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Autore: Colpani392    24/10/2017    0 recensioni
Tra amori, scuola e altri problemi adolescenziali con l'aggiunto di un pizzico di soprannaturale, vedremo Cora Hale diventare per la sua nuova città quello che Scott è per Beacon Hills, il suo protettore. Con amici, alleati, nemici e vecchi nemici divenuti alleati Cora e il suo nuovo "branco" dovranno proteggere la loro città dai pericoli portati dal mondo soprannaturale e dai segreti che porta con sé.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cora Hale, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Teen Wolf Were Cerberus'
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Capitolo 19:

 

 

Pov Jacob

CORA!

Sì, non ci sono dubbi quelli sono gli occhi di Cora, avevo ragione, non me l’ero immaginato, anche se non ne era consapevole, Cora è un Alpha.

I due occhi rossi cominciano a muoversi, avvicinandosi a noi. Però, man mano che si avvicina però le mie certezze si affievoliscono.

Questo non è l’odore di Cora! O meglio, è il suo ma diverso, decisamente diverso, il potere che avverto è enorme, probabilmente pari o anche superiore al mio.

Poi lo vedo, o meglio, LA vedo, una bellissima lupa dal manto color rosso vino con una postura fiera, decisa ed elegante esce allo scoperto dalla boscaglia e con il suo solo sguardo fa indietreggiare i demoni-lupo, ma poi noto una cosa, i suoi occhi, per quanto possano essere lucenti, non li sta facendo brillare.

Lei si avvina me e una volta che mi è di fronte, sento la sua voce nella mia testa.

C: ????? ????? come compagno di Cora, ti nomino primo membro del suo branco e comandante in seconda, so che saprei prenderti cura di lei.

J: che hai detto???................ Come sai il mio vero nome??? E come fai a parlarmi in testa???

Lei non risponde, fa brillare i suoi occhi, brillano così intensamente che potrebbero essere paragonati ai fari abbaglianti di un’auto. Nonostante il bagliore intendo però, non distolgo lo sguardo e vengo irradiato di un potere enorme, sento tutti i miei sensi, le mie abilità e le mie caratteristiche fisica amplificarsi.

Sono un Beta, il beta di Cora.

L: Ora basta piccioncini!!

Lucas interrompe il discorso tra me e “Cora”. Noto solo ora che quando mi ha parlato, si è riferita a Cora come se non fosse lei.

J: non sei Cora, vero?

???: Esatto, al momento ho preso possesso del suo corpo perché lei non è ancora in grado di gestire a pieno il suo vero potere, lei non sarebbe stata in grado di renderti suo beta e quindi renderti sufficientemente potente da proteggerla finche sarà necessario.

J: ma allora chi sei?

???:Io sono una sua madre….. Thalia Hale.

J: Cosa?

L: ho detto basta! Uccideteli!

Anche se con un po’ di esitazione, i sei lupi si avventano su di noi, io mi posiziono subito davanti a Rockstone e Livarro e notando però una cosa, sono più grande, se prima raggiungevo il metro e mezzo, ora sarò un lupo di almeno un metro e ottanta.

Rinfiammo il mio manto e noto subito che anche il mio potere di fuoco si è intensificato.

Voglio provare una cosa.

Cerco di dirigere le mie fiamme contro i tre lupi che avevo davanti, di solito questo trucco mi riesce solo quando solo in forma umana, invece ora funziona anche in forma di lupo, difatti le fiamme che circondano il mio corpo vengono come proiettate verso i demoni-lupo difronte a me, che rimangono seduta stante carbonizzati.

Io estinguo le mie fiamme e mi giro ad aiutare Cora/Thalia, ma noto subito che ha ucciso due dei tre lupi, solo l’alpha è ancora in piedi.

J: come hai fatto? Finora solo il mio fuoco era riuscito a ucciderli.

Th: tu non hai idea di quanto il potere di una Regina Alpha possa essere grande.

