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Autore: Shainareth    21/06/2009    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] «Meyrin!» Quasi non attese che sua sorella toccasse terra per gettarle le braccia al collo, spintonando inavvertitamente il pilota del Justice che l’aveva accompagnata fino a lì. «Meno male! Ero disperata all’idea di essere rimasta senza di te», mormorò, sentendo la propria voce tremare per la gioia.
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Lunamaria Hawke, Meyrin Hawke, Shinn Asuka
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Poi dovete spiegarmi cos'è che vi è piaciuto tanto della shot sugli Haro, perché mi ritrovo con ben tre preferenze (ad opera di NicoDevil, Rinoa87heart e La sognatrice) ed una caterva di click su di essa. Mah. XD
Ah, se volete sapere da dove mi è venuta ispirazione per scriverla, vi presento l'immagine che ha dato il la a Lanfranco (aka il mio neurone): http://i44.tinypic.com/2s0kaqq.jpg (Esatto, non c'entra nulla con la "trama" della shot, ma Blue-chan mi ispirava tantissimo, così come anche l'Haro arancione fra le manine sante di Athrun.)
Bene. Quella che vi apprestate a leggere è una shot in cui credo troverete una miriade di errori, sviste e ripetizioni disseminati qua e là lungo tutto il testo: colpa della fretta e della stanchezza (ho un esame a giorni, scusate). Cercherò di accomodarla non appena mi sarà possibile, per cui vi chiedo cortesemente di portare pazienza.





Ritorno




«Meyrin!» Quasi non attese che sua sorella toccasse terra per gettarle le braccia al collo, spintonando inavvertitamente il pilota del Justice che l’aveva accompagnata fino a lì. «Meno male! Ero disperata all’idea di essere rimasta senza di te», mormorò, sentendo la propria voce tremare per la gioia.

   «Onee-chan… Scusami», singhiozzò la più piccola, stringendosi a lei. Aveva voltato le spalle a ZAFT in uno slancio di eroismo che lei stessa non era ancora riuscita a capire: lo aveva fatto per dimostrare il proprio valore, così come facevano sempre gli altri, o per pura ammirazione nei riguardi del loro ex-Comandante o, ancora, perché inconsciamente anche lei non aveva avuto fiducia nelle parole di Dullindal? Qualunque fosse stato il motivo che l’aveva spinta a disertare, Meyrin aveva fatto la scelta giusta, prendendo parte ad un intervento sovranazionale che aveva apparentemente risolto la situazione, mettendo fine alla guerra. Eppure…

   «Non importa, non piangere. Va tutto bene», cercò di calmarla Lunamaria, carezzandole il capo.

   Eppure l’abbraccio di sua sorella maggiore non aveva prezzo. Le sembrava di essere tornata bambina, adorava quella sensazione.

   «Athrun», cominciò l’altra, alzando gli occhi su di lui. «Scusa per quello che ti ho detto prima, ero solo preoccupata per lei.»

   Il giovane sorrise stancamente. Per lo sforzo compiuto nelle ultime ore, non c’era muscolo del corpo che non gli dolesse almeno in parte. «Non ho sentito nulla», disse per tranquillizzarla. Era stato accusato di aver plagiato Meyrin, magari facendo leva su quel fascino che esercitava inconsapevolmente su di lei o per mezzo di chissà quale altro trucco.

   «Grazie», rispose Lunamaria, cullando la sorella ancora in lacrime. «Adesso basta, dài», tornò quindi a rivolgersi a lei.

   «Athrun…» Questi spostò la sua attenzione su Shinn, rimasto inizialmente più indietro per i sensi di colpa: era stato lui ad abbattere il Gouf su cui avevano tentato la fuga i due disertori, autoaccusandosi tacitamente di essere il loro assassino e portando la morte nel cuore. E, invece, Athrun e Meyrin si erano salvati, e mentre la seconda adesso era riuscita nel miracolo di restituire il sorriso pieno a sua sorella, l’altro si era dimostrato ancora una volta in grado di perdonare e di dargli l’ennesima lezione di vita. Shinn strinse i pugni, incapace tuttavia di alzare lo sguardo. «Mi… dispiace…»

   Athrun si mosse per tendergli la mano, ma ci ripensò e affondò le dita fra i suoi capelli neri con affetto sincero. Stupito, il soldato Asuka riuscì finalmente ad incrociare i suoi occhi. «La guerra porta troppo spesso a commettere azioni che a mente lucida non ci sogneremmo mai di fare. Anch’io ne so qualcosa», gli assicurò l’ex-Faith. «Quel che conta, però, è che ci sia sempre qualcuno disposto a non portare rancore e a spezzare questa tragica catena.»

