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Autore: ZarxielZerg    19/10/2017    1 recensioni
Spin-off della fanfiction Pokémon Ghost (crediti per la creazione a Darken) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3490499&i=1
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Lailah lanciò un grido. Giuls, accanto a lei, si girò appena in tempo per vedere Raziel sparire nel portale.
“Che sta facendo?!” Gridò.
“Non… non lo so…”
“Quell’idiota… Voleva salvare Cyrus?”
“Oh, che ingenua che sei, ragazza mia.” Disse una voce nella sua testa.
Giuls si guardò intorno.
“Chi ha parlato?”
“Giuls, qui non c’è nessuno.” Disse la ragazza, confusa, poi vide alcuni membri del Team Galassia scagliarsi contro di loro, uscendo in massa dal Monte Corona.
Lailah non perse tempo, schierando i propri Pokémon, e Giuls fece lo stesso, ma cercò comunque di capire da dove venisse la voce.
“Oh, riesci a sentirmi? Allora aveva ragione… Ascolta, non ti deve importare chi sono.” Disse la voce. Giuls rabbrividì. Ogni parola era come un lupo che la graffiava scendendo lungo la schiena. Si guardò intorno, ma continuò a non trovare la fonte.
“Ma sappi questo.” Continuò la voce “Raziel non è ciò che sembra.”
“Non dire idiozie…”
“Non sono idiozie, e lo sai. Credi di poterti fidare di lui? Sai che poteva salvare Uxie, Azelf e Mesprit? Sai che poteva impedire che creassero una Rossocatena? Ma non l’ha fatto. Perché lui mette se stesso e i propri desideri prima del mondo intero.”
“Bugiardo!”
“No ragazza, dico il vero, e lo sai. Poteva e non l’ha fatto. Raziel non è l’eroe di questa storia, è il cattivo. E tu faresti meglio a pensare bene a chi dare la tua fedeltà…”
La voce scomparve, e in quel momento Marisio accompagnato da Lucario raggiunse Giuls.
“Giuls, stai bene? Mi ha chiamato il mio collega. Sta facendo il possibile per trattenere un grosso numero di Reclute, ma da solo può fare ben poco, ho bisogno… Ma sei rovente!” Esclamò il ragazzo.
Poi Giuls crollò al suolo.
 
Draconix si guardò intorno, tossendo in mezzo al fumo tossico sollevato dallo Skuntank. Si guardò intorno. Vedeva confusamente le teste di Dialga e Palkia in lontananza, ma in mezzo c’erano Giovia e Saturno.
“Dannazione…” Disse il ragazzo tossendo “Toglietevi! Lui non c’è più! Potete andarvene! Siete liberi!”
“Noi obbediamo agli ordini.”
“Noi obbediremo per sempre.”
“Sono ancora controllati?” Si chiese Draconix “Ma Cyrus è sparito, se fosse lui a controllarli…”
“Uhuhuh…” La risatina lo fece girare, e vide Plutinio con in mano un piccolo schermo.
“Cosa ne dici del mio gioiellino? Cyrus me l’ha affidato prima di salire quassù. Quel traditore…”
“Perché fai questo, se ti ha tradito?”
“Voglio che paghi! Voglio che il mondo intero paghi! Distruggerò voi, poi sarò io a prendere il controllo di Dialga e Palkia!”
“Non credo…” Disse Draconix.
L’uomo sorrise “Ah davvero? Saturno, Giovia, uccideteli tutti!”
I due annuirono e si scagliarono all’attacco.
'Rayquaza… pensò il ragazzo, mentre i suoi Pokémon si lanciavano all’attacco 'Mi serve… Rayquaza…'
 
