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Autore: Neko    22/10/2017    1 recensioni
Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse, ma nonostante tutto, sentiva come se la previsione della sua morte fosse ancora lì, in attesa di compiersi.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Il ritorno al castello fu rapido come l’andata. Regina teletrasportò tutti al giardino reale, luogo dove aveva intenzione di addestrare Emma. Il parco era molto grande e vi era anche un punto privo di alberi e fiori. Vi era solo erba ed era il posto adatto dove allenarsi senza fare troppi danni, sebbene quel posto avesse solo pochi mesi di vita prima di venire distrutto dall’incantesimo oscuro.

Neve e David avrebbero voluto assistere all’allenamento, per farsi un’idea delle reali capacità della figlia, ma in quanto sovrani del reame, avevano altro a cui dedicarsi, come aiutare il villaggio appena attaccato con proviste e materiale di vario genere. Si fidarono a lasciare i tre del futuro da soli. Dopo che Regina aveva salvato la vita a David, senza che nessuno glielo avesse chiesto, sapevano di non dover temere. Ci impiegarono diverse ore a svolgere il loro compito, cosa che affaticò parecchio Neve, la quale sentì il bisogno di andare a riposare per un po’, mentre David, decise di unirsi agli altri in giardino.

“Emma mettici più potenza, non avere paura di farmi del male, altrimenti non servirà a niente questo allenamento!” disse Regina esasperata, vedendo che Emma si tratteneva. Vedeva inoltre che riusciva a usare la magia senza tremare e questo era un problema. La salvatrice doveva imparare a usare i poteri quando era spaventata, imparando a dominare le sue emozioni alla perfezione.

All’ennesimo tentativo fallimentare Regina sbuffò “è inutile continuare così!”

“Ce la può fare. Hai visto quello che ha fatto prima? Ha scaraventato via quell’essere e l’ha anche ferito!” disse Killian, ricordando il sangue che aveva visto colare dalla sua gamba.

“Lo so che ce la può fare, ma deve riuscire a usare la magia sotto stress come ha fatto prima e al momento non ci sono le condizioni ottimali.  Non possiamo limitarci a colpi di fortuna. A volte riesce a volte no. Basta che i suoi poteri non funzionino al momento sbagliato ed è la fine per tutti!” disse Regina.

A quelle parole Emma sentì l’ansia crescere e sentendo nuovamente il peso del mondo addosso, prese a tremare e si sentì come se la sua magia scivolasse via dal suo corpo.

Regina lo notò e approfittò del momento  per usare i suoi poteri contro di lei. Emma provò a proteggersi e a usare il medesimo attacco, ma quando non sentì la magia  fluire nelle sue mani, dovette scansarsi dalla traiettoria della magia del sindaco per non venire colpita.

Emma si morse il labbro. Non riusciva a capire come fare per controllare alla perfezione i suoi poteri.

“Forse state sbagliando qualcosa. Prima quando è riuscita ad usare i poteri, perché c’è riuscita?” urlò David, il quale aveva affiancato Killian, mettendosi in un posto non troppo vicino, né  troppo lontano da dove si stavano allenando le due donne.

Regina guardò Emma e le chiese “Cosa hai provato quando hai usato i tuoi poteri prima?”

Emma sospirò e disse “Rabbia e la necessità di difendere mio padre!”

“D’accordo allora…” disse Regina prima di far apparire una gabbia con un soffitto a spuntoni, tenuto in aria da una corda che veniva lentamente bruciata da una fiaccola.

Emma spalancò gli occhi quando vide che al suo interno vi era Killian.

“Regina cosa hai intenzione di fare?” chiese sorpresa Emma, già sapendo che non le sarebbe piaciuta la risposta.

“Vediamo se questo ti mette abbastanza sotto pressione. Se fallisci Killian muore!” disse Regina incrociando le braccia.

“ Cosa? Stai scherzando spero!” disse Killian, non tanto contento di finire infilzato. Si definiva un uomo in grado di sopravvivere, ma non aveva idea di come sarebbe uscito vivo da una situazione del genere.

“Non gli faresti del male!” disse Emma, preoccupata da come si stavano mettendo le cose.

“Personalmente no, per questo ho optato per uno strumento che funzionerà indipendentemente dalla mia volontà. Ora è compito tuo Emma. Ti ricordi la prima lezione che ti ho fatto? O impari a nuotare o annegherai!”

Emma guardò Killian e sussultò quando il soffitto con uno scossone cadde di qualche centimetro.

“Emma!” chiamò Killian, abbassandosi istintivamente quando si è visto quegli enormi aghi acuminati avvicinarsi a lui “Non permetterti fretta love, ma questo bell’uomo potrebbe non esserlo più dopo che…bhe sai…”

La donna si guardò le mani. Tremavano entrambe. Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi e si concentrò. Il tremore era persistente e non riusciva a sentire la magia che aveva percepito al villaggio.

Aprì gli occhi spaventata. Guardò Regina sperando che interrompesse quell’allenamento, ma la donna sembrava guardare la corda bruciare, come se temesse che lei non potesse farcela.

