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Autore: stonyshipper    19/10/2017    1 recensioni
*1855 parole*
*Thiam*
*Boyxboy*
Semplicemente thiam.
Questa one-shot non è per forza collegata con la trama della serie.
P.s. è la prima thiam che scrivo, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Genere: Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Liam's pov
 
"Mi stai ascoltando?" Mi bloccai dopo qualche minuto, notando Mason distratto da chissà quali pensieri.
"Si Liam, ti stavo ascoltando, almeno fino a quando tu non mi hai bloccato chiedendomi se ti stavo ascoltando."  Mi rispose.
Chiusi l'armadietto con forza, rischiando quasi di romperlo. Notai degli sguardi accigliati che mi fissavano, ma non ci diedi molto caso.
"Quindi?" Gli chiesi, mentre ci incamminavamo verso l'aula di storia. Notai Mason analizzare la situazione mentalmente, e dopo una decina di secondi mi rispose.
"Parlargli." 
Lo fissai con la bocca spalancata.
"Sul serio? Ho il dubbio che il mio ragazzo non mi abbia mai detto la verità, e tu mi dici di parlargli?" 
"Parlargli, e ascoltagli il battito." Replicò lui.
"Non è così facile..." Non mi fece finire di parlare che mi interruppe.
"Lo so, vi siete promessi di non ascoltare mai il battito cardiaco l'uno dell'altro, perché il vostro rapporto si basa sulla fiducia reciproca, ecc. Non ti sei fatto due domande sul perché davvero non voleva che tu ascoltassi il suo cuore? Probabilmente lui lo fa." 
Perché il mio ragazzo avrebbe dovuto mentirmi? Dovrei fidarmi di lui, no? Ma se Mason avesse ragione? Perché ho questi dubbi? Forse non dovrei pensarci. Però potrebbe avere ragione il mio migliore amico. Non credo succederà qualcosa, se gli ascolterò un attimo il cuore, no? Cosa potrebbe accadere? 
Arrivai in classe con i dubbi che continuavano ad assillarmi.
 
"Liam, hai sentito che il prof ha messo la verifica la prossima settimana?" Mi chiese Mason, mentre tutti stavano uscendo e io continuavo a fissare le gocce di pioggia che sbattevano sulle finestre.
"Cosa? Quando? Come? Su cosa? Aspetta ma che ora è?" Chiesi, tutto assieme.
"È ora di alzarti dal banco e di andare a casa." 
Era passata un'ora, e io non avevo sentito niente?  
"Oggi è venerdì, ovvero tra quattro giorni c'è la verifica di storia" continuò Mason. 
"E immagino che tu non abbia iniziato a studiare. In più hai la parita di lacrosse domani. Liam ascolti quello che dico?" Mi passò una mano davanti agli occhi un paio di volte.
"Come faccio?" Ero fottuto wow, il lacrosse non si salta, ma magari la verifica di storia si.
"È la quarta verifica che salti, e siamo ancora al primo quadrimestre." 
"Non stavo pensando di saltarla." Dissi, alzandomi dal banco, e uscendo dalla classe.
"Liam devi studiare. Lo sai che se non riesci ad avere una media decente il coach ti butta fuori dalla squadra, ti ricordi no?" Mi rammentò Mason, rincorrendomi.
"Non posso farcela. Come faccio? Non ho tempo. Ho solamente tre giorni per studiare. Se contiamo oggi. 70 pagine. E non ho mai ascoltato una parola. Io non-"
"Liam. Che ne dici di invece di lamentarti non vai a casa e inizi a studiare?" 
"Ma io non-" iniziai.
"Studia Liam, e se scopro che esci con Theo ti uccido con le mie mani." 
"Non ti prometto niente." Gli dissi, e lo salutai. Se avessi voluto prendere un bel voto avrei dovuto studiare per forza, il che significava niente Theo.
 
