verso il
baldacchino in pietra a ridosso della diga: si sedette pesantemente
sul letto e sfilò con un sospiro sofferto la pesante
maschera,
scuotendo la testa bionda.
Link.
Sidon
non sapeva cosa ci facesse un letto lassù, nella diga, sotto
quel
baldacchino in pietra, ma negli anni era stato il suo rifugio
segreto, il luogo in cui aveva dormito più di una notte, al
riparo
da occhi indiscreti o giudizi o paure.
Non
sospettava che Link lo avesse scoperto e scelto come dimora per
quando tornava nel regno degli Zora.
Stava
per uscire dall'acqua e manifestarsi, e magari scambiare due
chiacchiere con lui, era felicissimo di vederlo, quando si accorse
che l'hylian si era liberato anche della casacca e dei gambali
dell'armatura e li aveva gettati a terra di malagrazia, tenendo su
solo quello che chiamavano intimo.
La
nudità non era un problema o un tabù per gli
zora, andavano in giro
vestiti solo della loro pelle, ma Sidon sapeva che per gli Hylian non
era la stessa cosa, che esisteva una cosa chiamata pudore che li
spingeva a coprirsi alcune parti del corpo e che mostrarsi nudi era
segno di grande intimità.
Sapeva
anche che Link non sembrava tenere particolarmente molto al pudore,
dato che lo aveva visto cambiarsi spesso e volentieri nei posti
più
disparati, anche in mezzo alla piazza, senza nessun problema per chi
gli stesse attorno.
Forse
era più lui, Sidon, ad avere un problema con la
nudità di Link.
Comunque,
il proposito iniziale di manifestarsi era stato dimenticato e rimase
invece sotto il pelo dell'acqua a guardare Link stirare i muscoli
indolenziti, scorrendo con lo sguardo le numerose cicatrici che gli
solcavano la pelle, in un intreccio ipnotico.
Link
era bello.
Perfino
agli occhi di uno zora, ai suoi occhi, Link era bello. Tutto un
fascio di muscoli sinuosi, fisico proporzionato, capelli che
scintillavano d'oro e occhi dello stesso colore del cielo e del mare.
E uno dei sorrisi più scanzonati e solari che avesse mai
visto.
Non
era la prima volta che pensava all'amico in certi termini,
soprattutto dopo la loro lotta contro Ruta, e si sentiva sempre
più
combattuto e confuso, dalla direzione che stavano prendendo i suoi
pensieri.
Link
si avvicinò all'acqua con quel sorriso beffardo, spaziando
con lo
sguardo sulla superficie con anticipazione e Sidon andò un
po' più
a fondo per non farsi vedere, ormai uscire allo scoperto gli sembrava
imbarazzante.
L'hylian
indietreggiò di qualche passo, deciso, poi corse con tutta
la sua
forza, spiccando un salto sul bordo del molo e raggomitolandosi a
palla, appena prima dell'impatto: cadde senza grazia, come un sasso,
sollevando una torre di spruzzi tutto attorno.
Perfino
sotto l'acqua, con gli occhi chiusi, sorrideva della sua bravata e
Sidon non poté fare a meno di ridere della sua gioia.
Link
riemerse e lasciò andare un sospiro rilassato, agitando
gambe e
braccia nell'acqua come un piccolo zora alla sua prima nuotata.
Non
aveva ovviamente l'eleganza di uno zora nell'acqua, si muoveva troppo
e troppo bruscamente, ed era incredibilmente lento, ma era
affascinante guardarlo avanzare pian piano con tutta la sua energia e
determinazione.
Ogni
tanto si fermava e con un piccolo tuffo compiva un paio di capriole
sott'acqua, tutto sbilenco e sgraziato, riemergendo coi capelli tutti
incollati alla faccia in forme strane.
Sembrava
che si stesse divertendo un mondo e Sidon era felice di vederlo
gioire così tanto del suo elemento base e ancora
più contento di
vedere un aspetto di Link, giocoso e rilassato, che non mostrava
così
tanto apertamente.
Certo,
lo stava tecnicamente spiando, ma quel solletico nel petto mentre lo
guardava e rideva della sua contentezza scacciava in fretta ogni
senso di colpa.
Link
percorse qualche altro metro con capriole e avvitamenti, poi si
fermò
e si guardò intorno, con un gran respiro profondo: con un
colpo di
gambe si mise sul dorso e rimase a galleggiare pigramente sulla
superficie, gli occhi fissi sul cielo limpido sopra di sé.
