Capitolo 19:
Pov Jacob
CORA!
Sì,
non ci sono dubbi quelli sono gli
occhi di Cora, avevo ragione, non me l’ero immaginato, anche
se non ne era
consapevole, Cora è un Alpha.
I due occhi
rossi cominciano a muoversi, avvicinandosi a noi. Però, man
mano che si avvicina
però le mie certezze si affievoliscono.
Questo non
è l’odore di Cora! O
meglio, è il suo ma diverso, decisamente diverso, il potere
che avverto è
enorme, probabilmente pari o anche superiore al mio.
Poi lo vedo,
o meglio, LA vedo, una bellissima lupa dal manto color rosso vino con
una
postura fiera, decisa ed elegante esce allo scoperto dalla boscaglia e
con il
suo solo sguardo fa indietreggiare i demoni-lupo, ma poi noto una cosa,
i suoi
occhi, per quanto possano essere lucenti, non li sta facendo brillare.
Lei si
avvina me e una volta che mi è di fronte, sento la sua voce
nella mia testa.
C: ????? ?????
come compagno di Cora,
ti nomino primo membro del suo branco e comandante in seconda, so che
saprei
prenderti cura di lei.
J: che hai
detto???................ Come
sai il mio vero nome??? E come fai a parlarmi in testa???
Lei non
risponde, fa brillare i suoi occhi, brillano così
intensamente che potrebbero
essere paragonati ai fari abbaglianti di un’auto. Nonostante
il bagliore
intendo però, non distolgo lo sguardo e vengo irradiato di
un potere enorme,
sento tutti i miei sensi, le mie abilità e le mie
caratteristiche fisica
amplificarsi.
Sono un Beta, il
beta di Cora.
L: Ora basta
piccioncini!!
Lucas
interrompe il discorso tra me e “Cora”. Noto solo
ora che quando mi ha parlato,
si è riferita a Cora come se non fosse lei.
J: non sei Cora,
vero?
???: Esatto, al
momento ho preso
possesso del suo corpo perché lei non è ancora in
grado di gestire a pieno il
suo vero potere, lei non sarebbe stata in grado di renderti suo beta e
quindi
renderti sufficientemente potente da proteggerla finche sarà
necessario.
J: ma allora chi
sei?
???:Io sono una
sua madre….. Thalia Hale.
J: Cosa?
L: ho detto
basta! Uccideteli!
Anche se con
un po’ di esitazione, i sei lupi si avventano su di noi, io
mi posiziono subito
davanti a Rockstone e Livarro e notando però una cosa, sono
più grande, se
prima raggiungevo il metro e mezzo, ora sarò un lupo di
almeno un metro e
ottanta.
Rinfiammo il
mio manto e noto subito che anche il mio potere di fuoco si
è intensificato.
Voglio provare
una cosa.
Cerco di
dirigere le mie fiamme contro i tre lupi che avevo davanti, di solito
questo
trucco mi riesce solo quando solo in forma umana, invece ora funziona
anche in
forma di lupo, difatti le fiamme che circondano il mio corpo vengono
come
proiettate verso i demoni-lupo difronte a me, che rimangono seduta
stante
carbonizzati.
Io estinguo
le mie fiamme e mi giro ad aiutare Cora/Thalia, ma noto subito che ha
ucciso
due dei tre lupi, solo l’alpha è ancora in piedi.
J: come hai
fatto? Finora solo il mio
fuoco era riuscito a ucciderli.
Th: tu non hai
idea di quanto il
potere di una Regina Alpha possa essere grande.
J: Alpha che?
L: come
avete fatto? Non potete aver ucciso 5 dei miei lupi come se niente
fosse, un
mese fa, siete usciti vivi a malapena dallo scontro con tre lupi nel
bosco. Lui
questo non me l’aveva detto.
Lui?
Lucas non fa
a tempo a rispondere, il lupo Alpha cade a terra, con gli occhi che
sono
tornate normali.
J: ma cosa?