   E questo valeva anche per l’uccisione accidentale della sua famiglia, si rese conto Shinn, sentendo il naso pizzicare per il pianto imminente. Non fu in grado di rispondere, ma due braccia esili si avvolsero inaspettatamente attorno al suo collo, facendolo sussultare.

   «Meyrin…?»

   «Grazie… Per aver protetto Onee-chan per tutto questo tempo», gli mormorò la fanciulla.

   E un attimo dopo egli scoppiò a piangere, aggrappandosi a lei e chiedendo perdono: stava per commettere il crimine di dividere due sorelle, né più né meno di quanto era capitato a lui e Mayu oltre due anni prima.

   «Ti fermerai con noi?», chiese Lunamaria, rivolgendosi al loro ex-Comandante.

   «Il mio posto è a Orb», spiegò il giovane, senza esitare. Ora aveva capito, ora sapeva cosa voleva davvero.

   «Athrun-san…», farfugliò Meyrin, dispiaciuta, mentre Shinn la lasciava andare per fissare il maggiore del gruppo, senza tuttavia parlare.

   Lo fece la più grande delle sorelle Hawke per tutti. «Significa forse che non ci rivedremo più?»

   «No», rispose Athrun. «Significa solo che devo tornare lì.»

   «Perché?»

   Quella domanda gli era già stata fatta mesi prima. Sempre da Shinn. Notando tuttavia la diversa espressione con cui il ragazzo gliela poneva adesso, il Capitano Zala sorrise, gli occhi negli occhi. «Perché lo voglio.»

   L’altro rilassò il viso, smettendo finalmente l’aria allarmata e distrutta per distendere anche lui le labbra verso l’alto. «Allora… posso venire a trovarti, ogni tanto? Credo di avere ancora la cittadinanza di Orb.»

   Pur commosso da quelle parole, Athrun scrollò le spalle per sdrammatizzare. «Se prometti di non urlare ancora contro Cagalli…»

   Shinn s’imbronciò. «È lei che urla.»

   «Solo perché tu la provochi», sottolineò Lunamaria, attirandosi un’occhiataccia.

   «Ci rivedremo ancora? Lo prometti?», pigolava frattanto Meyrin, intimamente disperata all’idea di doversi separare dal loro ex-Comandante.

   «Certo», rispose lui con un velo di imbarazzo: solo adesso si rendeva effettivamente conto che forse Cagalli poteva aver visto giusto, e cioè che quella ragazzina potesse avere una cotta per lui. Alla luce di questa supposizione, anche l’accusa infondata di Luna pareva acquisire un senso.

   «Non ti fermi neanche un po’?», insistette proprio quest’ultima.

   «Mi spiace, ma devo rientrare quanto prima: ho fin troppe cose da farmi perdonare, e non posso permettermi di perdere tempo», considerò lui più fra sé che rivolto agli altri. «E poi ormai faccio parte dell’esercito di Orb. Ora come ora non mi è consentito prendere iniziative personali. Non ho alcun potere decisionale.»

   «Però… mi era parso di capire che fossi in confidenza con il Delegato Athha», azzardò Meyrin con un timido filo di voce, affinché i suoi timori trovassero conferma oppure – ma non ci sperava – fossero smentiti. «Magari, se glielo spieghi…»

   Athrun le rivolse un mesto sorriso. «Mi spiace», ripeté il più gentilmente possibile. «È proprio per lei che devo tornare.»

   Dinanzi a quell’implicita confessione, l’altra abbassò il capo; rassegnata, eppure avvertendo di nuovo una gran voglia di piangere. Non che avesse davvero il cuore in pezzi, solo che… ne aveva bisogno. Cercò di resistere.

   Sua sorella, invece, fissò il giovane con fare birichino. «Ecco spiegato lo shock dovuto alla notizia del suo matrimonio… Meno male che è andato a monte, eh?», insinuò a mezza voce.