J: Alpha che?

L: come avete fatto? Non potete aver ucciso 5 dei miei lupi come se niente fosse, un mese fa, siete usciti vivi a malapena dallo scontro con tre lupi nel bosco. Lui questo non me l’aveva detto.

Lui?

Lucas non fa a tempo a rispondere, il lupo Alpha cade a terra, con gli occhi che sono tornate normali.

J: ma cosa?

Th: L’unico modo per uccidere questi demoni senza il tuo fuoco o il potere di Cora, è uccidere chi gli a creati.

Io sposto lo sguardo su Lucas, noto che la sua pelle comincia a diventare bianca, poi azzurrina e infine le appendici (dita, naso, orecchie….) cominciano a diventare nere.

J: ma sta andando in ipotermia.

Alla fine il corpo del povero Lucas cede e cade a terra, mostrando che dietro di esse si ergeva una figura incappucciata, con la mano spalancata propensa in avanti.

???: che razza di idiota, li avevo detto di non esitare, di ucciderti subito, non appena saresti uscito allo scoperto. A quanto pare dovrò fare tutto da solo.

Da dietro la figura misteriosa cominciarono a comparire tantissimi lupi, tantissimi lupi-demone.

???: ma non stasera.

Il tipo pronuncia una serie di parole in una strana lingua, diversa anche dal latino, comincia a comparire una strana nebbia che si infittisce sempre di più, io mi ci lancio dentro a capofitto ma niente da fare, la figura misteriosa e l’esercito di lupi-demone erano scomparsi.

Io ritorno alla mia forma umana mentre la nebbia cominciava a diradarsi.

J: MALEDIZIONE!

Quando la nebbia si diradò completamente notai che anche Cora/Thalia era tornata in forma umana.

Io mi avvicino a lei, ha lo sguardo confuso e subito dopo aver incrociato il mio sguardo sviene, io mi muovo il più velocemente possibile e riesco a prenderla prima che cada a terra.

J: Cora! Cora riesci a sentirmi?

Noto che si è addormentata, il suo petto si alza e abbassa regolarmente e sul suo viso c’è un’espressione rilassata.

AR: FORZA RAGAZZO RESISTI.

Mi ero completamente dimenticato di Rockstone e Livarro.

Mi avvicino a loro in fretta con Cora tra le braccia. L’agente Rockstone preme sulla ferita del suo partner. Io ascolto il suo cuore.

Non c’è più niente che si possa fare.

J: agente.

L’uomo che non si era accorto che mi ero avvicinato mi punta la pistola contro.

J: si calmi, non voglio farle del male.

AR: allora è vero, voi due siete……

J: sì, è così, ma come le ho dimostrato prima difendendola, non sono un mostro e neanche Cora lo è. Né io né lei ci siamo mai macchiati di sangue di innocenti, gli unici umani che abbiamo attaccato avevano attaccato per primi, abbiamo sempre agito solo per autodifesa e non abbiamo mai ucciso nessuno.

AR. Perché dovrei fidarmi?

J: se vuole salvare la sua città, non ha altra scelta.

Lui abbassa lo sguardo titubante e rimette la pistola nella fondina.

AR: ma ora come lo spiego questo ai cittadini?

J: ci inventeremo qualcosa.

Vedo che seppure lieve, la ferita alla gamba di Rockstone non gli consente di alzarsi.

J: aspetti, chiamo qualcuno che potrebbe aiutarci.

Prendo il telefono e chiamo Emi.

J: pronto Emi.

E*: JACOB! STAI BENE? CORA È SCAPPA ED IO NON…

J: tranquilla Emi, è con me, sta bene e senti ti posso chiedere un favore?

E*: sì certo, cosa ti serve?

J: hai ancora la copia di chiavi del mio appartamento?

E*: sì.