Avrebbe voluto dimostrarle che era così, ma si sentiva così impotente in quel momento. Di sicuro non si sentiva la salvatrice. Fece un altro tentativo e cercò di concentrarsi. Questa volta la magia si fece sentire, ma si limitò a qualche scoppiettio nelle mani. Intanto il tempo era agli sgoccioli e la corda infatti stava ormai per rompersi.

“Emma!” urlò di nuovo Killian quando vide che la corda stava per cedere e proprio quando si spezzò, tutto sembrò capitare in un attimo. Sentì il terrore assalirla, ma anche l’estremo desiderio di salvare l’amore della sua vita. Non dovette nemmeno concentrarsi, semplicemente stese le mani e il soffitto della gabbia venne sbalzato in aria e scaraventato via.

Tutti tirarono un sospiro di sollievo, Killian soprattutto.

Regina sorrise fiera della sua allieva, ma quando si girò verso di lei per dirle qualcosa, si paralizzò.

“Emma!” urlò dirigendosi verso di lei.

La donna respirava pesantemente e si portò le mani al basso ventre, dove aveva cominciato a sentire delle fitte dolorose.

 A quel punto anche David e Killian notarono il malessere della salvatrice e assaliti dal panico corsero verso di lei, chiamando il suo nome.

Intanto Emma cominciò a sentirsi stordita. Si accorse anche di sentirsi le gambe bagnate e guardando in giù  notò del sangue che copriva i suoi jeans.  A quel punto vide il mondo farsi oscuro, sentiva le orecchie fischiare e le voci diventarono sempre più offuscate finchè non fu più in grado di percepire niente.

Regina fu la prima ad arrivare al corpo inconscio di Emma. Provò a scuoterla e a chiamarla più volte, senza che ella però desse cenno di volersi riprendere.

Non era un medico, ma sapeva cosa poteva significare quel sangue in mezzo alle gambe e pensando ai malesseri che la salvatrice aveva avuto ultimamente, si diede della stupida per non esserci arrivata prima e di averla sottoposta a ulteriore stress, rispetto a quello che già il suo ruolo di salvatrice le dava.

Emma venne immediatamente condotta al castello e il trambusto che si era venuto a creare, svegliò Neve, la quale uscì dalla sua stanza per vedere Killian correre con Emma inconscia tra le braccia.

Subito pensò che qualcosa era andata male durante l’allenamento e che Emma fosse rimasta ferita. Il sangue che ricopriva i suoi abiti non le era passato inosservato.

 “David cosa succede?” chiese Neve allarmata al marito, il quale si era fermato alla sua porta per metterla al corrente di quanto fosse accaduto, ma le spiegazioni erano insufficienti, dato che tutti loro avevano semplicemente visto Emma sanguinare e svenire senza una vera e propria ragione.

Killian teneva la mano di una Emma pallida e che non sembrava dare segni di volersi svegliare. Provava a chiamare il suo nome, ma non sapeva nemmeno se fosse in grado di sentirlo.

Non riusciva a spiegarsi perché tutto quel sangue forse apparso all’improvviso. Lo scontro che si era verificato al villaggio non l’aveva lasciata ferita e neppure durante l’allenamento si era fatta male. Non sapeva proprio che spiegazione dare  a tutto questo. Poteva solo sperare che Regina fosse in grado di capire qualcosa grazie ai suoi poteri.

Non staccò mai gli occhi da Emma, ma dovette alzare lo sguardo verso il sindaco quando la sentì sospirare di sollievo.

“Allora?” chiesero i Charmings, che durante il trattamento si erano avvicinati al letto per vegliare la figlia.

“Neve chiamerei il tuo medico di corte per assicurarmi che i segnali vitali siano nella norma, ma quello che posso dirvi è che, sostanzialmente sta bene!” disse Regina.

Killian guardò Regina in modo confuso “Come puoi dire che sta bene? È svenuta e poi tutto quel sangue…” disse non capendo.

Regina sorrise tristemente. Sapeva che Uncino e David non potevano immaginare quale poteva essere la causa. Per quanti anni il pirata avesse vissuto a Storybrooke, dubitava seriamente che si fosse informato sulla scienza di quel mondo, e la gente della foresta incantata, anche quelli colti, non erano informati su tutto quello che poteva succedere alla donna, in particolari momenti della loro vita. Le persone in generale erano molto ignoranti su diversi aspetti, per il semplice fatto che rispetto al mondo senza magia, si era molto indietro, in scienza, medicina e tanto altro.

“No, di certo non sta bene, ma non è in pericolo di vita e non solo lei!” disse il sindaco.

“Cosa significa?” chiese David confuso, non sfuggendogli la seconda parte della frase.

“Emma ha avuto un principio di aborto che, non so come spiegarmi, si è fermato prima che fosse troppo tardi!” disse Regina, guardando la donna stesa sul letto e poi rivolgendosi a Killian disse “In poche parole pirata, ci sarà un nuovo membro nella tua ciurma. Diventerai padre!”

 

 

 

  
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