Th:
L’unico modo per uccidere questi
demoni senza il tuo fuoco o il potere di Cora, è uccidere
chi gli a creati.
Io sposto lo
sguardo su Lucas, noto che la sua pelle comincia a diventare bianca,
poi
azzurrina e infine le appendici (dita, naso, orecchie….)
cominciano a diventare
nere.
J: ma sta
andando in ipotermia.
Alla fine il
corpo del povero Lucas cede e cade a terra, mostrando che dietro di
esse si
ergeva una figura incappucciata, con la mano spalancata propensa in
avanti.
???: che
razza di idiota, li avevo detto di non esitare, di ucciderti subito,
non appena
saresti uscito allo scoperto. A quanto pare dovrò fare tutto
da solo.
Da dietro la
figura misteriosa cominciarono a comparire tantissimi lupi, tantissimi
lupi-demone.
???: ma non
stasera.
Il tipo
pronuncia una serie di parole in una strana lingua, diversa anche dal
latino,
comincia a comparire una strana nebbia che si infittisce sempre di
più, io mi
ci lancio dentro a capofitto ma niente da fare, la figura misteriosa e
l’esercito di lupi-demone erano scomparsi.
Io ritorno
alla mia forma umana mentre la nebbia cominciava a diradarsi.
J:
MALEDIZIONE!
Quando la
nebbia si diradò completamente notai che anche Cora/Thalia
era tornata in forma
umana.
Io mi
avvicino a lei, ha lo sguardo confuso e subito dopo aver incrociato il
mio
sguardo sviene, io mi muovo il più velocemente possibile e
riesco a prenderla
prima che cada a terra.
J: Cora!
Cora riesci a sentirmi?
Noto che si
è addormentata, il suo petto si alza e abbassa regolarmente
e sul suo viso c’è
un’espressione rilassata.
AR: FORZA
RAGAZZO RESISTI.
Mi ero
completamente dimenticato di Rockstone e Livarro.
Mi avvicino
a loro in fretta con Cora tra le braccia. L’agente Rockstone
preme sulla ferita
del suo partner. Io ascolto il suo cuore.
Non
c’è più
niente che si possa fare.
J: agente.
L’uomo
che
non si era accorto che mi ero avvicinato mi punta la pistola contro.
J: si calmi,
non voglio farle del male.
AR: allora
è
vero, voi due siete……
J:
sì, è
così, ma come le ho dimostrato prima difendendola, non sono
un mostro e neanche
Cora lo è. Né io né lei ci siamo mai
macchiati di sangue di innocenti, gli
unici umani che abbiamo attaccato avevano attaccato per primi, abbiamo
sempre
agito solo per autodifesa e non abbiamo mai ucciso nessuno.
AR.
Perché
dovrei fidarmi?
J: se vuole
salvare la sua città, non ha altra scelta.
Lui abbassa
lo sguardo titubante e rimette la pistola nella fondina.
AR: ma ora come
lo spiego questo ai cittadini?
J: ci
inventeremo qualcosa.
Vedo che
seppure lieve, la ferita alla gamba di Rockstone non gli consente di
alzarsi.
J: aspetti,
chiamo qualcuno che potrebbe aiutarci.
Prendo il
telefono e chiamo Emi.
J: pronto
Emi.
E*: JACOB!
STAI BENE? CORA È SCAPPA ED IO NON…
J:
tranquilla Emi, è con me, sta bene e senti ti posso chiedere
un favore?
E*:
sì
certo, cosa ti serve?
J: hai
ancora la copia di chiavi del mio appartamento?
E*:
sì.
J: bene,
entra prendi le chiavi che hanno attaccato un portachiavi a forma di
teschio
color rosso fuoco metallizzato, poi prendi le chiavi di riserva del
garage, le
tengo nel cassetto del mobiletto che c’è
all’entrata, poi vai nel mio garage,
il numero 17, prendi il fuoristrada color militare e poi segui le
coordinata
che ti manderò adesso.
E*: il tuo
garage non era il 15?