J: bene, entra prendi le chiavi che hanno attaccato un portachiavi a forma di teschio color rosso fuoco metallizzato, poi prendi le chiavi di riserva del garage, le tengo nel cassetto del mobiletto che c’è all’entrata, poi vai nel mio garage, il numero 17, prendi il fuoristrada color militare e poi segui le coordinata che ti manderò adesso.

E*: il tuo garage non era il 15?

J: non ci stavano due auto e tre moto.

E*: che????

J: senti vieni cui il prima possibile.

E*: ma che succede???

J: un disastro Emi, comunque quando arriverai in prossimità del bosco, tieniti vicino un sacchetto per il vomito, non sarà un bello spettacolo.

E*: in che senso non sarà un bello spett….

Chiudo la chiamata, mi abbasso e mi siedo accanto a Cora, che provvedo subito a prendere tra le mie braccia.

AR: c’è la farà?

J: che possa arrivare fino cui non ho dubbi, ma che non rimanga traumatizzata da ciò che vedrà nel bosco, non lo posso assicurare.

Lui rimane in silenzio abbassa lo sguardo e poi lo rialza per guardare verso le cime delle montagne.

J: ci sono altri sopravvissuti?

AR: del mio gruppo non credo.

J: gruppo?

AR: io e lo sceriffo ci siamo divisi in due gruppi, loro avrebbero aggirato la montagna da destra, noi da sinistra. Forse loro non sono stati attaccati.

J: speriamo.

 

 

Passiamo una decina di minuti nel totale silenzio.

J: non hai nessuna domanda.

AR: in verità, una ce l'avrei.

J: spara.

AR: ucciderete qualcuno di innocente?

J: finche sarò in me mai e nemmeno Cora.

AR: e gli altri come voi.

J: alcuni la pensano come me o addirittura peggio, Cora mi ha raccontato di un suo amico che si rifiuta di uccidere anche i suoi più spietati nemici, anche chi ha ucciso membri della sua famiglia o dei suoi amici. Ma altri, non si fanno scrupoli, uccidono sia umani che altri della loro specie senza farsi troppi problemi, alcuni licantropi sono tra questi, ma non sono loro i peggiori, al mondo d’oggi la specie più diffusa che si può dire più pericolosa per gli uomini sono gli wendigo.

AR: wendigo?

J: muta forma cannibali, si nutrono esclusivamente di carne umana, la minor parte di questi si nutre di umani già morti o che sono condannati a morte certa, ma la maggior parte preferiscono il brivido della caccia, preferiscono mangiare carne fresca, ho ucciso wendigo che si cibavano finche la loro preda era in vita, smettevano non appena moriva, anche se avevano mangiato solo un braccio o meno, lasciavo lì il corpo e cercavano qualcun altro. Sono esseri ripugnanti e molto pericolosi.

AR: oddio, ma hai detto che sono i peggiori, no?

J: al momento per gli umani sì. Ci sono creature molto più pericolose ma che degli umani, di solito, non gli importa più di tanto.

AR: ok, ma in che senso “al momento”?

J: vampiri….

AR: vampiri?

J: sì, al momento sono considerati estinti ma una volta esistevano. Loro non erano come li descrivono nei film, loro non succhiano il sangue per nutrirsene, lo usano come canale per nutrirsi d’altro. La forza vitale. Un vampiro anche se non vorrebbe, non ha scelta, se vuole sopravvivere deve uccidere qualcuno risucchiando da esso fino all’ultima goccia di energia vitale. Non può prenderne solo una parte perché per un vampiro, o la prendi tutta o non ti servita a niente.

AR: cavolo, ma hai detto che sono estinti.

J: so che è così, ma so anche che con esseri come i vampiri non si può sapere. Ci sarà sicuramente qualche vampiro nascosto da qualche parte, sono immortali, l’unico modo per ucciderli è con la luce del sole, con la decapitazione o con il rogo. Ce ne saranno ancora in circolazione, ne sono quasi certo.