Frak schivò un colpo del Purugly. Lucario si mise in mezzo e lo calciò via, ma il grosso gatto si rialzò e attaccò.
Il ragazzo si lanciò verso Martes, e la afferrò.
“Obbedire… perché obbedisco… Cyrus… Obbedire a Cyrus… Ma Cyrus non c’è… più… Obbedire a Cyrus… Cy-utinio… Obbedire a Plu-rus… Obbedire a Cyrutinio… Obbedire a Plutinio… Ma perché… Perché obbedisco… Obbedire…”
“Svegliati!” Disse Frak “Siete tutti controllati! Tutto il male che avete fatto, è stato Cyrus!”
“Cyrus! Obbedire!” Gridò la ragazza e Bronzong suonò. Il rintocco scagliò indietro Frak, che si coprì le orecchie per ridurre la Baraonda.
Si portò la mano alla Master Ball riattaccata alla bene o meglio, e premette, ma sentì il tasto andare a vuoto. Era rotta davvero.
“Groudon! Dove sei, Groudon!” Gridò, mentre il Bronzong si avvicinava sempre di più. Cercò di far uscire i propri Pokémon, poi ricordò che erano già usciti e stavano combattendo chissà dove in quel marasma.
“Groudon!”
Poi qualcosa di rosso ed enorme uscì da sottoterra, colpendo con un Fuocobomba il Bronzong.
“Certo che sei proprio inutile senza di me…” Borbottò il Leggendario.
“Groudon? Come?”
“Hoopa. Ha detto che stavi piagnucolando mentre rischiavi di farti ammazzare, e mi ha mollato qui sotto. Sono andato contro gli ordini di Rayquaza. Sarei dovuto venire solo se mi avessi chiamato con la Master Ball…”
“L’hanno rotta!”
“Hai rotto la mia Master Ball?!” Chiese il Pokémon, mentre colpiva uno Skuntank emerso dal polverone circostante.
“Non è questo l’importante, dobbiamo combattere!”
“Non posso!”
“Cosa…”
“Questa è la Vetta Lancia! Territorio sacro! Sto distruggendo numerosi tabù anche solo difendendoti! Perché credi che Rayquaza non sia corso qui? Probabilmente anche il suo Prescelto lo sta chiamando, ma nell’intera Sinnoh c’è una pessima ricezione, e qui sulla Vetta Lancia non vi sentiamo proprio!”
“Hoopa non può portarlo qui?!”
“Ma ci senti? Hoopa ti ha sentito solo perché avete un contratto, come con tutti quelli che scarica qui! Non può certo sentire Draconix! E se anche lo facesse, preferiremmo evitare. Se dobbiamo essere puniti, meglio essere uno solo.”
Frak strinse il pugno, ma annuì “D’accordo. Dammi una mano però!”
Groudon sorrise “Con piacere…”
Frak sorrise e guardò verso Dialga e Palkia. Ma ciò che vide gli fece gelare il sangue.
 
“No, no, no, Dialga! Fermo!” Disse Darken, cercando di impedirgli di mordersi ancora. Guardò le proprie Poké Ball e ne aprì una da cui uscì Happy. L’Hippowdon scagliò una Pantanobomba contro Dialga, che smise di attaccare la Rossocatena. Per poi rivolgersi verso Darken.
'Beh, almeno ha smesso…' Pensò Darken. Il Drago si girò verso di lui, combattendo con la catena che lo tratteneva. Darken cominciò a sentire il proprio corpo pesante. Improvvisamente, il tempo perse significato. Un momento dopo vide crescergli sul petto una barba sempre più lunga, poi la sentì accorciarsi di nuovo. La schiena si piegò e si raddrizzò. Le gambe smisero di reggerlo, i vestiti cominciarono a polverizzarsi per poi ricomporsi, per poi cominciare a dissolversi in cotone, lana, o altri materiali, per poi tornare normali. Darken sentì le ossa allungarsi e spezzarsi, per poi restringersi e aggiustarsi.
Fece in tempo a richiamare Happy, con uno sforzo titanico, mentre quello era un Hippowdon, dopo essere passato più volte da Hippopotas, a involucro, di nuovo a Hippopotas, a Hippowdon.
Poi fece un passo avanti verso Dialga. Improvvisamente era un bambino. Un altro. Adesso era un adulto. Un altro. Un ragazzino. Un altro. Un vecchio piegato dall’età. Un altro. Era di nuovo se stesso. E toccò Dialga.
Il Drago lanciò un ruggito, e Darken sentì i propri timpani sanguinare. Fu il fragore più assordante che avesse mai sentito. Sembrava non avere un inizio o una fine. Gli sembrò di averlo nelle orecchie fin dalla nascita e fino alla morte.
Ci fu una luce bianca. Vide qualcosa di rosso, poi il vuoto.
 