Appena arrivai a casa corsi in camera, e mi misi a studiare. 
Il tempo era fantastico, una giornata piovosa e umida era proprio quello che mi serviva per riuscire a studiare, speravo solo che ci fosse sole domani per la partita.
Ci volle davvero poco tempo per stancarmi, stavo per prendere sonno seduto, quando sentii un bussare frequente alla finestra.
Liam ricordati, se vuoi studiare, non devi vedere Theo, quindi guai se ti alzi dalla sedia.
Guardai il telefono e mi accorsi che avevo una decina di messaggi, tutti dalla stessa persona.
Ignoralo, puoi farcela. Ma fuori piove, è freddo, umido. Se ne va se non gli apri.
Con un forte sospiro mi alzai, andai verso la finestra, e lo feci entrare.
"Quando imparerai a bussare alla porta?" Gli dissi, chiudendo la finestra dietro di lui.
"Non sarebbe più così divertente dopo." Uno dei suoi soliti sorrisi gli comparve in volto, e si tolse il cappuccio della felpa. Era bellissimo. Che dico, bellissimo è un diminutivo. Nonostante fosse completamente fradicio per via della pioggia, con i capelli arruffati e bagnati sulle punte e le guance leggermente arrossate per il freddo sarebbe potuto andare a fare un provino per diventare modello e lo avrebbero preso subito. Ovviamente io non lo avrei mai lasciato.
Gelosia a parte, poteva essere scambiato per un dio in qualunque momento della sua vita.
"Allora?" Mi chiese, dopo un po'.
"Intanto vai a cambiarti, se trovi dei vestiti che ti vanno bene, sai stai lavando il pavimento." Gli dissi, indicandogli la pozza d'acqua che aveva formato attorno a lui.
Mentre aspettavo che uscisse d bagno ripresi svogliatamente a studiare.
"Liam è la maglia più larga che hai?" Chiese Theo ad un certo punto, era appena fuori dal bagno, e dovetti usare una forza di volontà che non credevo di avere per resistere dal girarmi. 
"Lo so che ti va bene quella maglia Theo. Quindi ora mettila su e lasciami studiare in pace." 
"Sappiamo entrambi che non vuoi studiare." 
"Non voglio, ma devo." Presi un respiro.
"Theo sul serio, se non studio, andrò male a scuola, se vado male a scuola niente lacrosse, quindi per piacere fammi studiare, dopo ordino una pizza, ma ora devo studiare."
"Quindi per te il lacrosse vale di più di me?" Disse, con voce spezzata e ironica allo stesso tempo.
"Lo sai cosa volevo dire!" Dissi, girandomi.
Mi trovai con gli addominali di Theo a pochi centimetri dalla mia faccia. Cazzo, c'ero cascato. 
"Theo.." mi morì la voce in gola. Possibile che dopo tutto il tempo in cui stavamo assieme mi facesse ancora questo effetto? 
"Si, Liam?" Mi chiese, avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
Il mio battito cardiaco era andato velocemente alle stelle, come tutto il resto del mio corpo.
Continuava ad avvicinarsi, quando un coglione spalancò la porta, chiedendomi se stavo studiando.
"Mason!" Urlai, alzandomi di scatto, trovando, giustamente, la faccia di Theo a pochi millimetri dalla mia, ovviamente lui non accennò a muoversi, quindi mi scansai io, guardandolo male. Che poi lui ricambiò sorridendomi malizioso.
"Mason! Che problemi hai?" 
"Tua madre mi aveva detto che stavi studiando, non mi aveva avvisato del tuo ospite." Disse, fissando Theo, ancora senza maglia.
"È ancora a casa?" Chiesi al mio migliore amico.
"No, stava uscendo quando sono arrivato." Rispose, guardando ogni tanto Theo.
"Theo vestiti." Gli dissi, ed uscii dalla stanza, chiudendo la porta, trascinai Mason al pian terreno.
"Sei matto?" Gli sussurrai. 
"Che ne sapevo io! Ti avevo detto niente Theo, credevo che mi avresti ascoltato almeno una volta."
Lo fissai, alzando un sopracciglio.
"Ma ovviamente dovevo aspettarmelo." Continuò.
"È piombato lui in camera mia."
"Senza maglia." Mi interruppe.
"Era stato sotto l'acqua e- ma insomma! Non sei mia madre. Come mai sei venuto?" 
"Per sapere come andava lo studio. Ma a quanto pare hai avuto un piccolo imprevisto." 
"Piccolissimo. Giuro che lo butto fuori di casa appena vado su. Ora, ci vediamo domani, okay?"
"Va bene Liam, va bene. E studia." 
"Certo mamma." Lo salutai, buttandolo fuori dalla porta in modo delicato.
 