 

40 minuti dopo

Si vedono delle luci arrivare dal fitto della boscaglia.

AR: forse è lei.

Le luci aumento.

J: no, devo essere quelli del gruppo dello sceriffo.

Alcuni uomini escono dalla boscaglia, sono traumatizzati, alcuni stanno vomitando e altri molto probabilmente l’hanno già fatto. Ad un certo punto uno di loro ci vede.

Ca(cacciatore): SCERIFFO PRESTO, CI SONO DEI SOPRAVVISUTI.

Alcuni uomini si avvicinano a noi per assicurarsi delle nostre condizioni.

Ca1: state bene?

AR: potrebbe andare meglio.

Due uomini aiutano l’agente Rockstone ad alzarsi.

Io prendo in braccio Cora che ancora dorme, poi vedo lo sceriffo avvicinarsi a noi.

SS: ragazzi ma che ci fate qui? State bene?

J: sì, non si preoccupi sceriffo le spiegheremo tutto in centrale.

Ca: ma che è successo qui?

SS: niente domande per adesso, vi porteremo in ospedale per medicare la ferita di Rockstone e far controllare voi due.

Si sente il rombo di un motore dal punto opposto da cui è arrivato il gruppo dello sceriffo. Poi due fari appaiono da dietro gli alberi e il mio fuoristrada, una Jeep Wrangel Tuning color verde militare.

J: ecco Emi, speriamo stia bene.

Pian piano si avvina a noi. Quando Emi scende è visibilmente provata, probabilmente ha visto cos’è successo nel bosco.

Lo sceriffo si avvicina a lei con cautela e le poggia una mano sulla spalla. Anch’io mi avvicino a lei preoccupato e mortificato.

J: mi dispiace di averti chiesto di guidare fin cui e vedere quello scempio ma….

Faccio cenno a Cora e Rockstone.

E: fa niente Jacob, forza vi porto in ospedale. Ma chi è stato.

E sposto lo sguardo verso il corpo di Lucas, per fortuna è abbastanza lontano, se Emi lo vedesse chissà come reagirebbe.

E: non dire che è stata….

Lei fa cenno con la testa a Cora.

J: NO.

Lei annuisce e sposta lo sguardo sulla Jeep.

Metto Cora sui sedili posteriori e le allaccio la cintura, Emi si siede accanto a lei e Rockstone si sistema al posto vicino al guidatore che ovviamente sono io.

Guido fino all’ospedale dove ci sono già dei medici con le barelle pronte.

Caricano Rockstone e Cora e li portano a controllare, fanno un veloce checkup anche a me e Emi per poi farci accomodare in sala d’aspetto.

Dopo due ore ci raggiunge anche lo sceriffo Smith.

SS: ragazzi come state?

J: bene grazie.

Noto solo ora che Emi si è addormentata sulla mia spalla.

SS: Rockstone e Cora?

J: Rockstone adesso si sta riposando nella sua camera, Cora non si sa, sta ancora dormendo, fisicamente dicono che sta bene e forse è stato il trauma per quello che ha visto.

SS: non è il caso che torniate a casa a dormire?

J: io voglio restare, nel caso Cora si svegli, i genitori di Emi non sono in città e non me la sento di lasciarla solo, Ann di sicuro sta dormendo e non mi va di svegliarla.

SS: capisco, comunque volevo dirti che domani, che Cora si svegli o no, tu e Rockstone dovrete spiegarmi dettagliatamente cos’è successo nel bosco.

J: va bene, però deve avere una mente aperta.

Detto questo lo sceriffo se ne va. Io resto sveglio ancora un po’ per poi addormentarmi a mia volta.

 

 

Jacob svegliati…..

Jacob….

C: JACOB!!

Dallo spavento faccio un salto e cado dalla sedia, anche Emi che era appoggiata a me cadde per lo spavento.