Si
lasciò cullare dal morbido e lento movimento di
impercettibili onde.
Era
quasi come galleggiare nel cielo stesso.
Sidon
era poco sotto di lui e cercava di immaginare cosa stesse pensando il
giovane amico, ma non poteva sapere quali fatiche o dubbi o paure
stesse affrontando.
Se
avesse allungato un braccio, avrebbe potuto sfiorare la sua piccola
schiena ricamata di cicatrici in punta di dita, ma la sola idea lo
terrorizzava per l'audacia del suo stesso pensiero.
Per
quello che implicava.
E
poi, pensò, Link si sarebbe di certo spaventato e avrebbe
rischiato
di annegare per uno stupido desiderio di toccarlo.
Nemmeno
il tempo di finire il pensiero e Link si inabissò per
davvero,
affondando in un groviglio di arti, mentre miriadi di bolle
scappavano dalla sua bocca spalancata.
Un
crampo, capì immediatamente lo zora, vedendo la sua gamba
bloccata.
Fu veloce ad agire e ad afferrare l'amico per la vita.
Forse
fu il panico o forse il dolore, ma Link aprì immediatamente
gli
occhi sott'acqua, ancora più blu.
Il
lampo di paura diventò in fretta sorpresa quando si accorse
che era
Sidon a stringerlo e pochi istanti dopo infransero la superficie
dell'acqua: Link trasse un grande respiro brusco e urgente, prima di
tossicchiare.
“Sid-
Sidon!” C'era sollievo nella sua voce rauca.
Il
principe sorrise tenuemente, continuando a sorreggerlo.
Se
c'era una cosa che adorava di Link, era il modo in cui gli parlava,
senza titoli o riverenze, con una semplice schiettezza e
praticità,
che lo faceva davvero sentire un suo pari.
Non
c'erano distinzioni di rango tra loro. Erano amici.
Lasciò
che Link prendesse qualche altro respiro a fondo e si calmasse, gli
occhi ancora un poco sofferenti.
“Stavo
nuotando e... un crampo...” riuscì infine a dire
con una smorfia,
tra i corti respiri.
“Sì,
lo so, amico mio.”
Ovviamente
non avrebbe mai ammesso che lo aveva osservato per tutto il tempo.
Era inappropriato.
“Come
stai adesso?” chiese cortesemente.
“Mi
fa ancora un po' male, dovrei stirare la gamba.”
“Vieni,
appoggiati a me.”
Lo
voltò e attirò la schiena di Link contro il suo
petto,
sostenendolo, poi afferrò la sua gamba sinistra e la
stirò verso
l'alto, lentamente.
Link
trasse un respiro brusco attraverso i denti chiusi, agitandosi tra le
sue braccia, e Sidon allentò un po' la pressione, cercando
di essere
più delicato possibile.
Ci
volle qualche minuto prima che i muscoli tesi di Link iniziassero a
rilassarsi e il suo respiro tornasse ad un ritmo normale, di colpo
una gelatina molle e distesa contro il suo corpo.
Poi
poggiò anche la testa con un grande sospiro e
sollevò il mento,
incontrando lo sguardo di Sidon; era la prima volta che il suo viso
era così vicino. Notò le macchie azzurre nei suoi
occhi dorati e
mai prima di quel momento c'era riuscito.
Di
solito tra loro c'era uno scarto di un metro e mezzo di altezza che
rendeva impossibile guardarsi negli occhi e anche quando Sidon si
chinava, lo sovrastava comunque.
Sidon
era alto.
Ovviamente
lo sapeva: era un guerriero, era alto e muscoloso, e forte.
Link
lo sapeva.
Solo
non si era mai preso del tempo, non aveva mai avuto il tempo, per
pensarci e notare coscientemente il fisico dell'amico.
Ad
essere sincero, c'era stata un'altra volta in cui aveva pensato al
corpo dello zora, anche se solo per un istante: quando avevano
lottato contro Vah Ruta e Sidon lo sosteneva, veloce e compatto, Link
aveva pensato a quanto forte la sua schiena sembrasse e fosse.
Era
stato grato e si era sentito al sicuro, ogni volta in cui Sidon lo
aveva afferrato quando ricadeva in acqua.
Sidon
era veramente forte.
E
Link lo stava fissando. Premuto contro il suo corpo.
E
Sidon sembrava confuso o sorpreso.
E
Link non aveva ancora capito perché.
“Dovresti-”
Sidon si schiarì una volta la gola.
