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Autore: themermaidwriter    19/10/2017    4 recensioni
Non pensò che quella frase avrebbe aggiunto qualcosa che non aveva voglia di affrontare.
Non con Sherlock in quelle condizioni. O forse era il momento perfetto? Magari tutto ciò che gli avrebbe detto quel pomeriggio al 221 di Baker Street l'avrebbe dimenticato dopo un sonnellino.

Che cosa succede quando è un social network a rivelare sentimenti nascosti? Beh, basta un click per scoprirlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Did you invented a hashtag about us?
- John Watson & Sherlock Holmes.

 

via @sherlockholmes 
Passami la teiera.

John aveva lo sguardo fisso sullo schermo del computer e non faceva altro che premere e il tasto 'refresh' sulla home del suo blog. 
Non c'erano nuove visite da almeno sei ore. 
Era ormai entrato in un circolo vizioso. 
Per fortuna la sua attenzione venne catturata dallo schermo del cellulare che si era illuminato mostrando la notifica targata uccelletto azzurro che lo guardava a sua volta in modo statico. 
Dovette sbattere gli occhi davanti allo schermo ancora una volta prima di prenderlo in mano e realizzare che fosse un tweet di Sherlock; l'uomo a due passi da lui appollaiato sul divano immerso dalle coperte.

via @sherlockholmes
John?!?!

Dovette mettere a fuoco bene l'immagine dell'uomo prima di notare il secondo tweet. 
Se ne stava immobile con il cellulare pericolosamente davanti alla faccia a smanettare con entrambi i pollici e con uno sguardo più serio che mai. 
Nemmeno si degnava di voltarsi.

via @sherlockholmes 
John, dannazione, ci sei?

Sherlock, maledizione. 
John sobbalzò alla vibrazione del cellulare tra le mani; s'era addentrato in una spirale di pensieri nati dalla voglia di decifrare l'ennesimo bizzarro comportamento del detective. 
Non ne sarebbe venuto a capo.

via @sherlockholmes
Smettila di guardarmi come se ti avessi chiesto una foto della Regina sulla tazza. Non è un compito così complesso, mi sembra. Sei capace di passarmi la maledetta teiera?

La drama queen che era in lui uscì fuori tutta insieme davanti alla sulla richiesta non soddisfatta e quella nota di ironia non fece altro che aggrovigliare i pensieri già ingarbugliati in precedenza del povero John Watson che ancora lo fissava con l'espressione di chi non aveva idea di come procedere davanti a un'operazione matematica. Chi era quell'uomo sdraiato davanti a lui?

via @sherlockholmes
se pensi che le appariranno magicamente le gambe per arrivare fin qui, sei fuori strada. 
Conosco le teiere.

Probabilmente era la febbre che lo stava facendo delirare. 
Non che non fosse già un campione in questa attività. 
L'uomo chiuse l'applicazione sul cellulare lasciandolo sulla poltrona e si diresse verso il tavolino per poi versare il contenuto caldo della teiera direttamente nella tazza blu che usava Sherlock e che aveva attentamente recuperato dal pavimento sotto di lui. 
Tornò davanti alla figura distesa che senza degnarlo di uno sguardo raccolse la tazza bevendo cautamente un sorso. 
Continuò a fissare il cellulare anche mentre lasciava la tazza nuovamente sul pavimento e dopo un attimo tornò a ticchettare con i polpastrelli sullo schermo. 
John fece per tornare al suo posto e quando raccolse il suo telefono per potersi risedere notò un'altra notifica.

via @sherlockholmes
Grazie. Ci voleva tanto?

John grugnì senza voltarsi scuotendo l'apparecchio. 
Va bene Sherlock, facciamo il tuo gioco. Come sempre.

via @drjohnwatson
Non hai detto per favore.

via @sherlockholmes
Non mi sembra di essermi mai sottomesso a delle inutili convenzioni sociali.

John alzò gli occhi al cielo. 
Era stato proprio Sherlock ha convincerlo ad iscriversi a quel maledetto social network. Un soldato non immaginava quanta guerra ci si potesse fare attraverso uno schermo. 
Per la fortuna di John, Sherlock usava twitter solo per perseguitarlo.

via @sherlockholmes
E poi sei stato tu ad insistere per farmi da infermiera. 
Voglio uscire! 
HO DEL LAVORO DA FARE JOHH, NON ASSILLARMI.

Nonostante avesse usato tutta l'enfasi che poteva sprigionare un caps lock non accennava a muoversi, nemmeno di un centimetro. 
Troppo stanco Sherlock Holmes?

via @drjohnwatson 
Finché sarò io a farti da infermiera e tu avrai una temperatura al di sopra dei 37 gradi, non metterai un solo piedi fuori di casa.

via @sherlockholmes
Steve mi ha già mandato un ventina di messaggi riguardo un caso che richiede la mia attenzione.

via @drjohnwatson
Greg.. 
Non hai ricevuto nessun caso, Sherlock. Ho detto a Greg che sei malato, non ti disturberà almeno per un po'.