J: non ci
stavano due auto e tre moto.
E*: che????
J: senti
vieni cui il prima possibile.
E*: ma che
succede???
J: un
disastro Emi, comunque quando arriverai in prossimità del
bosco, tieniti vicino
un sacchetto per il vomito, non sarà un bello spettacolo.
E*: in che
senso non sarà un bello spett….
Chiudo la
chiamata, mi abbasso e mi siedo accanto a Cora, che provvedo subito a
prendere
tra le mie braccia.
AR:
c’è la
farà?
J: che possa
arrivare fino cui non ho dubbi, ma che non rimanga traumatizzata da
ciò che
vedrà nel bosco, non lo posso assicurare.
Lui rimane
in silenzio abbassa lo sguardo e poi lo rialza per guardare verso le
cime delle
montagne.
J: ci sono
altri sopravvissuti?
AR: del mio
gruppo non credo.
J: gruppo?
AR: io e lo
sceriffo ci siamo divisi in due gruppi, loro avrebbero aggirato la
montagna da
destra, noi da sinistra. Forse loro non sono stati attaccati.
J: speriamo.
Passiamo una
decina di minuti nel totale silenzio.
J: non hai
nessuna domanda.
AR: in
verità, una ce l'avrei.
J: spara.
AR:
ucciderete qualcuno di innocente?
J: finche
sarò in me mai e nemmeno Cora.
AR: e gli
altri come voi.
J: alcuni la
pensano come me o addirittura peggio, Cora mi ha raccontato di un suo
amico che
si rifiuta di uccidere anche i suoi più spietati nemici,
anche chi ha ucciso
membri della sua famiglia o dei suoi amici. Ma altri, non si fanno
scrupoli,
uccidono sia umani che altri della loro specie senza farsi troppi
problemi,
alcuni licantropi sono tra questi, ma non sono loro i peggiori, al
mondo d’oggi
la specie più diffusa che si può dire
più pericolosa per gli uomini sono gli
wendigo.
AR: wendigo?
J: muta
forma cannibali, si nutrono esclusivamente di carne umana, la minor
parte di
questi si nutre di umani già morti o che sono condannati a
morte certa, ma la
maggior parte preferiscono il brivido della caccia, preferiscono
mangiare carne
fresca, ho ucciso wendigo che si cibavano finche la loro preda era in
vita,
smettevano non appena moriva, anche se avevano mangiato solo un braccio
o meno,
lasciavo lì il corpo e cercavano qualcun altro. Sono esseri
ripugnanti e molto
pericolosi.
AR: oddio, ma
hai detto che sono i peggiori, no?
J: al
momento per gli umani sì. Ci sono creature molto
più pericolose ma che degli
umani, di solito, non gli importa più di tanto.
AR: ok, ma
in che senso “al momento”?
J:
vampiri….
AR: vampiri?
J:
sì, al
momento sono considerati estinti ma una volta esistevano. Loro non
erano come
li descrivono nei film, loro non succhiano il sangue per nutrirsene, lo
usano
come canale per nutrirsi d’altro. La forza vitale. Un vampiro
anche se non
vorrebbe, non ha scelta, se vuole sopravvivere deve uccidere qualcuno
risucchiando da esso fino all’ultima goccia di energia
vitale. Non può
prenderne solo una parte perché per un vampiro, o la prendi
tutta o non ti
servita a niente.
AR: cavolo,
ma hai detto che sono estinti.
J: so che
è
così, ma so anche che con esseri come i vampiri non si
può sapere. Ci sarà
sicuramente qualche vampiro nascosto da qualche parte, sono immortali,
l’unico
modo per ucciderli è con la luce del sole, con la
decapitazione o con il rogo.
Ce ne saranno ancora in circolazione, ne sono quasi certo.
40 minuti dopo
Si vedono
delle luci arrivare dal fitto della boscaglia.
AR: forse
è
lei.
Le luci
aumento.
J: no, devo
essere quelli del gruppo dello sceriffo.