“Dovresti
riscaldarti prima di nuotare.”
Il
sorriso beffardo di Link era canzonatorio anche al contrario.
“Come
sai che non l'ho fatto?”
“Sono
certo che tu non l'abbia fatto. Penso di conoscerti abbastanza
bene.”
E
lo aveva spiato, anche.
“Ti
posso assicurare che l'ho fatto!”
Mentiva
così bene che ci avrebbe anche creduto, se appunto non lo
avesse
visto tuffarsi come un goron nel bacino idrico non appena arrivato.
L'occhiata
scettica che gli mandò fece solo sorridere Link di
più.
C'era
qualcosa, dentro di Sidon, che non funzionava nel modo giusto.
Perché
il petto era stretto in una morsa dolorosa e non riusciva a respirare
bene e non era possibile, per uno che aveva anche le branchie per
respirare sott'acqua.
Era
Link. Era tutto ciò che lo comprendeva.
Sentiva attrazione e forse altro
verso l'amico e non era minimamente accettabile.
Sentiva di stare macchiando il
loro stupendo legame di amicizia.
Lo
allontanò garbatamente da sé, tenendolo comunque
con mani sicure, e
con il sorriso migliore che gli riuscì, disse:
“Ti
porto al molo sulla mia schiena, è meglio che riposi per un
po'.”
Link
si illuminò all'offerta e spalancò gli occhi,
evidentemente
entusiasta e Sidon si chiese se dovesse sentirsi lusingato o meno, ma
l'altro si era già arrampicato su per la sua schiena con
sorprendente agilità, quindi iniziò a nuotare
verso il molo, non
troppo velocemente.
Link
si sporgeva in avanti per non perdere l'equilibrio, aggrappato alle
sue spalle con energia, godendosi appieno
il giro.
“Comunque,
stavo pensando, che sei un principe, non dovresti offrire passaggi
sulla tua schiena a chiunque” lo sentì dire dopo
qualche attimo,
quando ormai erano praticamente arrivati.
Sidon
fu grato che non potesse vederlo in faccia, perché avrebbe
potuto
leggerci tutto il suo imbarazzo: non aveva mai offerto a nessuno di
salirgli sulla schiena, solo a Link, ma non pensava che fosse il caso
di dirglielo.
“Me
lo ricorderò” rispose dopo qualche istante, con
sussiego.
Lo
aiutò a scendere e a risalire sul molo e Link si sedette sul
bordo,
lasciando le gambe a mollo, agitandole di tanto in tanto avanti e
indietro, pigramente; Sidon rimase nell'acqua, ma appoggiò
le
braccia vicino a Link, sollevando lo sguardo per guardarlo.
“Quando
sei tornato? E come mai sei venuto quassù?”
Link
fece spallucce.
“Volevo
fare un bagno e riposare. E quel letto è libero e gratis,
perciò
eccomi qua” disse indicando vagamente alle sue spalle.
Sidon
strinse appena gli occhi a fessura.
“Quello
è il mio letto” lo prese in giro, ma
così seriamente che Link
sembrò cascarci.
L'hylian
spalancò gli occhi con sorpresa e Sidon poté
giurare che la punta
delle sue orecchie fosse diventata rossa.
Le
sue sopracciglia si corrucciarono, poi sollevarono, poi corrucciarono
di nuovo, la sua mente evidentemente impegnata a pensare alla cosa
più giusta da dire.
Gli
costò tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a
ridergli in
faccia.
Gli
occhi di Link brillarono offesi dopo qualche momento.
“Voi
dormite nell'acqua! Non può essere il tuo letto!”
Sidon
ridacchiò liberamente, in faccia al broncio del suo amico.
“Non
è davvero il mio letto” riuscì a dire
alla fine, e vide Link
rollare gli occhi al cielo per l'ovvietà. “Ma
è come se lo
fosse.”
Link
piegò la testa con curiosità.
“Ho
passato tanto tempo quassù ad osservare Vah Ruta negli
ultimi cento
anni. Talmente tanto che ho dormito in quel letto molte volte per non
perderlo di vista, così tanto che a volte ho dimenticato di
essere
uno zora che aveva bisogno di acqua” iniziò a
spiegare
candidamente, solo un lieve tono di dolore nel fondo della sua
morbida voce.
Non
sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi di Link, aveva
paura di
poterci trovare pietà o compassione.
“E
così col tempo questo è diventato il mio posto e
quello il mio
letto. Ma da quel che mi ricordo c'è da molto
prima.”