“Fermo Palkia!” Esclamò Dragozard, scagliandosi sulla Catena. Il Pokémon ruggì, infuriato, e si scosse per staccare il nuovo peso indesiderato. Un artiglio piombò sul ragazzo, ma venne fermato all’ultimo dall’albero di Torterra e un Mazzuolegno, che deviò il Dragartigli.
Dragozard tirò e piegò, ma la catena non cedeva.
“Di cosa è fatta questa cosa…” Si chiese, tirando e tirando. Palkia ruggì, e scagliò un Dragopulsar che Torterra fermò di nuovo.
“Mi serve qualcosa per spezzarla. Qualcosa…” Poi vide la Splendisfera, a terra lì vicino. La afferrò e cominciò a sbatterla sulla catena.
“Se un oggetto creato dai Leggendari si deve rompere… allora che sia con un altro oggetto creato dai Leggendari!”
Vide una crepa aprirsi e subito dopo la Catena esplose.
Sorrise, poi vide l’espressione di Palkia.
Ci fu un ruggito e un lampo di luce. E il ragazzo sentì il proprio corpo allungarsi e restringersi, gonfiarsi e rimpicciolirsi. Improvvisamente si sentì minuscolo, poi si percepì enorme. Poi normale.
Si guardò intorno.
Era in un luogo vuoto.
 
“Mi ha sentito davvero…” Disse il ragazzo, togliendo la mano dalla spalla di Sigurd, che cadde ansimando.
“Sì… Mio signore…” Disse Serpe-nell’-Occhio “Devo occuparmene?”
“Al contrario, può esserci utile…” Commentò Garm sorridendo “Ah, questa è un’ottima notizia. Sì, davvero ottima.”
“Cosa, mio signore?”
“I suoi poteri si sono svegliati, ma sono ancora incontrollabili per lei. Può solo ricevere passivamente o dare senza volere. Ma ci sarà utile in futuro, se la mia teoria è corretta.” Disse il ragazzo sorridendo “Beh, che aspetti, torna al lavoro. Voglio sapere cosa succede.”
Sigurd sbuffò per la fatica, alzandosi, e richiuse gli occhi, rimettendosi a guardare dagli occhi di Seviper. Sentì confusamente che Lord Garm gli aveva posato la mano sulla schiena, ma tornò a concentrarsi. Sentiva gli occhi del serpente cominciare a far male, ma non si fermò.
“Perdonami, Seviper…” Disse, sentendo che il Pokémon non sarebbe uscito vivo da quella missione. Poi si guardò intorno.
E in quel momento qualcosa colpì Seviper, e il collegamento si interruppe.
Il ragazzo cadde al suolo, mentre Garm lanciava un grido.
“Cos’è successo?!”
“Scusi, mio signore. Qualcuno ha colpito Seviper mettendolo al tappeto.”
“Imbecille, non l’hai nascosto?”
“Sì signore, e abbiamo controllato più volte, non c’era nessuno.”
“Eppure qualcuno l’ha colpito. Bene, non mi interessa. Rongvaldr, piano B.”
L’uomo sorrise, e uscì. Un attimo dopo, stava volando via su uno Swanna.
“Quanto a te, riposati, sei uno straccio. Poi indagherò su cosa è successo. Se scopro che è stata una tua negligenza, preparati a pagare.”
“Sì… Mio signore…” Disse Sigurd, ansimando.
 