J: Cora mi hai fatto prendere un colpo, ma che ore sono?

Mi rialzo lentamente, Cora mi guarda furiosa.

C: le 8.40 di mattina. Dimmi che stavate facendo tu ed Emi?

Io faccio una faccia confusa non capendo a cosa si riferisse, poi mi ricordo in che posizione io e Emi ci siamo addormentati.

J: CORA NON È COME SEMBRA!! IERI SERA IO E EMI ERAVAMO STANCHI E CI SIAMO ADDORMENTATI E….E….

Cora scoppia a ridere divertita dalla mia crisi di nervi.

E: che avete da urlare voi due??

Emi sembra ancora mezza addormentata.

E: Cora? Sei sveglia finalmente! Come stai?

C: sto bene grazie Emi. Che ne dite, andiamo casa?

J: ti hanno già dimesso?

C: sì, giusto adesso.

J: dimmi Cora, tu ti ricordi cos’è successo stanotte?

Le fa una faccia stranita.

C: sì, ho fatto uno strano sogno su mia madre che mi parlava di una regina dei lupi o qualcosa del genere.

Lei ridacchia pensando di star dicendo un mucchio di assurdità.

J: non è stato un sogno.

Lei mi guarda sorpresa.

J: forse è meglio che ti racconto a casa.

 

1 ora e mazza dopo, appartamento di Cora e Jacob

Pov Cora

Non riesco ancora credere a ciò che mi ha detto Jacob.

Io, un Alpha? Non ci credo.

Eppure devo crederci, la prova ce l’ho davanti agli occhi, riflesse nello specchio, l’immagine dei miei occhi che brillano di un rosso intenso.

Torna in salotto dove, sul divano, Emi sta sorseggiando un caffè e Jacob gioca ai suoi soliti videogiochi.

C: almeno ora hai cambiato genere.

Lui si volta verso di me.

J: sì, è un videogioco fantasy, di norma non mi piacciono molto, ma questo è ispirato ad un anime che mi piace molto e a differenza dei soliti giochi che prendono ispirazione da serie tv, film o altro, cui puoi crearti il tuo avatar e vivere la tua avventura.

C: intendi quell’anime sugli spadaccini intrappolati in un mondo virtuale di cui hai fatto una maratona qualche sera fa’, com’è che si chiamava….. non so che online?

J: si chiamava….

Come se si fosse appena ricordato qualcosa di vitale importanza, scatta in piedi e comincia a infilarsi le scarpe.

C: e ora che hai?

J: lo sceriffo ieri sera, mi ha chiesto di passare subito in centrale e io come mio solito me ne sono completamente dimenticato.

C: uff…..

Già, non so che problemi abbia la sua memoria, ma a volte sembra quasi che abbia l’Alzheimer.

Prendo la mia giacca e insieme ad Emi esco dall’appartamento.

 

Arriviamo in centrale verso le 9:30, chiediamo all’agente presente alla reception dov’è l’ufficio dello sceriffo.

AR: ragazzi.

L’agente Rockstone è dietro di noi, su una sedia a rotelle in abiti civili.

C: agente, salve.

J/E: salve.

C: sta meglio ora? Jacob mi ha raccontato cos’è successo l’altra notte.

Lui mi guarda confuso

J: non ricorda niente dell’altra notte.

Lui annuisce.

AR: andiamo lo sceriffo ci sta aspettando.

Noi le seguiamo in mezzo alle varie scrivanie, vediamo le facce buoi e malinconiche dei pochi agenti rimasti. L’altra notte, anche una buona parte di agenti aveva preso parte alla battuta di caccia.

SS: salve ragazzi.

Io sposto la mia attenzione sullo sceriffo che ci scruta dalla soglia del suo ufficio.

C/J/E: salve sceriffo.

SS: entrate.