Link fu
colpito dalla sua
confessione e nella sua mente passò l'immagine di un piccolo
Sidon,
piccolo quanto Antem o Potem o Finel, seduto su quell'enorme letto a
guardare la distesa d'acqua di fronte a sé, con
preoccupazione.
Era un'immagine carinissima,
seppure triste.
“Allora
porto via le mie cose!
Vado alla locanda!”
Tirò le gambe fuori dall'acqua
e fece per alzarsi, ma la mano di Sidon si poggiò su uno dei
suoi
polpacci e lo bloccò con garbo.
“No,
non c'è bisogno, amico
mio. Sono contento che qualcuno lo usi per riposarsi e ancora
più
contento che lo usi tu. Questo è diventato il mio posto
preferito,
soprattutto da quando hai liberato Vah Ruta, mi fa piacere che sia tu
a godere della tranquillità che offre.”
Anche per
Link quello era in un
certo senso un luogo caro, ma non sapeva bene dire perché:
si
sentiva tranquillo, lo sentiva familiare, e ogni volta che ci tornava
riviveva le immagini della loro lotta al cardiopalma contro il
colosso, e lui era contento di avere quei ricordi, che erano veri e
freschi e reali.
Un angolo della sua bocca si
stirò, un sorriso a metà, e gli occhi azzurri
spaziarono di fronte
a sé.
“Mi
sto preparando per
liberare Vah Rudania, sul monte Morte” annunciò in
poco più di un
sussurro.
Sentì la sorpresa di Sidon nel
tocco della sua mano ancora sulla sua gamba, ma il suo sguardo rimase
sull'acqua.
“Sul
serio? È magnifico!”
C'era tutta la sua esuberanza,
nelle sue parole.
Link
annuì una volta e indicò
verso le sue spalle, verso l'armatura gettata al suolo, sporca di
cenere.
Riusciva a sentire il caldo
rovente della lava e il fumo invadergli i polmoni, se solo ci
pensava, anche lì con la pelle ancora umida d'acqua.
“Ancora
un paio di cose e poi
sarò pronto. Un goron mi darà una mano per
arrivare da Rudania.”
Una lieve fitta di gelosia colpì
Sidon, al pensiero di quel qualcun altro che avrebbe condiviso
l'avventura con Link, come aveva fatto lui con Ruta, ma venne
scacciata in fretta dalla preoccupazione per il suo amico e per
l'evidente nervosismo che covava sotto un sorriso sghembo.
Avrebbe voluto fargli tante
domande, come fosse la città dei goron e le loro usanze,
come si
stesse preparando e come fosse Rudania, ma non era il momento; le
avrebbe tenute per sé per quando Link fosse tornato
vincitore.
“Sarai
magnifico, Link!
Rudania sarà subito libero!” esclamò
con una voce squillante,
attirando finalmente lo sguardo dell'hylian su di sé.
Gli dedicò il più grande dei
suoi sorrisi, stringendo la mano a pugno nella sua caratteristica
posa, gli occhi pieni di fiducia e fu ripagato da un sorriso
rincuorato in risposta.
Se poteva aiutare Link con i
suoi incoraggiamenti, anche in piccola parte, avrebbe continuato a
sostenerlo ogni istante, per qualunque cosa.
Link si
alzò in piedi già più
fiducioso e gli rivolse uno sguardo scintillante.
“Ti
faccio vedere come si fa
il tuffo a goron!” disse entusiasta, come il ragazzino che in
effetti era.
Lo guardò tornare indietro di
qualche passo per prendere la rincorsa e mandargli un occhiata
complice prima di correre, che fece stringere la morsa nel suo petto
con dolore.
Era fregato, pensò Sidon, si
era innamorato del suo migliore amico.
Note:
Shippo
Sidlink, lo ammetto e non
me ne vergogno!
Li shippo tantissimo, la slink
(la coppia io la chiamo così) otp di botw!
A parte che gli zora sono
stupendi come razza, Sidon è un principe supportivo e
positivo
eppure credo che abbia anche lui delle incertezze e pressioni (potrei
andare avanti ore sulla caratterizzazione dei personaggi da gesti o
parole, ma davvero meglio di no, la povera e cara amica Sara ne sa
qualcosa).
Il tuffo a goron è ovviamente il tuffo a bomba XD
Spero che
vi sia piaciuta, in
futuro voglio scrivere ancora di loro!
Adesso vado a combattere la
Calamità, Hyrule ha bisogno di me!
Abbraccio!