Kain sorrise fissando il Seviper.
“Spiacente, Sigurd, questo spettacolo non è per te.” Disse “E adesso a noi due, Dei del Tempo e dello Spazio.” Disse, lanciandosi tra la nebbia e la polvere, coprendosi il volto per non farsi riconoscere e bloccare i vari gas. Accanto a lui, Salamence attaccava qualunque cosa gli si avvicinasse troppo.
Si aprì a forza la strada verso il centro della Vetta Lancia, liberandosi di tutti i Pokémon che aveva intorno, ma evitando di farsi vedere dagli amici di Raziel.
E quando arrivò in fondo, si trovò davanti la Vetta Lancia vuota, i pezzi della Rossocatena a terra.
 
Vera arretrò, gridando.
Il ragazzo la afferrò per la spalla e strinse, spingendola contro un albero. La ragazza sentì le ossa scricchiolare.
“E tu chi saresti?” Chiese, continuando a stringere.
“No, tu chi sei?” Chiese la ragazza.
“Le domande le faccio io.” Disse quello, stringendo più forte “I tuoi compagni stanno disturbando il Team Rocket, e il mio signore mi ha ordinato di assicurarmi che continuino indisturbati, finché il Team Galassia non ha finito.”
Vera si chiese come aveva potuto essere così stupida. Si era fatta ingannare e aveva perso di vista gli altri negli alberi intorno al Monte Corona.
“Avanti, parla…” Disse quello, ma qualcosa lo colpì al petto.
Vera ne approfittò per liberarsi.
“Tu… Di nuovo tu…” Disse il ragazzo, ridendo “Oh, cos’è, sei venuto a farmi la predica, Mesprit? Risparmiamela. Sono diventato ciò che sono grazie a te.”
“Non mi importa niente di te. Ma lascia stare la ragazza.” Disse il Pokémon, e anche Vera riuscì a sentirlo chiaramente.
“Oh, capisco, cos’è, ha delle belle emozioni?”
“Migliori delle tue.”
“Oh, non ti sembravano così male quando mi hai scelto.”
“Tutti facciamo errori.” Rispose Mesprit “Una volta eri puro. Poi…”
“Poi mi hanno sterminato famiglia e Pokémon. Scusa se mi sono fatto prendere la mano.”
“Sei cambiato, Njordr.”
“Mi hai cambiato Mesprit. Mi hai abbandonato.”
“Vattene.” Disse la Pokémon, e Vera percepì dolore nelle sue parole.
Poi fissò il ragazzo. E quello, sorprendendola, scosse la testa.
“No.”
E Vera arretrò, mentre un Tentacruel usciva dalla Poké Ball.
 
Lucinda si guardò intorno. Le Reclute circondavano la biblioteca di Canalipoli. Ricordava cosa aveva detto Camilla.
“Vi ho convocati qui per chiedervi anche se alcuni di voi possono restare qui e proteggere la biblioteca. Ci sono state numerose effrazioni fallite in passato, e i Capipalestra saranno impegnati a proteggere la popolazione. Perciò devo chiedervi una mano. Ci sono libri che il Team Galassia vuole e non possiamo lasciargli prendere.”
Lucinda e Barry si erano fatti avanti entrambi. Perciò, mentre gli altri erano volati a Rupepoli, i due erano rimasti lì.
E infatti, quando gli eventi erano precipitati e Ferruccio aveva fatto evacuare la popolazione, una cinquantina di Reclute aveva cercato di irrompere nell’edificio.
E adesso toccava a loro due difenderlo.
“Oh, cielo.” Disse una ragazza, osservando il tutto con un binocolo “Cos’è questo, Shiroyama? Fifty to one, the swords face the gun…” Canticchiò, ridacchiando “Comunque, gli ordini di Lord Garm sono di rubare un libro solo della lista di Cyrus gli altri non gli interessano. Quindi…”
E subito dopo cominciò a dirigersi verso la biblioteca.
 