Noi tutti entriamo, io ed Emi ci accomodiamo sulle due sedie davanti alla scrivania, l’agente Rockstone si affianca ad Emi con la sua sedia a rotelle e Jacob è in piedi vicino a me.

SS: Emi forse è meglio che esci.

E: perché?

AR: ho detto tutto allo sceriffo, tutto quello che mi hai detto Jacob.

E/C: come sarebbe tutto?

Io ed Emi guardiamo Jacob, io furiosa ed Emi anche.

AR: aspetta lei sa….

Emi guarda Jacob che gli annuisce.

E: che questi due hanno zanne e artigli? Certo.

Emi guarda i due agenti come se quello che ha detto fosse la cosa più normale di questo mondo.

SS: allora credo che puoi restare anche tu.

J: ma se l’agente Rockstone sa meglio di me cosa è successo ieri notte.

SS: ma tu sai meglio di noi cos’erano quei mostri.

Lui sbuffa e si gratta la nuca, indeciso se parlare o meno.

C: mi dispiace sceriffo, è già tanto che Jacob vi abbia detto del nostro, ma questo non ve lo possiamo dire, sappiate solo che non dovete per nessuna ragione entrare nel bosco o provare ad affrontare e cacciare quei lupi.

SS: sì, comunque uno di voi due dovrebbe venire con me in obitorio, anche se la sua famiglia ha già confermato, mi serve qualcuno presente quella sera che confermi l’identità di Lucas Milton.

E: che centra Lucas?

In effetti non lo so nemmeno io, Jacob non ha mai fatto il suo nome.

C: è vero che centra?

Lo sceriffo mi guarda confuso.

AR: la ragazza non ricorda nulla di quella notte.

Lo sceriffo annuisce.

SS: Jacob, perché non gli hai detto…

Jacob spalanca gli occhi e cerca di far cenno allo sceriffo di tacere ma lui lo ignora continuando a guardare me negli occhi.

SS:….. che era Lucas Milton che controllava quei lupi ed è responsabile del massacro di questa notte?

Io mi giro a guardare Jacob confusa.

Perché non me l’ha detto?

Lui intuendo la mia domanda sposata lo sguardo alla mia destre, io mi volto e vedo che il viso di Emi è rigato da delle lacrime.

J: perché non volevo che Emi lo venisse a sapere così.

Lui lancia un occhiata assassina allo sceriffo.

E: scusate.

Emi esce in lacrime dall’ufficio.

SS: ho detto qualcosa di sbagliato?

Lo sceriffo fa la domanda come se non si rendesse conto di ciò che ha detto, anche Rockstone aggrotta le sopracciglia.

C: Lucas era l’ex ragazzo di Emi, anche se era stata lei a lasciarlo, era ancora innamorata di lui, noi avevano sospettato di Lucas qualche tempo fa e quando lo abbiamo detto a Emi è andata su tutto le furie.

Ormai sono in piedi e sto fissando con uno sguardo omicida lo sceriffo di fronte a me, con entrambe le mani appoggiate alla scrivania.

SS: io come poteva saperlo?

Anche lui comincia ad alzare il tono di voce.

C: in ogni caso, lei sapeva benissimo che lui frequentava la nostra scuola, e di sicuro non si dà una notizia del genere così tranquillamente.

SS: ascolti signorina, sono morte molte persone, quindi al momento evitare di spezzare il cuore ad una ragazza perché la sua cottarella è risultato essere un serial killer ora morto è l’ultimo dei miei pensieri.

Io divento una furia i miei occhi diventano rossi, Jacob mi afferra la mano che io stavo alzando per colpire lo sceriffo. Rockstone aveva messo mano alla fondina e Smith mi guardava inespressivo.

C: le giuro che se Emi fa qualche pazzia la riterrò direttamente responsabile.

Detto questo ancora con gli occhi rossi esco furibonda dall’ufficio seguita a ruota da Jacob.

 

 

Fine Capitolo

 

 

 

 

 

 

   
 
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