Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.30
I due Vegeta
La
battle-suit della regina era strappata in più punti, la
donna piegò le
labbra rosse in un sorriso di scherno.
<
Se pensate di piegarmi solo perché mi avete catturata, vi
sbagliate
> pensò Sarah. Sentiva la lama gelida premerle contro
la gola, le fece un
leggero taglio e il sangue iniziò a scivolare lungo la sua
pelle olivastra.
“Non
osare toccare mia madre!” sbraitò Vegeta.
La
sua aura iniziò ad aumentare, il cappuccio ricadde alle sue
spalle e il
suo mantello si sollevò, mentre i suoi capelli si tingevano
d’oro e i suoi
occhi diventavano verdi, ma con un’espressione glaciale
simile a quella
ritrovabile negli occhi colo ambra della regina.
Parecchi
dei saiyan in piazza indietreggiarono, alcuni spalancarono la
bocca, altri rimanendo accecati.
“Questa
è la luce del leggendario supersaiyan” dissero
alcuni dei più
anziani con voce incredula.
Goten
abbracciò Bra, intenta a guardare il palco.
“Quella
è mia nonna” bisbigliò Bra.
“Sei
uno spettro, vero? Vuol dire che sei già morto. Vuoi morire
nuovamente? Ti accontento subito!” ringhiò Vegeta.
<
Voglio schiacciare questo cosiddetto ‘grande
spettro’ sotto il mio
piede > pensò, con tono rabbioso.
“Se
mi uccidi, la prima a morire sarà tua madre. Al contrario,
se partecipi
a un gioco e lo vinci, vai via sano e salvo con tutti i tuoi
amichetti” disse
il grande spettro con voce melliflua.
Crilin
rabbrividì, guardando Vegeta.
<
Sembra trasudare malvagità > pensò.
“Che
vuoi dire con ‘gioco’, serpe?!”
urlò Vegeta.
Vetrunks
rabbrividì e si nascose dietro la gamba di suo padre.
Vegeta
lo intravide tremare, fissandolo.
<
Sto spaventando la mia stessa famiglia > pensò,
cercando di ridurre
la propria aura.
“Vedi
di rispondere, maledetto idiota!” sbraitò.
Alzò
lo sguardo e vide l’espressione di sua madre,
chinò la testa e
arrossì.
<
Non abbiamo mai avuto bisogno di parole per capirci e quello sguardo
può significare solo: “Sei un principe e non
voglio che parli come una
qualunque terza classe”. > pensò.
“Perché
dovremmo fidarci di te? Hai dato della bugiarda alla mia Pamela,
usi ricatti subdoli e ti nascondi dietro degli ostaggi!”
sbraitò Radish.
“È
semplice. Devi solo battere il mio guerriero migliore. Ci
stai?” domandò
lo spettro.
Vegeta
scoppiò a ridere.
“Io
e Kakaroth siamo i più forti di
quest’universo!” gridò.
<
Speriamo che Billsama non mi abbia sentito > pensò.
Allargò le
gambe e s’indicò con il pollice.
“Accetto”.
La
folla indietreggiò ancora, lasciando libera metà
della piazza intorno a
lui.
Dalla
nebbia del grande spettro uscì un’altra ombra che
avanzò, con
incedere marziale.
Vegeta
vide che era un uomo quando quest’ultimo saltò
giù dal palco, il
lungo mantello vermiglio che portava lo sfidante gli ondeggiava dietro
la
schiena. Teneva la coda stretta alla vita e, alla cintola, portava una
spada
con un’effige riproposta anche sulla sua battle-suit.
Vegeta
s’irrigidì, respirando piano, venendo scosso da
tremiti.
Sarah
impallidì e rischiò di svenire, mentre il
principe dei saiyan
guardava il suo avversario con gli occhi sgranati e sporti.
“Non
è valido, Vegeta è disarmato”
ringhiò Gohan.
Nappa
urlò nella direzione del principe dei saiyan.
“Altezza,
prendete!” urlò, lanciando un fagotto.
Vegeta
l’afferrò al volo.
Turles
si avvicinò a Kamhara e gli porse la mano.
“Sgancia.
Ho visto la scommessa. Nappa ha detto il vero quando ci ha fatto
sapere che sarebbe servita” mormorò.
Kamhara
gli mise in mano una moneta.
“Non
è il momento di cose simili, il principe sta
soffrendo” sibilò.
“Non
ti arrabbiare sorellona, una scommessa è una
scommessa” bisbigliò
Turles.
L’avversario
sfoderò la spada e partì all’attacco.
********
Baba
si deterse il sudore, che colava dalla sua fronte rugosa, con un
fazzoletto.