Alcuni
uomini escono dalla boscaglia, sono traumatizzati, alcuni stanno
vomitando e
altri molto probabilmente l’hanno già fatto. Ad un
certo punto uno di loro ci
vede.
Ca(cacciatore):
SCERIFFO PRESTO, CI SONO DEI SOPRAVVISUTI.
Alcuni
uomini si avvicinano a noi per assicurarsi delle nostre condizioni.
Ca1: state
bene?
AR: potrebbe
andare meglio.
Due uomini
aiutano l’agente Rockstone ad alzarsi.
Io prendo in
braccio Cora che ancora dorme, poi vedo lo sceriffo avvicinarsi a noi.
SS: ragazzi
ma che ci fate qui? State bene?
J:
sì, non
si preoccupi sceriffo le spiegheremo tutto in centrale.
Ca: ma che
è
successo qui?
SS: niente
domande per adesso, vi porteremo in ospedale per medicare la ferita di
Rockstone e far controllare voi due.
Si sente il
rombo di un motore dal punto opposto da cui è arrivato il
gruppo dello
sceriffo. Poi due fari appaiono da dietro gli alberi e il mio
fuoristrada, una
Jeep Wrangel Tuning color verde militare.
J: ecco Emi,
speriamo stia bene.
Pian piano si
avvina a noi. Quando Emi scende è visibilmente provata,
probabilmente ha visto
cos’è successo nel bosco.
Lo sceriffo
si avvicina a lei con cautela e le poggia una mano sulla spalla.
Anch’io mi
avvicino a lei preoccupato e mortificato.
J: mi
dispiace di averti chiesto di guidare fin cui e vedere quello scempio
ma….
Faccio cenno
a Cora e Rockstone.
E: fa niente
Jacob, forza vi porto in ospedale. Ma chi è stato.
E sposto lo
sguardo verso il corpo di Lucas, per fortuna è abbastanza
lontano, se Emi lo
vedesse chissà come reagirebbe.
E: non dire
che è stata….
Lei fa cenno
con la testa a Cora.
J: NO.
Lei annuisce
e sposta lo sguardo sulla Jeep.
Metto Cora
sui sedili posteriori e le allaccio la cintura, Emi si siede accanto a
lei e
Rockstone si sistema al posto vicino al guidatore che ovviamente sono
io.
Guido fino
all’ospedale dove ci sono già dei medici con le
barelle pronte.
Caricano
Rockstone e Cora e li portano a controllare, fanno un veloce checkup
anche a me
e Emi per poi farci accomodare in sala d’aspetto.
Dopo due ore
ci raggiunge anche lo sceriffo Smith.
SS: ragazzi
come state?
J: bene
grazie.
Noto solo
ora che Emi si è addormentata sulla mia spalla.
SS:
Rockstone e Cora?
J: Rockstone
adesso si sta riposando nella sua camera, Cora non si sa, sta ancora
dormendo,
fisicamente dicono che sta bene e forse è stato il trauma
per quello che ha
visto.
SS: non
è il
caso che torniate a casa a dormire?
J: io voglio
restare, nel caso Cora si svegli, i genitori di Emi non sono in
città e non me
la sento di lasciarla solo, Ann di sicuro sta dormendo e non mi va di
svegliarla.
SS: capisco,
comunque volevo dirti che domani, che Cora si svegli o no, tu e
Rockstone
dovrete spiegarmi dettagliatamente cos’è successo
nel bosco.
J: va bene,
però deve avere una mente aperta.
Detto questo
lo sceriffo se ne va. Io resto sveglio ancora un po’ per poi
addormentarmi a
mia volta.
Jacob
svegliati…..
Jacob….
C: JACOB!!
Dallo
spavento faccio un salto e cado dalla sedia, anche Emi che era
appoggiata a me
cadde per lo spavento.
J: Cora mi
hai fatto prendere un colpo, ma che ore sono?
Mi rialzo
lentamente, Cora mi guarda furiosa.