John vide il volto di Sherlock corrucciarsi e sbattere la testa in avanti - per quanto le forze glielo permisero - e ci fu in lui una certa soddisfazione nel contraddire finalmente il suo presuntuoso compagno.

via @sherlockholmes
mi annoio.

Grazie al cielo lo stava solo tormentando con dei messaggi invece che sparare per aria. 
La febbre aveva avuto la meglio sulla follia di Sherlock. 
Ah, allora c'era qualcosa in questo mondo che potesse metterlo KO.

via @sherlockholmes
Liberaci, John. #FreeJohnlock.

John non esitò un istante a ridacchiare davanti a quell'assurda combinazione di parole.

via @drjohnwatson
Che diavolo significa?

E' un po' fece finta di non arrivarci subito.

via @sherlockholmes 
E' un hashtag. Va di moda.

via @drjohnwatson 
Da quando in qua sai cosa va di moda?

Lo vide esitare un po' mentre poggiava il bordo del cellulare sul libro inferiore.

via @sherlockholmes 
E' la fusione dei nostri nomi. 

Sherlock non aveva resistito a vederli uniti almeno in una trasportazione ortografica. 
C'era un certo piacere visivo nel poter guardare e riguardare qualcosa che fino a poco tempo prima avevi solo nella testa. 
In questo modo sarebbe stato molto più facile per John vederlo. 
Ma John aveva tutta l'aria di chi non sapeva cosa rispondere o con quale carattere avrebbe espresso meno stupore. E ringraziò non stessero parlando. Il suo voltò lo faceva da sé. 
Sherlock non avrebbe capito dal suo tono di voce, da ogni sillaba tremante, quanto l'avesse colpito e il perché lo avesse fatto. O forse lo capiva lo stesso, lui era Sherlock Holmes. Non avrebbe percepito i sentimenti ma qualche domanda sulle sue condizioni fisiche se la sarebbe posta.

via @drjohnwatson
Hai inventato un hashtag su di noi?

Vide Sherlock leccarsi le labbra.

via @sherlockholmes
queste coperte pizzicano.

Non c'era risposta.

John lo vide sgambettare con la voglia di buttare a terra l'intera costruzione di coperte che l'una sull'altra gli aveva dato la forma di uno di quei burrito messicani così buoni.

il dottore sorrise.

via @drjohnwatson
potrebbero non essere le coperte. Potrebbe essere morbillo o difterite.

Avrebbe giocato con lui proprio come Sherlock faceva con il suo compagno.

Si gustò attentamente quell'immagine melodrammatica in cui gettava il cellulare sul suo petto e si metteva una mano sulla fronte. 
Lo Sherlock con la febbre era un tipo decisamente influenzabile. John ridacchiò di nuovo. 
Poi lo vide velocemente riprendere in mano il suo strumento e prepararsi per il prossimo attacco.

via @sherlockholmes
credo che la temperatura si sia alzata. 38.9 precisamente.

si toccò di nuovo la fronte per conferma, poi alzò il braccio facendo scorrere in su la manica del pigiama rosso, solo per scoprire il polso e se lo toccò per sentire il battito.

via @sherlockholmes
sono sicuro.

via @drjohnwatson
Anche io sono sicuro. Dev'essere difterite. Presenti già i primi sintomi di Graft cutanea.

Allora Sherlock si lasciò trasportare e diede subito un'occhiata al collo, poi al petto, slacciandosi i quattro bottoni del pigiama.

via @sherlockholmes
Credo che tu stia esagerando.

via @drjohnwatson
Non direi, è evidente. Dottore batte Detective 1 a 0.

via @sherlockholmes 
non dovresti essere fuori? Non dovresti uscire con una donna invece che stare qui?

John tirò un sospiro. 
Che cosa stava dicendo?

via @sherlockholmes
va a fare qualcosa che farebbero quelli come te, esseri umani.

Rabbrividì al solo pensiero.

via @drjohnwatson
è questo quello che fanno gli esseri umani, Sherlock. Si prendono cura l'uno dell'altro. 
So che per te è un concetto sconosciuto, ma non puoi farci niente in queste condizioni.

Alzò il viso per guardare la reazione di Sherlock, soddisfatto che l'avesse messo in riga.

via @drjohnwatson
Ne hai bisogno.

Non pensò che quella frase avrebbe aggiunto qualcosa che non aveva voglia di affrontare. 
Non con Sherlock in quelle condizioni. O forse era il momento perfetto? 
Magari tutto ciò che gli avrebbe detto quel pomeriggio al 221 di Baker Street l'avrebbe dimenticato dopo un sonnellino.

via @sherlockholmes 
Non quanto ne hai bisogno tu. E' nella natura umana.