   Impacciato, lui finse di non sentirla. «Beh, è ora che vada», annunciò, avviandosi quindi verso l’Infinite Justice e preparandosi a salirvi su. «A presto.»

   Quando il suo Mobile Suit fu decollato, l’equipaggio della Minerva rimase in assoluto silenzio: stando a quanto aveva raccontato Athrun, oltre alla morte del Presidente Dullindal, tutti loro avevano da piangere anche quella del Capitano Gladys e di Rey Za Burrel.

   Arthur Trine era stato chiamato a sostituire il Comandante della nave proprio per volere di quest’ultima, perciò si impose di farsi forza e, pur concedendo loro qualche minuto per riorganizzare le idee perché egli stesso ne aveva bisogno, ordinò ai suoi uomini di aiutare gli eventuali superstiti che ancora non erano riusciti a raggiungere i propri compagni, indipendentemente dallo schieramento a cui appartenevano, e di fare infine ritorno su PLANT.

   Esausti, i tre ragazzi si diressero verso uno degli ascensori che li avrebbe portati ai loro alloggi, malgrado Shinn non fosse affatto allettato dalla prospettiva di tornare in una cabina vuota, in compagnia dei tanti pensieri che al momento occupavano la sua testa, del cellulare di Mayu e del ricordo ancora troppo vivo della presenza di Rey, nonché della triste ed inverosimile sensazione che questi potesse palesarsi davanti a lui da un momento all’altro come al solito.

   «Vuoi restare un po’ da noi?» Quella proposta inaspettata lo indusse ad alzare di scatto la testa verso Lunamaria, la quale, entrando nell’elevatore, gli sorrise intenerita e gli passò una mano sul volto. «Nessuno deve rimanere da solo quando ha bisogno di piangere.»

   «I-Io non piango!», ribatté lui, pur rendendosi conto che i suoi occhi scuri erano sul punto di lasciar traboccare le lacrime fino ad allora trattenute.

   La fanciulla sospirò. «Che brutto, l’orgoglio… Non sarebbe ora di bandirlo, almeno fra di noi?»

   Shinn tornò ad abbassare lo sguardo, tacendo, mortificato, e continuando a prendersi docilmente le sue carezze.

   Stranita da quella novità, Meyrin chiese: «Onee-chan… da quando sei così premurosa con lui?» I due rizzarono la schiena, e Lunamaria lasciò ricadere il braccio lungo il fianco. «È successo qualcosa?»

   «Non so di che parli», tergiversò, fingendosi seccata per non ammettere l’imbarazzo, mentre il giovane che le stava accanto provava d’improvviso un morboso interesse verso il pannello dei pulsanti dell’ascensore, tale da farlo sembrare assorto in chissà quale riflessione.

   Sentendosi esclusa da quel loro nuovo segreto, la fanciulla con i codini corrucciò la fronte. «Onee-chan!»

   «Toh, siamo arrivati», fece orecchie da mercante lei, afferrando Shinn per un braccio e trascinandolo con sé lungo il corridoio che si era aperto davanti a loro, senza che lui potesse spiccicare parola.

   Intuendo a quel punto la verità, la minore delle sorelle li seguì con espressione lieta, augurandosi di cuore che quella fosse la prima di una serie di buone notizie che li avrebbe visti protagonisti di una nuova era.













Aaah! E finalmente ho scritto una ShinnxLuna! ♥ (Con sottofondo AsuCaga, ma siate clementi... La fangirl che è in me è sempre in agguato. XD)
Questa shot, tra l'altro, è anche la dimostrazione che, per quante ne dica NicoDevil, Meyrin HA un cervello. è_é A me piace molto come personaggio (anche se preferisco Lunamaria), quindi mi dispiace sentire gente che la insulta solo perché è invaghita di Athrun... ¬_¬ (Tanto lui è innamorato di Cagalli, altrimenti non sarebbe rimasto a Orb, no? Almeno secondo quella cosa che si chiama logica... anche se mi rendo conto che per la Sunrise potrebbe essere molto soggettiva, il che mi preoccupa. Ma, come sempre, io cerco di essere ottimista, sì! Eppure so già che prenderò una bella sprangata sulle gengive, alla fine! XD)
Grazie come sempre a chi legge, a chi commenta e a chi aggiunge le mie storie fra quelle preferite. :)
Shainareth





  
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