C: le 8.40
di mattina. Dimmi che stavate facendo tu ed Emi?
Io faccio
una faccia confusa non capendo a cosa si riferisse, poi mi ricordo in
che
posizione io e Emi ci siamo addormentati.
J: CORA NON
È COME SEMBRA!! IERI SERA IO E EMI ERAVAMO STANCHI E CI
SIAMO ADDORMENTATI
E….E….
Cora scoppia
a ridere divertita dalla mia crisi di nervi.
E: che avete
da urlare voi due??
Emi sembra
ancora mezza addormentata.
E: Cora? Sei
sveglia finalmente! Come stai?
C: sto bene
grazie Emi. Che ne dite, andiamo casa?
J: ti hanno
già dimesso?
C:
sì,
giusto adesso.
J: dimmi
Cora, tu ti ricordi cos’è successo stanotte?
Le fa una
faccia stranita.
C:
sì, ho
fatto uno strano sogno su mia madre che mi parlava di una regina dei
lupi o
qualcosa del genere.
Lei
ridacchia pensando di star dicendo un mucchio di assurdità.
J: non
è
stato un sogno.
Lei mi
guarda sorpresa.
J: forse
è
meglio che ti racconto a casa.
1 ora e mazza
dopo, appartamento di
Cora e Jacob
Pov Cora
Non riesco
ancora credere a ciò che mi ha detto Jacob.
Io, un Alpha?
Non ci credo.
Eppure devo
crederci, la prova ce l’ho davanti agli occhi, riflesse nello
specchio, l’immagine
dei miei occhi che brillano di un rosso intenso.
Torna in
salotto dove, sul divano, Emi sta sorseggiando un caffè e
Jacob gioca ai suoi
soliti videogiochi.
C: almeno
ora hai cambiato genere.
Lui si volta
verso di me.
J:
sì, è un
videogioco fantasy, di norma non mi piacciono molto, ma questo
è ispirato ad un
anime che mi piace molto e a differenza dei soliti giochi che prendono
ispirazione da serie tv, film o altro, cui puoi crearti il tuo avatar e
vivere
la tua avventura.
C: intendi
quell’anime sugli spadaccini intrappolati in un mondo
virtuale di cui hai fatto
una maratona qualche sera fa’, com’è che
si chiamava….. non so che online?
J: si
chiamava….
Come se si
fosse appena ricordato qualcosa di vitale importanza, scatta in piedi e
comincia a infilarsi le scarpe.
C: e ora che
hai?
J: lo
sceriffo ieri sera, mi ha chiesto di passare subito in centrale e io
come mio
solito me ne sono completamente dimenticato.
C:
uff…..
Già,
non so che problemi abbia la sua
memoria, ma a volte sembra quasi che abbia l’Alzheimer.
Prendo la
mia giacca e insieme ad Emi esco dall’appartamento.
Arriviamo in
centrale verso le 9:30, chiediamo all’agente presente alla
reception dov’è l’ufficio
dello sceriffo.
AR: ragazzi.
L’agente
Rockstone è dietro di noi, su una sedia a rotelle in abiti
civili.
C: agente,
salve.
J/E: salve.
C: sta
meglio ora? Jacob mi ha raccontato cos’è successo
l’altra notte.
Lui mi
guarda confuso
J: non
ricorda niente dell’altra notte.
Lui annuisce.
AR: andiamo
lo sceriffo ci sta aspettando.
Noi le
seguiamo in mezzo alle varie scrivanie, vediamo le facce buoi e
malinconiche
dei pochi agenti rimasti. L’altra notte, anche una buona
parte di agenti aveva
preso parte alla battuta di caccia.
SS: salve
ragazzi.
Io sposto la
mia attenzione sullo sceriffo che ci scruta dalla soglia del suo
ufficio.
C/J/E: salve
sceriffo.
SS: entrate.
Noi tutti
entriamo, io ed Emi ci accomodiamo sulle due sedie davanti alla
scrivania, l’agente
Rockstone si affianca ad Emi con la sua sedia a rotelle e Jacob
è in piedi
vicino a me.
