La sala del trono era piena zeppa di gente, non si riusciva nemmeno a vedere dove si doveva mettere i piedi per evitare di inciampare. La principessa Emma a questo non era abituata, le uniche persone che si venivano a lamentare a palazzo erano qualche contadino, che faceva notare quanto il temporale precedente avesse danneggiato il loro raccolto.
-Ma insomma! Dov'è la regina? E il re? Dove sono? Principessa!-
Dei nani si avvicinarono in fretta alla ragazza dai capelli dorati, mentre lei sospirava affranta. Possibile che i suoi genitori avessero da fare proprio in quei momenti?
-Buongiorno Brontolo. Che cosa succede?-chiese cercando di essere gentile. La veritá era che lei odiava stare in mezzo alle persone, e che quelle persone la considerassero un punto di riferimento.
-Principessa Emma- il nano si inchinò.-Abbiamo un problema. Un grosso problema. Dei pescatori hanno portato una brutta notizia: dei pirati giunti al porto proprio stanotte stanno saccheggiando tutti i villaggi che circondano il castello. Non possiamo lasciare che arrivino fino a qui!- sbottò, lanciando un' occhiataccia ai tre troni posti all'inizio della grande sala.
-Dove sono i vostri genitori?-
Emma si sistemò meglio che potè la corona sui capelli, raddrizzò le spalle, e fece un grosso respiro.
-Sono impegnati in questo momento. Cercherò di risolvere la situazione da sola. Dove sono i pirati in questo momento?-
-Cosa?!- il nano sobbalzò.
-Non vi porterete nemmeno la scorta? Ne siete sicura?- la ragazza lo guardò, severa, ma poi si sciolse in un sorriso. Lui era solo preoccupato per la sua principessa, non voleva essere maleducato.
-So cavarmela da sola, Brontolo. Ormai non sono più una bambina. Sono una donna. Non ho bisogno di guardie pronte ad uccidere chiunque mi fissi per qualche istante in più, grazie mille. Ora, se sei così gentile da dirmelo, dove sono diretti i pirati, ora?- disse.
-Ho sentito che andavano verso sud, in questo momento saranno giá arrivati al villaggio ai piedi delle Colline Ombrose.- mormorò Brontolo. Poi, con un inchino, si congedò.
La bionda lo guardò andare via.
Si fece largo tra la gente, evitando parecchie persone che le volevano parlare sempre dello stesso problema dei pirati, e riuscì a sbucare proprio davanti alla porta che dava al primo corridoio del castello. La aprì e ci si infilò dentro. Chiudendosi la porta alle spalle, notò che più avanti stavano i suoi genitori che parlavano animatamente, insieme al suo fidanzato, Baelfire.
Si avvicinò, e i tre la notarono. Le sorrisero, anche se sembravano piuttosto preoccupati.
-Vi prego, ditemi che non è successo niente. Giá tutte quelle persone nella sala del trono mi... - cominciò lei, ma si fermò, notando l'espressione nel viso di Baelfire.
-Che... che succede?- si mordicchiò il labbro inferiore. Lo faceva sempre quando era tesa. Spostò lo sguardo su suo padre, poi su sua madre.
-É stata organizzata una spedizione, Emma... - cominciò il ragazzo.
Emma lo guardò. Un'altra spedizione? E per cosa? Nell'ultima erano morti molti suoi amici, non voleva perdere quacun'altro.
-Due giganti sono stati avvistati non lontano da qui, si nascondono nella Foresta Oscura. Sarò io a guidare la spedizione. Dovremo ucciderli tutti e due, prima che... -
Emma sbarrò gli occhi, che comiciarono a riempirsi di lacrime.
-No... Bae, potresti morire. Potrei perderti per sempre. Non voglio correre questo rischio!-
-Sono destinato a sposarti, quindi a divenire re. Devo mostrare di saper guidare un esercito in battaglia, Emma. In caso contrario, nessuno si fiderá di me, in futuro.- disse il ragazzo, accarezzando il braccio della bionda. Emma si spostò bruscamente, e scosse la testa.:-Se parti, potrebbe non esserci ne un futuro per te, ne per noi due.-
Suo padre intervenì.
-Il tuo fidanzato ha ragione. Deve guadagnarsi la fiducia del popolo, e io lo appoggerò nella sua decisione.-
Baelfire fece un passo indietro, raddrizzandosi. -Emma, fidati di me per una volta.- Poi le voltò le spalle, e insieme al re, si incamminò lungo il corridoio, lasciando la regina e la ragazza da sole.
Biacancaneve guardò la figlia, e la strinse in un abbraccio.
-Andrá tutto bene, tesoro. Bae è un ottimo guerriero, l'hai visto combattere e vincere molte battaglie. È per questo che ti sei innamorata di lui, no? Per il suo coraggio.-
Emma non trovò la forza di darle ragione, anche se era tutto vero. Ciò che l'aveva spinta ad amare quel ragazzo era stato proprio la sua forza d'animo, il suo carattere così sicuro, ma mai presuntuoso. Si erano incontrati in un bosco, da bambini. Lei stava facendo una passeggiata mentre raccoglieva qualche fiore qua e lá, con la sua migliore amica Lilith.
-Guarda, Lily! Che ne dici di questo? Piacerà a tua madre?- la bimba dai capelli biondi si avvicinò a quella dal color del carbone. Si sorrisero. La mora prese in mano il fiore dalle sfumature bluastre, e lo osservò attentamente.
-Lei di solito preferisce il giallo, ma credo che questo andrá benissimo! Lo adorerá, ne sono certa!- esclamò la bambina.
Dopo aver raccolto altri fiori per la madre dell'amica, Emma decise di farle una domanda.
-Ma Lily, perchè le stiamo prendendo dei fiori?- se ne sistemò uno tra i capelli.
-Oggi è il suo compleanno. Volevo... -la bambina si bloccò, fissando un punto tra i cespugli.
Ne uscì un ragazzino, avrà avuto cinque o sei anni in più delle due amiche. Alla cintura portava una fodera, ed una VERA spada era infilata dentro.
-Oh... non siete il cinghiale.- mormorò lui.
-Che cinghiale?- chiese Emma. Non aveva mai visto un ragazzino portare una spada.
Lui si sedette su un tronco di un albero caduto, e sbuffò.
-Quello che stavo inseguendo.-
Le era da subito parso un ragazzo in gamba, e quando due anni prima si era presentato alla corte del padre per chiedere la sua mano, lei lo aveva subito riconosciuto.
-Ma tu sei la bambina che raccoglieva fiori!- sorrise il ragazzo.
-E tu, alla fine il cinghiale l'hai trovato?- ridacchiò lei.
Era felice di essere stata promessa in sposa ad un uomo giovane, di bell'aspetto, e con un buon carattere. I suoi genitori erano sempre stati ben disposti verso il vero amore, e quando le si era presentato alla porta, lei non lo respinse. Si sarebbero dovuti sposare subito, ma a causa delle piccole guerre che il loro paese era costretto ad affrontare, non ne avevano ancora avuto l'occasione.
Emma pensava a ciò che sarebbe successo se Baelfire fosse morto in battaglia. Non avrebbe avuto una nuova possibilitá per essere realmente felice.