“Sono
troppo vecchia per tutte queste emozioni. E se re Yammer scopre cosa
sta capitando negl’inferi, li spazzerà tutti via
senza fare distinzioni, ed
anch’io potrei finire nei guai” borbottò.
Chichi
finì di somministrare l’antidoto a Goku.
<
Sono convinta che avrebbe preferito morire piuttosto che avere fatta
la puntura > pensò, buttando la siringa nella
spazzatura, coprendola con dei
guanti di lattice.
Il
viso di Goku da sofferente divenne rilassato e roseo.
Son
sbadigliò, allungò le braccia e con un mugolio si
destò. Si alzò di
scatto e sgranò gli occhi, Chichi rabbrividì e
indietreggiò.
Baba
rischiò di cadere dalla sua sfera.
“Basta
emozioni!” si lamentò.
Chichi
regolò il respiro e si tolse qualche ciocca mora dal viso.
<
Meno male che gli altri sono tutti al piano di sopra o avrebbe
scatenato una gran confusione questo suo essersi ripreso di scatto
> pensò.
“Amore
calmati. Sei stato molto male, hai ancora bisogno di
riposare” disse
Chichi dolcemente, avvicinandosi.
Goku
si sedette a gambe incrociate sul divano.
“Chichina,
scusami se ti faccio sempre preoccupare” disse, grattandosi
la
testa.
Chichi
gli porse un fagiolo di Balzar.
“Con
questo dovremmo essere sicuri della tua ripresa” disse.
Goku
lo mise in bocca e masticò rumorosamente.
“Dove
sono gli altri?” domandò. Si guardò
intorno. < Avrei anche voluto
rivedere la mia piccola May. Tesoro del papà, si
sarà spaventata > pensò.
“Sono
ancora agl’inferi. Se volete possiamo osservarli attraverso
la mia
sfera” propose la vecchia sibilla.
“Preferiremmo.
Ci sono i miei figli laggiù e anche la mia
nipotina” disse
Chichi.
<
È angosciante non sapere nulla… perché
non sono ancora tornati? >
pensò.
Baba
saltò giù dalla sfera e allungò le
mani grinzose nella sua direzione.
“Olla
Olla Olla. Appari nella ‘bolla’”
recitò.
Delle
immagini comparvero nella sfera, Goku s’irrigidì.
“Ve-Vegeta…
sta combattendo contro suo padre!” urlò Son.
********
Vegeta
fece una parata alta, girò su se stesso e cercò
di entrare con un
affondo. L’altro schivò, tentò una
serie di attacchi, ma Vegeta li parò facendo
mulinare la spada. Le lame si scontravano ripetutamente, producendo
delle
scintille, in clangore delle armi risuonava tutt’intorno.
<
Risuona la danza di madama morte e io, come un ballerino
sott’incantesimo,
non riesco a smettere di ballare il suo ritmo > pensò
Vegeta. Il suo corpo
era rigido e si muoveva automaticamente.
<
Mio padre sembra un automa > pensò Trunks,
rabbrividendo.
“Non
possiamo stare a guardare” disse Elly. Scattò, ma
Junior l’arrestò
mettendole la mano sulla spalla.
“Se
t’intrometti uccideranno gli ostaggi, per adesso dobbiamo
rimanere a
guardare” disse il namecciano.
Elly
rabbrividì, le sue iridi azzurre divennero liquide e
impallidì.
“Non
è giusto” gemette.
La
folla di saiyan aveva iniziato a battere le mani a ritmo e a ripetere:
“Muori,
muori” nella direzione di Vegeta.
“Maledetti!
Incitate il principe piuttosto!” sbraitò Naly
dalla cella.
Zarbon
assottigliò gli occhi e guardò la scena
attraverso le sbarre.
<
Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, quando un mercenario
troppo ubriaco o troppo borioso sfidava un giovane Vegeta. Lo
sconfiggeva con
facilità, ma a quel punto gli altri membri della squadra del
perdente lo
attaccavano. Scontro dopo scontro si riduceva davvero male, sotto le
nostre
urla di scherno e lo sguardo di Freezer. Il tiranno attendeva con
pazienza la
sua ultima vittoria e, con un ghigno stampato in volto,
gl’infieriva una
punizione esemplare >. Si voltò verso il grande
spettro. < Questa volta
non sarà diverso. Alla fine di tutto, lui, probabilmente, ci
distruggerà lo
stesso > pensò.
Kamhara
era scossa da tremiti, avvertì una fitta al petto,
guardò suo padre
prigioniero e tornò a guardare i due contendenti.
<
Questo dev’essere uno di quegl’incubi che mi
tormentano la notte.
Passerò, mi sveglierò accanto al mio adorato
John. Niente di tutto questo sarà
successo > si disse, mentre i suoi occhi diventavano liquidi.