SS: Emi
forse è meglio che esci.
E:
perché?
AR: ho detto
tutto allo sceriffo, tutto quello che mi hai detto Jacob.
E/C: come
sarebbe tutto?
Io ed Emi
guardiamo
Jacob, io furiosa ed Emi anche.
AR: aspetta
lei sa….
Emi guarda
Jacob che gli annuisce.
E: che
questi due hanno zanne e artigli? Certo.
Emi guarda i
due agenti come se quello che ha detto fosse la cosa più
normale di questo
mondo.
SS: allora
credo che puoi restare anche tu.
J: ma se
l’agente
Rockstone sa meglio di me cosa è successo ieri notte.
SS: ma tu
sai meglio di noi cos’erano quei mostri.
Lui sbuffa e
si gratta la nuca, indeciso se parlare o meno.
C: mi
dispiace sceriffo, è già tanto che Jacob vi abbia
detto del nostro, ma questo
non ve lo possiamo dire, sappiate solo che non dovete per nessuna
ragione
entrare nel bosco o provare ad affrontare e cacciare quei lupi.
SS:
sì,
comunque uno di voi due dovrebbe venire con me in obitorio, anche se la
sua
famiglia ha già confermato, mi serve qualcuno presente
quella sera che confermi
l’identità di Lucas Milton.
E: che
centra Lucas?
In effetti
non lo so nemmeno io, Jacob non ha mai fatto il suo nome.
C: è
vero
che centra?
Lo sceriffo
mi guarda confuso.
AR: la
ragazza non ricorda nulla di quella notte.
Lo sceriffo
annuisce.
SS: Jacob,
perché
non gli hai detto…
Jacob spalanca
gli occhi e cerca di far cenno allo sceriffo di tacere ma lui lo ignora
continuando a guardare me negli occhi.
SS:…..
che
era Lucas Milton che controllava quei lupi ed è responsabile
del massacro di
questa notte?
Io mi giro a
guardare Jacob confusa.
Perché
non me l’ha detto?
Lui intuendo
la mia domanda sposata lo sguardo alla mia destre, io mi volto e vedo
che il
viso di Emi è rigato da delle lacrime.
J:
perché non
volevo che Emi lo venisse a sapere così.
Lui lancia
un occhiata assassina allo sceriffo.
E: scusate.
Emi esce in
lacrime dall’ufficio.
SS: ho detto
qualcosa di sbagliato?
Lo sceriffo
fa la domanda come se non si rendesse conto di ciò che ha
detto, anche
Rockstone aggrotta le sopracciglia.
C: Lucas era
l’ex ragazzo di Emi, anche se era stata lei a lasciarlo, era
ancora innamorata
di lui, noi avevano sospettato di Lucas qualche tempo fa e quando lo
abbiamo
detto a Emi è andata su tutto le furie.
Ormai sono
in piedi e sto fissando con uno sguardo omicida lo sceriffo di fronte a
me, con
entrambe le mani appoggiate alla scrivania.
SS: io come
poteva saperlo?
Anche lui
comincia ad alzare il tono di voce.
C: in ogni
caso, lei sapeva benissimo che lui frequentava la nostra scuola, e di
sicuro
non si dà una notizia del genere così
tranquillamente.
SS: ascolti
signorina, sono morte molte persone, quindi al momento evitare di
spezzare il
cuore ad una ragazza perché la sua cottarella è
risultato essere un serial
killer ora morto è l’ultimo dei miei pensieri.
Io divento
una furia i miei occhi diventano rossi, Jacob mi afferra la mano che io
stavo alzando
per colpire lo sceriffo. Rockstone aveva messo mano alla fondina e
Smith mi
guardava inespressivo.
C: le giuro
che se Emi fa qualche pazzia la riterrò direttamente
responsabile.
Detto questo
ancora con gli occhi rossi esco furibonda dall’ufficio
seguita a ruota da
Jacob.
Fine Capitolo