Meglio di no. La mente di Sherlock era un hotel dalle mille porte. Chissà dove avrebbe nascosto quelle parole. 
John deglutì mentre fissava inquieto l'ultimo tweet. 
C'era una certa dipendenza da Sherlock Holmes difficile per il Dottor Watson da nascondere. 
Smise di guardare quello scarabocchio nero su bianco solo per un attimo, per la curiosità di conoscere i pensieri di Sherlock al riguardo solo scrutando i suoi lineamenti. 
Lo stava guardando a sua volta sorridendo, senza aver spostato il telefono dalla sua originaria posizione. 
Un po' difficile da capire cosa stesse pensando. La sua, non era una mente brillante come quella del famigerato detective londinese; che ora se ne stava inerme incapace di versarsi un tazza di the. 
Si chiese come aveva fatto tutto quel tempo senza di lui. 
C'era Mrs Hudson, oh beh, ma non era John Watson. 
Chi colmava quella parte di lui più complessa? Il nucleo della sua gelialità? 
Chi sbrogliava la matassa di sentimenti in cui a stento Sherlock Holmes sapeva districarsi? Chi? Chi se non c'era John Watson? 
Il dottore si prese anche il merito di averlo portato su una strada che senza di lui probabilmente non avrebbe mai intrapreso. 
Aveva un intelletto stupefacente, ma non l'avrebbe intrapreso. 
L'attrazione è una questione chimica. Se non fossero stati loro stessi non avrebbero percepito al livello inconscio gli odori e addirittura i sapori che entrambi trasmettevano l'uno all'altro.

via @drjohnwatson
Non è difterite, ti ho preso in giro. Hai solo una brutta influenza.

'Su di me.' pensò.

'Possiamo smetterla Sherlock? Non è più divertente.' alzò le braccia verso di lui lasciando che il cellulare cadesse definitivamente sulla poltrona. 
John lo guardò sobbalzare sul tessuto morbido, quell'attimo di tempo che non gli permise di notare che Sherlock era riuscito a mettersi in piedi sorvolando il muro di coperte. 
Barcollando si avvicinò rischiosamente al dottore che ormai aveva notato la sua esile figura in rosso protrarsi in avanti e raggiungere il maglioncino color torrone.
Si aggrappò al suo braccio mentre la testa gli faceva male. 
E John fece lo stesso e per lo stesso motivo.

'Su di me.' pensò ancora. E ora era un altro tipo di pensiero.

Non ce la faceva più a guardarlo in faccia ma seppe di aver commesso un errore volgendo lo sguardo sui quattro bottoni del pigiama slacciati che lasciavano intravedere la sua pelle immersa dalle striature di sudore. 
'Stava sfebbrando' penserete. Si, ma non era quello a cui pensava John. 
Quell'odore era persino piacevole. 
Il dottore tornò a guardarlo negli occhi. Così vicino da poter memorizzare ogni tratto, così vicino da scorgere ogni particella di saliva che si diramava all'apertura della sua bocca. 
"La difterite è contagiosa?" parlò finalmente. 
Non ricevette risposta. 
Lo voleva, John lo voleva. Lo voleva in tutto il suo complesso. 
Pericolosamente. 
Voleva la sua mente così come voleva il corpo. Chissà se l'imminente incontro l'avrebbe appagato nello stesso modo in cui veniva in contatto con la magnificenza della sua intelligenza. 
Ne sarebbe stato all'altezza così fuori come dentro? 
Scosse la testa e rinvenne da pensieri tenebrosi. 
Sherlock era ormai a un passo da realizzare un desiderio condiviso da entrambi.
Si sarebbe spinto più in là. 
Le labbra non erano più secche, c'erano i corpi e c'erano le anime. 
Testosterone, citosina e cortisolo erano tutti lì spettatori della chimica pronti per mettersi in gioco. 
La bocca di Sherlock assunse una forma percepibilmente usuale in questo tipo di situazioni, mentre John se ne rimaneva fermo; questa volta era lui quello incapace di muoversi. 
Non avrebbe chiuso gli occhi un momento, oh no non si sarebbe mai perso questa immagine. Almeno finché non se lo sarebbe ritrovato su di lui. 
"Spero di si." sussurrò velocemente per non rallentare l'azione. 
Quando aveva chiuso gli occhi si ritrovò a cadere a peso morto su John completamente privo di sensi. 
Oh beh, era su di lui ma non nello stesso modo a cui John stava pensando. 
Recuperò le sue braccia ciondolanti e lo trascinò di peso fino al divano per distenderlo e ricoprirlo con la sua montagna di coperte multicolore. Lo guardò dall'alto con le braccia sue fianchi. Avrebbe dovuto misurargli la temperatura e sicuramente somministrargli qualche farmaco necessario. 
Tornò alla sua poltrona.

via @drjohnwatson
C'eri quasi Sherlock. #FreeJohnlock.


the mermaid's notes: ciao a tutti e grazie di essere arrivati fino in fondo! Finalmente sono tornata con un'altra jonhlock per la quale ho voluto tentare un esperimento, ovvero questo scambio di twitter al posto dei dialoghi. Spero di non essere andata OCC, as always e di aver espresso al meglio gli EVIDENTI sentimenti tra John e Sherlock anche in questa maniera 'creativa'. La OS fa sempre parte della mia piccola raccolta di cui titolo sull'header. Fatemi sapere che cosa ne pensate lasciando una recensione e ovviamente grazie a tutti i lettori silenziosi che ogni giorno fanno aumentare le views delle mie storie e per le quali sono davvero davvero felice. Grazie ancora e alla prossima!

 
   
 
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