Rosso mosse le mani e Lapras scagliò un Geloraggio, imitata dallo Swampert di Brendon.
“Sciocchi.” Disse l’uomo “Credete di potermi fare fuori?”
Rosso mosse le mani in una serie di modi, e Armonio annuì.
“Esatto, proprio come ha detto lui!” Esclamò.
“Idioti, sapete con chi avete a che fare? Io sono Freyir, il Possente, uno dei più abili Van. Al mio confronto, siete solo piccole pesti.”
Rosso ridacchiò.
“Che hai da ridere?”
“Probabilmente ride perché non hai notato la moto.”
“La cos…” Chiese Freyr, e un secondo dopo Wes gli si schiantò addosso.
“Seriamente, come ha fatto a non notarmi?”
“Ti importa?” Chiese la ragazza nel sidecar.
“Sì! Ci ho messo mesi a costruire questa moto.”
Freyir si rialzò e ruggì, aprendo altre Poké Ball. Altri quindici Pokémon si unirono ai trenta già in campo.
“Seriamente, quanti Pokémon ha?” chiese Leaf, facendo Megaevolvere Blastoise.
“Troppi.” Commentò Cetra “Siamo in svantaggio.”
“In tal caso, un po’ di aiuto in più vi farà comodo.” Commentarono vari Ranger, apparendo dagli alberi.”
“Capisco, il suo entourage è così vasto. Beh, io…”
“Vespa.”
“Cosa?” Chiese l’uomo. Poi venne colpito da una Vespa.
“Oh cavoli, ditemi che ho centrato il cattivo.” Chiese Michael, il nuovo arrivato. Anche lui indossava una Cleptatrice, anche se diversa da quella di Wes.
“Ottimo lavoro, Junior – Boy!” Esclamò Wes “Sei un ottimo acquisto, ma d’altronde sei di Auros come il sottoscritto.”
Michael sorrise, poi Freiyr lo lanciò via con tutta la Vespa. Uno dei Ranger, con la sciarpa gialla e gli occhialoni da aviatore, lo afferrò al volo.
“Ok, manca ancora qualcuno?” Chiese l’uomo.
“No, ci siamo tutti. Siamo pronti a prenderti a calci nel sedere.”
“Ottimo.” Disse, allargando le braccia e aprendo il largo abito. I presenti lo fissarono inorriditi, e subito dopo un centinaio di Pokémon uscì fuori.”
“Ok… Mi sa che sarà più dura del previsto.” Disse Wes. Poi si calò gli occhiali sul viso “Mi piace.”
 
Smogon sospirò.
“Ah, che bello, non lo senti anche tu? Il dolce canto della guerra?” Chiese, sorridendo.
“Amore mio, sei sempre il più grande.” Rispose la donna.
“Puoi dirlo forte, mia cara.” Disse Smogon.
“Ma dimmi, ti fidi davvero di Kain?”
Smogon rise “Non mi sono mai davvero fidato di Kain, ma potrei essermi sbagliato su di lui. Tuttavia, lo metterò alla prova. Se fallisce a portarmi Raziel, saprò che è contro di me.”
“Ma sospetti già di lui, vero?”
“Sì, certo. In fondo è il fratello di colui che è destinato a confrontarsi con me.”
“Credi davvero sia Raziel?”
“Se fosse Kain, avrebbe già Leggendari a questo punto.”
“Anche Raziel.”
“Non è detto, non ne ha ancora incontrato nessuno del suo… ambiente. Kain l’ha fatto, ed ha fallito.”
“Riconosco la logica del ragionamento.” Rispose la donna “Come sempre, tu sei estremamente intelligente.”
“Ti prego cara.” Disse Smogon, baciandola sulla fronte “La tua mente è perfetta.”
La donna sorrise, e Smogon sorrise di rimando.
'Finita questa lotta, niente sarà più come prima.' Pensò 'Il mio nemico mortale verrà al mondo, lo sento. E da quel momento in poi, farò di tutto per distruggerlo.'
   
 
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