Salii velocemente le scale e mi piombai in camera. 
"Ora lo butto fuori di casa?" Ripeté Theo appena entrai, con un finto tono offeso.
"Finiscila Theo, devo studiare." Lo guardai qualche secondo, era ancora senza maglia, come mi aspettavo, non che mi dispiacesse, ma mi distraeva leggermente tanto.
"Ti do fastidio?" Chiese, malizioso.
"Puoi finirla di fare l'idiota per mezz'ora? Io finisco di studiare, tu vai giù, ordini le pizze, e quando arrivano mi chiami va bene?"
"Okay piccolo beta, ai tuoi ordini." Rispose, dandomi un bacio a stampo ed uscendo dalla stanza.
 
Non so quanto studiai in quei minuti, non so neanche se studiai.
So solo che pensai a Theo. All'effetto che mi faceva quando lo vedevo fuori dalla finestra della mia camera, quando mi sorrideva, quando mi baciava.
Ogni singola volta era come fosse la prima, e come la prima, il cuore batteva a mille in ogni occasione. 
Chi sa se per lui era lo stesso. Perché non voleva che ascoltassi il suo battito?
 
"Liam, è arrivata la pizza." Mi chiamò Theo dal piano terra.
Sbuffai, non avevo studiato niente.
Nonostante quello, dovevo scendere lo stesso, non potevo lasciarlo da solo, no?
Chiusi il libro e mi massaggiai le tempie. Era stata una giornata inutile, non avevo combinato niente. 
"Liam, è tutto okay?" 
"Si, arrivo." Dissi, alzandomi dalla sedia.
Mangiammo sul divano, mentre provavo a cercare qualcosa di interessante in TV, che puntualmente non trovavo.
"Liam." Mi chiamò Theo, ad un certo punto.
"Mh?" Risposi, continuando a fare zapping.
"Come stai?" 
Cosa? A Theo Raeken importava qualcuno oltre che se stesso? In effetti aveva senso che gli importasse di me, ero tipo il suo fidanzato. Ma non mi aveva mai chiesto con questo tono come stavo.
"In che senso?" La cosa più intelligente che mi era venuta in mente da rispondergli, mi girai e lo guardai.
"Mi sembri distante, distaccato, come se ci fosse qualcosa che non va. Cosa succede?"
"Niente, Theo." 
"Perché mi stai mentendo?" Il cuore iniziò a martellare nel petto. Non c'è niente. Non c'è niente che non va, cercavo di convincermi.
Nonostante fosse proprio questa la prova che mi serviva, lui aveva fatto un patto, ed era il primo a non rispettarlo.
"Perché ti sto mentendo io? O perché mi hai mentito te per tutto questo tempo?" Gli chiesi, freddo.
"Cosa stai dicendo Liam! Non ha senso." 
"Non ti ricordi nemmeno che promessa ci siamo fatti quando ci siamo messi assieme?" Domandai, quasi disgustato.
"Dovevo immaginare che una persona non cambia così facilmente. Sono stato stupido a fidarmi di te. Io ti ho donato tutto me stesso, e tu mi ripaghi mentendomi?" 
"Liam, non ha senso quello che stai dicendo. Io ti amo. Non potrei mentirti. Vedevo che stavi male, l'avevo capito che c'era qualcosa che non andava. Era questo il dubbio che avevi? Che io ti avessi sempre mentito? Secondo te io non ti amo? È questo che pensi?" 
"Dovrei fidarmi di te? Dopo quello che hai fatto in passato?" Chiesi.
"Ascolta il mio cuore." Disse serio.
"Ma.." mi bloccò prima che potessi dire qualsiasi cosa.
"Liam, non importa, tu ascoltalo. Io ti amo, non potrei mai mentirti. In passato ho fatto delle cose orribili, me ne sono reso conto standoti vicino. Non voglio farti soffrire. Non voglio allontanarti da me. Hai capito?" 
Ogni singola parola che aveva appena detto, sembravano stonare così tanto con quello che era una volta. Era cambiato certamente, molto anche. Non avevo voluto ascoltare il suo battito cardiaco, non mi sembrava corretto. Nonostante quello, sentivo di aver capito quello che voleva dirmi. Forse l'avevo capito solo ora, non avevo bisogno di prove che Theo mi dicesse la verità, sapevo che me l'avrebbe detta sempre, perché ci amavamo, ed era quello l'importante.
"Liam?" Mi chiese, con un velo di incertezza nella voce che non gli avevo mai sentito.
"Ti amo, ti amo così tanto Theo. Sono un idiota." Gli dissi, e lo baciai. Lui ricambiò immediatamente.
"Si, sei un idiota." Affermò, quando ci staccammo.
"Oh, stai zitto." Gli dissi, e ripresi a baciarlo, buttandomi sopra di lui.
   
 
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